L'invenzione di Lindbergh

L'invenzione di Lindbergh LA VITA SOTTO VETRO L'invenzione di Lindbergh Il " cuore artificiale „ la prodigiosa macchina fabbricata dal celebre aviatore che ha permesso di realizzare il sogno di Correi L'affinità fra i due uomini — Lindbergh e Carrel — può essere spiegata, in una certa misura, col fatto che Carrel, scienziato, possiede certe qualità dell'esploratore, mentre Lindbergh, che ha contribuito all'uso dell'aeroplano come mezzo di esplorazione, ha molti tratti caratteristici dello scienziato. Le persone che conoscono Lindbergh da vicino ritengono, infatti, che il successo del suo storico volo debba essere attribuito tanto alla capacità che egli ha di concentrare tutte le sue facoltà sul fine da raggiungere, guanto al suo spirito di metodo e di perseveranza e alla scrupolosa attenzione che egli rivolge ai minimi particolari di ogni sua impresa. Sono queste le doti del più nobile tipo di studioso. La prima idea L'interesse del colonnello Lindbergh per la biologia e la medicina risale ai suoi anni d'infanzia. Infatti, ancora bambino, era stato affascinato alla vista dei laboratori del nonno, il dottor C. H. Lang, dentista a Detroit e inventore di numerosi strumenti chirurgici. Il nonno di sua madre e tre zìi di questa erano pure medici a Detroit. Tuttavia, la prima disciplina con fa quale Lindbergh venne a contatto fu l'archeologia. Nel 1929, egli intraprese con i dottori Kidder e Ricketson, dell'Istituto Cornette di Washington, un viaggio aereo su regioni quasi inesplorate dell'Honduras, del Guatemala e delle Provincie messicane del Yncatàn e del Quintana Roo. Durante i voli, furono scoperte delle rovine di antichi templi. Più tardi, il colonnello Lindbergh e la sua consorte trascorsero una settimana a Pecos, nel Nuovo Messico, con la spedizione archeologica del dottor Kidder, cercando di ritro vare resti di antiche costruzioni, sorvolando il paese e prendendo fotografie. Prima d'intraprendere, nel 19SS, il suo volo transatlantico, via Groenlandia, Lindbergh aveva costruito un semplice dispositivo che permetteva di aprire e chiudere dei cilindretti d'alluminio in cui si trovavano lastrine di vetro sterili destinate a raccogliere campioni di spore, pulviscolo e microrganismi trasportati da zona a zona dalle correnti d'aria degli strati supe riori dell'atmosfera. La collezione di microrganismi che il colonnello Lindbergh potè riunire in tale modo era la printa che potesse fornire la prova della parte importante rappresentata dalle correnti atmosferiche nella distribuzione dei microrganismi. Per diversi anni, il colonnello Lindbergh aveva meditato sulla possibilità di sostituire tempora neamente al cuore un dispositivo meccanico a scopo speri7>ientale, Quando i dottori Hawkes e Flagg ebbero ad assistere la moglie del colonnello che doveva avere il pri mo figlio, Lindbergh manifestò vivo" interesse per i procedimenti e gli strumenti dei due dottori. Parlando con loro, accennò ai prò Memi di cui si interessava e, in modo speciale, alla possibilità di costruire un cuore artificiale. Il dottor Flagg gli designò allora Carrel, come lo scienziato che meglio avrebbe potuto fornirgli delle informazioni al riguardo e si interessò anche per concordare un colloquio fra Lindbergh e l'illustre uomo di scienza. Un incontro prezioso L'incontro ebbe luogo il 28 novembre 1930. Il celebre biologo guidò Lindbergh attraverso il proprio laboratorio, gli mostrò un gruppo di cellule asportate dal cuore dell'embrione di un pulcino e gli spiegò il funzionamento dell'iniettore a pompa Rosenberger. Lindbergh parlava poco, durante la visita, ma annotava con cura anche i minimi particolari. Due settimane più tardi, con grande sorpresa di Carrel, egli ritornò con un modellino di pompa costruito secondo i proprii disegni dal soffiatore di vetro dell'Università di Princeton e avente il solo scopo di dimostrare i principii secondo cui si sarebbe potuto costruire un iniettore veramente efficace. Nei cinque anni che seguirono, Lindbergh inventò tre tipi diversi di iniettori, affidandone l'esecuzione al soffiatore di vetri dell'Istituto Rockefeller. Egli cercava sempre il punto debole di ognuna delle sue invenzioni, allo scopo di perfezionare progressivamente i modelli e trovare una soluzione che gli desse soddisfazione. Lavorava senza soste per mesi interi. Sovente gli accadeva di restare fino a notte tarda, digiuno, nel laboratorio dell'Istituto, tanto che uno dei collaboratori del dottor Carrel ebbe l'idea di riempire di gallettine uno dei cassetti del tavolo riservato a Lindbergh, gesto che il colonnello non mancò d'apprezzare. E' già stato notato che una parte dei successi ottenuti dal dottor Carrel è dovuta, senza dubbio, alla destrezza straordinaria delle sue dita, che gli ha permesso di com piere delle suture che altri chirurghi avevano giudicato impos sibili. Anche il colonnello Lind bergli possiede una sorprejidente destrezza manuale, dote che glrende preziosi servizi nella sola zione dei problemi tecnici. ■ Eglraggiunge gli scopi che si è prefissi, con mezzi estremamente modesti. Al « Rockefeller Institute » egli ha una grande scatola d'allu minio dove si trovano raccolti tubdi gomma di ogni dimensione, la stre di vetro, molle, viti, fll di ferro e pezzi di ricambio d'ogni genereE' in questa scatola che egli cerca il materiale di cui si serve per costruire i suoi modelli che montapoi, con un'abilità e una rapidità che ha del prodigioso. I suoi dispositivi sono sempre molto più semplici di quelli dei suoi predecessori e danno, nella maggior parte dei casi, risultati sorprendenti. Lindbergh ha l'abitudine del successo. Cellule e organi Grazie al suo genio tecnico e alla perseveranza, dote questa in cui, alcuni, vedono l'essenza stessa del genio, il colonnello Lindbergh è riuscito a realizzare il sogno di Carrel: quello di mantenere in vita degli organi estratti dal corpo in cui funzionavano. L'importanza di questo contributo al progresso della scienza non può ancora, attualmente, essere apprezzata nel suo giusto valore. Per la prima volta nella storia della scienza, sono state rivelate proprietà potenziali ed intime della vita organica, ed è stato possibile farlo solo dopo aver dimostrato che delle parti del corpo, separate da questo, possono continuare ad esistere, in condizioni che avrebbero determinato la morte dell'uomo o dell'animale da cui sono state asportate. Sotto forma di minuti frammenti costituiti da brani di tessuti o da gruppi di cellule prelevati sul corpo di un uomo o di un animale, la vita organica può essere conservata entro fiale sterilizzate, in un mezzo nutritivo atto a fornire alle cellule il necessario nutrimento. Si deve però osservare che tali gruppi non sono semplicemente agglomerati di cellule: al contrario, essi costituiscono, secondo la natura Segli elementi unitari di cui si compongono, dei piccoli organismi aventi un carattere individuale pronunciatissimo, sotto tutti i rapporti. Le cellule dell'epidermide, ad esempio, si uniscono per formare una membrana protettiva, sebbene nella fiala non vi siano corpi da proteggere. I globuli bianchi si dispongono nella fiala esattamente come fanno nella corrente sanguigna. Questi esseri viventi rudimentali, quando sono riuniti, tendono immediataìnente a formare organismi più complessi dall'aspetto di ghiandole. Ma le loro dimensioni restano minime, poiché non posseggono vasi sanguigni che portino il fluido nutritivo alla massa dei tessuti. . E' tuttavia possibile, come è già stato detto, di conservare la vita organica in parti dell'organismo assai più grandi, grazie al l'iniettore Lindbergh che distribuì sce i fluidi nutritivi attraverso i vasi sanguigni. Con questo prò cedimento si arriva ad ottenere nuovi esseri artificiali costituiti da u un organo con tutti i vasi, oppure da un gruppo di organi. Tali esseri rudimentali, piccoli o grandi, costituiti da poche cellule o da un gruppo d'organi, vivono tuttavia una vita ben differente da quella del corpo preso nel suo insieme. La fiala in cui abita tutta questa popolazione costituita da cellule, come la pompa in cui sono racchiusi gli organi, possono riprodurre con mezzi meccanici le condizioni in cui si svolge la vita nel corpo. Ma queste condizioni possono essere controllate e imitate ed i tessuti cellulari e gli organi dipendono da esse. Il grande miraggio Cosi si spiega il fatto che, sebbene nella loro nuova vita le parti separate possano conservare la stessa struttura e la stessa attività delle cellule che le compongono, esse sono ugualmente suscettibili di assumere nuove forme e svolgere altre funzioni. Un embrione di pulcino, tagliato in piccoli frammenti e disposto su una lastrina di vetro, in un mezzo nutritivo, si svilupperà in modo esuberante, ma l'essere rudimentale che risulterà da questo processo non avrà quasi nulla di comune col pulcino. Sarebbe errato tuttavia ritenere che questi esseri elementari perdano totalmente le caratteristiche della loro specie. Frammenti di tumore maligno di un topo coltivati in fluidi estratti- dal corpo di un pulcino, sono morti dopo l'innesto sul pulcino, ma, innestati su un topo, si sono sviluppati ed hanno formato un nuovo tumore maligno. Un principio, la cui importanza è capitale, è stato constatato nelle forme rudimentali di esseri viventi: l'immortalità. Minuscoli organismi costituiti da gruppi di cellule non invecchiano e non muoiono, se sono posti in un mezzo speciale e se si assicura l'eliminazione frequente e completa dei residui inutili. Un gruppo di cellule, estratte dal cuore dell'embrione di un pulcino e coltivate nel laboratorio Carrel da circa 27 anni, è sempre in vita. Ma è poco probabile che degli agglomerati di cellule più complicati, come gli organi viventi nell'apparecchio Lindbergh, possano essere preservati dalla vecchiaia. Da quanto abbiamo detto, risulta che l'idea ispiratrice dell'opera di Carrel è stata quella di creare una serie di esseri viventi rudimentali, dapprima, e più complessi, in seguito. Quasi tutte le parti del corpo possono essere trasformate in esseri viventi relativamente indipendenti, ma è soia- mente grazie all'iniettore di Lindbergh che si è riusciti a mantenere in vita organismi complessi, come organi interi e" gruppi d'organi. Il dottor Carrel è del parere che. questi esseri artificiali condurranno a nuove preziosissime concezioni anatomiche e che essi renderanno possibile la comprensione della vera natura del corpo umano. Inoltre essi sono di grande utilità per gli esperimenti di laboratorio. Possono essere usati come se si trattasse di specie semplificate dì porcellini d'India. Se ne potranno estrarre ormoni e sieri terapeutici. Essi potranno ugualmente consentire la penetrazione dei misteri del cancro e dei processi di invecchiamento. Permetteranno ai patologi di studiare lo sviluppo e la cura delle malattie su organi viventi. Daranno modo ai batteriologi di studiare la riproduzione dei microbi e la diffusione dei virus, non solo nelle provette, come si fa dai tempi di Pasteur e di Koch, ma anche nei tessuti viventi. Infatti, uno dei procedimenti messi a punto nel laboratorio Carrel, è attualmente in uso ovunque si tratti di coltivare dei virus per lo studio di diverse malattie, quali la febbre gialla, la paralisi infantile e altre ancora. Gli strani esseri viventi creati col metodo Carrel-Lindbergh, estratti dai nostri corpi o da corpi di animuli e risuscitati per un'esistenza indipendente, sebbene inferiore, saranno dei preziosi ausiliari dell'uomo nel cammino che lo conduce alla conoscenza di se stesso. Il 1° luglio dell'anno prossimo, il dottor Carrel, raggiunti i limiti d'età, cioè i 65 anni; cesserà i suoi lavori al Rockefeller Institute. Ma gli studi non saranno interrotti: allievi e collaboratori sono già all'opera. Arturo Train jr. Le tre precedenti puntate sono apparse, nei giorni 27, 28 e 29 ottobre. Proprietà tle «La Stampa» per l'Italia. Riproduzione vietata. La signora Lindbergh e la signora Fischer, moglie di un collaboratore del colonnello, nella sala del laboratorio

Luoghi citati: Detroit, Guatemala, Honduras, India, Italia, Messico, Washington