Il Duce passerà in rivista la flotta dei "Ventimila,.

Il Duce passerà in rivista la flotta dei "Ventimila,. Il Duce passerà in rivista la flotta dei "Ventimila,. Roma, 29 ottobre. Le novo navi che, con alla testa il « Vulcania », sono par tite da Genova, si congiungeranno all'altezza di Gaeta, all'alba del 31 corrente, con l'altro convoglio di sette navi che salperanno da Napoli con i coloni dell'Italia meridionale. Nello stesso giorno la flotta dei ((ventimila» sarà passata in rivista dal Duce, che prenderà imbarco su una nave da guerra. Tre battesimi sulle navi Italo Balbo padrino Genova, 29 ottobre. Le operazioni di imbarco sono ultimate da ieri. Nella notte 1 coloni si sono sistemati nelle cabine delle belle navi, riposandosi della fatica del lungo viaggio. L'alba è sorta purtroppo grigia e piovosa, ma, se è vero che la pioggia porta fortuna, il presagio che si può trarre è buono. Ad ogni modo, a bordo regna la più schietta allegria: le madri hanno raccolto attorno a sè le nidiate dei bambini e gli uomini hanno terminato quel lavoro di sistemazione paziente e ingegnoso che soltanto gli uomini della campagna sanno fare, servendosi di un nulla per * creare » tutto quello che è necessario per la vita della famiglia. Le coperte, i corridoi, le cabine, sono già diventate come altrettante abitazioni, da lungo tempo occupate. Scoperti gli angoli più riparati e intimi della nave, ognuno se n'è impadronito cautamente, scegliendosi i « vicini » di casa, organizzando il luogo' migliore per 1 bimbi e per la moglie. Ormai, a cose fatte, i coloni camminano su coperta come su un pezzo della loro terra, col passo placido e tranquillo del proprietario. Soltanto i contadini sono capaci di questi piccoli e ingegnosi miracoli. Anche in trincea facevano cosi, e questi sono quasi tutti uomini di trincea, tranne i giovanissimi. A mezzogiorno Italo Balbo, accompagnato dalle autorità, si è recato sul piroscafo « Liguria », destinato in Cirenaica e occupato da famiglie coloniche delle terre del Duce, a tenere a battesimo un nato nella scorsa notte. Cerimonia quanto mai semplice, ma altamente significativa e commovente. I romagnoli hanno accolto con calorosi applausi e grida di « Viva 11 Duce! » il Maresciallo dell'Aria, allorquando, scendendo dalla macchina e salendo rapidamente la « biscaglina », è apparso sul ponte. Il Governatore della Libia è subito disceso nella cabina riservata alla giovane madre felice, e dopo essersi congratulato con lei ha raggiunto la sala da pranzo ove era approntato l'altare per 11 battesimo. Donne e bambini, seduti ai tavoli già approntati per la colazione, seguivano con sguardo incantato la mistica cerimonia. Officiava il padre Lagros di Vittorio Veneto. Ci vollero alcuni minuti pe,r trovare il padre, Ma¬ rio Menegattl, che a atento, .-sen tendosl chiamato, ai anriva \v varco fra i Compagni di viaggio. Ed eccolo, finalmente, 11 bel giovinetto, vicino al Maresciallo ed a Gardini, che è venuto a salutare i partenti in rappresentanza del Ministro Starace, Segretario del Partito. Il neonato, recato fra le braccia di una dama della Croce Rossa, viene deposto sull'altare e allora Italo Balbo mette al collo del piccolo angelo una catenina d'oro con medaglietta, suo dono personale. La cerimonia si svolge nel modo più semplice che si possa immaginare. Dietro l'Altare la grande mensa è già imbandita; i bimbi giocano, ignari di quanto sta succedendo, con doni ricevuti, e nella sala dondolano centinaia di palloncini del Llyod Triestino. A stento le mani frenano l'irrequieta gaiezza dei bimbi, che se ne stanno pigiati contro le paratie con gli occhi spalancati dalla commozione. Al neonato, cui Italo Balbo fa da padrino, vengono imposti i nomi Italo, Benito, Vittorio, Giorgio; quindi S. E. il Prefetto di Genova regala al padre un libretto della Cassa di Risparmio, su cui figurano già depositate mille lire; mille lire per 11 futuro colono della Libia. Terminata questa cerimonia fra la massa del romagnoli che applaude, il Maresciallo dell'Aria si reca ancora sui piroscafi « Sar.nio » e « Lombardia », ove tiene a battesimo altri due neonati. Altre trecento gestanti aspettano il turno della felicità. Pur nella foschia e sotto le raffiche della pioggia, una squadriglia di apparecchi vola basso, sulle navi che fra pochi istanti lascieranno gli ormeggi. La grande massa dei quindicimila rurali partenti da Genova ed alla quale si uniranno gli altri cinquemila a Napoli ed a Siracusa, navigherà questa notte verso la quarta sponda, verso il sognato territorio italiano. « Se saprete lavorare — dice S. E. Italo Balbo scendendo da uno dei piroscafi — vi assicuro che il vostro avvenire sarà lieto. La terra che vi dono in nome del Duce è buona; le case che il Duce ha voluto che costruissi per voi, vi ospiteranno in modo degno della nuova generazione nata e cresciuta nel clima e nella fede fascista. Sappiate apprezzare quello che l'Italia vi concede ». Il corteo delle macchine che accompagnano il Governatore della Libia corre lungo le navi attraccate al Bacino Mussolini. Tutto ormai è pronto per la partenza, e sono anche pronti i cuori e la volontà di ventimila emigranti che vanno a fertilizzare il patrio suolo delle nuove quattro Provincie. Ernesto Quadrone La partenza Genova, 29 ottobre. Gli ultimi preparativi per la partenza da Genova dei quindicimila rurali sono stati ultimati mezzogiorno, ed alle 14 a entroPonteiniziate le operazioni di distaccodelle navi dai moli. I rimorchia-tori hanno tratto al largo i juro- scafi, allineatisi poi su file di due. Da bordo acclamazioni al Duce, canti, evviva, suoni di fanfare; da terra altrettanto calore ed altrettanto entusiasmo. Primo a salpare le ancore è stato il Sannio che alle 14,10 usciva dal porto; poi è toccato al Sardegna, quindi al Sicilia, e successivamente, a brevi intervalli, al Lombardia, al Piemonte, al Toscana, al Liguria ed al Tembien che ha lasciato il porto alle 15,25. Dalla punta del molo Cagni, situato in avamporto, S. E. Italo Balbo ha assistito per oltre un'ora, malgrado il vento fortissimo di tramontana e malgrado il freddo intenso, al passaggio delle navi, i cui ospiti non appena riconoscevano il Governatore della Libia sa iutavano "alia voce. Dai pontigiun-' geva a terra la eco dei canti della\ Patria che > partenti cantavano a voce spiegata, ed a terra migliaia di persone salutavano commosse e seguivano la indimenticabile scena della partenza, che rispondeva ad un quadro grandioso di vivo entusiasmo. Sulla punta del Molo Cagni, insieme al Maresciallo Balbo, si trovavano il dott. Gardini, S. E. il Prefetto, il Federale, il Podestà, il Preside della provincia e numerose altre autorità. Quando il Tembien ebbe doppiato l'imboccatura del porto, il" Maresciallo Balbo ritornò a Ponte | Andrea Doria, ove lo attendeva 11 Vulcania, già pronto per salpare le ancore e dove erano adunati folti gruppi di Camicie nere, con gagliardetto e labaro, Gruppi fascisti di Genova e rappresentanze dell'Opera nazionale maternità e infanzia. Alle 16,15 S. E. Balbo è giunto allo scalandrone gettato fra la terrazza della stazione marittima e la motonave. Un altro « alala » si è elevato da tutti i presenti. S. E. il Maresciallo dell'Aria salutava cordialmente la folla e quindi si imbarcava accomiatandosi dalle autorità. Il Maresciallo Balbo ha voluto fare le seguenti dichiarazioni: « Prima di lasciarvi desidero ancora una volta rivolgervi il mio ringraziamento ed il mio elogio che vanno specialmente al Prefetto Albini, al Federale Massa, al Podestà, al Preside della provincia ed al marchese Negrotto Camblaso per la magnifica organizzazione predisposta. Tengo a farvi questo ringraziamento e questo elogio davanti al rappresentante del Partito, dott. Gardini, perchè nessuno avrebbe potuto servire meglio il Partito come voi avete fatto in questi giorni, con una prova che onora il Regime ». Quindi ordinava il saluto al Duce. Immediatamente il Vulcania compiva la operazione di partenza, fra le più fervide dimostrazioni della folla; in breve tempo levava le ancore raggiungendo il molo Foraneo. Mentre la motonave si allontanava, tre apparecchi della R.UN.A compivano ardite evoluzioni, non ostante il vento fortissimo. A bordo del Vulcania è anche partito il Podestà di Genova, invitato personalmente dal Maresciallo Balbo a rappresentare Genova all'arrivo dei coloni sulla quarta sponda. Alle 16,30 tutte le nove navi avevano lasciato il porto. Poco prima della partenza, si è veriticato'un nuovo lieto evento a bordo del piroscafo Sannio. Il Go vernatore della Libia, appena in formato, si è immediatamente re cato a bordo e appreso che" Fa puerpera era ferrarese si congra-tulava con lei in dialetto. Si tratta di una donna già madre di novei figli, Gemma Setti Soler!, la quale ; ha espresso al Quadrumviro la sua ;stenza avuta dall'ostetrico e dalle jdame dell'O.N.M.I. Il neonato sarà battezzato in navigazione.