L'Ungheria fiduciosa nell'opera di Roma e di Berlino di Guido Tonella
L'Ungheria fiduciosa nell'opera di Roma e di Berlino L'Ungheria fiduciosa nell'opera di Roma e di Berlino (Dal nostro inviato) Budapest, 26 ottobre. A distanza di quarantott'ore dall'invio della nota ungherese, Praga si è affrettata a far pervenire a- Budapest la risposta. L'osservanza formale dei termini previsti dal governo di Budapest non è però accompagnata da una al trettanto aóddisfàcenij^'oorrispon danza di sostanza' calìe domande ungheresi. Il metodo cekoslovacco Benché il contenuto delia nota non sia ancora conosciuto al mo mento in cui vi telefoniamo, si sa che il governo ceko si oppone an eitutto alla domanda ungherese di una immediata consegna alle truppe magiare del territorio cosidetto non contestato, opponendosi d'altra parte al progetto di plebiscito nella seconda zona, quella comprendente i diversi centri urbani di Nytra, Kassa, Munkacs, Vngvar ecc. rivendicati dall'Ungheria. Ad analoga opposizione si urta il progetto avanzato dall'Ungheria per un plebiscito nella zona abitata dagli altri gruppi etnici, come la Slovacchia e la Rutenia.Rifiutando la prima proposizione del dilemma ungherese, Praga ai dichiara disposta a prendere in considerazione la seconda proposizione, e cioè il ricorso all'arbitrato. Ma anche qui Praga non rinuncia alla manovra: si risponde infatti domandando che a compor re il supremo organo arbitrale sia chiamata, eventualmente, anche Ja Romania... Non sapendo più a qual santo votarsi, il governo ceko non ha cosi esitato ad agitare post mortem iUfantasma della Piccola Intesa, con quale vantaggio pratico non riusciamo proprio ad immaginare. D'altra parte Praga affaccia una riserva d'ordine primordiale sulla questione della competenza del tribunale arbitrale, nel senso che l'arbitrato stesso dovrebbe comunque essere limitato alla minoranza magiara, senza per nulla riferirsi agli altri gruppi etniciDiremo subito che nella sua apparente affermazione di energia costituita da questa contestazione della capacità giuridica dell'Ungheria ad avanzare delle pretese sugli altri gruppi etnici, risiede ipunto più debole della nota ceka: si sa infatti che i protocolli di Monaco non hanno un carattere limitativo per quanto riguarda l'autodecisione dei diversi gruppi etnici dell'ex Stato cekoslovacco e che è ormai pacifico che essi vanno interpretati nesenso che sia agli slovacchi che aruteni sia riconosciuto U diritto a disporre liberamente della loro sorte. A tutto questo ai può ag giungere che nella sua risposta Praga si dimostra consenziente colle idee espresse nella nota ungherese dell'altro ieri circa la necessità di un rapido regolamento della questione. La risposta di Praga A tarda sera negli ambienti ufficiali ungheresi si i pubblicato itesto completo della nota del governo di Praga. Esso dice: « Il Governo cekoslovacco ha Sottoposto le proposte presentate dal Governo ungherese il 24 ottobre u s. ad un attento a profondo esame. Il Governo cekoslovacco spermette di sottolineare nuovamente che le attuali trattative sriferiscono esclusivamente alla questione della minoranza ungherese. Poiché i numeri 1 e 2 deProtocollo annesso agli accordi dMonaco del 29 settembre u. sIBflatoBiiào »0."-nti? TU n'uniV ze ungherese e polacca, cosi le altre questioni etniche dovranno rimanere fuori del quadro delle attuali trattative. < Per ciò che si riferisce alla questione della minoranza magiara il Governo cekoslovacco è ancora animato dall'intimo desiderio di raggiungere una soluzione sincera, rapida e completa. A questo scopo ha presentato il 22 ottobre la proposta che concerne l'intero territorio nazionale ungherese. « Queste proposte sono state considerate come una base per ulteriori trattative senza escludere la volontà di mutamenti. Poiché il Governo ungherese non ha trovato soddisfacenti tali proposte il Governo cekoslovacco è d'accorrlo nel sottoporre le questioni della minoranza ungherese all'arbitrato della Germania e dell'Italia come firmatarie del Protocollo di Monaco. L'eventuale partecipazione di altri arbitri dovrebbe essere lasciata alla decisione delle due Potenze. Se queste due Potenze accettassero le proposte dell'Ungheria concernenti la Polonia, allora 11 Governo cekoslovacco proporrebbe di fare entrare anche la Romania a prendere parte all'arbitrato. Le modalità e i termini sullo sgombero da parte delle truppe e delle autorità ceke nonché sull'occupazione delle truppe e delle autorità ungheresi dovreb- bero essere determinati ugualmente dal Protocollo arbitrale. « Il Governo cekoslovacco propone l'immediata convocazione di una Commissione composta di esperti militari ungheresi e cekoslovacchi al fine di preparare e sollecitare l'esecuzione dei neces-sari provvedimenti », Benché il testo della nota di Praga sia stato conosciuto in questi ambienti a tarda ora, sembra che per il momento l'atteggiamento negativo del governo ceko non abbia sollevato particolare reanione a Budapest. Contrariamente all'ondata di ottimismo che aveva dilagato ieri, oggi questi ambienti si erano andati persuadendo della difficoltà di una immediata accettazione delle proposte ungheresi da parte di Praga. D'altra parte i contatti diplomatici italo-tedeschi di Roma e il viaggio di von Ribbentrop sono considerati a Budapest come di importanza fondamentale per la risoluzione del conflitto col Governo di Praga. In questi ambienti ci si dimostra fiduciosi che, grazie all'intervento amichevole delle due potenze dell'Asse, sarà assicurata all'Ungheria la giustizia. Guido Tonella
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