Le quattro Provincie libiche entrano nel territorio del Regno

Le quattro Provincie libiche entrano nel territorio del Regno Le quattro Provincie libiche entrano nel territorio del Regno Imminenti provvedimenti per l'abolizione dell'amministrazione autonoma coloniale e per la completa equiparazione ■ della zona costiera della Libia al territorio della Madrepatria Roma, 26 ottobre. n Gran Consiglio ha deliberato, la notte scorsa, un provvedimento della più, alta importanza: alludiamo alla decisione per la quale le quattro Provincie della Libia — Tripoli, Bengasi, Misurata e Derno — entreranno a far parte del territorio nazionale. Il provvedimento è illustrato nello stesso ordine del giorno del Gran Consiglio nelle sue ragioni determinanti. E' un fatto che ormai, dal punto di vista economico, la Libia fa parte integrante della Madre-patria di cui è il complemento indispensabile. Tutto lo sviluppo produttivo della Libia è stato, infatti, sagacemente orientato allo scopo di colmare le lacune dell'economia metropolitana. Orbene oggi, che già in molti settori si notano promettenti e rigogliosi i risultati di questo sforzo, non avrebbe senso che si mantenessero fra la Madre-patria e la Libia diaframmi e ostacoli di qualsiasi natura, che al contrario si deve facilitare con ogni mezzo lo stabilirsi, fra le provinole italinnr e quelle libiche, di una continua libera circolazione di scambi e di servizi. Ma accanto alle ragioni econo miche ci sono le ragioni politiche, le quali riguardano così i nostri connazionali residenti sulla Quarta Sponda come le popolazioni mussulmane. Per quanto concerne i priwii è indubbio che la Libia si sta raffigurando sempre più come una terra di popolamento. Tutte le aprioristiche diffidenze che la pigrizia mentale di molti italiani aveva lasciato concretarsi nella statica immobilità dei luoghi comuni sono cadute: la Libia non è arida nè inospitale; essa può accogliere masse crescenti di Italiani a cui darà lavoro tranquillo e sicuro e possibilità di prosperosa esistenza. Gli esperimenti di colonizzazione perfettamente riusciti, cosi in Cirenaica come in TripoMtania, fcanno anzi suggerito l'attuazione di quella trasmigrazione in grande stile che si compie, appunto nei prossimi giorni, col trasferimento di ventimila coloni nelle terre dell'Africa Italiana. Ma sono appunto queste correnti migratorie che fanno e faranno sempre più italiane le provinole della Libia, e impongono fin d'ora la loro unificazione politica e amwitnistrativa con l'Italia. I nostri connazionali che si recano laggiù si troveranno in Italia, non meno dei veneti e dei lombardi che si sono trasferiti a Littoria e a Mussolinia; non c'è nessuna ragione che gli ordinamenti in cui si svolgerà la loro vita segnino formalmente un distacco e una separazione che non trovano alcuna rispondenza nelle effettive condizioni ambientali del paese di immigrazione. Quanto ai mussulmani, il Gran Consiglio ha ancora una volta voluto sottolineare la fedeltà e l'attaccamento dimostrato alla Madrepatria e il contributo di sangue dato alla conquista dell'Impero. L'Italia, non immemore, ripaga oggi tante prove di abnegazione, concedendo loro una aggiunta ai diritti già elargiti, una piccola cittadinanza da valere nell'ambito del territorio libico e che li immetterà più intimamente nella vita locale, pur conservando quella differen¬ zll'mnatuCpgocazdrdagrcraeLnFqzfvtsld ziazione e separazione che la politica razziale impone. Il provvedimento che consacra l'acquisizione di una diciannovesima regione italiana e di quattro nuove Provincie in aggiunta alle altre 9$ del Regno sarà immediatamente elaborato e sottoposto a una delle prossime riunioni dei Consiglio dei Ministri, in modo che possa entrare sollecitamente in vigore. Esso implica che tutti gli ordinamenti delle quattro Provincie siano conformi a quelli delle altre Provincie italiane; che, senza alcuna formalità, si possa andare e partire dall'Africa mediterranea; che*gli scambi delle merci da e per l'Italia avvengano senza alcuna formalità; che decada il governo autonomo politico militare amministrativo della Libia, la cui amministrazione verrà trasferita nel quadro dei vari dicasteri, alla pari di tutte le altre provin eie del Regno.