La risposta di Budapest a Praga

La risposta di Budapest a Praga La risposta di Budapest a Praga V Ungheria chiede il plebiscito per le zone contestate e per la Rutenio -- Insinuazioni e manovre La regione subcarpatica resta sempre il punto delicato della controversia a l d e o e d e o o a (Dal nostro inviato) Budapest, 24 ottobre. Un corriere speciale è partito stasera in automobile da Budapest per portare al Governo di Praga la risposta dell'Ungheria: si tratta di un documento che è destinato a mantenere in vita il negoziato e che, come tale, è ispirato alla conciliazione, Quettro punti A tarda ora si sono avute a Budapest delle precisazioni ufficiali sul contenuto della risposta che il ministro d'Ungheria a Praga ha rimesso oggi a mezzogiorno al governo cekoslovacco. La risposta di Budapest è costituita da quattro punti. Nel primo punto la nota del governo ungherese esprime la soddisfazione del governo ungherese per il fatto che le ultime proposte ceke segnano un avvicinamento importante al punto di vista espresso dal governo di Budapest. Il governo ungherese domanda pertanto che il territorio che non è oggetto di alcuna contestazione nelle ultime proposte cekoslovac che sia consegnato entro un termi ne determinato e assai prossimo alle truppe ungheresi che procederanno all'occupazione immediataIn proposito la nota sottolinea che non vi sarebbe alcun giustificato motivo a che questa occupazione fosse ulteriormente aggiornata. »Nel secondo punto la nota constata che sussistono delle divergenze fra i due punti di vista per quanto riguarda l'estensione deterritorio che U governo ceko rifiuta di dare all'Ungheria. Tali divergenze si riferiscono in particolare a delle città dove, eccezion fatta di Pozsony (Bratislava) pri ma del 1918 abitava una maggioranza ungherese. E' dunque incontestabile che il governo ungherese, basandosi sullo spirito deglaccordi di Monaco, non possa ri nunziare a queste città. Tuttavia il governo ungherese vuole anco ra dimostrare il suo spirito pa cifico e perciò propone che si proceda a un plebiscito su tutto iterritorio compreso fra la linea estrema delle ultime proposte ceke e la linea di frontiera rivendicata dall'Ungheria. Tale plebiscito deve aver luogo entro la'data del 30 novembre prossimo. Saranno ammessi a partecipare al plebiscito unicamente le persone che abitavano tale territorio alla data de28 ottobre 1918 o che vi sono nato che sono discendenti di personcolà nate. La nota ungherese suddividquesto territorio *n otto sezionche sono precisamente le seguenti: 1) da Nytra o, TotmegyeerZi l'isola di Jelsva; 3) il territoridi Szolnok e Mecenzef; If) la città di Kassa e suoi dintorni; 5) il territorio compreso fra le città dKassa e di T'òketerebes; 6) la città di Ungvar e i suoi dintorni1) la città di Munkacs e i suodintorni; 8) il territorio di Feketeardi fino alla frontiera con lRomania. Queste diverse sezioni territoriali dovranno essere evacuate entro la data limite del 1° novembrprossimo. Dal 1" al 15 novembrl'amministrazione di questi territori sarà assunta da una commissione di controllo internazionaleDato che a Pozsony fino al 191nessun gruppo etnico aveva unmaggioranza assoluta il Governungherese propone che si aprandei negoziati diretti per questa località. Tutte le divergenze di dettaglio che potessero prodursi dovranno essere risolte attraversnegoziati diretti fra i due GovernTerzo punto, il Governo ungherese desidera stabilire una situa zione pacifica nell'Europa centrale; tuttavia, una tale situazione, non potrà essere realizzata fin tanto che agli altri gruppi etnici di questa regione non saranno stati riconosciuti i diritti di disporre dei propri destini. E' per questo motivo che il Governo ungherese domanda che il diritto di plebiscito sia esteso anche alla popolazione della Rutenia e che tale plebiscito sia svolto sotto il controllo di una Commissione internazionale. L'Ungheria non potrà dare alcuna garanzia per le frontiere della Cekoslovacchia fin tanto che il plebiscito non avrà avuto luogo, Proposta di arbitrato Quarto punto, se il Governo cekosloyacco non è in grado di accettare le proposte di plebiscito, fatte dal Governo ungherese, è disposto a sottomettere la questione del plebiscito per la zona rivendicata dall'Ungheria e contestata dalla Cekoslovacchia, così come la questione di Pozsony nonché la questione del plebiscito della Rutenia ad un arbitrato internazionale. Si esige espressamente che l'arbitrato nel settore occidentale abbia ad essere esercitato dalVItalia e dalla Germania, mentre per il settore orientale la Polonia sarà associata all'Italia ed alla Germania per esercitare tale arbitrato. Le due parti interessate si impegnano in precedenza ad accettare senza contestazioni le decisioni che risulteranno da un tale arbitrato. Il Governo ungherese attira la attenzione del Governo di Praga sulla tensione che è risultata dagli ultimi avvenimenti, facendo notare come da parte di Budapest si è risposto entro un termine di ventiquattr'ore allo scopo appunto di attenuare una tale tensióne. Il Governo ungherese attende a che, da parte del Governo cekoslovacco, si risponda con eguale sollecitudine, alla nota di Budapest. La notizia riguardante il contenuto della nota ungherese ha sollevato un'enorme impressione. In generale si sottolinea come pur non dipartendosi da una giusta fermezza delle sue rivendicazioni, Budapest abbia saputo dare prova di conciliazione, rinviando ad un plebiscito la decisione, per quanto riguarda le zone contestate.Il fatto che un analogo plebiscito sia domandato per la Rutenia non può provocare sorprese dato che tale principio si inquadra perfettamente nello spirito degli accordi di Monaco. D'altra parte èaccolto con generale soddlsfazioAne »/ fatto che Budapest domandi che il supremo arbitrato della questione sia devoluto alle due Potenze dell'Asse. Il tentativo di Praga Già abb'.-uvo avuto occasione di illustrare a quali preoccupaste»! si ispira la resistenza ceka circa le città citate nel secondo punto: questejpno centri che, per la loro posiziime costituiscono delle vere e proprie chiavi della Slovacchia orientale e della Rutenia: per evitare cioè da parte di Praga che la loro cessione all'Ungheria valga ad aprire gli occhi alle popolazioni di queste regioni, facendo loro comprendere le incongruenze economiche e geografiche del loro distacco dalla pianura ungherese, decidendole quindi a pronunciarsi per la unione alla colonia di Santo Stefano, sotto la quale hanno sempre vissuto dacché sono uscite dallo stalo di barbarie. Ma queste preoccupazioni ceke sono un motivo perchè l'Ungheria debba fare sacrificio della geniedei suo sangue che reclama il ri-torno alla madre patria? Non si tratta — co?ue dice Praga — di manifestazioni dell'espansionismo magiaro, che l'Ungheria ha occupato questi territori da oltre un migliaio di anni, ma è la natura stessa che così ha stabilito. E tanto peggio per quelli che credono di poter continuare ad infrangere le sacre leggi della geografia fisica, economica e etnografica. Le dichiarazioni contenute neglannessi del protocollo di Monaco sono chiarissime e la Cekoslovacchia non ha che da trarne le conseguenze necessarie, senza giocare sulle parole: occorre cioè stabilire sulla base del diritto della auto-decisione dei popoli, delle condizioni di vita soddisfacenti per tutti i gruppi cekoslovacco. etnici dell'ex-StataGli sforzi di Praga per eluderedi Monaco, soprale disposizioni di Monaco, sopra tutto per quanto riguarda i ruteni, sono semplicemente goffi: Frana nulla ha jatto per legare a sé e r à . e i a a r , d r . a o è i ruteni. Non contenta di mantenerli in una condizione di miseria spaventosa, di aver praticamente rotto tutte le grandi comunicazioni stradali e ferroviarie stabilite già nell'anteguerra attraverso questi territori dall'Ungheria (e in particolare le quattro grandi linee ferroviarie internazionali da Budapest a Cernauti a Odessa attraverso Chust, Budapest-Lawocne-Lember attraverso Munkacs, Budapest - Oujok - SianfciLember attraverso Ungvar, e la quarta infine, Budapest-Przymysel attraverso Banovce), Praga ha cercato di far perdere ai ruteni tutte le loro caratteristiche nazionali, prima staccando una metà del loro tradizionale territorio per annetterlo alla Slovacchia, in se condo luogo con l'agitare innanzi ai loro occhi, a scopo anti-polacco o bolscevico, il mito della grandeUcraina, alla quale i ruteni, distin-ti per lunghissime tradizioni dagliucraini stessi, non hanno alcuninteresse. Insinuazioni contro il Reich Si vorrebbe ora intimorire l'Ungheria collo spargere la voce che analoghe misteriose mire nutrirebbe oggi la Germania Degli elementi interessati a creare turbamento, nei rapporti colla Germania, vanno così sussurrando chemai e poi mai Berlino darà la suaadesione al progetto di una fron«era comune tra Ungheria e Poionia, dato che intenderebbe poter manovrare a suo piacere in unaRutenia aaitononya, in seno ad uno Stato cekoslovacco, per farne una specie di centro nazionale dell'irredentismo ucraino, da cui lanciare l'offensiva e contro la Polonia, e contro i granai di Odessa e contro infine i pozzi di petrolio della Romania. Si tratta di insinuazioni perfide in quanto la Germania sa benissimo che l'irredentismo ucraino in funzione antipolacca è divenuto e resterà sempre un'arma del bolscevismi E' la stessa testa di ponte per l'infiltrazione rossa nell'Europa danubiana, voluta da Benes e dalla Terza internazionale, che si vorrebbe oggi distruggere, creando una frontiera comune tra l'Ungheria e la Polonia, ed è dunque semplicemente ridicolo — si dice a Budapest — pensare che la Germania intenda profittarne ora in un senso diametralmente opposto. Malgrado queste campagne interessate a coltivare la diffidenza verso la Germania nazionalsociaZiA t Budapeat ai ha il convincii i ! a : o e mento che, come la Germania, anche il Reich è per la realizzazional cento per cento delle rivendicazioni ungheresi. Il ministro della giustizia deReich, Frank, che è partito oggdopo un soggiorno che durava da venerdì scorso, ha del resto tenuto, prima di accomiatarsi dai rappresentanti dell'Ungheria, a riaffermare l'incondizionato appoggidel suo paese per lo Stato amicoGuido Tonella

Persone citate: Benes, Tonella