Il nodo di Rutba sulla via imperiale

Il nodo di Rutba sulla via imperiale In autobus nel vicino Oriente Il nodo di Rutba sulla via imperiale Linee aeree e linee automobilistiche interse cono le invisibili frontiere tracciate nel deserto (Dal nostro inviato) BAGDAD, ottobre. L'inglese che sbarca ad Alessandria o a Caifa e vuol percorrere la via terrestre dell'oriente deve recarsi a Damasco dove partono i servizi transdesertlci automobili- sticl. Damasco-Bagdad, 900 chilometri. Cioè in pratica la via imperiale britannica passa ora per territorio sotto mandato francese, in attesa che si costruisca una linea diretta, stradale o ferroviaria, Caifa-Bagdad. C'è attualmente un tracciato di pista tra Amman e Bagdad che percorre sempre territorio di controllo inglese (è la pista che accompagna l'oleocondotto e la rotta aerea), ma a causa del cattivo stato del terreno in corti tratti, nessun servizio di trasporto vi è stato istituito. Il percorso inoltre si trova allungato. Il fatto che la via terrestre imperiale. oggi passa per territorio d'altri è uno degli argomenti che spinge l'Inghilterra a staccare la Siria dalla Francia e riunirla al territori sotto propria Influenza. Da Damasco al Tigri In 15 o 20 ore di autobus, regolari e confortevoli servizi trasportano 11 viaggiatore da Damasco alle rive del Tigri. E poiché questo servizio transdesertico costituisce, dopo l'aeroplano, 11 più rapido legame tra Bagdad, e quindi Teheran, e il Mediterraneo, cosi non stupisce trovare sulle vetture, oltre a funzionari impiegati e militari inglesi, molte persone che vengono dall'Iran e viceversa. Il percorso da Damasco sino alla depressione dei due larghi fiumi mesopotamlci si svolge sul tavolato dell'immenso altopiano desertico — non deserto di sabbia e dune ma deserto di terra e polve- . re — che si estende per migliaia di chilometri, sterminato campo d'aviazione. Soltanto in alcuni tratti è segnata la pista, un po' lavorata e rialzata attraverso gli uadi. Ma quasi sempre la pista è costituita dal tracciato delle ruote delle vetture precedentemente passate. Tutto il deserto all'Intorno talvolta appare ottima pista. Gli autisti tagliano allora diritto. Cosi si possono vedere autobus gemelli trascinanti una lunga nuvola di polvere, correre paralleli di fianco a distanze variabili, ciascuno cercando dì evitare la scia dell'altro. Gli autobus, che non posseggono toelette, s'arrestano ogni due o tre ore per comodità dei passeggeri. Recentemente la Società di Trasporti Nairn ha messo in servizio degli autopullman apposita-m mente studiati e costruiti da una fabbrica americana. Sono immensi scatoloni ad aria condizionatasimili a carrozze ferroviarie, contenenti comode poltrone, dove spuò dormire se le forti scosse lo permettono, ed una toeletta posteriormente. Queste lunghe carrozze posseggono un treno dì ruote soltanto; anteriórmente sono fatte a becco e poggiano su un camion trattore a nafta. Tale sistema a snodo permette ai convogldi mantenere alte velocità, sino agli 80 chilometri l'ora, anche su percorso scabro. Chilometri chilometri... Se non ci fossero le tabelle chilometriche piantate lungo il percorso, non ci si accorgerebbe depassaggio della frontiera. Nessuna demarcazione. Di qua e di là il medesimo aspetto di terreno. Sono frontiere che tagliano i desertiperciò visibili soltanto sulle carttopografiche. Ecco perchè 11 be duino di confine non fa distinzione tra Siria, Transgiordania, Irak e Arabia Sandiana quando mena al pascolo le pecore. Neanche ombra di dogana sulla linea di frontiera. E chi potrebbe starci? E dove, dal momento che tutta la frontiera è attraversabile ? Ci vor- i i rebbe un esercito, con speciali servizi logistici, per controllare questi confini non segnati da alcun elemento esterno della natura. Perciò 1 porti doganali si trovano molto lontano dal confine politico, presso le capitali là dove le piste convergono e incomincia la strada asfaltata, dove incomincia, insomma, l'organizzazione civile. C'è. si, nel pieno Interno del deserto un punto organizzato e abitato da europei, oltre che da indigeni. Ma quello non è una dogana, è molto di più. E' Rutba, semaforo, ponte e valico della via imperiale inglese. Del pozzi di Rutba poco si sa e si parla fuori dell'impero. La via britannica dell'oriente passa per mare attraverso 11 Canale di Suez, per terra e per aria passa attraverso Rutba, dove l'Overland desert route, proveniente dal Cairo o da Caifa, e l'Air route, proveniente da Alessandria, si congiungono per proseguire sino a Bagdad e Bassora, Rutba, a mezza strada tra il Mediterraneo e il Golfo Persico, è a mezza strada pure della pipe-line, è a mezza strada infine tra la base aerea inglese di Habbanya nell'Irak e quella presso Amman. Situato in territorio irakiano là dove il Tavolato desertico è rotto dall'uadl Hauran, Rutba gode della migliore posizione strategica presso 1 confini della Sirla, della Transgiordania e dell'Arabia saudiana. E' sostegno mediano del ponte terrestre e aereo britannico tra il Mediterraneo e l'Oceano Indiano. Vi si sente meno caldo che a Bagdad, situata com'è sull'altopiano alto 600-700 metri sul mare. Intorno niente verde, ma il giallo, il grigio e il bianco del deserto e della depressione dell'uadi. Dei pozzi danno acqua. Un po' più ad oriente un faro roteante nella notte getta i suoi fasci luminosi sul mare di polvere per indicare la giusta rotta agli aerei. Una stazione radio, una base della Royal Air Force, un albergo, un motore per la produzione dell'energia elettrica, ecco Rutba, quadrato tipico di costruzioni coloniali a centinaia e centinaia di chilometri dai centri abitati. Rutba è tutta qui, ma vale un ImperoAntonio Lovato Ecco Rutba col suo uadi vista dall'alto. A destra il campo d'aviazione. La striscia bianca è la pista che mette a Bagdad

Persone citate: Lovato, Tavolato