Il tenente colonnello Mario Pezzi raggiunge in volo i 17.074 metri

Il tenente colonnello Mario Pezzi raggiunge in volo i 17.074 metri IL PRIMATO D'ALTEZZA RICONQUISTATO ALL'ITALIA Il tenente colonnello Mario Pezzi raggiunge in volo i 17.074 metri Roma, 22 ottobre. Il mattino del giorno 22 corrente, sull'aeroporto di Guidònia, il tenente colonnello Mario Pezzi, comandante del reparto « Alta Quota », ha battuto il primato internazionale di altezza per aeroplani, raggiungendo la quota di metri 17.074. Di importanza altissima, il volo compiuto oggi dal tenente colonnello Mario Pezzi, comandante il reparto « Alta Quota », nel cielo dell'aeroporto di Monte Celio. Fino dalle ore 5 di stamane gli ufficiali, gli ingegneri ed i meccanici del reparto « Alta Quota » erano - in piena, febbrile attività nell'aviorimessa ove il piccolo apparecchio monomotore che doveva | tentare l'ardua prova era oggetto1, delle ultime cure minuziose cheì dovevano metterlo in condizioni j perfette di'efficiénza. Piccolo, tozzo* di forma, forse poco estetico agliocchi d'un profano, l'apparecchio', non dà l'idea delle formidabili possibilità clie gli consentono di raggiungere tangenze finora insupera-l te. L'apparecchio, a cellula biplana, lia una superficie alare di mq.\ 55,j. Costruito apposta per il pri-, maio che esso ha oggi battuto, ha, come sua caratteristica principale j l'enorme leggerezza — il suo peso complessivo è infatti di 1690 chili! — clie, accoppiata alle caratteristiche assolutamente speciali del suo motore, gli consente di attingere altezze mai raggiunte dall'ala umana. E', inoltre, il primo apparecchio con cabina assolutamente stagna, costruita presso il Centro sperimentale della R. Aeronautica, che permette al pilota di risentire solo in minima parte gli effetti dell'ulta quota in cui deve navigare. Speciali impianti permettono, all'interno della cabina, il condizionamento dell'aria che viene filtrata e purificata dell'anidride carbonica e del vapore acqueo. Altri impianti ancora, a mezzo : di resistenze elettriche ben stu-i diate e disposte sugli apparecchi, delicatissimi di bordo, consentono] a questi di funzionare senza risentire le influenze della temperatura \ bassissima delle alte quote, men-\ tre altre resistenze elettriche ingegnosamente applicate ai vetri della cabina impediscono che ossi \ abbiano ad appannarsi e mantengono integra la visibilità. La partenza In attesa della partenza sono sul campo S. E. il generale Ferrari, comandante il primo Centro sperimentale, il comandante il reparto di volo del Centro stesso, gli ufficiali del Centro e del reparto i quali s'intrattengono cqn il pilota che è sereno e deciso. E decisione fermissima si legge su tutti i volti; gli animi, dal comandante del Centro all'aviere, sono tutti tesi nell'impazienza di questa prova imminente che corona paizenti e silenziosi sforzi, che fa di tutte le volontà una volontà sola. Magnifica è la mattinata e il sole già alto verso le otto, illumina la cerchia dei monti circostanti e la campagna verde. Un leggero vento di tramontana ha rpdsdlsrs spazzato il cielo e la terra, eliminando completamente le basse lievi brume del mattino, sicché il tèmpo si mostra più che propizio per il tentativo, cui consente una aria calma e ottime condizioni di visibilità. L'apparecchio viene ora tratto dall'aviorimessa, accuratamente visitato, quindi recato sul campo. Ecco, il motore è messo in moto per la prova, e romba possente e regolarissimo. Tutto va bene. Il tenente colonnello Pezzi indossa lo speciale termo-abito, fornito di resistenze elettriche, che gli eviterà il gelo dell'altezza sublime; prende commiato dai superiori e dai camerati, sale a bordo, e la cabina ermetica si chiude. Due specialisti fanno ora avanzare pelle ali l'apparecchio verso la linea di partenza. L'abbandonano. L'elica accelera il suo moto vorticoso e appena essa ha raggiunto il numero dei giri sufficiente, il piccolo apparecchio . rulla brevemente sul campo, alza la coda, si stacca da terra, sale rapidamente in direzione sud-est. Il rombo del motore si attenua sempre più fino a diventare quasi impercettibile, nel grande silenzio del mattino. Sono circa le 9,35. Due ufficiali seguono ora l'aeroplano con i binoccoli, attorniati da tutti i convenuti cui rifcriscfino quello che possono vedere. Poi l'apparecchio scompare e invano lutti gli occhi jruijiinii l'immensità del cielo. Quando l'apparecchio ha raggiunto i diecimila metri, una scia bianca segnala la posizione, sempre seguita con ansiosa e vibrante attesa dai presenti: E' giunto frattanto in automobile sul campo il Sottosegretario di Stato all'Aeronautica generale Valle, il quale s'interessa vivamente dell'esperimento e s'informa minutamente di tutti i particolari. Ecco, l'apparecchio ricompare nuovamente scompare nel cielo; e ancora è la ricerca degli occhi tesi e dei binoccoli puntati che non riescono a scorgerlo, finché dopo circa mezz'ora riappare a cinquemila metri, discende in ampi giri, si avvia alla base d'atterraggio, tocca terra. Sono le 10,30 circa. La prova: un'ora La voce della prova si è rapidamente propagata per l'aeroporto e il piccolo gruppo degli ufficiali è divenuto piccola folla. Incontro al valoroso pilota si avvia ora il generale Valle, che è il primo ad abbracciare il tenente colonnello Pezzi, al quale esprime il suo alto compiacimento, non appena questi lascia la cabina ermetica. Un'ora, poco più o poco meno, è durata la prova. Il pilota appare stanco, ma è raggiante. Un'acclamazione lo accoglie al suo arrivo, dinanzi alla linea delle aviorimes¬ se, da parte dei camerati, del sottufficiali e degli avieri che hanno seguito- e vissuto attimo per attimo, con cuore fraterno, il suo volo. Dalle poche, commosse e affrettate parole che egli pronuncia in risposta alle domande ansiose che gli piovono da ogni parte, il pilota fa comprendere di. non avere sfruttato tutte le possibilità dell'apparecchio meraviglioso, possibilità che potranno superare i risultati conseguiti oggi; ciò che non è da escludersi sarà tentato prossimamente. Poi, del pilota s'impadroniscono i sanitari del Centro, e così, mentre gli specialisti sì occuperanno degli strumenti di bordo per le laboriose, delicate operazioni relative ai controlli, i sanitari potranno farsi un'idea e rilevare le reazioni operate su un organismo icmuno sottoposto alle influenze — per quanto attenuate — della stratosfera, da un volo come quello di oggi. Volo magnifico che aggiunge una nuova vittoria all'ala fascista, importante e dal punto di vista del primato da battere e battuto, e specialmente da quello scientifico e sperimentale. IL PILOTA Il tenente colonnello Mario Pezzi è nato a Fossano (Cuneo) nel 1898. Ha partecipato alla guerra italo-austriaca come ufficiale di Fanteria. Presentatosi osservatore di aeroplano nel 1919, ha conseguito il brevetto di pilota nel 1927. Ha sempre espletato una grande attività aerea, distinguendosi per le sue speciali doti di volo e di comando. E' comandante del reparto «Alta Quota » dal 19SJt. In questo speciale delicatissimo compito si è distinto in modo particolare ed ha contribuito a risolvere i principali problemi di volo ad alta quota compiendo numerosissimi voli per esperimento di navigazione stratosferica. Durante la sua attività quale comandante del reparto «Alta Quota » ha dato anche notevole impulso e brillante risoluzione ai problemi della fotografia d'alta quota. Il 7 maggio 1937 conquistava il primato internazionale d'altezza raggiungendo 15.655 metri: quel primato che poco dopo veniva battuto dall'inglese- Adam, e che oggi è nuovamente ritornato all'Italia per merito del tenente colonnello Pezzi. E' decorato di medaglia d'oro al valore aeronautico e di medaglia d'oro al merito sportivo. Il giorno 19 del corrente mese, il tenente colonnello Pezzi aveva effettuato un primo tentativo non riuscito perchè all'altezza di 15 mila metri, a causa della rottura di un tubo di scarico che provocò falsi contatti alle candele, tre cilindri del motore cessarono di funzionare. Malgrado questo grave inconveniente che provocava una sensibile diminuzione di potenza del motore, il pilota proseguiva il volo raggiungendo la quota di metri 16.400. Giova ricordare che il precedente primato era detenuto dall'Inghilterra, con 16.440 metri, raggiunti rial pilota M. J. Adam, con apparecchio «.Bristol 138», munito di motore * Bristol-Pegasus >i : i , ] \ \ \ à l Il tenente colonnello Mario Pezzi fotografato vicino all'apparecchio col quale ha conquistato il primato d'altezza (Telefolo

Persone citate: M. J. Adam, Mario Pezzi, Pezzi

Luoghi citati: Cuneo, Fossano, Inghilterra, Italia, Roma