IL RE ACCOGLIERÀ' OGGI i Legionari reduci dalla Spagna di Riccardo Forte

IL RE ACCOGLIERÀ' OGGI i Legionari reduci dalla Spagna IL RE ACCOGLIERÀ' OGGI i Legionari reduci dalla Spagna II popolo di Napoli recherà per primo il saluto della Patria Napoli, 19 ottobre. La Patria saluterà domani mattina, nella nostra città i legionari che tornano col lauro della Vittoria infisso nelle canne del moschetti. L'attesa è divenuta addirittura ansiosa da parte di tutto il popolo, che accoglierà in un unico palpito d'amore e di riconoscenza la Maestà del Re Imperatore e gli eroici figli, che nella Spagna hanno scritto con il sangue pagine di valore incancellabili. Le quattro navi Piemonte, Sardegna, Liguria e Calabria, le quali riportano in Patria le due superbe Divisioni < Littorio » e « 23 Marzo », che in venti mesi si sono ricoperte di gloria, entreranno in porto dalle ore 8 alle 10. I legionari rimarranno a bordo fin quasi le 11, e prenderanno a bordo il primo rancio. La nave Sardegna attraccherà per prima alla testata, del molo Razza, il Piemonte alla base del molo Littorio, e successivamente le altre due unità. I legionari, con i quali saranno il generale Berti comandante del C.T.V. e i generali Bergonzoli e Francisci, cominceranno a sbarcare verso le 11. Saranno presenti anche i generali che sono stati in Spagna. Dal molo Razza fino alla Caserma Zanzur, in via Depretis, si schiereranno in servizio di parata le truppe del presidio militare e le organizzazioni della G.I.L. Dinanzi alla tribuna reale, in via Depretis, dove sarà il labaro federale, si schiereranno gli ufficiali di tutti i Corpi, in grande uniforme, e poi i combattenti e i mutilati. Dalla tribuna reale fino a piazza Garibaldi le formazioni del Partito e le organizzazioni giovanili saranno schierate con il Fascio femminile e i Sindacati dei lavoratori. II Sovrano arriverà con treno speciale alle ore 14,45 alla stazione di Mergellina. Sarà ricevuto da S. A. R. il Principe di Piemonte, dal Ministro degli Esteri conte Ciano, in rappresentanza del Governo, dal Ministro Segretario del Partito S. E. Starace, dal Ministro della Cultura Popolare S. E. Al- fieri, dai Sottosegretari delle Forze Armate e dal Capo di Stato Maggiore della Milizia, nonché da tutte le autorità civili, politiche e militari di Napoli.- Il Sovrano col Principe si recherà in auto, per via Caracciolo, al molo Razza, dove passerà in rassegna le due Divisioni; poi, risalito in auto, si recherà alla tribuna reale, ivi attéso dalla Duches sa d'Aosta Madre, dal Cardinale e dall'Ispettore per l'Italia della Falange spagnuola, marchese De Zaias. Subito dopo avrà inizio lo sfilamento dei reduci. Il popolo prepara accoglienze indimenticabili, i reduci con i treni della sera e della notte parti ranno per le rispettive destina zioni. fra legionari e (marinai nell'immensità del Mediterraneo. J quattro « caccia » si sono dapprima allontanati fino a scomparire all'orizzonte. Il Trieste, vicino a noi, aspettava l'assalitore invisibile. Le due navi erano parallele; a pochi metri di distanza runa dall'altra marciavano lentissime. D'un tratto, quattro punti bianchi appaiono al firmamento; prendono poco a poco consistenza di quattro corpi biancastri che si ingrandiscono. Ma una nebbia densa si alza in quel punto all'orizzonte, e le navi ridiventano invisibili. E' una cortina di fumo bianco che si è alzata, la quale impedisce ogni precisione ed ogni efficacia del tiro dell'incrociatore « attaccato ». Il fumo si fa sempre più vicino; ora, delle colonne nere si adagiano sul mare, e una nave di punta appare all'estremità di una di esse. Poi scompare nuovamente, poi riappare ancora. Da poppa, esce, densissima, una fumata a grossi anelli neri, che si distende senza mai diventare trasparente e copre un grande tratto di mare. Dietro quella cortina le tre navi « attaccanti » sono assolutamente invisibili. Il quarto «cacciai, quello che ha svolto finora funzione protettrice, volta la prua di colpo e si.infila dietro la colonna di fumo da esso stesso sprigionata, e tornando indietro si protegge e si nasconde a sua volta. La squadra attaccante è ora tutta scomparsa, ma è pure tutta sempre più vicina. La minaccia è imminente. La manovra è riuscita. Alle tre pomeridiane, dal Trieste è stato lanciato, con la catapulta, Un aeroplano. I legionari ammassati sui ponti, erano attentissimi alla manovra. Si è dapprima udito il rombo d'un motore ed è durato una decina di secondi; poi, di colpo, l'apparecchio, mosso da una spinta invisibile, percorre la guida, si libra nel cielo per duecento metri alla stessa altezza del lancio, finalmente prende quota e vira impeccabilmente; Un altro apparecchio arrivo in questo momento dalla Sardegna. E' un « Savoia 8 69 » da ricognizione, che viene a portare ai legionari il primo saluto della Pàtria. Ecco un secondo velivolo arrivare da terra: sono ora tre gli aeroplani che volteggiano intomo alle navi dei reduci. La bellezza di quest'incontro delle tre armi è profonda; essa rimarrà per sempre nella memoria di chi vi ha assistito. Per oltre un'ora gli apparecchi vanno, vengono sul nostro capo, sorvolano il convoglio e le navi di scorta, lanciano manifesti. Dall'aeroplano proiettato dal Trieste giunge il messaggio dei marinai. I foglietti sono afferrati dai legionari, sono contesi, e vi si legge: «Mentre state per toccare il sacro suolo della patria imperiale, i marinai della seconda Squadra navale — vostre vigili scolte sul mare di Roma durante il glorioso ritorno — vi lanciano dall'aria il saluto del camerata. A noi! ». A questo messaggio il generale Berti ha subito risposto col radiotelegrafo: vi legionari ringraziano pei saluti dell'Aviazione marittima e li contraccambiano con cordialità ». Poi gli aeroplani scompaiono verso le coste dell'Italia. Passano le ultime ore di navigazione. Riccardo Forte

Persone citate: Ciano, Starace