PROFONDO TRAVAGLIO ier la sistemazione dell'Europa centrale di Mario Bassi

PROFONDO TRAVAGLIO ier la sistemazione dell'Europa centrale PROFONDO TRAVAGLIO ier la sistemazione dell'Europa centrale L'incontro di Beck con re Carol - Ministri slovacchi e ruteni a colloquio con von Ribbentrop ■ Pericolo di complicazioni per l'ostruzionismo di Praga alla ripresa delle trattative (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) Praga, 19 ottobre. Non si possiede nessuna comunicazione ne ufficiale nè ufficiosa sulle discussioni e conclusioni dell'ultimo Consiglio dei Ministri dopo il viaggio del ministro degli esteri Chvalkovsky in Germania e dopo la decisione già comunicatavi di riprendere le trattive dirette coll'Ungheria per la determinazione delle nuove frontiere. Secondo voci che circolano, il Consiglio dei ministri di Praga avrebbe compilato altre controproposte alle richieste ungheresi tenendo conto dei suggerimenti amichevoli di Roma e dì Berlino. Il nuovo orientamento Riguardo alla politica generale estera della Cekoslovacchia presenta notevole interesse questo commento editoriale della Narodni Politica, organo del partito dell'Unione nazionale: « Non si deve sperare in un cambiamento immediato della situazione in nostro favore visto che la situazione stessa è il risultato di una politica che per venti anni seguì le direttive che tutti sanno. Sussiste tuttavia il significativo fallo che il Ministro degli esteri cekoslovacco è stato accolto in Germania molto bene. Dopo il nostro inserimento nella sfera d'influsso tedesca, il che esigerà da parte nostra altri sporifici, è da sperare che il Governo del Reich riconoscerà la nostra lealtà e la nostra volontà di collaborare sinceramente e ci offrirà quindi migliori condizioni di esistenza. Non più legata da trattati di alleanza alla Francia e alla Russia sovietica, essa non mira ad alcuna mèta politica lontana e desidera soltanto dare alla propria nazione una base di esistenza nell'Europa centrale vissuta finora in continua agitazione ». Commenti analoghi che variano semplicemente nel tono di asprezza più o meno accentuato per la condanna della politica estera ceknslovacca del passato e nel più o meno lieto auspicio pel futuro, si leggono nel maggior numero dei giornali di qua e più segnatamente nei Narodni Listi, nel Ceske Slavo e nel settimanale degli intellettuali cattolici Obnova. Riguardo particolarmente alla questione con l'Ungheria ancora il Narodni Politica scrive: « La rottura delle trattative di Komaron da parte ungherese è stata più che altro una dimostrazione la quale non può avere speciale influsso sulla situazione che tende regolarmente a calmarsi. La Germania, l'Italia e la Polonia sosterranno diplomaticamente l'Ungheria ma, per altro canto, le grandi Potenze non hanno interesse che la questione delle frontiere ungheresi provochi una nuova crisi che prolungherebbe il caos nell'Europa centrale ». Le nuove trattative con Budapest Il Presidente del Governo autonomo slovacco, reverendo dott. Tito, e il ministro dello stesso governo, Durciansky, hanno avuto un colloquio col ministro Chvalkovsky sulla ripresa delle trattative con l'Ungheria per cui i ministri slovacchi si sarebbero trovati d'accordo col ministro degli esteri cekoslovacco sui nuovi piani elaborati dal consiglio dei ministri di Praga. Il ministro dell'economia del governo slovacco Teplunsky è stato chiamato a partecipare alla delegazione per le nuove trattatiL'e. Il deputato Esterhazy, capo del partito ungherese in Slovacchia, è partito per Budapest per lo scambio di vedute con quel governo. Prima di partire Esterhazy, insieme con una delegazione della collettività etnica ungherese in Slovacchia, è stato ricevuto a Bratislava da Durciansky in rappresentanza del governo autonomo slovacco ed espressamente incaricato dal Capo del Governo stesso Tiso poiché questi è trattenuto a Praga. La delegazione ha prospettato le lagnanze e le proteste della popolazione ungherese in Slovacchia. Il ministro Durciansky ha assicurato del pronto interessamento del governo slovacco e contemporaneamente ha annunziato che sarà iàtituito quanto prima presso quel governo un segretariato per gli affari riguardanti la minoranza ungherese. I giornali riferiscono da Bratislava che la delegazione ha preso atto con soddisfazione delle comunicazioni del rappresentante del governo slovacco « dichiarando di apprezzare come manifestazione della buona volontà del governo di collaborare cogli altri gruppi nazionali ». Durciansky ha assicurato anche che nel frattempo il governo slovacco manterrà i contatti col gruppo nazionale ungherese attraverso i rappresentanti politici. Indi la delegazione ungherese è stata ricevuta anche dal ministro dell'istruzione pubblica del governo slovacco Cernak, col quale ha discusso la questione riguardante gli studenti ungheresi. Anche per questo argomento i aiomaji di Praga riferiscono che la delegazione ungherese « ha preso atto del punto di vista sostenuto dal ministro ed ha promesso di fare il possibile per mantenere fra la popolazione ungherese della Slovacchia l'ordine e la calma ». I confini etnici Sempre riguardo alla controversia . coll'Ungheria, il giornale Narodni Osvobozeni, organo della cosidetta comunità dei legionari, partito con spiccate tendenze democratiche socialistoidi, pubblica una nota che credo opportuno riprodurre tanto per far sentire il tono delle diverse campane e anche perchè il giornale implicitamente, come constaterete, viene ad ammettere che adottandosi anche coll'Ungheria il criterio dei confini etnici, le richieste ungheresi dovrebbero legittimamente essere soddisfatte molto più ampiamente che non lo comportassero quelle controproposte dai cekoslovacchi e l'intransigenza della delegazione cekoslovacca le quali provocarono necessariamente la rottura delle trattative di Komaron « La Slovacchia, scrive il giornale, vive tuttora nelle sue vecchie frontiere fatta eccezione per alcune località consegnate spontaneamente all'Ungheria (si allude con evidente ridicola amplificazione alle non alcune ma due modestissime località di meno che trascurabile interesse che la Cekoslovacchia ha già trasferito all'Ungheria a titolo, come sapete, di gesto simbolico; il simbolo ci sarà ma manca totalmente la sostanza). Ora la Slovacchia, prosegue il giornale, andrà incontro all'operazione principale, alla sistemazione delle nuove frontiere. Se si dovesse qui adottare il principio usato per la delimitazione delle frontiere della Boemia e della Moravia, la Slovacchia subirebbe una sorte ancora peggiore delle due prime regioni. Il censimento ungherese in Slovacchia aveva compreso centinaia di migliaia di slovacchi nelle cifre della nazionalità ungherese. La delimitazione delle frontiere sulla base di tale censimento strapperebbe alla Slovacchia territori ancora maggiori di quelli strappati ai paesi ceki. Ma ciò non basta, perchè l'Ungheria vorrebbe tutta la Slovacchia fino alla frontiera polacca. In tale zona dovrebbe essere fatto il plebiscito Questa richiesta rispecchia la diffidenza verso il governo attuale della Slovacchia costituito dal partiti popolari slovacco e agrario. Questo governo ha respinto simile richiesta. Ora dovrà sostenere una lotta decisiva non soltanto per le frontiere ma per l'esistenza stessa della Slovacchia ». Ancora il giornale Narodni Osvobozeni, passando ad esaminare la questione del territorio della Russia subcarpatica, riconosce che esso « ha attraversato un periodo assai agitato in questi ultimi venti anni ». Afa asserisce che anche i ruteni, come ha già insistito per gli svolacchi, non vorrebbero ritornare a far parte dell'Ungheria; asserisce ma non produce nessun dato di fatto, e semplicemente concludendo che « i piani miranti à staccare la Russia subcarpatica dalla Cekoslovaccia sono collegati ai piani che tendono ad una nuova sistemazione politica dell'Europa centrale. Questi secondi piani trascurano la volontà di tutto un popolo ». Torna troppo facile obbiettare che oggi proprio questo si sta facendo, una nuova sistemazione politica dell' Europa centrale ma basata sul concetto di pura ■giustizia dell'autodecisione dei popoli. Infine ancora, il già citato giornale della comunità dei legionari insinua che t. la sorte della Russia subcarpatica preoccupa oggi tutte le genti di nazionalità ucraina a qualunque Stato esse appartengano. Il nazionalismo ucraino riceve una potente iniezione col pericolo che minaccia la Russia subcarpatica. Leopoli si agita... ». Insomma, si sventola lo spauracchio di chissà quali complicazioni che si ripercuoterebbero nell'Ucraina polacca, con quali conseguenze, chissà. Mario Bassi Una bella istantanea del Duce presa l'altro ieri a Roma durante la sfilata dei reparti della Polizia

Persone citate: Beck, Cernak, Duce, Esterhazy, Moravia, Tiso