Governo e paese nel pelago delle contraddizioni di Concetto Pettinato

Governo e paese nel pelago delle contraddizioni Ufi A JR A SAIA FRANCESE Governo e paese nel pelago delle contraddizioni Parigi, 11 ottobre. Domattina avrà luogo il Consiglio dei Ministri incaricato di procedere alla nomina del nuovo ambasciatore di Francia a Roma. Si continua a prevedere che la scelta cadrà sull'attuale rappresentante francese a Berlino. Ma una certa esitazione è stata determinata in proposito dal fatto che per sostituire Francois Poncet si era fatto 11 nome di Noèl, l'attuale ambasciatore a Varsavia, e che contro quest'ultimo, amico personale di Lavai e buon operaio della pace, le sinistre hanno opposto il loro veto. Nel caso che la scelta del Consiglio cada su Poncet, si prevede che 11 nuovo ambasciatore di Francia nella capitale tedesca verrà nominato soltanto in una riunione ulteriore. Questo semplice Incidente prova, qualora ve ne sia ancora bisogno, come il social-comunismo non ha fin qui perduto del tutto la propria influenza sulle sfere dirigenti francesi. Indecisione Daladier e Marchandeau esporranno domattina ai colleghi il tenore dei decreti più urgenti che si ripromettono di emanare per far fronte alla situazione finanziaria e il primo dei quali consisterà, come già vi dicemmo, nell'abbassamento del titolo aureo del franco. Il pubblico si augura che il governo faccia presto e non esiti a valersi dei pieni poteri accordatigli. L'indecisione tradita dalle sfere dirigenti nel corso della passata settimana comincia a irritare parecchi e le polemiche riaccese fra Italia e Francia vengono interpretate come un effetto fin troppo logico delle pastoie in cui annaspa l'azione del potere ufficiale. Dopo tutto quanto è successo nella storica settimana che precedette l'accordo di Monaco, il paese è costretto ad assistere allo spettacolo inverosimile offertogli dal comitato nazionale della Confederazione generale del lavoro, il quale, impancandosi a piccolo parlamento, discute da ieri mattina, senza privarsi nemmeno del lusso di sedute notturne, prò e contro la decisione dei Quattro, come se la missione del rappresentanti sindacali consistesse nel governare l'Europa anziché nel difendere gli interessi professionali dei loro Iscritti. In realtà, la Confederazione del lavoro, il cui annuo congresso dovrebbe aver luogo a Nantes il 14novembre, è in preda alla discor- dia. Una corrente notevole delinea- tasiin seno alla massa sindacale dopo le minaccie di guerra delloscorso settembre vorrebbe che ilsindacalismo francese divorziasse . una buona volta dalla politica e silimitasse a occuparsi degli interessi di classe e di categoria. Maolitici non dir- questa tendenza apolitica non pia ce ai comunisti che alla testa della Confederazione de! lavoro hanno uno dei loro uomini di fiducia, il vice-presidente Racamond, e il cui scopo sta nell'impadronirsi asvolgere un'azione sempre più po tica e sempre più interventista nel senso caro ai direttori d'orchestra della Terza internazionale. Ora gli allarmi del mese scorso ^!^^2LSI?«toJ!^'2^mando del sodalizio per Jaighhanno fatto comprendere agli ope-rai che fare della politica sigm-fica per i dirigenti dei sindacatiassecondare il giuoco sovietico del-la provocazione alla guerra e ape-dire il proletariato in trincea. Sea certe categorie di operai qualiad esempio 1 metallurgici, la prò-spettiva della trincea non fa nècaldo nè freddo come quelli che sono sicuri di non andarci, non solo, ma si ripromettono di fornire i primi quadri a un'eventuale repubblica sovietica francese, la grande massa dei lavoratori sindacati giudica quella prospettiva poco allettante e si sente sempre meno incline a entrare nel giuoco dei comunisti. Equivoci marxisti li congresso del 14 novembre dovrebbe decidere della vittoria dell'una o dell'altra tendenza. I capi della Confederazione del Lavoro a cominciare da Jouhaux faranno del loro meglio per confondere le carte in tavola e impedire che si venga ad una chiarificazione. Le situazioni equivoche sono state sempre oggetto delle preferenze dei mestatori. Ma l'opposizione pel momento è viva e per questo non pochi soviettofili vorrebbero rinviare il congresso a più tardi nella speranza che il tempo cancelldalla memoria dei lavoratori le ore di angoscia testé vissute e renda più facile, ai cattivi pastori che lguidano, confondere loro ancora una volta le idee. Questo e altrprodromi di ritorno ai vecchi errori irritano, come dicevamo, la opinione sana o quello che ne rimane. Le contraddizioni incessanti tradite dal contegno degli stessgruppi e partiti più in vista determinano a lungo andare un senso di impazienza profonda. Il deputato che reclama l'avvento di un potere forte e stabile associanttutte le classi del paese alle responsabilità del governo, si oppone allo scioglimento della Camera che solo potrebbe renderlo conseguibile. L'uomo di destra che invoca il riarmo a oltranza strilla più non posso non appena gli sparla di imposte straordinarie sucapitale o di riforme economichaudaci. Blum ammette elle la co .. *™ la elettorale e ^"^Jffi" m°lu Parla" attuah sara fmita Per T1Ppicnot a~eiun~e che aIla te. ."agglu,nge, cfne ^m. fta leL°°llrn° di„Ialu^ Pubb^ca laborazione con gli Stali autoritari impone alla Francia concordia, energia, slancio spirituale, ma non vuole rinunziare a cercare tutto questo nelle ricette del fronte popolare che ha portato il Paese nella rovina. Lo stesso Governo proclama che la politica della Francia deve mutare, ma indietreggia davanti alla tentazione di buttare a mare la maggioranza di ieri. Come uscire dal pelago delle contraddizioni che conducono il Paese al ristagno e all'impotenza? La voce dei combattenti Una risposta al quesito sembrano volerlo dare finalmente i combattenti. Henri Pichot, presidente dell'Unione Federale, la più forte delle leghe combattentistiche francesi, ha fatto ai giornali una dichiarazione che suscita stasera nel pubblico la più simpatica impressione. Considerando la situazione francese, si arriva, secondo costui, alla constatazione che la Francia non ha più bilancio poiché soffre di un disavanzo permanente, che la sua moneta continua a svalutarsi, che il suo debito pùbblico cresce vertiginosamente, che la metà delle imposte serve a pagarne gli interessi e che la produzione attuale è inferiore a quella del 1913. Da dieci anni questo stato di cose non fa che peggiorare. Il Gabinetto Daladier nello scorso aprile ha chiesto i pieni poteri e li ha ottenuti. Sei mesi dopo ne domanda degli altri..Ciò vuol dire che i primi non sono sei-viti a nulla. A che serviranno i nuovi, la cui durata è limitata solo a 45 giorni ? Il disavanzo non sarà colmato, la moneta non sarà risanata e il disordine continuerà. Gli ex-combattenti Federale, d'accordo con i loro camerati dell'Unione Nazionale, della Settimana del Combattente e dell'Associazione nazionale dei mutilati, hanno tracciato le linee di un piano di risanamento. Sei milioni di uomini lo hanno già approvato. Quanto prima essi intraprenderanno una campagna di propaganda in provincia. In che consiste questo piano? Formare un Governo di salute pubblica costituito di uomini all'infuori dei partiti, al quale si darà un anno di tempo, con pieni poteri economici, finanziari e diplomatici, per ristabilire la situazione. Se il Parlamento si oppone sciolga la Camera. I combattenti deli' Unione |siladier, combattente come loro e i combattenti chiamerebbero Da1 *"v* uufu 1uanto ha fatto Per salvare laps.ee. Nelle sfere parigine molti si do-mandano se le dichiarazioni del Presidente dell'Unione Federale non siano state fatte d'accordo col Capo del Governo, per assecon-caro alla Francia intera, dopo m.^in ho fattn «»v Mi,.a™ iolto i suoi sforzi onde liberarsi | da„e pastoie dej partiu e rlspon. dere al voto del Paese. UIntransigeant nel pubblicarlenota in ogni caso che è la prima volta che i combattenti si mettonod'accordo per intraprendere una !aalone efficace attraverso il Paese che a fatto , t una ; . tanM eccezionale. Vedremo me1 „„ domani le sara r effet. » den'appello del Pichot. Dopo 1 f , b t d, riscuotersi Ma le tornate di |5K.__2^teI„__ J?t£°™*__„ silenzio dei combat- settembre hanno fatto correre sulla Francia un grande brivido e non è impossibile, tutto considerato, che l'anniversario dell'armi stizio diventi quest'anno il segnale di un promettente risveglio. . Daladier, nella sua qualità di i Ministro della Guerra, ha indiriz- Izato intanto oggi agli smobilitati un ordine del giorno esprimendo loro la gratitudine nazionale. Concetto Pettinato

Persone citate: Blum, Daladier, Francois Poncet, Henri Pichot, Pichot, Poncet