L'attività del Sacerdoti e l'affare Guaita e Scopelli

L'attività del Sacerdoti e l'affare Guaita e Scopelli L'attività del Sacerdoti e l'affare Guaita e Scopelli La strana coincidenza della fuga all'estero del giocatori Guaita e Scopelli con l'epoca delle dimissioni dell'ebreo Sacerdoti da presidente della squadra di calcio « Roma » — come abbiamo ieri pubblicato — ha suscitato molti commenti particolarmente nell'ambiente sportivo. E' fuor di dubbio che il Sacerdoti, a quell'epoca, si valeva della sua carica sportiva per effettuare frequentissimi viaggi in Francia, in Svizzera, in Austria, in Cecoslovacchia, ecc.; viaggi che gli servivano — come risulta dall'inchiesta in corso — per il suo... genere di affari. ' Diverse volte il Sacerdoti diede le dimissioni da presidente della « Roma », ma soltanto al principio della stagione sportiva 1935-36 per divergenze con i consiglieri lasciò la sua carica. Proprio in quell'epoca Guaita, Scopelli e un terzo giocatore, meno noto, Stagnaro, si allontanarono riparando sulla Costa Azzurra. Nell'ambiente del calciatori nacque il sospetto e si sparse la voce che fosse statò il Sacerdoti a favorire la fuga dei giocatori e indirizzarli sulla via del ritorno in America. Si diceva anzi che il Sacerdoti, da buon ebreo, tentasse, con quella mossa, di mettere in condizioni di inferiorità il nuovo consiglio direttivo della « Roma » indebolendo la squadra, togliendole elementi da lui stesso ingaggiati. In altre parole pare che il suo scopo fosje quello di non lasciare fruire i suol successori di ciò che era sua iniziativa. Guaita e Scopelli erano, come gli sportivi ricordano, due ottimi elementi. Chi li ha conosciuti, li descrive come giovani molto corretti, di levatura intellettuale superiore al livello medio dei giocatori di calcio. Tutti e due erano sposati. Si comportavano sempre ottimamente in squadra e, quando furono chiamati a far parte della « Nazionale » il loro entusiasmo non conobbe limiti. La loro improvvisa partenza non solo avvenne inaspettatamente, ma in circostanze che lasciarono un'ombra di mistero. I tre giocatori — compreso lo Stagnaro — stavano per assoggettarsi alla vi sita medica militare ma non era detto che dovessero vestire la divisa militare immediatamente. La loro fuga, dunque, sorprese moltissimo coloro che li conoscevano intimamente i quali non nascosero il dubbio prima e la convinzione poi, che qualcuno avesse montato loro la testa. Quando si seppe .che alla fuga era seguita a breve distanza una faccenda di contrabbando di valuta (le mogli fermate a Ventimiglia con indosso due milioni e 800 mila lire di gioielli e danaro) subentrò la convinzione che tutto ciò avesse un retroscena misterioso. Non è difficile dimostrare come i gioielli e i de- nari non fossero di proprietà dei giocatori. Guaita e Scopelli si erano fermati in Italia due anni. Ognuno di essi non aveva uno stipendio superiore alle tre mila lire mensili. Complessivamente in due anni, stando a questa base, essi potevano aver guadagnato ognuno 72 mila lire, cifra che largamente, si può portare a cento mila tenendo conto dei varii premi di cui beneficiano giocatori. I guadagni del terzo giocatore erano indubbiamente inferiori poiché egli fu quasi sempre inattivo. Il terzetto, riassumendo, non guadagnò certo più di trecento mila lire. Ora, i tre giocatori erano abituati ad una vita molto comoda. Le mogli del Guaita e dello Scopelli vestivano con raffinata ricercatezza. Non è perciò incauto dire che metà del guadagno 10 avessero speso per vivere. Al momento della fuga, quindi, i tre giocatori non potevano disporre di oltre cento o centocinquanta mila lire. Da questa somma, ad arrivare a due milioni e ottocento mila lire, c'è troppa differenza... Chi poteva aver colmato questa... differenza ? Era il periodo in cui la nazione si preparava alla conquista dell'Impero, il periodo in cui a Ginevra si discutevano le sanzioni...; 11 periodo in cui la « borsa nera » di Parigi era in pieno fulgore... Chi poteva approfittare di una simile circostanza? Ma c'è anche un particolare che, direttamente o indirettamente può essere ricollegato ai fatti .che abbiamo esposto. Quando l'ebreo Sacerdoti lasciò la presidenza della « Roma », allo scopo di riordinare la parte amministrativa, il nuovo consiglio ritenne opportuno riesaminare i re soconti contabili. Pare che i risul tati di questo esame avessero inat-tesa sorpresa. La gestione della«Roma» era in attivo. Tanto inattivo che i capitali forniti dai sov-risul-venzionatori risultarono sempre restituiti ad un tasso che è meglio non precisare... Gino Mazzoni

Persone citate: Gino Mazzoni, Scopelli, Stagnaro