La villa di Greta Garbo sulle tepide rive del Garda di Ernesto Quadrone

La villa di Greta Garbo sulle tepide rive del Garda La villa di Greta Garbo sulle tepide rive del Garda Sulle orme di Goethe e di D'Annunzio - La casa è quasi pronta: quando verrà la diva? - 20 telefoni, 20 bagni, molti marmi, due sale di proiezione, un canale per scendere al lago (Dal nostro inviato) m alcesi ne, ottobre. Greta Garbo verrà a stabilirsi in Italia e precisamente sul lago di Garda. Non si sa con esattezza l'epoca, il giorno, l'ora e il minuto preciso in cui questo astro, staccandosi dal suo firmamento, si adagierà su uno del lembi più belli della nostra penisola. Il progetto della diva era stato divulgato con molte reticenze da giornalisti di tutti i continenti che si erano lanciati nella sua scia ma che poi vi si erano perduti come avviene ai sognatori allorchè divagano fra gli incantesimi della via lattea. I nostri colleghi erano ritornati dopo una caccia attraverso agli oceani e all'Europa nelle redazioni dei rispettivi giornali con un piccolo fardello di notizie incerte e subito smentite. La vita intima della stella cinematografica si era un'altra volta nascosta agli occhi dei profani e Greta Garbo era ridiventata ombra e luce scritta su chilometri di celluloide. Sulle orme di Greta Garbo Senza cercarle abbiamo trovate le orme della grande cineasta nelle cave di marmo dei nostri monti e abbiamo parlato con minatori che con lei hanno parlato e che per lei fanno brillare le mine e staccano falde di materiale prezlosq per la villa suntuosa che vien su, a Malcesine come un palazzo incantato. Anche un personaggio d'Annunziano era andato a cercare il marmo per il suo capolavoro nelle cave dell'Appennino. Forse Greta Garbo ha letto II piacere e il viaggio in Italia di Wolfango Goethe ed ha voluto essere terza fra cotanto senno. Da una pubblicazione di D. G. Borsatti: « Quella parte del declivio occidentale del Baldo che dalle più alte vette, Altìssimo Val Dritta e Telegrafo, scende fino alle rive del Benaco, tra Val Morsa e la foce dei torrente Trimelone, costituisce il territorio di Malcesine, in provincia di Verona, terra d'Italia. La superficie, poco infe «ore a J,9 chilometri quadrati, so migliante a una fascia rettango tare, distesa da Greco a Libeccio, mostra in alto valloni e dossi or brulli or selvosi or prativi, al mezzo, spianate con gli ultimi campicelli e casolari, al piede, placidi seni, promontori olivati e ruvidi scogli ». Sembra di leggere un periodo di Goethe quando descrisse il suo viaggio in Italia e a Torbole e a Malcesine con l'Italia prese incantato, i primi contatti, non amareggiato dalla breve prigionia cui lo trassero le guardie sospettose de"a h.ii'.h» Aveva i polmoni gonfi dell aria ?edlte"an^L.HmabH°f di questa nostra aria profumata « \ £ c profumt dei lauro, dei ce- aell'ulivo, del pino e delle er- be aromatiche. Certamente Goethe senti che « questo lembo di terra ove il monte e la marina si confondono in soave armonia era stato fatto da Dio per i genii e la poesia ». E andò felicemente in prigione. Lodovico Marchento, del quale sento parlare per la prima volta, per mia grande ignoranza cantò così in versi latini la bellerra indicibile di Malcesine: « Jamque Malesileis terra ul- iga 4 hìc est divinis locus hic est silva poetls ». j\ latino di questi versi è così trasparente che non è necessario tradurre, . ......ini. I poeti ispiratori della diva Goethe si esprime molto più modestamente in una prosa quasi da cronista: sentitelo che cosa seri ve arrivando a Torbole: «Con che ardente desiderio vorrei che i miei amici si trovas sero un momento qui con me per poter gioire della vista che mi sta innanzi... Dalla stanza in cui mi trovo, una porta dà sul cortile: ho fatto avanzare un poco il mio ta volo e, con pochi tratti, ho dise gnato la veduta. Il lago si vede per quasi tutta la sua lunghezza: solo in fondo, a sinistra, si na sconde ai nostri occhi. Da ambo le parti le rive, fiancheggiate da colli e da monti, biancheggiano graziosamente di innumerevoli paesi... Col fresco della notte sono andato un po' a zonzo. Adesso mi trovo veramente in un paese nuovo, in un ambiente del tutto estraneo. Gli uomini conducono una vita spensierata da paese di cuccagna... ». Indubbiamente Greta Garbo ha letto e riletto queste esclamazioni di felicità così liberamente uscite ed. espresse dal cuore del poeta e lo ha seguito da Torbole fino a Malcesine ove egli si incanta, solcando il lago in una piccola imbarcazione, davanti ai giardini di Limone e ha preso da lui consigli per la costruzione della sua villa che sta sorgendo. « Ogni giardino consiste — precisa l'immortale viaggiatore — in file di pilastri quadrangolari, bianchi, distribuiti ad una certa distanza l'un dall'altro e arrampicantisi per l'erta, in modo da formare una gradinata... ». Da questa descrizione minuta e amorosa è sorta, forse, nella mente di d'Annunzio la linea architettonica del Vittoriale e adesso, a molti e molti anni di distanza, vien su la villa di Greta Garbo. Tanto piacque a Goethe Malcesine che, come dissi, gli costò alcune ore di prigione poiché, fu sorpreso a disegnare estasiato, le rovine del castello che ivi sorge. Ripeto che questi ricordi, sia di Goethe che di D'Annunzio hanno, secondo me, influito sull'animo, sulla fantasia e sulla sensibilità di Greta Garbo, tanto da indurla ad una visita a Malcesine e quivi scegliere il luogo per una sua prossima residenza. Tutto il mondo non avrebbe potuto offrirle un angolo di cosi alto e soave raccoglimento e riposo. A meno che la diva non stia costruendosi la villa non per riposare ma per lavorare « dal vero » e magari — che so io — ispirarsi per uno scenario tratto dalla vita di uno dei due poeti, su terra nostra. Che la villa X, — per ora il nome con cui verrà battezzata non si sa ancora, — sia di Greta Garbo è certo. Come ho detto prima l'attrice ha parlato a lungo con minatori con i quali ho parlato io, casualmente, passando per Malcesine. Un impresario di Giava d'altronde, si è fatto vivo poco tempo fa, con una lettera nella quale chiede se esiste in Malcesine un albergo capace di duecento letti e, in caso contrario, — soggiunse — è disposto a intavolare 'immediatamente trattative per costruirle. La villa X sta sorgendo sul margine della strada Gardesana orientale ed ha alle spalle la catena del Baldo e di fronte, in basso, la macchia bianca di Limone e in alto le montagne di Val di Ledro. Si specchia, naturalmente, nelle tiepide acque del lago in mezzo alle quali galleggia un tappeto verde: l'isola dell'amore. La chiamano cosi perchè la domenica sembra che molte coppie romantiche si abbandonino sull'erba ombreggiata da piccoli alberelli profumati. L'acqua tutt'intorno è traslucl da e, come ho detto, tiepida. Tiepida perchè Malcesine è come una serra, chiusa dal monti coperti di neve fino a cento metri dal livello del lago. Gli ultimi cento metri di terreno dolcemente declinanti al piano danno luogo ad una flora quasi tropicale: ulivi, oleandri e palme si alzano come canne di termosifone verso le nevi e i ghiacciai dell'Altissimo che, a quota cento, si sciolgono sotto la carezza dell'aria costantemente primaverile. La villa La villa X è situata appunto a tre chilometri da Malcesine e sta per essere ultimata dopo quattordici mesi di lavoro. Prima di alzare le mura del fabbricato è stato costruito tutto intorno all'oliveto spesso e verdeggiante, un altissimo muro difensivo che preclude la vista del parco. Dove, ad esempio, un albero è stato risparmiato nel muro stesso, gli astuti architetti lo hanno avvolto con un lastra di metallo dipinto in rosso perchè, fra il tronco e il mattone, lo sguardo indiscreto non possa ficcarsi. La villa principesca per la quale sono già stati spesi otto milioni, è di stile Benacese, aggettivo dannunziano e con il quale il poeta caratterizzò il Vittoriale. Un canale, dipartendosi dal lago e procedendo occultamente sotto il muro di cinta, entra in una darsena ove saranno affiancati mo toscafi e bragozzi dalle vele giallorosse. Nell'interno della villa, 1 saloni che hanno i pavimenti e le pareti di pietra rosso veronese fatta saltare a colpi di mina nelle cave di Preera Prima o di marmo nero tagliato a fette a Corno Bo, sulle cime dell'Altissimo, sono di stile romano, con colonne e fontane. Venti telefoni, altrettanti bagni, due sale di proiezione modernizzano i classici ambienti. La villa X è intestata ad uno sconosciuto, non ricco, svedese e al quale sono pervenuti mucchi di lettere scritte da ammiratori e ammiratrici della diva che offrono a Greta Garbo per l'arredamento dei principeschi ambienti tappeti, pianoforti, quadri, arazzi, cucine elettriche, frigoriferi e persino cani di razza, da salotto e da guardia. H quadratlssimo svedese che abbiamo veduto fare il giro di ronda attorno al muro di cìnta della villa « proibita », muto e solenne naturalmente non ha risposto a nessuno. Chi sarà quel fortunato che scriverà, all'ombra degli ulivi, nel tepore luminoso di Malcesine, un nuovo scenario per la più brillante stella del firmamento cinematografico?... Ernesto Quadrone