LA POLITICA DI ROMA nelle ripercussioni francesi di Concetto Pettinato

LA POLITICA DI ROMA nelle ripercussioni francesi LA POLITICA DI ROMA nelle ripercussioni francesi . Parigi, 8 ottobre. In attesa della discussione sulla politica estera italiana alla seduta del Gran Consiglio, i giornali si occupano largamente della decisione di ritirare dalla Spagna i volontari con più di diciotto mesi di campagna e vedono in essa un segno indubbio del favorevole andamento dei negoziati anglo-italiani e. un auspicio di migliori rapporti anche tra Francia e Italia. « Questo gesto italiano — scrive ii Petit Parisien — è una testimonianza eloquente del miglioramento sopravvenuto nell'atmosfera internazionale in seguito ai contatti personali stabiliti a Monaco; Il desiderio di conciliazione che si manifestò durante la 'onferenza dei Quattro trova la sua prima conferma a proposito della vertenza spagnola, cosa naturale del resto data l'importanza presentata dalla liquidazione delle cifficoltà internazionali create dalla guerra civile per l'evoluzione ulteriore dei rapporti anglo-italiani e franco-italianr. I colloqui d. Roma tra il conte Ciano e lori Terth costituivano già un sintomo favorevole. La decisione del Governo italiano è atta a facilitare la messa in vigore dell'accordo de! 16 aprile che prevede fra l'altro il riconoscimento dell'Impero italiano di Etiopia ». Un dispaccio da Londra al Temps nel confermare le indicazioni di cui sopra aggiunge essere possi bile che il governo voglia attendere per rendere effettiva l'applicazione del patto del 16 aprile la ratifica del medesimo da parte del Parlamento che si riunirà di nuovo il primo novembre. Il giornale rileva comunque che in linea di principio il patto potrebbe ricevere applicazione prima della sua ratifica. Un rappresentante a Burgos? In quanto allo statuto degli ebrei risultante dalle decisioni prese dal Gran Consiglio nella sua prima seduta, una corrispondenza romana del Temps crede di poter trarre la conclusione che il supremo consesso del Fascismo pur assicurando con rigorosa vigilanza la tutela dell'integrità della razza italiana abbia dato prova di generosità nelle disposi j zioni a carico degli elementi israe- litici. Il carattere saliente delle decisioni del Gran Consiglio sembra dato, secondo il giornale ufficioso francese, dalla discriminazione stabilita in favore degli ebrei In possesso di titoli di merito nazionali, militari e fascisti. « Un numero considerevole di ebrei — dice il Temps — avranno in virtù di tali discriminazioni la possibilità di continuare ad essere considerati alla stessa stregua degli altri cittadini senza menomazione alcuna del loro diritto di cittadinanza. Il Governo fascista applica una distinzione nettissima fra ebrei che hanno dato prova di partecipare alla sensibilità nazionale e quelli che sacrificano ogni altra considerazione all'orientamento internazionale e antifascista ». Il giornale ne argomenta che più ancora che nel sangue la prossima legislazione fascista sugli ebrei voglia cercare la propria pietra di paragone nel civismo italiano e fascista di costoro. La corrispondenza comunque non manica di rilevare che le formule adottate dal Gran Consiglio dovranno essere ulteriormente tradotte in legge e che nel frattempo esse potrebbero venire attenuate o aggravate secondo la linea di condotta che gli interessati avranno adottato verso il regime e l'interesse nazionale. Si conferma qui che all'ambasciata di Francia a Roma verrà destinato l'attuale ambasciatore a Berlino Frangois Poncet. I giornali pubblicano intanto fotografie e biografie del presunto futuro titolare dell' ambasciata d'Italia Guariglia. Corre d'altra parte voce che Bonnet abbia in animo di accreditare quanto prima un rappresentante diplomatico a Burgos aderendo al desiderio manifestatogli ieri dalla commissione degli esteri del Senato. L'agenzia Havas, insolitamente benigna a manifestazioni di origine franchista, dirama un telegramma da quella capitale diretto a controbattere la campagna dei soliti partigiani di una mediazione che salvi i rossi, dicendo che la Spagna nazionale non può accettare nessuna proposta di armistizio e che il governo di Burgos non concepisce altra soluzione della guerra all'infuori dt una vittoria totale. Molto interesse suscita in una parte della stampa il negoziato ceko-magiaroi soprattutto per quanto riguarda la sorte della Rutenia sub-carpatica. Sebbene molti prevedano che il problema dei sub-carpatici verrà affrontato da Budapest solo in un secondo tempo, non sfugge ai commentatori il desiderio dell'Ungheria di crearsi una frontiera comune con la Polonia, nè quello della Polonia di assecondare l'operazione. Qualche ambiente manifesta il convincimento che una simile soluzione del problema ruteno potrebbe trovare consenziente anche la Romania alia quale, in tal caso, l'Ungheria potrebbe rinunziare a chiedere più oltre l'annessione dei magiari di Transilvania. La campagna dell'ufficioso Pester Lloyd per la. creazione di una frontiera comune polacco-magiara, attira in ogni caso l'attenzione di queste sfere ed è oggetto di discussioni animate. Forze oscure e palesi Alcuni vorrebbero che la Francia approfittasse di queste aspirazioni polacche e magiare per andare loro incontro e rimediare cosi in parte alla perdita di prestigio subita in Europa centrale dopo la mutilazione della Cekoslovacchia. Altri osservano che allo stato attuale delle cose la Francia non ha più la menoma influenza a Praga e in ogni caso non tocca ad essa larvisi avvocato di nuove concessioni di territorio. Di questa seconda opinione sembra essere il Temps il quale si compiace anzi della tendenza che manifesterebbe Il nuovo governo ceko ad accordare l'amministrazione autonoma anche ai ruteni, interpretando tale tarda obbedienza allo spirito e alla lettera dei trattati di Saint Germain e del Trianon come una precauzione per •* ostacolare qualunque spinta polacca e magiara attraverso la Russia subcarpatica di. retta a creare, in vista della cooperazione permanente degli Stati dell'est e del sud est europeo, una frontiera comune fra la Polonia e l'Ungheria ». L'atteggiamento dell'organo ufficioso nei riguardi del problema ruteno ricorda quello osservato per 20 anni dalla Francia nei confronti di tutti i tentativi di organizzazione dell'Europa danubiana suscettibili di conferire a quel settore del continente la stabilità e la solidità necessarie per opporsi ad ogni sforzo di penetrazione egemonica esterna. In materia parlamentare, con tinua sui giornali la polemica prò e contro lo scioe-limento della Ca-ptfrJmdccmpcdmeLLKSde contro lo scioglimento della Ca I mera. I nazionali lo preconizzano i ardentemente. I socialisti non lo ! rifiutano. I radicali esitano come sempre .1 comunisti tacciono ma ì ripromettendosi, in caso di biso-, gno, di Bgire per linee interne eprima di tutto di muovere all'as-salto definitivo della Confederazio-; ne generale del lavoro in occasio- ine del congresso che questa dovra| tenere il mese venturo. La situa-zione cosi nei riguardi interni chein quelli esteri si mantiene dun- que incerta; è di fronte a tale in- certezza che la scossa salutare che il paese aveva ricevuto dai dram-matici eventi della fine di settem- bre è già in parte frustrata. Per dare un'idea al lettore della com-plessa organizzazione di forze, in prevalenza di conio ebraico, contro cui Bonnet deve battersi in difesa della propria politica estera riportiamo qui dal settimanale Je sin's partout un elenco degli uomini, delle agenzie di stampa e dei giornali che durante la recente crisi combatterono la politica di conciliazione del gabinetto: parlamentari e uomini politici: i 73 deputati comunisti e in modo particolare Marcello Gitton, delegato dei Sovieti a Praga, Pierre Cot exministro dell'aria, Leone Blum, ebreo, Salomone Grumbach, ebreo, Lazurick, socialista ebreo, Carlo Lussy, ebreo, Giulio Moch, ebreo, I. Kaiser, ebreo, Giovanni Zyromski, Moutet, Dormoy, Lebas, Monnet, Seroi e Vincent Auriol. socialisti. Agenzie di stampa: Havas: Leon Rollin, direttore dei servizi dell'estero, Luigi Joxe, condirettore dei servizi dell'estero, ex capo di gabinetto di Pierre Cot, ammogliato con un'ebrea; Alsot, ebreo, addetto ai servizi dell'estero, Ravoux Bourgeon detto Martlal, capo del reportage francese per l'estero, membro del partito centrale comunista, collaboratore dell' Humanité, Rachele Gayman, ' ebrea, collaboratrice immediata di Rollin e Martial, sorella di Gayman, consigliere municipale ebreo e comunista del IV Circondario, addetto a Marty alle brigate internazionali in Spagna; Schumann, ebreo, cugino di Leone Blum, uno dei principali reporter dell'Agenzia; Quilici, agente di Pertinax da otto anni. Agenzia Radio: Francesco Crucy, direttore; Pierre Brossolette. Agenzia Fournier: Bollack, ebreo, presidente del consiglio di amministrazione. Giornali: Humanité: redazione intera e in modo particolare Gabriele Peri, Giorgio Cogniot e Giacomo Duclos. Populaire: la parte ebrea della redazione e in particolar modo Luigi Levy e O. Rosenfeld. Ce Soir: Paolo Nizan, comunista; J. R. Bloch, ebreo comunista; Aragon, comunista; Elia Richard. Paris Soir e Paris Midi: proprietari Prouvost e Beghin; i loro agenti ebrei: Pietro Zazareff, VVeisskopf, detto Carlo Gombault. L'Ordre: Bure, Pertinax, Pierre Loewel, ebreo. Afessióor.- Jouhaux, L. H. Vogel, ebreo. La Lumière: Giorgio Boris, ebreo; Alberto Bayet, ebreo, della Lega dei diritti dell'uomo. Aux Ecoutes: proprietario e direttore l'ebreo Paolo Levy, mascherato da nazionale; i suoi due principali collaboratori, gli ebrei Haguen Auet detto Naud e Ferdinando Hauser. Radiofonia: il Radio Journal di Francia, trasmesso dai posti di Stato: redattore Pietro Brossolette, coperto dall'autorità della sezione delle informazioni del Consiglio -superiore delle emissioni in cui si ritrovano i nomi di Giorgio Boris, Paolo Campargue deputato socialista, e Francesco Crucy, Giorgio Huisman ebreo, Andrea Julien socialista, Francesco Million direttore del Peuple, Radi sesegretario generale di Radio .Liberté, Andreina Viollis. Radio Paris: gli ebrei Pietro Paraf e Khan. Paris P.T.T.: Lionello Ripault, Giacomo Klein, Gaudrey-Rety. Posti privati: Radio Citè: i direttori Felice Levitante e Giacomo Meyer, ebrei; il redattore capo Giovanni Guignebert. Posto Parigino: il direttore Grunebaum, ebreo, e il suo collaboratore Enrico Benazet. Ecco un elenco che ci sembra renda inutile ogni commento sulle difficoltà del compito di Daladier e di Bonnet. Concetto Pettinato