L'inizio delle conversazioni ira Budapest e Praga

L'inizio delle conversazioni ira Budapest e Praga L'inizio delle conversazioni ira Budapest e Praga Due città già concesse all'occupazione ungherese — Le rivendicazioni magiare allo studio (DAL NOSTRO INVIATO) Komaron, 10 ottobre. La partenza aa Budapest per Komaron della delegazione ungherese nonché degli esperti e dei giornalisti che l'accompagnavano, ha avuto quasi un'aria di festa. Nulla di gelidamente protocollare. Tanto più che vi era un sole degno di una primavera rediviva. Ho invidiato quei miei colleghi che, sopra un piroscafo della navigazione danubiana messo a disposizione dal Ministero degli Esteri, hanno raggiunto Komaron lentamente ma lietamente lungo le anse del Danubio. Tutto ciò deve aver avuto l'aria di una partita di campagna... Ohi volendo seguire più. celermente il ritmo dèi tempi si è servito dell'automobile, ha perduto questa festa fluviale. Atmosfera di fiducia Veramente, il capo della Delegazione ungherese, il Ministro degli Esteri de Kanya, accompagnato dal conte Paolo Teleki, Ministro dell'Educazione nazionale, ha preferito anch'egli la macchina per raggiungere più presto il luogo del convegno. Gli altri membri della delegazione, ministri, sottosegretari ed esperti — che hanno rag giunto Komaron oggi con vari mezzi di trasporto — erano ti signor Janos Wettstein, Ministro d'Ungheria a Praga; Tibor Pataki, Sottosegretario di Stato alla presidenza; Laszlo Pechy, Sottosegretario di Stato all'Agricoltura, non che esperti delle questioni minori- tarie. Ad accogliere queste personalità si trovava già davanti a Komaron il piroscafo ungherese Zsofla, partito in mattinata da Budapest. Fu su questa nave fluviale che la delegazione venne a stabilirsi, in attesa del treno che avrebbe portato da Praga la delegazione cekoslovacca. Bisogna precisare che il piroscafo si era attraccato non presso la riva cekoslovacca, ma presso l'ungherese, sulla quale sorge la stazione ferroviaria della linea proveniente da Budapest e sono sparpagliate le case e le ville di quella cittadina provvisoria che vien chiamata Kis-Komaron: «piccola Komaron». E1 stato un pomeriggio d'attesa, ma non agitato. Circolava infatti un senso di fiducia nelle prossime trattative, anche perchè diverse personalità cekoslovacche, fra cui il figlio del defunto presidente Masaryk, pronosticato anche a sua volta come futuro Presidente della repubblica, non avevan nascosto la loro approvazione per le rivendicazioni ungheresi. Una breve delusione è stata provocata al calar del sole, dall'annuncio che il treno proveniente da Praga con la delegazione cekoslo vacca avrebbe subito un notevole ritardo. Si prevedeva quindi che il convegno fissato per le sette di sera avrebbe dovuto essere riman dato d'un paio di ore probabilmente. Tuttavia, ad alimentare l'ottimismo, si constatava che gli ultimi ostacoli sbarranti il ponte che unisce la piccola alla grande Ko maron eran stati rimossi. Anche il servizio d'ordine non era preoccupante. Si scorgevano al di là del Danubio soltanto pochi militi di guardia. Comunque, era logico che l'impaziente aspettativa dei giornalisti (x quali avevan sperato di fotografare il passaggio della delegazione ungherese sul famoso disputato ponteJ, andasse alquanto delusa. Sarebbe infatti mancato il fattore principale del funzionamento degli obbiettivi: il sole. i primi diritti Benanche — a parte questo disappunto prodotto dal calar della notte, illuminata tuttavia da una splendida luna — tutto è proceduto normalmente. TI treno di Praga è giunto col ritardo previsto, ma senza incidenti. La delegazione ne è tosto discesa e si è notato che essa era composta esclusivamente di slovacchi, a cominciare dal presidente Tiso, primo ministro del nuovo Stato au tonomo slovacco. I membri erano i signori Durcsanszky e Parkany, ambedue ministri slovacchi, il capo gabinetto del Ministero degli Esteri Anton Strake e il generale Viest, L'incontro tra le due delegazioni è stato cordiale. Quindi esse sono scomparse nel dedalo di Komaron, per raggiungere li sede del convegno. Il primo risultato dell'incontro, pur consacrando in linea di massima il riconoscimento delle rivendicazioni ungheresi, ha lasciato intravvedere che, specialmente nella fissazione dei particolari. Una colonna ài prigionieri rosei catturati nazionali sul fronte dell'Ebro

Persone citate: Anton Strake, Janos Wettstein, Laszlo Pechy, Paolo Teleki, Tibor Pataki, Tiso

Luoghi citati: Budapest, Praga, Ungheria