La risonanza mondiale della terza riunione del Gran Consiglio di Curio Mortari

La risonanza mondiale della terza riunione del Gran Consiglio La risonanza mondiale della terza riunione del Gran Consiglio Roma, 10 ottobre. L'Informazione Diplomatica, nel suo numero odierno 22, pubblica la seguente nota : « Nei circoli responsabili romani si fa osservare che il rimpatrio di un forte contingente delle fanterie legionarie dalla Spagna ò stato predisposto, molto prima del Convegno di Monaco, dal generalissimo Franco, in pieno accordo con l'Italia. Si tratta di volontari che sono in Spagna dal gennaio-febbraio 1937, che hanno partecipato a tutte le sanguinose battaglie della guerra da Malaga a Santander, da Candesa a Barrakas e che, non potendo essere sostituiti, meritano il rimpatrio ora che le si possono favore di sorti della guerra ritenere decise a Franco. « Questo rimpatrio unilaterale di un contingente notévole di volontari italiani non è in rapporto con particolari condizioni di carattere politico internazionale e mediterraneo, come ò stato detto dalla solita male informata stampa di informazioni; ed essendo un rimpatrio unilaterale, non è nemmeno in relazione con le decisioni del Comitato di nonintervento, sulla cui attività, del resto, non si hanno che vaghe e piuttosto intermittenti notizie. « Indipendentemente dagli sviluppi delle relazioni italoinglesi, il rimpatrio ò sostan¬ ziale; e nei circoli responsabili romani si opina che potrebbe fornire alla Gran Bretagna l'occasione per dare esecuzione a quegli accordi del 16 aprile, giacenti ormai da troppi mesi negli archivi del Foreign Office. « Se questo accadrà, tanto meglio. « Nei circoli responsabili romani si ritiene che, effettuato questo non simbolico ma effettivo rimpatrio dei volontari, l'Italia non farà unilateralmente altro. Tutto ciò che si stampa sui patti mediterranei in gestazione è tendenzioso e prematuro e non fa avanzare di un passo la soluzione di alcuni ben determinati problemi ». e e o o l l i a e n o e a e l a r n ce o 2 a. II ritiro dei volontari nelle ripercussioni inglesi I colloquii Ciano-Perth e l'asse Roma-Berlino Londra, 10 ottobre. Il saluto del Gran Consiglio del Fascismo ai legionari che stanno per rientrare in patria dalla Spagna e l'ordine del giorno approvato dopo la discussione, sulla politica estera, sono stati commentatlssimi durante tutto il pomeriggio e nella serata domenicali nei circoli politici e giornalistici inglesi; e stamane essi prendono posto preminènte in tutti i giornali londinesi. Naturalmente le deliberazioni del Gran Consiglio sono messe in parallelo, per la prima parte con la serie di conversazioni fra il conte Ciano e Lord Perth per la ratifica dell'accordo firmato nell'aprile scorso tra l'Italia e la Gran Bretagna per la seconda parte con il discorso pronunciato ieri sera da Hitler a Saarbrucken. I primi commenti rilevano che la riaffermazione della solidità e solidarietà dell'Asse Roma-Berlino, costituisce il naturale corollario di quegli sviluppi politici che hanno preceduto e portato alla conferenza di Monaco. Una nuova era politica Il Daily Telegraph pubblica stamane una corrispondenza dalla Capitale italiana nella quale è detto che la cessione delle zone abitate dai Sudeti alla Germania, la giustizia per le popolazioni polacche e ungheresi che erano state per venti anni costrette a vivere nello Stato artificiale creato a Versaglia, la liquefazione della Piccola Intesa, costituiscono- dati di fatto che aprono una nuova Era politica in Europa sotto la guida dell'Italia e della Germania. II giornalista continua riferendo che d'ora in poi il Giappone sarà più strettamente legato a Roma e a Berlino, mentre Jugoslavia, Ungheria e Polonia stanno prendendo posizione più stretta che mai intorno all'Asse, riconoscendo questo come il più potente fattore della politica europea. Parlando del ritorno dei volontari, il citato giornalista scrive che nei circoli romani si ritiene che il ritiro dei legionari costituisca un sostanziale contributo per la risoluzione della clausola condizionale dell'accordo italo-britannico e che si aspetta che tale contributo sia apprezzato dall'opinione pubblica britannica e quindi si proceda al riconoscimento della sovranità italiana sull'Etiopia insieme agli altri ' patti contenuti nell'accordo. Non si può non rilevare che nella corrispondenza citata, si parla di apprezzamento da parte della « opinione pubblica britannica », non del governo di Londra: il che autorizza a supporre che questo governo abbia già apprezzato il contributo alla « sistemazione » della situazione in Spagna. Del resto già ieri rilevavamo che nei circoli britannici il comunicato di Salamanca veniva messo in relazione con la serie di colloqui tra 11 conte Ciano e Lord Perth, colloqui che si sono conclusi, secondo autorevoli informazioni di fonte britannica, in modo favorevole. Piuttosto, la domanda che conviene farci stamane, si riferisce all'epoca in cui il governo di Londra procederà al riconoscimento. Riteniamo che esso avverrà verso i primi giorni di novembre, epoca In cui i volontari da ritirare saranno, si conta qui, giunti ormai in Italia. Ma non è soltanto questa la ragione per cui si preferisce attendere qualche settimana: secondo informazioni che riteniamo esatte, il governo di Londra aspetta di potere per il primo novembre o poco dopo conoscere 1 risultato della missione del signor Humming, segretario del comitato per il non intervento, giunto oggi a Burgos. Con questi attesi risultati in una mano, e con la prova di collaborazione data ormai dall'Italia nell'altra, il governo intenderebbe dichiarare durante la sessione del parlamento, che si aprirà il primo novembre, che la famosa « sistemazione » in Spagna è cosa in atto. Hepomdeliacodavonifonoscandelepoto« tecusisovelapesumLDrKrenadppqpbnglinl'OtdfzEddfrcdtgmgdSstcLe solite manovre Quanto alle accoglienze che la. | stampa londinese ha fatto all'annuncio del ritiro delle truppe italiane, siamo di fronte alla solita manovra. Fra i quotidiani londinesi il News Chronicle, il Daily Herald e il Daily Telegraph non possono non riconoscere il peso materiale e il segno di buona fede internazionale offerti dall'Italia col ritiro dei volontari, ma dicono che l'annunciato ritiro non è da ritenersi sufficiente, che tali volontari appartengono a Divisioni di fanteria (in base a quali informazioni i citati giornali possano affermare questo, non si capisce) mentre si dovrebbero ritirare anche i volontari aviatori e quelli delle armi tecniche. Il Daily Telegraph pubblica stamane in proposito una nota nella quale è detto che l'annunciato rimpatrio « potrà non soddisfare tutti gli interessati » — fra gli interessati di cui il giornale difende gli interessi c'è Eden, e per conseguenza ci sono i rossi di Barcellona. Ma dove lo scrittore si dà stupidamente la zappa sui piedi o si infila la penna nell'occhio, è nel periodo successivo nel quale è testualmente detto: « Dopo tutto, le trup¬ pe italiane che saranno rimpatriate sono state tenute da molti mesi lontano dai fronti ». Prendiamo atto di questa dichiarazione e chiediamo allo scrittore del Daily Telegraph se può dire altrettanto delle brigate internazionali al servizio del compagno Negrin. Per contro i giornali conservatori — fatta eccezione, si capisce, per Io Yorkshire Post che non leggiamo da quando Eden è stato messo fuori dal governo e che speriamo non dover leggere mai — parlano dell'annunciato rimpatrio dei legionari italiani con viva soddisfazione come di un altro e decisivo passo per completare la distensione europea. Uno di quésti giornali accenna ad uno speciale protocollo che, secondo le sue informazioni, sarebbe già stato preparato per sanzionare l'esecutorietà piena e completa del patto italo-britannico, protocollo che — esso scrive — « metterà un nuovo suggello e sanzionerà un trionfo dei pacifici sforzi del Duce e del Primo Ministro britannico ». Lo stesso giornale subito dopo però avverte che tale protocollo non verrà firmato prima che Chamberlain abbia avuto occasione di comunicare al Parlamento la parte essenziale di esso. Un altro giornale, sotto il titolo i un trionfo della diplomazia », dopo aver parlato dei colloqui fra Ciano e Lord Perth, scrive doversi ritenere che quando l'annunciato ritiro dei legionari sarà completo e quando Barcellona avrà fatto altrettanto, si dovrà riconoscere il diritto di belligeranza a entrambe le parti in lotta. Forse il riconoscimento di questo diritto costituirà il ponte di passaggio per la « sistemazione » della guerra in Spagna in quanto detta sistemazione si riferisce agli accordi con l'Italia. Leo Rea esse potranno dilungarsi alquanto. Infatti la delegazione di Praga, pur stabilendo fin dal principio che due città di frontiera devono essere consegnate all'Ungheria, che le farà simbolicamente occupare dalle sue truppe, ha dichiarato che il documentario delle richieste di Budapest appariva assai voluminoso e richiedeva quindi un ponderato esame. La seconda seduta non potrebbe quindi avere inizio prima del pomeriggio di domani. Si nota, comunque, fin dalle prime battute che il convegno di Komaron non è stato sterile, quantunque si prospetti nei lavori una procedura piuttosto laboriosa. Si ritiene, cioè, che se la questione di massima, riguardante i territori occupati in maggioranza da ungheresi, potrà essere rapidamente risolta con il sistema annessionistico, più difficile sarà la questione dell'esatta delimitazione dei confini. Questo problema sarebbe, secondo il parere dei circoli bene informati, complicato dalla creazione del nuovo Stato autonomo slovacco; il quale vede a malincuore la cessione di certe zone meridionali, sopratutto a motivo della loro fertilità. Nè a risolvere queste complicazioni contribuirebbe Za composizione della delegazione di Praga i cui membri, come già accennavamo, sono tutti slovacchi. Ad ogni modo un buon auspicio c'è: il ponte di Komaron è stato valicato e i primi diritti della Nazione magiara sono stati riconosciuti. Curio Mortari.

Persone citate: Chamberlain, Ciano, Duce, Hitler, Leo Rea, Negrin