Crisi politica a Praga

Crisi politica a Praga Crisi politica a Praga jkovski La costituzione di un Governo di concentrazione nazionale cekotlovacca - rutena Praga, 4 ottobre. Mentre il processo di evacuazione ceka dalle provinole -etnicamente magiare — le cui città stanno ammantandosi di tricolori — procede lento ma sollecitato dalla sollevazione delle popolazioni, già cominciata ieri in molte zone, a Praga si comincia a mettere la testa a partito e a ragionare freddamente sul domani, ancora in tempo per evitare la paurosa minaccia dell'intromissione sovietica. Una decisione seria deve essere presa e i circoli politici lo sanno. L'opinione pubblica, al di sopra dei fugaci sentimenti di rancore, è cosciente che finisce uno stato di cose fittizio e che incomincia la vera realtà. Fatto si è che questa sera si parla con una insistenza degna di attenzione che il governo avrebbe già rassegnato le dimissioni e che queste verrebbero comunicate soltanto a mutamento del gabinetto avvenuto per non far subire nuove scosse all'edificio nazionale. Si parla anche sempre del probabile mutamento di persona alla testa dello Stato. Benes non è infatti in grado di poter conciliare la sua presenza con la politica che il nuovo governo prenderebbe come divisa e che ' sarebbe quella naturale di amicizia con Berlino e Roma: perchè tale politica giusta, necessaria e vitale per Praga possa realizzarsi, occorre un'mutamento radicale di uomini e di principii; bisogna che la Boemia si senta uno Stato nuovo, non più uno Stato vinto. Benes l'ancorerebbe, invece, a quel passato cekoslovacco del quale il nuovo paese dovrebbe evitare perfino di sentirsi erede. Frattanto si delinea il distacco progressivo dei varii elementi del mosaico masarykiano. Perfino l'unico ministro slovacco al governo, Czernak, il quale era stato qualificato un rinnegato dai suol connazionali, ha alzato il capo e ha dato 24 ore di tempo a Benes per decidersi ad affidare il potere esecutivo in Slovacchia a un uomo che dovrà essere designato da quel partito popolare. Si crede che Praga, quale che sia in realtà la sua situazione di governo, accetterà le ragionevoli condizioni ungheresi per l'inizio delle trattative che, a quanto sembra, dovrebbero svolgersi a Komaron, che per metà appartiene alla repubblica e per metà ajl'Ungheria. Le condizioni sono le seguenti: 1) scarcerazione immediata di tutti gli arrestati politici ungheresi; 2) immediata smobilitazione di tutti i militari di nazionalità ungherese; 3) creazione di reparti d'ordine e di sicurezza nei territori etnicamente magiari sotto il comando misto ungherese e ceko; 4) immediata occupazione, da parte delle truppe ungheresi, di due città o località di frontiera abitate da magiari quale simbolo della disposizione di Praga a cedere i territori pretesi dall'Ungheria. Si ha però l'impressione che 1 fatti stessi rispondano spontaneamente, seppure non dappertutto pacificamente, alle giuste richieste di Budapest. All'ultimo si conferma che il generale Sirovy, il quale in serata aveva rassegnato al Presidente della Repubblica le dimissioni dell'intero gabinetto, ha ricevuto il reincarico ed ha prontamente costituito il nuovo ministero. Questo comprende 4 slovacchi, un ruteno e tre generali. Complessivamente è formato da 14 ministri anziché di 18 come il precedente. Ecco come è composto il nuovo governo: presidente del consiglio e difesa nazionale, generale Sirovy; affari esteri Frantisek Chwalex ministro cekoslovacco - m z i d a Roma; interni, Jan Cerny; assistenza sociale, Peter Zencl, sindaco di Praga; ministro per la Slovacchia, dott. Sokol, del partito autonomista di padre Hlinka; poste e ferrovie, gen. Gajdos; lavori pubblici, gen. Husarek; finanze, Josef Kalfus; commercio, Imrich Karvas, giudice slovacco; unificazione, Vladimir Fajnor, slovacco; agricoltura Vladislav Fejerabend, capo dell'ufficio del controllo agrario; propaganda, Hugo Vavreka; ministro per la Rutenia, dott. Perkanj, uno dei consiglieri più fidati del dott. Benes. Il nuovo governo è considerato - ' più forte e rappresentativo di quelo Ilo precedente ed è definito negli - ambienti ufficiosi un gabinetto di 'ooncentrazone nazionale.