Fiori ed archi di trionfo alle avanguardie del Reich

Fiori ed archi di trionfo alle avanguardie del Reich Fiori ed archi di trionfo alle avanguardie del Reich ,(i>a uno dei nostri inviati) Asch, 1 ottobre. Era fatale che per questa nuova annessione le truppe tedesche dovessero muovere da quella stessa terra di Linz, che ha dato i natali al Fuhrer e che ha salutato, mesi or sono per prima, l'apparire delle colonne motorizzate del Reich, al momento dell'unione dell'Austria alla Germania. Ma non è soltanto di valore simbolico la scelta delia regione del Bohmerwald e del bacino dell'alta Moldava, cóme prima zona da occupare, in applicazione dell'accordo di Monaco. Non era infatti un mistero per alcuno che il concentramento di truppe operato in questi ultimi tempi dal Reich alle frontiere colla Cekosìovacchia aveva assunto un carattere particolarmente imponente nel settore danubiano, con lo scopo strategico ' preminente, nel caso di un intervento bellico inevitabile, di prendere di fianco come in una morsa, operando di conserva colle truppe che sarebbero entrate dal nord, i centri vitali del bacino boemo, Praga, B.mo e Pardupice. D'altra parte, l'idea di una occupazione della striscia montagnosa del Bohmerwald orientale, a cui appunto è stata limitata la prima zona, rispondeva — sempre dal punto di ; vista strategico —- ad una esigenza di ordine primordiale. Ore 0,30 del mattino Si trattava di eliminare qualsiasi possibile minaccia contro la linea di collegamento tra la Baviera e Vienna, m intieri a che avrebbe potuto essere agevolmente portata dall'esercito ceko, approfittando del fatto che dei due versanti del massiccio, quello bavarese, assai più dirupato di quello moldavo, pone in condizione di inferiorità i difensori contro gli eventuali invasori provenienti dal nord. Nello stesso ordine di ideepenetrando di sorpresa nell'alto bacino della Moldava, I tedeschi ssarebbero assicurati condizioni particolarmente favorevoli per il controllo strategico di tutta la piana centrale di Boemia. A tutte queste considerazioni è dunque da attribuirsi la genesi del fatto che l'intervento militare si sia venuto a stabilire proprio in questa regione, anziché in quella di EgerKarlsbad. Marienbad, la quale nella storia del movimento di Corrado Henlein appare un pocome la terra santa del popolo sindetico. Ore 0,30 del mattino del primo ettobre: le truppe dei tedeschi, che sono attestate da diverse settimane sulla linea Passau-Linz, sulla sinistra del Danubio, ricevono l'ordine di marciare, ed il maggior generale Ritter Von Lee.b. un ufficiale che si è distinto già nella grande guerra, si assume il comando di questa prima fase d'una azione destinata a rimanere storica. Già prima dell'alba le truppe sono in marcia verso la frontiera, quella che fra poco sarà la vecchia frontiera. Nonostante icarattere asperrimo del terreno e la necessità di avanzare con tutti servizi logistici e di sussistenza al gran completo, dato che si procede verso una regione dove \l saccheggio sistematico dei cekdeve aver lasciato ben poche cosetutti fanno a gara per portare apiù presto a termine la marcia dapproccio verso il territorio deSudeti. Le prime colonne varcano l'ex frontiera e penetrano nel territorio dei Sudeti, attraverso uno denumerosi valichi del Bohmerwaldtra He'fenberg e Finsterau, poco dopo il mezzodì. Il dispaccio che annuncia l'avvenimento è trasmesso immediatamente in tutta la Germania e viene diffuso coVe edizioni speciali dei giornali, accanto alla ìiotizia delle accoglienze trionfali fatte al Fiihrer al suo ritorno a Berlino, sollevando in tutta la nazione tedesca un indicibile sentimento di fierezza e de '.i:i8laswo. f'iirata precipitosa Di là, oltre la linea di separazione, dietro la quale fino a ierle truppe ceke montavano la guardia, gli ordini che sono statimpartiti da Praga per la ritirata, devono essere stati altrettanto urgenti: i posti di guardia dislocati lungo la frontiera, i piccolridotti fortificali sono stati evacuati in modo talmente precipitato che in qjialche località, come già nella cascina di Sorghof, occupata dai Corpi Franchi nel territorio di Eger nei giorni scorsi, degli ufficiali e dei militari ceki hanno dimenticato degli effetti personali. E' stato un eccezionale spettacolo, quello offerto da questa occupazione, la quale, seppure ha assunto un carattere pacifico per la rinuncia dei ceki a qualsiasi forma di resistenza, mantiene tutti gli aspetti di un'operazione bellica in grande stile, sia per l'imponenza degli effettivi e degli armamenti impegnati nell'azione, sia per il principio strategico che ha ispirato le direttive di marcia. Tra queste immense abetaie dei Bohmerwald, che per il loro carattere stremamente selvaggio, fanno pensare istintivamente alle grandi foreste che coprivano *i! nostro continente nei tempi primitivi, la sfilata delle truppe dèi Reich, tra le quali spiccano in prima linea le magnifiche formazioni delle truppe bavaresi di montagna, ha assunto aspetti degni di epopea e delle saghe nordiche*. Poi, varcate le creste sommitall del massiccio, al di là della murai glia scura dei boschi, ecco appa-i rire i primi villaggi, Wallemi centro famoso di sports invernali, Hohenfurth, che si stende colle] sue case bianche nell'ansa forma ta dalla Moldava all'uscita dal suo bacino superiore, Rosenberg, coronata da un imponente castello, mentre più lontano si indovina nella bruma Krummau e le sue cupole barocche, Krummau, che segna il punto limite di questa prima zona di occupazione. « Heil Hitler! » Che dire delle accoglienze di queste popolazioni? Bisogna pensare alle.ultime ore drammatiche da esse vissute sotto l'oppressione ceka, per rendersene conto. Non più tardi di ieri esse hanno creduto che i ceki stessero per prepararsi all'ultima disperata resistenza. Così a Unter-Moldau la gente che sapeva come il grande ponte sulla Moldava fosse da lungo tempo minato, ha visto con l'apprensione che ben si comprende, che un gruppo di soldati del genio stava lavorando affannosamente: si trattava però semplicemente di ritirare le cariche di ecrasite, e non di procedere ad una nuova vandalica opera di distruzione. Portata, a termine questa operazione, soldati, guardie rosse e impiegati della dogana ceki, lasciavano la città tra il più profondo silenzio della popolazione. « Mai come allora palpitarono forte i nostri cuori » ci dice un vegliardo, le cui gote sono rigate di lagrime, al vedere sfilare le belle truppe del Reich. Erano ormai le nove di sera. Non appena t'ultimo soldato di Praga fu sparito al di là della vecchia cinta fortificata, della città, le bandiere colla croce uncinata, da tempo nascoste nei cassettoni, erano issate nelle finestre. Spontaneamente la popolazione si adunarli nelle strade. Una gioia senza pari'è in tutti. L'ora della libertà è arrivata. Sulla via che dalla stazione di frontiera tedesca di Eigen scende per Unter-Moldau verso Krummau, non si vede più nessun soldato ceko, più nessun gendarme, più nessun milite delta cosidetta guardia di difesa dello Stato ceko. La popolazione aspetta di minuto in minuto l'arrivo delle truppe del Reich. L'alba sorprende la gente ancora nelle strade, tutta compresa da questo mistico senso di aspettazione. Dei messi, che erano corsi incontro alle truppe al di là della frontiera, ritornano, portando la notizia che le avanguardie del Reich giungeranno soltanto nelle prime ore del pomeriggio. La nuova attesa è impiegata dalla gente per raccogliere tutti i fiori che ancora adornano le pendici di montagna, per poi lanciarli sul passaggio delle truppe liberatrici. Degli archi di trionfo, fatti di rami di abete, sono innalzati all'entrata dei villaggi. E finalmente il momento tanto atteso arriva. Le truppe sfilano tra un tripudio indescrivibile. Le grida di Heil Hitler! Heil Hitler! dicono tutta la riconoscenza di questa gente per l'uomo che ha saputo forgiare la nuova grande Germania. I Corpi franchi Dalle rive del Danubio, dove abbiamo assistito, alla mateia trionfale delle truppe tedesche amiate verso la prima zona di occupazione prevista dagli accordi di Ma- nr(co, ima rapida traversata in aereo ci ha riportati nella regione dAsch, a tempo per l'appunto peassistere alla liberazione delle città di Eger e Franzensbad, che nonpiù tardi di tre giorni or sono avevamo guardato di le della lineadelle mitragliatrici ceke, come ad una posizione di difficile conquistaData la nota degli accordi di Monaco le truppe ceke, senza attendere sino al tre ottobre, data nella quale l'Egerland avrebbe dovuto essere occupato dalle truppe tedesche, hanno precipitosamente abbandonato In loro linea di difesa e si sono ripiegate al di là di Marienbad. Con loro sono partite anche la gendarmeria e la cosiddetta guardia di difesa dello Stato . ] 1 ! ' i ] mentre la guardia rossa, che nella notte scorsa aveva impegnato ancora un vivace fuoco di fucileria con i Corpi Franchi, dopo essersi vantata di saper contendere il terreno all'avversario anche da sola, si è dileguata nelle prime ore della mattinata d'oggi, quando ha visto che i Corpi Franchi erano in procinto di effettuare un balzo in avanti: I profughi tornano Dato che gran parie della popolazione di Eger era fuggita in Germania e che molti altri erano stati internati in queste ultime settimane dai ceki, la città non I j ì\, ■.I i ' , ha potuto offrire ai suoi liberatori che un viso forzatamente desolato. Immediatamente però al seguito dei Corpi Franchi centinaia e centinaia di abitanti di Eger che si erano rifugiati ad Asch, tornavano alle loro abitazioni e grazie a loro in poche ore Eger è andata assumendo un aspetto festoso, apparendo fiorita di migliaia e mi; gliaia di band'ere. Nella stessa mattinata veniva pure liberata Franzensbad, evacitata nella notte scorsa dalle truppe ceke e dalla gendarmeria dipendente da Praga. Tutta la strada da Franzensbad ad Eger appare ancora coperta dai resti delle barricate e dai tronchi d'albero che erano stati piazzati da' ceki. In molti punti la strada è rotta ed Eger e Franzensbad sono irraggiungibili in macchinò. Tut tavia ì Corpi Franchi si sono aperta attraverso i eampi una vialungo la quale gli autocarri /lanno immediatamente portato ad Eger diverse compagnie di solda- ti. Con il sorriso di gioia sulle lab bra e con lacrime di commozioneagli occhi, le donne e le ragazze sono nelle strade a gettar fiori ai iniliti de: Corpi Franchi, al seguito dei quali stanno tornando nel •astretto di Eger ìe ventimila persone che s'erano rifugiate nella vicina zona di Asch ed in Germania. Guido TonePa

Persone citate: Eigen, Heil, Heil Hitler, Hitler, Linz, Ritter Von, Rosenberg