L'Asse Roma Berlino strumento poderoso di pace di Giuseppe Piazza

L'Asse Roma Berlino strumento poderoso di pace L'Asse Roma Berlino strumento poderoso di pace Berlino, 30 settembre. L'ondata di giubilo per la libe razione sudetica, che gonfia irre sistibilmente da poche ore appe na, dopo la storica nottata di Mo naco, il cuore della Nazione, si prepara a invadere già dalla mezzanotte imminente 11 suolo ago» gnato, bagnato fino a ieri dal sangue di una via cruols ventenne. Ma essa è già sospinta e si direbbe superata, da un'altra ondata di un entusiasmo, se possibile, ancora più vasto se non maggiore, ^perchè comprende e assorbe in se fil primo: l'ondata cioè di giubilo per la nascita, della nuova Europa. Liberazione europea Sono trascorse appena poche ere dal momento in cui le quattro grandi firme sono state apposte sotto l'accordo di Monaco per la questione cekoslovacca, che già i benefici effetti di esso, per un rinnovamento d'Europa, che superano la portata specifica dell'ac cordo stesso, si fanno sentire, anzi si rivelano senz'altro come la espressione prepotente di un bisogno collettivo- troppo tempo compresso e tenuto indietro da artificiose barriere, da malintesi, e da malaugurati ostacoli che ap paiono d'un tratto a terra abbat tuti. E la stampa tedesca, che si aspettava probabilmente fino a ieri di poter parlare all'alba fatale di questo primo ottobre uni|camente di liberazione sudetica, e ^ahimè, a costo di chissà quanto «angue e forse di una catastrofe Sgenerale, parla invece oggi imàprowisamente anche di « liberaazione europea», e scrive che la nuova Europa è nata dalle doglie crudeli e dalla settimana di passione della crisi sudetica. C'è in tutto ciò un pensiero e una logica storica inappuntabile: nel nodo assurdo e artificioso dell'in naturale Stato cekoslovacco erano state, alla fine, concluse e affidate le chiavi di volta dell'Euroversaglista, che dovevano in eerno mantenere uno stato d'oppressione e di ostilità europea alpi lunga intollerabile, e quell'asurdo nodo statale e sociale aveva sercitato per venti anni necessa'riamente la sua maligna funzione di centro infettivo d'Europa, fino allo sprigionamento del veleno distruttore dei Patti sovietici; ma l'Europa, che è evidentemente ancora un corpo sano, alla fine ha reagito, e la reazione di sanità è cominciata dalla circostante Germania e dall'amica Italia, per estendersi poi — sia pure con spiegabili difficoltà e travagli interni — che hanno ritardato il processo — alle due Potenze occidentali. Ed ecco che a un tratto, fatalmente quell'assurdo nodo si discioglie, e dall'innaturale intrigo dei suoi legami infidi nascono e si delineano gli accordi di garenzia e di fiducia che potranno e dovranno riorganizzare il continente. La stampa tedesca notava giorni or sono come già l'accettazione da parte di Chamberlain, d'intesa con Daladier, di portare nientemeno che l'ultimatum tedesco a Praga con l'implicito assenso alla rinnovazione dello Stato versaglista, fosse già un primo segno evidente che una Europa nuova era nata. Ma a quel momento ancora, nell'accesso della febbre della crisi, l'Europa stessa non aveva piena coscienza del fatto, e questa coscienza è stata raggiunta appieno soltanto a Monaco. Se si pensa un momento alla grandezza di tale risultato — se l'avvenire dovesse, come è sperabile, pienamente confermarlo — non si potrà non concludere che valeva la pena per esso di una crisi cosi dolorosa ed acuta come essa è stata, e apparirà anche spiegabile come una tale crisi abbia necessariamente dovuto raggiungere un tal punto estremo di rischio. La politica dell'Asse La stampa tedesca unanime constata giustamente oggi come questo risultato si debba anzitutto alla politica dell'Asse. E' questa infatti la maggiore constatazione politica di portata europea che dev'essere fatta. E se in quello che i giornali — guardando indietro alla cupa situazione di appena ventiquattro ore or sono — chiamano il « miracolo di Monaco » — essi possono vedere l'atto di ne.scita della nuova Europa patrocinato e steso dai «Quattro grandi» a cui spetta per natura la responsabilità direttiva dei destini europei, non si può a meno di Intrawedere in ciò, proprio sulla soglia della nuova Europa, la conferma di'una delle massime antiveggenze mussoliniane. E' perciò che le espressioni di gratitudine dell'opinione tedesca si levano da tutti 1 giornali anzitutto per il Fuhrer insieme con il Duce, che vengono considerati come i due massimi artefici dello storico evento; ed esse si levano anche verso il sig. Chamberlain, i cui sforzi tenaci dell'ultima fase hanno assunto il carattere d'un apostolato; e molto rilevate sono anche da tutta la stampa le nc.T equivoche aspresaioni di simpatia che la fol¬ la monacense ha tributato al combattente Daladier. La stampa del Reich che ha ampiamente rilevato la cordialità dei contatti fra Mussolini e Chamberlain a Monaco, e che ha messo in rilièvo il parallelismo dell'azione di pace dei due grandi Uomini di Stato, si augura vasti sviluppi europei dalla storica giornata di Monaco. ^ « Il successo è già qui — scrive la Deutsche Allgemeine Zeitung — e i Quattro uomini che oggi si sono separati rimangono però ancora uniti insieme dal loro stesso successo. 'Un insuccesso avrebbe stabilito che l'Europa non sarebbe più capace di accordi e di soluzioni, 11 che sarebbe equivalso alla abdicazione dell'Europa ». Il giornale vede poi, come il resto della stampa, un segno dell'intesa e della ferma decisione delle quattro Potenze di continuare a collaborare, nel fatto dell'appuntamento datosi a tre mesi per il caso che Ungheria e Polonia non riuscissero a risolvere da loro le loro divergenze con la Cecoslovacchia. « L'appuntamento — cosi dice ancora il giornaTie or ora citato — crea un altro precedente e dimostra quanto decise siano le quattro Potenze a fare della loro politica collaborativa uno strumento della pace d'Europa». Collaborazioni future Viene pubblicata infine la dichiarazione che Daladier ha fatto in giornata ad un rappresentante dell'Agenzia ufficiosa del Reich D. N. B.: « Io credo fermamente — cosi ha detto il Presidente francese — che Monaco possa costituire una data storica per l'Europa. Ho potuto vedere io stesso di persona e constatare il fatto che il popolo tedesco non nutre nè astio nè ini. miclzla per la Francia, e posso as< slcurare che nemmeno il popolo francese nutre alcun sentimento di avversione per là Germania. Sono convinto che i due popoli debbono arrivare a una intesa ». La Boersen Zeitung infine, rilevando l'opera essenziale decisiva del Duce con il Suo intervento a) momento decisivo, scrive che: «Nell'iniziativa e nel personale intervento del Duce ha avuto una espressione indimenticabile la Sua amicizia per la Germania. L'incontro di Monaco — continua il giornale — ha costituito un altro ferreo frammento dell'Asse RomaBerlino. Esso peraltro non avrebbe potuto assumere l'importanza grandiosa che ha assunto come strumento della pace europea, se anche il Primo Ministro britanni, co Chamberlain e il Presidente francese signor Daladier non vi si fossero prestati con tanto spirito di responsabilità e di consapevolezza; accanto ad essi hanno an che collaborato attivamente all'opera il Conte Ciano e il Ministro Von Ribbentrop, i cui nomi anche rimarranno scritti nel libro dello storia europea». Allo scoccare preciso della mezzanotte di oggi comincierà il movimento di occupazione dei territori sudetici. A Berlino intanto si è riunita in serata e continua a lavorare, mentre telefoniamo, la Commissione internazionale prevista dall'accordo, che è formata dal tre Ambasciatori d'Italia, di Francia e di Inghilterra, dal Segretario di Stato alla W^ilhelmstrasse, e dall'inviato cèkoslovscco a Berlino; e, sì è occupata delle modalità di sgombero della prima e della seconda zona. Domani il Fuhrer farà ritorno a Berlino, dove . gli si preparano grandiose accoglienze. Giuseppe Piazza