Chamberlain ha compreso che la pace passava da Roma

Chamberlain ha compreso che la pace passava da Roma Chamberlain ha compreso che la pace passava da Roma A Parigi il partito della guerra non si rassegna ancora e si agita Parigi, 29 settembre. In attesa dei primi echi della Conferenza dei quattro la cronaca della giornata parigina si concentra anche oggi intorno alle manifestazioni dell'ondata di speranza che da ieri sera si è rovesciata sulla capitale ricoprendo miracolosamente l'angoscia del giorni scorsi. Intervento provvidenziale L'intervento provvidenziale di Mussolini è salutato con emozione dalla maggioranza del giornali. Il Petit Parisien scrive che « la parte inattesa, pacificatrice, sostenuta da Mussolini, nel dramma odierno, merita di essere segnalata come l'azione di un uomo d! Stato di grande statura e di un buon europeo >. Secondo l'Action francaise Chamberlain ha avuto il grande merito di comprendere che. la pace passava da Roma. « Come nel 1934 un semplice quos ego di Roma era bastato a salvare l'Austria, nel 1938 la presenza e la parola romane possono salvare la pace. Il Premier inglese è riuscito nell'impresa meravigliosa di fare applaudire il Capo de) Fasci romani, dai Comuni di Inghilterra ». Il Journal des Débats riconosce che al momento attuale « molto dipende dall'azione di Mussolini » Il Temps è più sobrio, e quasi per evitare eventuali gelosie, bada a stabilire un rigoroso bilancio fra le benemerenze del Duce e quelle di Chamberlain, di Roosevelt e di Daladier. Ma, in generale, ad eccezione dell'Humanité, dell'Oeuvre, dell'Epoque, e dell.Ordre ossia dei giannizzeri di Mósca, 11 tono della stampa è caloroso, e lo si avverte anche dalla semplice esposizione dei titoli e dei servizi telefonici. Siamo alla luna di miele e persino Blum, sul Populaire, pur deplorando che non sia stata indetta una conferenza fra molte Potenze, secondo il consiglio di Roosevelt, si spinge a scrivere che « la coscienza universale esige che le conversazioni continuino perchè la ragione non potrebbe concepire nè tollerare che un accordo equo ed onorevole non fosse realizzabile circa i metodi di esecuzione quando è già stato raggiunto circa i principii. « L'incontro di Monaco, conclude liricamente il Capo del socialisti francesi, è una bracciata di legna gettata nel fuoco sacro della pace nel momento in cui la fiamma cadeva e minacciava di spegnersi ». Anche la «Grande loggia di Francia » facendo seguito al Grande Oriente, pubblica un appello alla pace in nome della civiltà europea. I socialisti discordi Senza attardarsi oltre su manifestazioni che hanno ormai carattere retrospettivo, notiamo che in seno al gruppo socialista della Camera gli eventi delle ultime ventiquattro ore hanno prodotto talune divergenze. Faure si rallegra che la pace sia stata salvata; Grumbach, Zyromski. Moch e gli altri ebreo filosovietici si uniscono al Peri dell'Humanité ed alle Tabouls dell'Oeuvre per trarre ) peggiori auspici dall' accaduto. Flandin, che è riuscito oggi a ri* pubblicare il proprio appello alla pace sul giornale di Doriot ha presentato un'interpellanza per protestare contro 11 sequestro di ieri, che dichiara Illegale. Ma Sarraut, ha recidivato, stamani, facendo sequestrare l'Action Fran- jcafse per avere stampato in prl ma pagina la parodia dì una atro |fa dell'c Internazionale », invltan ' te gli eroi a dedicare le loro prime ■ pallottole a Mandel, Blum e Rey jnaud. I H senatore Bérenger è stato ri- cevuto da Bonnet e si è recato quindi a presiedere la riunione della Commissione degli Esteri del Senato che ha avuto luogo oggi Invece di domani, dato l'interesse eccezionale della situazione determinata dall'intervento di Mussolini. Il senatore Lemery chiede sulj Jour la riunione del consiglio su-j periore della difesa nazionale per mettere in chiaro certe questioni e retroscena, sopratutto la solidarietà effettiva o meno dei membri del governo. Queste precauzioni del parlamentari nazionali sembrano tutt'altro che inopportune malgrado il miglioramento della situazione. Gli Intrighi fra le quinte continuano da parte di noti bellicisti ad oltranza e sarà bene vigilare. Kerillls all'annunzio del convegno di Monaco avrebbe esclamato in tono inconsolabile: « Avremo dunque mobilitato 38 divisioni per niente? ». Un socialista ebreo redattore del Populaire avrebbe esclamato: «E' tutto un ricatto per ricondurci al patto a quattro ». L'Humanité dal canto suo domanda anche oggi sfrontatamente l'arresto, di Flandin. Il furore del vinti insomma è più rabbioso che mai e, appoggiato quale è dal furore di Mosca e di Praga, può fare ancora molto male. In quanto alle previsioni sulla conferenza di Monaco, nulla sin qui di notevole da raccogliere; tutto quel.o che si può dire è che, secondo il convincimento generale, dopo avere appianato il problema cekoslovacco, i Quattro si occuperanno almeno sommariamente delle gravi questioni europee in sospeso. Si attribuisce a questo riguardo a Mussolini un programma minuziosamente preparato, e Paris Soir osserva che i Quattro uomini di Monaco sanno che il loro incontro deve segnare la fine o il principio della pace e che bisognerà affrontare e risolvere tutti i. problemi all'ordine del giorno. Sarebbe infatti difficile ritrovare un'occasione simile se questa dovesse andare per- duta. C. P.