AL VARCO DI BERG runico rimasto aperto

AL VARCO DI BERG runico rimasto aperto AL VARCO DI BERG l'unico rimasto aperto Quel che succede nella repubblica di Benes Kggjcj imposto a Sirovy come capo dell'esercito i a a l a o i (Da uno dei nostri inviati) Bratislava, 27 settembre. Da oggi, il varco dì Berg presso Bratislava è l'unica uscita che rimanga a coloro che abbandonano la Cekoslovaechia, ormai in preda ai movimenti e alle convulsioni della mobilitazione generale. Tutti gli altri varchi di frontiera sono chiusi: verso la Polonia e verso l'Ungheria, verso la Romania e verso la Germania. Ho visto stamane arrivare alla stazione bianco-rossa di Berg una automobile infangata e carica di bagagli. Il conduttore mi ha detto che aveva viaggiato tutto un giorno e tutta una notte come un pazzo, per il territorio cekoalovacco, cercando un'uscita. L'aveva trovata, finalmente, in questa zona. Una clausola ignorata Bratislava"! Il suo panorama, che dalla collina sembra quasi specchiarsi nel Danubio sottostante, è preso dì mira oggi dai binocoli degli ufficiali germanici, ritti al di là della frontiera. Ma questi ufficiali, dalle irreprensibili uniformi verde cupo, non portano ancora l'elmetto, segno di guerra. Nessun indice di mobilitazione si nota sul territorio del Reich, mentre invece, un centinaio di metri più in là, c'è un quadruplice ordine di reticolati e di cavalli di Frisia, attraversati dalla corrente elettrica, che i cekoslovacchi hanno disposta. E si notano operai che scavano accanitamente trincee, e sì scorge tra una cortina di alberi la mole cementata di un blockhaus. La psicosi di guerra invade veramente la Cekoslovaechia. Le notizie che portano oggi i profughi dalle varie regioni, concordano nel constatare i febbrili preparativi militari in tutta la repubblica. Bisogna notare che questo pezzo di temtorio cekoslovacco, che si spinge al di qua del Danubio, costituisce una vera testa di ponte minacciosa e offensiva, una spina ficcata nel territorio del Reich. C'è di più: per il trattato del Trianon, una delle tante appendici cartacee del disgraziato trattato di Versaillea, questo territorio transdanubiano non dovrebbe essere armato o, comun¬ qinrd que, organizzato militarmente. Il governo cekoslovacco finge di ignorare questa clausola. Attraverso il varco di Berg, nella mattinata continuano ad arrivare gruppi di profughi stranieri, fra cui parecchi italiani, ricevitti dal Segretario del Fascio di Vienna. Sono stati notati nell'esodo anche i membri della Legazione cinese a Praga. Un servizio per i bagagli è stato oggi organizzato dalle autorità germaniche di frontiera. Adolescenti della « Gioventù hitleriana » portano con carrettini speciali i bagagli dei profughi, sino al convoglio della ferrovia elettrica, la quale sta in attesa davanti alla stazione. Il Gasthaus, cioè il ristorante, offre gratuitamente bevande e cibi. Bi tratta veramente d'uno squisito atto di ospitalità, tanto più apprezzabile da parte di gente che giunge stanca e angosciata, dopo una notte di treno e di automobile, avendo lasciato in furia le proprie case, i propri negozi e talvolta i propri parenti. Non è la mobilitazione a cacciare questi uomini, queste donne, questi bambini e questi vecchi. Ma lo spettro rosso del bolscevismo, che già traspare attraverso questi preparativi di guerra. L'Incubo posso Le notizie di oggi da Praga, sembrerebbero tuttavia indicare che una preoccupazione, da parte delle destre cekoslovacche, già comincia a rivelarsi. Gii emissari dei Soviety, sparsi ormai nell'esercito e nella popolazione, meditano forse di fare della Cekoslovaechia una nuova Spagna rossat La notizia della nomina del generale Kreìcj a capo dell'esercito cekoslovacco, non sembra un piacere fatto espressamente al generale Birovy, presidente del Consiglio dei Ministri. Kreicj viene da una coltura e da una tradizione miiitare; Sirovy è, invece, il generale d'avventura, salito attraverso l maneggi politici e le sue gesta più o meno siberiane. Kreicj è un uomo di destra; Sirovy è l'uomo che tradì l'ammiraglio Kolciak e lo conaegnò alle bande aovietiche: cioè un sinistro. La notizia tuttavia più allarmante di oggi è quella comunicata dalla radio idi Praga, che avverte tutte le madVi di portare in tempo i propri figli fuori della capitale, in campajtfna. Una cosa è certa: che nel territorio della repubblica cekoslowacca c'è ormai quella sensazione , d'incubo che gli arrembatori del bolscevismo vogliono portare nei\paesi in cui la loro'infiltrazione te potuto compiersi. Verso mezzogiorno ai \dHffonde alla frontiera la notizia elèe il varco di Berg verrà chiuso. Co\n quale affanno i profughi che sano an> co\a lungo la atrada, arrancano trascinando i loro bagagli!] Ma le dodici passano e la misura\ estrema — che preannuncierebhe senz'altro la guerra — non vietne attuata. In questa zona si possono calcare tre paesi diversi; la^tpekcslovacchia, il Reich e VUngSneria. Proviamo, facendo qualche {Chilometro In più, a penetrare net territorio magiaro e a costeggiare il confine da questa parte. Si tratta d'una specie di itinerario semicircolare, che ha per perno, laggiù il castello e il panorama di Bratislava. Ecco il paesaggio ungherese, vasto e chiaro, con la sua patetica intonazione agreate. Casette a un plano, grandi cumuli di fieno e di paglia, carretti tirati da •cavalli snelli e nervosi. Ma anche*Jtra questi aspetti g-eorgici, il vaMo della guerra comincia ad apparire. Si vedono colonne di oiovoni soldati che passano cantando. Sono consoni d'amore e di guerra, profumate di giovinezza: sembrano maturate al sole della granite estate; fanno pensare ai cavalieri della puzta e agli eroi magiari del quarantotto. L'Ungheria è in armi; l'Ungheria sente giungere il momento deU la giustizia e vuol riavere quel che\ fu suo. Bratislava, la Preaburgo dell'an-teguerra, non è stata sempre unacittà ungherese? E il territorio che le sta Intorno, non fu sempre unito al Regno di Santo Stefano ? L'Ungheria, laboriosa, e povera non può certo vestire i suoi addati con il lusso ostentato dei soldati di. Praga, ma gli ungheresi sono veri combattenti, fra i migliori del mondo. Anche se il pan- \ no delle loro uniformi non è uscito dai telai nord-americani, essi hanno pure un fucile e le munizioni che occorrono per non lasciarlo -muto. Baionette nella schiena Mentre ci avviciniamo alle rive del Danubio, due « cendur » (che significa <t guardie del silenzio i>) dal vecchio e pittoresco cappello turo a piume di gallo, ci salutano. Sembrano staccati da una stampa del tempo di Kossuth. Ma ora non è tempo per divagazioni coloriste. Le due guardie, che imbracciano il moschetto, ci raccontano che sono state fermate sul « fiume blu » alcune chiatte dall'apparenza' sospetta. Rovistato lo strato di cereali e di fieni, sono stati trovati carichi di armi e di munizioni. Provenienza: la Romania. Una provenienza sospetta, perchè è attraverso il territorio romeno che il transito dei sovietici è più attivo. Le guardie dalle penne di gallo debbono ora raddoppiare la loro vigilanza. La frontiera fra Cekoslovaechia e Ungheria è turbata e talvolta insanguinata da incidenti. Gli ungheresi chiamati dalla mobiiitasione generale a combattere per una causa che non è la loro, tentano di passare II confine alla spicciolata o In gruppi. Nel villaggio di Helemba, due giovani ungheresi che cercavano di raggiungere il confine per tornare nella loro Patria d'origine sono state inseguite e raggiunte da gendarmi cekoslovacchi, che hanno piantato loro le baionette nella schiena. E' stata una scena atroce. Dal territorio ungherése le guardie udivano le grida dei loro fratelli agonizzanti e non potevano aiutarti. Più fortunati sono stati stanotte centosessàMtadue unofteresi, richiamati alle armi dalla Cekoslovaechia che nella zona di Pereczsuranl sono riusciti, nonostante la sparatoria dei gendarWmi, a passare la frontiera. Nella pona con/inaria di Ipolysay, due fsoldati d'origine sudetica. sono riusciti a varcare il confine ungherese, conducendo due camions con mitragliatrici e munizioni. Da un treno carico di richiamati sZovaccM, preaao la frontiera ungherese, sano partite grida di questo genere: iNon apareremo contro di vo\i, ungheresi». B cantavano gli intli magiari. • Processo dissolutolo Queste notizie sono sintomatiche»; esse denunciano un processo di dVlsgregazione che è soltanto alVinizilo di questa mobilitazione generale cekoslovacca, ma potrebbe anche accelerare nei prossimi giorni ì\suoi tempi. Importante è, invece, in questo senso la notizia che il quaranta per cento dei ruteni della, regione sub-carpatica chiar matti alie armi sono fuggiti verso le montagne per. sottrarsi all'obbligo i delle armi., Secondo notizie da Cemovitz, alcuni riservisti subcarpatici hanno perfino usato le armi \e ucciso due gendarmi che cercavano di arrestarli. Parimenti al processo dissolutorio, porta il suo contributo lo spirito sovversivo e dinamitardo. I comunisti di Bratislava hanno tentato infatti stanotte di far saltare il gazometro. Sov.o stati scoperti in tempo dalla gendarmeria. Odo, ifientre mi riferiscono queste notizie, venire dalle alture del fiume ut» canto strano e ritmato. Sono i soldati ungheresi che bivaccano, vigilano e attendono il loro giorno... Curio Mortari La frontiera ceko-tedesca tra Barenstein e Weipert in pieno abitato

Persone citate: Benes Kggjcj, Berg, Curio Mortari, Frisia, Kossuth