Hitler respinge su Praga la responsabilità di più gravi eventi

Hitler respinge su Praga la responsabilità di più gravi eventi Hitler respinge su Praga la responsabilità di più gravi eventi ILa stampa tedesca riafferma che il discorso allo Sportpalasti|è un documento di pace - Un'accusa di incomprensione Berlino, 27 settembre. La risposta al messaggio di Chamberlain è stata data stamane. Il Fuhrer ha consegnato il documento a sir Wilson, che nelle primissime ore del pomeriggio è ripartito in aereo per Londra. All'udienza, durata circa 40 minuti, hanno assistito in un secondo tem-po anche Goebbels, Goering e vonRibbentrop. L'inviato di Chamber-lain era accompagnato dall'Amba-sciatore Henderson, il quale piùtardi ha avuto un lungo colloquiocol Sottosegretario di Stato agliEsteri von Weizsaecker. La risposta a Roosevelt Fino a stasera, qui il fatto saliente della giornata è la risposta del Fiihrer al telegramma di Roosevelt. Il documento non contie-ne sostanzialmente nulla di_ nuovo.Il tono è molto sereno e deferente, ma fermo e rigidissimo. Hitler dichiara di apprezzare altamente le nobili intenzioni che hanno suggerito al Presidente degli Stati Uniti 11 suo appello e dì condividere in pieno 1 pensieri ivi formulati circa le conseguenze di una guerra europea « Appunto per questo — prose- gue il Fuhrer — io posso e debbo cSgdeer.ePoof5o assytWuS Governo per f eventualità che ulte- rlori sviluppi dovessero provoca- re, contrariamente a tutti gli sfor-zi da me compiuti finora, lo scop- pio di un conflitto». li FUhrer ricorda quindi i pre-cedenti del problema sudetico. Nel1918, il popolo tedesco depose le armi nella ferma fiducia che lapace coi suoi avversari avrebbe realizzato i principi ideali solenne- mente proclamati a tale riguar- do dal Presidente Wilson, e altret-tanto solennemente e impegnativa-mente accettati dalle potenze bel-llgeranti. Mai nella Storia la fidu-cia di un popolo è stata cosi igno-miniosamente delusa come allora, Le condizioni di pace imposte aipopoli vinti non hanno tenuto al- cun conto delle promesse fatte; hanno creato,, anzi, in Europa, una situazione per là-quale le nazioni vinte, private, di qualsiasi diritto, erano diventate altrettanti paria in una situazione che qualunquepersona di buon senso deve rico-noscere insostenibile. Uno dei punti in cui il carattere dei trattati di pace si rivela in forma più vistosa, è la creazionedello Stato cekoslovacco e la de-limitazione delle sue frontiere av-venuta senza riguardo alcuno alla storia e alle nazionalità. Nel nuovo Stato fu compreso anche il territorio sudetico, ad onta che esso fosse sempre stato un paese tedesco e che dopo la distruzione della monarchia austro-ungarica i suoi abitanti avessero unanime-mente proclamato la loro volontà di entrare a far parte del Reich, Situazione che deve finire Il diritto di autodecisione after- mato da. P-'^e^ fondamentale base della vita de popoli fu semplicemente negato a. Tedeschi dei Sudeti. Non solo, mai trattati del 1919 imposero allo Stato cekoslovacco determinati e precuìi doveri nei riguardi della popolazione tedesca. Fin dal prin- cip.o. questi doveri non furono mai mantenuti. La Società delle Na- zioni nulla ha saputo fare in prò-posito, e da allora la terra sudetica si trovò impegnata in una dura lotta per la conservazione dellasua coscienza nazionale-tedesca. E' evidente che a seguito del po-testamento della Germania e del- 1 avvenuta annessione dell Austria, le aspirazioni dei Sudetici doves-sero riprendere novello vigore. Ad onta del leale atteggiamento del Partito sudetico, il conflitto con Praga si fece sempre più aspro e apparve sempre più chiaro cheil Governo cekoslovacco non vole- va riconoscere ai sudetici i diritti più elementari. La situazione in Cekoslovacchia è diventata cosi nelle ultime set- Umane assolutamente insopporta- bile. Un regime di persecuzione e di oppressione politica ed eco-nemica ha fatto piombare il po- polo sudetico in una miseria ^za nome. Il Fuhrer documenta que-sta situazione con cifre e dati di fatto, e cosi prosegue: « Questi i fatti che nel mio di- scorso di Norlnberga mi hanno costretto a proclamare che tale si- tuazione doveva avere fine e cheove non fosse stato altrimenti pos- compiere risolvere la questione in via paci fica, ho formulato concrete prò poste nel noto memoriale rimesso al Primo Ministro britannico. Invlsta del dichiarato consenso da parte di Praga di cedere le terre sudetiche al Reich le mie proposte non mirano che ad attuare una ra- pida e sicura applicazione di tale consenso. Io sono fermamente convinto che se Ella, signor Pre- Bidente, tiene presenti gli sviluppi del problema sudetico dagli inizi ad oggi, dovrà riconoscere che da parte della Germania non sono cer- to mancate nè la pazienza nè lasincera buona volontà di una pa-cifica intenzione. Non è certo col- pa della Germania se esiste un problema sudetico che ha dato ori- gine alla presente insostenibile si-tuazione. Le terribili condizioni del popolo sudetico non consento-widi"nTVÌare ^tK»i?fni?nte, r s0' luzione. Le possibilità di realizza- un regolamento nartifìrn snnn ie un regolamento pacifico sono esaurite con le proposte contenute nel memoriale tedesco. Non al Go- verno di Berlino, bensì a quello drPraga. spetta ora decidere se vuole Occupandosi del discorso di ieri sera, la stampa afferma che ieri il Fuhrer ha detto l'ultima parola, L'ha detta a nome dei 75 milioni di tedeschi i qi;>: ; - nessuno de-ve metterlo in dubbio — sono fer-inissimamente decisi di prendersi la pace o la guerra ». Benes deve scegliere con le armi ciò che la folle politica di FiNjga si ostina a non voler consegnare. Il ln ottobre le truppe germaniche penetreranno nelle terre sudetiche in ogni caso, sin cioè che Benes si sia deciso a sgomberare la zona stabilita nella cartina unita al memoriale tede- abbia deciso di buttarsi allo sba raglio. Benes — anche questo nes suno deve metterlo in dubbio — ha il triste vanto di avere nelle mani le sorti della pace e con ciò dell'Europa. Da lui dipende se questa svolta decisiva della storia sarà superata, secondo quelli che sono i voti sinceri di tutti i tedeschi. Immane è la responsabilità di Benes, ma non meno grave è quella delle Potenze occidentali, le quali dovrebbero seriamente meditare sulle parole inequivocabili sia che quella folle politica pronunciate da Hitler. Incoraggia re anche passivamente il Governo di Praga, significa voler scatenare ad ogni costo un conflitto, le cui conseguenze potrebbero essere catastrofiche. La « Koelnische Zeitung » rileva che il FUhrer ha fatto una dichiarazione di capitale importanza, la quale dovrebbe distruggere di col ancrie certe riserve mentali di uomini che come chamberlain. *t° p- ,0'™^°« vedere f giudicare le cose con occhio reaistico. Egli ha detto che questa è l'ultima rivendicazione territoriale del Reich, il quale compie con ciò una rinuncia definitiva ve¬ ramente enorme. Per convincersi, basta dare un'occhiata alla carta geografica. Nessuno può mettere n dubbio la parola del FUhrer che, non sarà mai ripetuto abbastanza, ha parlato anche ieri a nome di tutto il popolo tedesco. Ad ogni modo, è bene si sappia che il Reich è pronto ad ogni eventualità. Non si dovrà perdere di vista che qualora una coalizione si tormasse contro i regimi autoritari, a Germania non sarebbe certo soa. Quali siano i sentimenti del FUhrer e di tutto il suo popolo verso il Duce e il popolo italiano lo stanno dimostrando le indescrivibili dimostrazioni di entusiasmo a cui le parole di Hitler hanno dato uogo, « Un DIOCCO SO'IO » Non erano solo i ventimila adunati al Palazzo degli Sport, ma milioni e milioni di Tedeschi che ascoltavano attraverso la radio tedesca il loro Capo. Quell'invoca zione «.Duce! Duce! Duce!», lanciata nell'immensa sala, era ripetuta in quel momento da tutta la Nazione germanica. Questo grido deve aver fatto capire a certi ilusi di oltre Reno e di oltre Manica che l'amicizia italo-germanica ha basi formidabili, in quanto è radicata nel cuore di ognuno dei 120 milioni di uomini che forma- no il blocco vivo e dinamico che si chiama Asse Benino-Roma. Lf^J^TJ^L? non , rendersi conto della parte Icostruttiva del discorso di ieri. !Tamo cominciarei non si è megso dovuto „,„• .,-„.._ ifI messo nel dovuto rilievo l'affermazione — di capitale importan^ _ che „ ReichHuna voIt£ ,iqui. date la que.stione sudetica non soleverà altre rivendicazioni territoria]j , g, tratta _ scrive i} Berliner Tageblatt — di un contributo fondamentale alla ricostruzione dei'Europa, contributo che, è inutile piegarlo, costituisce per il Reich "™ ;l0I?.ma ingentissima di gravi e definitive rinunce. Ecci è disposta sul!' altare della t^^^^j^ dò_ Che a sacrificare pace ». Il fatto che l'affermazione del FUhrer non è stata intesa come doveva essere, è abbastanza sinomatico. Vuol dire che manca la buona volontà; oppure, e questo nella migliore delle ipotesi, una certa psicosi ha finito per offuscae la vista. Purtroppo vi è anche di peggio; non pochi giornali londineai sottolineano l'affermazione J» cui sopra, ma solo per metterne in dubbio la sincerità, «Questo—dichiara la Dentarti e ^"ffemeine Zeitung — è veramen^^^9^^^^ «no simili elementi irresponsabili,, alcuni del quali si vantano persino jdi interpretare il pensiero delle 'fere ufficiose ». Tllttn t»ra nromAtìitatn 1 ull° era premeaiiaiO Non meno deplorevole è giudi ica della violenza viene esercitata dal Reich e non dalla CekoslovacChia. Tutto il mondo ha potuto ieri intendere la serrata requlsitori pronunciata dal FUhrer contro . * JTT v^T » reS™e d» tfr.rore instaurato da Benes. I relativi elementi di accusa sono alla portata di mano di chiunque abbia un minimo di leala. Comunque, non sarà inutile ripetere che la Germania non è disposta a revocare a nessun costo £ decisioni- essa ha la coe. aeclsI°ni, essa na la coscienza perfettamente tranquUla, cosa che altri non possono certo asserire. Le false notizie diffuse anche oggi dalla Radio di Praga sulle proposte contenute nel memoria- e tedesco, inducono questi circoli .... - ' . . \enes è f.. P011UC1 a creaere cne ±senes ituazione, sostenendo in pieno la|esi di Praga, secondo cui la poli- ]rnamente risoluto a rifiutare la cessione delle terre sudetiche an-che a rischio di provocare una guerra mondiale. Inghilterra eFrancia, scrive la National Zei-tung alludendo evidentemente almessaggio di Chamberlain, si so- no impegnate moralmente per lasoluzione del problema sudetico; però esse non fanno i conti con ceki. i quali hanno accettato le famose raccomandazioni ma col fermissimo proposito di non cede-re nemmeno un palmo di terreno. Del resto, la medesima manovra si verifica anche nei confronti di Varsavia e di Budapest. In grande evidenza viene messa una breve nota del giornale tedesco Boìicmia di Praga — organo più o nie- no ufficioso — in cui si dichiara che tutte le misure, decisioni e j provvedimenti del Governo celio- slovacco sono stati deliberati d'intesa con le Potenze occidentali. Vice