La notte della mobilitazione per le vie di Praga di Curio Mortari

La notte della mobilitazione per le vie di Praga La notte della mobilitazione per le vie di Praga La città piombata improvvisamente nel buio - Fiumane *«««»'»" '« valige, pianti di donne, urli di giornalai, schiamazzi d. provocatori ed. 8okolìstIl famoso " piano di Benès,, entrava allora in azione J^*~c* piano interrotte ■ Gli stranieri partono - Gli ultimi treni per la frontiera e , e e i i a o e o o l i a o i r i e e e e e o n e eie o go di r il n ine i i o tla n er no tmtin la (DAL NOSTRO INVIATO) Vienna, 26 settembre. Ecco, dopo tre giorni di silenzio — H, S5, 26 settembre — questo breve, semplice, ma fedele diario giornalistico circa uno dei più foschi periodi dell'attuale travaglia politico d'Europa. Un documentario che, costituendo la cronaca di Praga di queste tre sinistre giornate di settembre, metterà soprattutto in rilievo la stoltezza e la malafede del Governo cekoslovacco, proprio nel momento in cui sembrava giunta sul tappeto delle decisioni la sola soluzione inevitabile e inequivocabile del problema che appassiona in questo momento il mondo. L'ultimo gesto di Praga è apparso soprattutto come un colpo di scena folle e criminale. Esso rischia ora di gettare un'altra volta l'Europa in una strage sterminatrice. Basta ciò » giudicarlo! La mobilitazione .generale della Cekoslovacchia ha scoperto molte lugubri vorità anche agli indecisi e agli ingenui Essa rischia di trascinar* il Paese stesso ohe la fa, alla sua total» rovina. Afa incominciamo senz'altro queste tre cronache nude e secche quali possono scaturire dalle note febbrili di un taccuino di un giornalista in missione speciale. •r Non si telefona più! » Sabato 24. — Sto ancora det tando al telefono l'ultima frasi del mio servizio per La Stampa, annunciando la improvvisa, ine splicabile convocazione del nuovo Consiglio dei Jlfinistri presieduto dal generale Sirovy, quando la co municazione improvvisamente si interrompe. Non è l'interruzione solita. E' quel silenzio strano, quel vuoto freddo e quasi abissale ohe traspare dal diaframma nero dell'apparecchio quando un cavo viene tagliato. Tutto sembra immergrersi d'un tratto nella notte. Cosa è avvenuto? Nell'albergo da dove telefono, si odono d'improvviso voci concitate, passi precipitosi Esco dalla cabina: trambusto. Il portiere è davanti a me, pallido, con una valigia in mano. Altra genie va, viene, corre, interroga Quali nuove notizieT La mobilitànone generale. Perchè f Non sono tempre attive le trattative benché giunte alle decisioni essenziali? Non ha il nuovo Governo (benché presieduto dall'Ispettore generale dell'esercito e pur comprendente nella lista un altro generale, anzi il sottocapo dello Stato Maggiore) fatto dichiarazioni tranquillanti* Non si è parlato di ritomo alla calma e di netta posizione contro il comunismo, mirante a travolgere le trattative attraverso una fiammata di miccia T Non a caso io avevo lasciato trasparire una impressione pessimistica circa il discorso del Presidente della Repubblica Benès la sera prima, definendolo < sibillino ». lia duplice allusione di Benès a un suo « piano » prometteva i più oscuri presagi. Notte drammatica Sono le US quando esco all'aperto. Occorrerebbero pagine intere per descrivere la scena che si svolge in questo momento nel cuore di Praga. La luce è stata ridotta d'improvviso. Nella mezzatenebra che ha qualcosa di allucinante, un improvviso scatenamento, anzi un ciclone d'automobili: le macchine si incrociano in tutti i sensi, si sorpassano, fuggono verso gli orizzonti oscuri della città. Osservo, tuttavia, che molte hanno già • /anali azzurrati secondo i dettami della difesa antiaerea. Sciami di uomini, di donne, di bambini corrono di qua e di là all'impazzata gesticolando, parlando affannosamente. Molti gridano e piangono. Ma perchè quasi tutti gli uomini inijiui/tiimo una valigia.' Ascolto le loro parole, rotte e affannose. Tutti pronunciano una frase ossessionante come un ritornello: « Mobilitazione generale ». Nelle vie secondarie altri fenomeni di psicosi collettiva ma più frammentari, più nudi, talvolta più desolanti. Un vecchio, stringendosi il capo fra le mani, esce singhiozzando da una piccola bottega sostenuto da una giovane donna mentre un giovanotto con una valigetta s'allontana quasi di corsa facendo gesti d'addio con la mano. Proprio in questo momento strilloni agitati come fanatici, veri dervisci urlanti, passano di corsa agitando i fogli di una edizione. Inchiostri ancora freschi; titoli cubitali: « Mobilitazione generale ». Ecco crocchi di gente ferma. Al centro di ciascuno c'è uno scalmanato che diffonde notizie estreme: l'Inghilterra e la Francia hanno mobilitato le flotte e gli eserciti. Gii eserciti sovietici stanno marciando insieme a quello romeno. E' la guerra europea; è il nuovo conflitto mondiale. Siamo ormai troppo edotti circa la tattica comunista per non capire chi sono questi tetri arringatori, venditori ambulanti di quello che il Duce ha chiamato lo < spaccio delle menzogne ». I tram tuttavia circolano ancora, colmi di folla, mentre grappoli umani si attaccano ai maniglioni esterni. Alla Legazione d'Italia Ed ecco il nuovo, colossale colpo di teatro: le luci della città si spengono di colpo. Dalla penombra si passa al buio più completo. Piombate una città di un milione di abitanti (una città che ai trova in un eccezionale momento di agitazione parossistica) nel buio assoluto, e comprenderete il pànico che può risultarne; gli istinti poglsaLesezinechanquretaNè ziimsaloziqugdeltidgpscdedztegFfrgdabsinctmdspqloprsdllpspWqbdqctsmdsglpdqmitnsqrdi paura, di egoismo, di odio che é é e e i a o o a l e e e a a n n e i , • i i a o. i o e. : ù a e tne n di a o ri a e. u». a. leia li no il mo thi n il io ia a, clsi mo. ne odi io ànti possono in tutti i sensi e in gli strati verificarsi Sono appena fnsalito su un tram diretto t-erso la''^Legazione d'Italia, l'unica pura e,serena fonte delle nostre informa- 1 zioni. Anche il mio tram marcia nonel buio, al pari di tutti gli altri leche lo precedono e lo seguono. Ma beanche questo nuovo fenomeno, a-pequale strana osservazione può da- tere motivo! I tram, benché più le»-Utamente, continuano a marciare, stNon ostata tolta la corrente; non teè stata tolta neppure la illumina- ««zione. Piuttosto, questa si fa di'taimprovv^Tèp^taré. Si fpeiAqI tram hanno già lillatnsato a tutto. loro doppio sistema di illumina ...zione, di cui ora è soltanto attivo', quello azzurrato. Lo stesso bi-\egliettario è munito di una lampa-\sdina a vetri blu, che oserei dire selegante. Eppure tutti questi par-ì ptipolari non si notavano nei tram \ rdi ieri sera! Quando è stata or-\sganizzata tale meticolosa e dis-icpèndiosa preparazione? Quando'nscendo da questa vettura colma,\ densa e trasudante nel quartiere'gdi Malastrana ove sorge la LegaAvzione d'Italia, devo camminare alltentoni appoggiandomi ai muri, \tNella nostra Legazione si ve-\lglia sempre. Il Ministro 8. BAUFransoni è nel vestibolo, in piedi, fra tutti gli Italiani che hanno]già raggiunto questo lembo bene- j detto della Patria, mentre altri.arrivano alla spicciolata. Calmo, breve nelle parole come è suo costume, il nostro Ministro diffondt intorno a sè una atmosfera di cordialità, che vorrei dire squisita. Tutti credono in questo momento alla esplosione improvvisa della guerra europea. Il Ministro, secondo le notizie che sono in suo possesso, restringe 1 margini di questo allarme diffuso dalla più losca delle propagande; riporta il problema nei suoi veri termini e raccomanda a tutti di tornare posatamente ai propri àomicilii. Il ritorno è più critico dell'andata. I tram hanno cessato dopo'Jle .ore 1, come al solito, la circolazione. E' giocoforza andare a piedi. Io abito in un albergo che si trova al di là della Moldava, presso la stazione ferroviaria di Wilson. Si tratta di fare circa quattro chilometri di strada nel buio più fitto. Non ho che l'accendisigarette per rischiarare di quando in quando la via. A tentoni nel buio Ma d'improvviso c'è un altro colpo di scena: uno scatenamento, brutale e idiota al tempo stesso, ma profondamente e perfidamente organizzato. Sono gruppi di «sokolisti» (quegli stessi che si erano messi a disposizione del generale 8irovy per « ricondurre la calma ») i quali, armati di lampadine portatili, piombano urlando sui passanti che hanno acceso qualche fiammella, qualche fiammifero per dirigersi nel buio, ed intimano loro di spegnere. Intan to altre squadre di lugubri « sere nos » vociferano, urlano, gettano sassi contro le finestre dietro le quali esita ancora qualche chiarore. Quanta gente in questa notte ha come me camminato a tentoni per parecchie ore nel labirinto cieco della città, tra il continuo sopraggiùngere di macchine a fari azzurri o addirittura spenti, ormai non più regolate da poliziotti0 da semafori! Sono giunto così al mio albergo verso le 3,30 del mattino. Una sola lampada da minatore sul pavimento dell'entrata. Tutti1 portieri e gli inservienti sono stati mobilitati e sono sfumatiC'era soltanto il direttore, un uomo dalla testa color carota, irreprensibilmente vestito di nero, mellifluo e insinuante. Egli mi consegna la chiave della stanza dicendo con ironia; « L'ascensore è fermo, signore. La mobilitazione >Devo raggiungere la mia stanza nel buio più fitto. Tutto mi appare ora d'un tratto di una chiarezza impressionante. La premeditazione Il « piano » di Benes, la dittatura militare invocata due giornprima da una folla di rivoluzionari addomesticati; la valigia deportiere già pronta e con essa tutte le valige di tutti gli altri mobilitati che ho incontrato; le lucazzurre delle automobili 'e detram, le edizioni straordinarie già pronte, le voci allarmistiche, l'immersione della città nel buio totale, le squadre degli urlatori «sokolisti », eccetera. Tutto è stato magnificamentsceneggiato, preparato e, dirò meglio, ordito. L'abilità del Presidente Benès e dei suoi collaboratori indiscussa... Tutto era pronto dun pezzo! Soltanto, in tutto ciò, rimanmostruosamente ingannata la folla, la folla cieca é ignorante. Essnon sa verso quale abisso è condotta. Soltanto i pianti del vecchio e delle donne che ho incontrato prima, sono le oscure rivelazioni di'cosi tragico destino. Così, mi nloma a mente la minaccia oscura e oscena di un giornale sovversivo di Praga di dugiorni fa e da me trasmessa; lfrase lugubre e canagliesca insieme, che dice: « Noi non siamforse abbastanza forti per sconfiggere da soli la Germania; msiamo abbastanza forti per trascinare tutta l'Europa in unguerra ». Truppe ovunque Domenica 25. — Notte insonnAl risveglio, la città è già piendi soldati: permanenti e riservhejsti; alcuni già armati fino ai den «W™J% 9autoblinde, auto- ^'^ percorrono in tutti •-- à-j sokolisti » /„„. ensi ra cmi« j .. , giàJl seMz od »^»?^«^ strade e po (ano dei curiosi rretti da « nna diritta. Le <^£"° ™ , come iw™^m**$?J?J\ rli a fior di ter,a risce bianche notturno. sere stato speso dalle Casse sta li e dai forzieri più occulti uesta bisogna! Che importa «corona» crolla, anzi sta. mi acciando di liquefarsi? le mamaschere Tuttavia la folla dallo stato d, cntamento e deccitazione, 6 pasata ad una rassegnazione fatalitiva. Non ha ora che una sola reoccupazione: accumulare 1 i di riserva e comprarsi chere antigas hiuse in un tubo di metallo vericiato di grigio! Durante il pomeriqgio c'è per i iornalisti esteri una notizia grae: i telefoni sono interrotti, i leegrammi non partono più, è inuile imbucare corrispondente per ettera. Si comincia già a sentire U senso dell'isolamento. Le stesse Legazioni, specialmente quella germanica e quella'italiana, stenono ad ottenere le comunicazioni di Stato. Il direttore del mio al- Ngtiaad fasper'biligiomatiernosLdi turPranjci tsej line' delCormoquigotproavrnelsti anzJitare del governo che promette LMmepoalrivfrzioGopropagandisti sovietici, soffi di aie-I tanofobia. La riapparizione del /o- doolio comunista Rotefahne («Ban-ididiera Rossa v>) diffuso per la cit-\ pità a migliaia di copie, getta una i chstratta ombra sul nuovo capo mi-I lobergo, ad una mia richiesta teleonica per Torino, mi risponde con un sorriso verniciato a miele che il cavo è stato tagliato, e sa pete da chi? Dai Tedeschi. Menzogna odiosa ma primtfitia.' essa mostra, al posto del cavo, la corda. Incominciano intanto a passare per la città, alimentati, da loschi i i à e è a e a J\ e a o a a \ sovu, non più tardi di giovedì, il ri- ptorno alla calma e la più enervi-j tica repressione del sovversivismo.][aUn giuoco di oscuri ricatti che zconfini/a.' La circolazione /eiro-llaviaria è abolita. Alla stazione sii i sono segnate due grosse frecce ini locroce sulla tabella dei treni. Gli, aimpiegali rispondono agli stranieri che vogliono partire (in maggioranza donne e bambini; che tutto il materiale ferroviario è stato requisilo dalle autorità, ttiili/ari. E' la dittatura dei generali, che nella Repubblica cosidetta democratica, agisce in pieno. Le sfere ufficiali — è vero — rispondono a queste « insinuazioni » con nuovo provvedimento... civile, annuncia infatti in serata la costituzione del Comitato supremo per la difesa nazionale, costituito da ministri borghesi. Isolati dal mondo e a ti La serata è torbida; la notte è più torbida ancora. Ritentiamo di attaccarci al telefono. Tutto è inutile. Ai giornalisti che fanno ressa nella sala della stampa, si risponde che i telefoni sono ormai a disposizione degli organi militari. Anche i giornalisti francesi, questa volta, sono infuriati. Ma soprattutto è preoccupante che nes suna voce giunga più dal mondo. L'invialo di Paris Soir — che fino a tre sere fa parlava con esultanza dell'intervento franco-ingle se e della mobilitazione del formidabile esercito sovietico — dichiara ora testualmente con amarezza: «Tutte le notizie date dalla stampa di Praga sono false. Sono inganni tesi al popolo ». Quale revirement ha fatto dunque il giornalone massonico - filo - estremista ? Notte percorsa da presagi. Il buio, tuttavia, non è più completo come la sera prima, le luci della città sono tollerate, ma col cappuccio. Domenica, 25. — La folla incomincia ad essere impressionata. Le si dice, attraverso continue edizioni di giornali pagati dall'oro dei ghetti, che Chamberlain ha ab bandonato Godesberg giurando vendetta, che la Germania chiede ora tutta la Cekoslovacchia, e perfino che il .Maresciallo Goering è morto. Ma questi stessi giornali non hanno dato ieri notizia di una partita di caccia tra il Maresciallo e il Capo del Governo ungherese?La Capitale appare ogni ora più paralizzata dal punto di vista civile. I tassì sono stati quasi tuttrequisiti. Quei pochissimi che sembrano a disposizione del pubblico sono lasciati senza benzina, tutta sequestrata per i bisogni dell'esercito. C'è nell'aria l'afa dell'incoscienza. Tentiamo di riavere le comunicazioni telefoniche con nostri giornali. Si risponde ancora picche. Facciamo notare che queste misure sembrano paradossaliin un paese democratico dove sinneggia ogni giorno alla libertà di stampa. Si risponde il solitritornello: « Mobilitazione generale ». Tutti i giornalisti esteri songià partiti: gli « inviati speciali italiani sono ancora fermi sul posto. Ma il nostro servizio, anzi la nostra esistenza stessa è resa impossibile: l'atmosfera è divenutirrespirabile. Il Presidente dell'associazione della stampa estera, ugiornalista germanico, viene arrestato. L'ultimo treno Ci si fa ormai conoscere che lnostra presenza è di troppo e cviene quasi perentoriamente indcato un freno della notte, il soltreno che parte per la frontiera e precisamente che va ad attestarsi a Bratislaixi-. mdltriGcounjnSi| cs Non vogliamo ancora ceti. rr. gtiamo ancora chiedere ro,«'J.~ ad un'alta personalità italmr.., fascista, e chiediamo il suo nn.<l, per ottenere dallo Stato la ppwi. bilità di comunicare con i nostri giornali. Ma egli ci consiglia fermamente a partire per altre /ron. tiere e per altre prove, dove i'a nostra presenza è più necessaria Lunedi, 26. — Dopo una corsa di nove ore su questo treno notturno, — /orse l'ultimo che lascia Praga per la frontiera in armi — ci troviamo la mattina dopo sulln linea di confine. I colleghi Belletti della Gazzetta del Popolo, LiW del Corriere della Sera, ed io, abbiamo portato sulle spalle alcuni quintali di valige, cassette e fagotti che vecchi e donne italiani, profughi dalla Cekoslovacchia, non avrebbero saputo come trascinare nel non breve tratto fra i due posti di confine. Una bella fatica, anzi, una fatica bella. Curio Mortari

Persone citate: Belletti, Benes, Chamberlain, Duce, Goering