Cosi vince a 38 all'ora la Parabiago-Milano

Cosi vince a 38 all'ora la Parabiago-Milano ,L4 Pfl/^ TAPPA DEL TROFEO TERRARIO Cosi vince a 38 all'ora la Parabiago-Milano (Dal nostro inviato) Milano, 24 settembre. Per oltre pinque ore, anche se le strade non sono state sempre in perfette condizioni, i partecipanti alla Parabiago-Milano di questa « Coppa Libero Ferrarlo » a tappe per dilettanti hanno mantenuto una media chilometrica superiore ai 38 all'ora. Questa prima constatazione cancella subito l'impressione che può suggerire l'ordine di arrivo, il quale presenta i primi ventotto classificati con lo stesso tempo. La lotta c'è stata, e durissima, ma sul finire della gara gli uomini di testa, che avevano marciato a 42 all'ora, hanno risentito della lunghezza del percorso (204 km.) e in previsione delle tappe che attendono, hanno desistito dallo sforzo. Sulla pista del Vigorelli ventotto uomini, dei 34 giunti assieme, disputarono la volata che vide la non facile vittoria di Gosi su Conte. Un arrivo contestato L'episodio finale della gara ha fatto sorgere delle discussioni circa la volata: qualcuno era propenso a dare la vittoria a Gosi, qualche altro a Conte. Noi eravamo sulla linea del traguardo quando i corridori fecero il loro ingresso in pista guidati da Conte. Dopo di lui erano De Benedetti, Gosi, Ferrari e Doccini, con un discreto vantaggio sul grosso, ormai tagliato fuori della volata perchè restava da compiere un solo giro prima di raggiungere la linea di arrivo. A meta giro Gosi parti dalla terza posizione, supero De Benedetti e andò all'attacco di Conte. Ma quest'ultimo resistette mantenendo, anzi, in curva la corda. Allora Gosi passò all'esterno e, pochi metri prima del traguardo, si portò quasi all'altezza dell'avversario, che nell'attimo decisivo fu chiaramente battuto, mentre Ferrari e Doccini arrivavano rialzati. Questa la volata come la abbiamo vista noi e come ha visto il giudice d'arrivo, mentre il commissario di gara è del parere che la vittoria debba toccare a Conte. Su tale punto, documenti fotografici alla mano, dovrà poi decidere la giuria. Dopo questa prima tappa, nella quale la squadra « azzurra » si è distinta ed ha guadagnato il primo posto nella classifica per nazioni, non c'è molto da dire. Dal punto di vista individuale è bene attendere gli avvenimenti, perchè non si può trarre già un giudizio su vari uomini senza vederli all'opera, almeno ancora per una tappa o due; da quello collettivo si può dire che la lotta si è ristretta a tre squadre, quella italiana, quella belga e quella svizzera. Quella francese, che ha 22'8" di ritardo, appare quasi tagliata fuori per il primo posto. Inizio animato Ultimata la cerimonia al cimitero di Parabiago, dove venne posta una corona sulla tomba dei Caduti ed una su quella di Libero Ferrano, il generale Vaccaro alle 11,30 diede il segnale di partenza. Ricci, Richter e Talle scattarono con tale veemenza che per un attimo il gruppo ne fu sorpreso. Poi Geus si diede da fare e costrinse il grosso ad accelerare notevolmente l'andatura. A Ricci, mentre cedevano Talle e Richter, si unirono lo svizzero Wagner, Angrisani e Monari. Fu cosi che questo quartetto passò per primo a Saronno, alle 11,54, percorrendo 17 km. in 24 minuti. In breve anche Agati, Gentile, lo svizzero Stampfli ed il francese Muller si staccarono dal grosso e, fuori di S"Onno, si unirono ai primi "Ju,attJ° formando un gruppetto di otto fuggitivi con circa 40" di vantaggio sul grosso. A oltre 40 all'ora, sulle belle strade albsrato <*« conducono a Como, Angrisani cercò rli nr-' -ip mn Riphtor o „ „ a ,. » ne, ma Kicnter e Muller gli to. j subito ogni vel leit.a. L'andatura aumentò ancora, ed S a Como, dove il grosso era ormai in ritardo di ben l'15", gli otto fuggitivi arrivarono alle 12,50 alla media di 42 all'ora! La danza frenetica continuò anche sulle montagne russe che conducono a Varese. Gli inseguitori, specialmente sotto le robustissime tirate di Ricci, perdevano ancora terreno, tanto da passare a Gallarate con 1*45" di distacco. Dal grosso, intanto, si erano staccati Ronconi e Santolinl, che continuarono per non pochi chilometri la loro lotta a distanza. Finalmente anche il grosso si organizzò e, piombato su Ronconi e Santolini, marciò deciso alla caccia dei primi otto, che furono ripresi alle 14,15, esattamente due ore e 45 minuti dopo la partenza. S'era quasi alle porte di Novara quando una fuga di Doccini sorprese nuovamente il gruppo. De Stefanis ed Ardizzonì, che erano in piena azione, a causa di un cane intrufolatosi nel gruppo, compirono un formidabile ruzzolone. Mentre il secondo se la cavava con poche escoriazioni, il primo venne portato subito all'ospedale di Novara. Alle 14,50 a Novara, km. 133, Monari, Pedronl e Donetti transitarono al controllo rifornimento con l'20" di vantaggio. La corsa non aveva avuto ancora un attimo di respiro e la media era sempre sui 42. Sulle polverose strade che raggiungono Vigevano la lotta divampò ancora, ma prima di Abbiategrasso, a 35 km. circa da Milano, si formò un gruppo di ventinove uomini, ai quali se ne aggiunsero altri cinque. Quel gruppo, cioè, che fece la sua entrata quasi compatto al Vigorelli. Domani la tappa sarà di 160 chilometri: nessuna difficoltà in vista. E' probabile, quindi, che avremo ancora una soluzione in volata, a meno che qualcuno, data la relativa brevità della tappa, non si senta in grado di mettere fuor' le ùnghie e di arrivare da solo al velodromo mantovano. Vittorio Zumaglino : 1 '