Fiore, bellezza e ricchezza d'Italia

Fiore, bellezza e ricchezza d'Italia Fiore, bellezza e ricchezza d'Italia inst19ppee afrronLa conquista di un altro primato - Come ti è concima la stagione 1937-38 - 103 milioni per soli fiori recisi, di cui 50 milioni per esportazione genova, settèmbre. (A.R.) Forse non tutti sanno che la stagione pel commercio dei dori, si inizia il 1» ottobre d'ogni anno e si ch.ude il 30 giugno. Della stagione floreale 1937-38 si conoscono ora i risultati statistici, che sono veramente brillanti. Già c'era da prevederlo nello scorso mese di aprile quando a San Re-1 ino si svolse la IV Biennale della ! floricultura italiana, con tanto successo. La f loricultura non ha che duecentri, due zone d'importanza daconsiderare: la Liguria ed il Pie-monte e questo limitato alla re-gione del Lago Maggiore: il resto della produzione floreale italiana non ha peso sulla .statistica generale: tanto più che la regione che veramente esporta fiori all'estero In modo sensibile, è la Liguria e per questa la Provincia di Impe-i ^Ul^^^t^r^^va smaltita nei mercati italiani. :"t in!glai coPmL'Italia nella floricultura ha riconquistato Ua alcuni anni il pri- ' amato: il cammino ascensionale è cstato segnato dalle mostre bienna- f!i »TiaV-snU^,an!™„RfT rpadiglioni, con le se?re, i clivi, le Taiuolè, i viali, con tutta la sua per- «fetta modernissima attrezzatura:^si è fatto sede ideale di queste pe- mriodiche rassegne. La floricultura q,■ insieme arte e scienza, poiché vjnn-progredire nella produzione se-;tjpzionata dei fiori in modo che.nquesti possano essere i preferiti su „ogni piazza internazionale, occor.|tre il sapere tecnico e il gusto ar- trhcatistico. Sotto l'egida dell'Istituto Fascista di tecnica e propaganda agraria, l'arte e la scienza della fioricultura hanno conseguito risultati davvero mirabili, e sul campo pra-1 Ctico e positivo che è quello econo-. ppimico. Lò dimostrano le cifre che persuadono più di tutte le belle parole possibili. Lo sviluppo della floricultura esaminandolo in base alla estensione del terreno coltivato, ha avuto dall'anteguerra ad oggi, una proporzione fortissima. I dNell'anteguerra il terreno col- mtivato a fiori, in Liguria, non era smolto: 150 ettari nella provincia ldi Genova e 600 ettari nella prò- )vincia detta allora di Porto Mau- t75Zu0ettari0ggl lmperla: 101816, Attualmente invece se ne t^tivano 2597 ettari, con un aumen-1 lto anche di 36 ettari in confronto s.della stagione 1936-37. In tutta tl'Italia il terreno coltivato a fiori : pè di 6384 ettari, ma la produzio-itne non è, per regioni, affatto in aproporzione del terreno: in Pie- j zmonte, ad esempio, malgrado si coltivino a floricultura 2087 et- "tari, soltanto 420 sono a colturaIdspecializzata: ed è ciò che essen- ! szialmcnte conta. lEccone una prova, concreta, di-;amostrativa: in tutta l'Italia si so-;Ano prodotti garofani per l'impor-igto di lire 49.763.000, e la solai qLiguria entra in questa cifra per ilire 42.150.000. In tutta l'Italia sij produssero rose per complessive! lire 25 milioni, delle quali lire 2o:Pmilioni nella sola Liguria. j nE' questa adunque la dominan- ste nella produzione e nel commer- dcio floreale. dTanto più che l'esportazione al-;dl'estero dei nostri fiori è fattaJ quasi esclusivamente dalla Ligu- ria. Questa terra, mentre lo sfor-szo creativo di tutto il Paese è;a!gS»L^-J'JESSW'^ÌS dell autarchia nazionale in ogni campo della produzione, vuole do-cumentare come l'Italia fascista ! abbia saputo raggiungere anche nella coltivazione del fiore, cosi alti perfezionamenti tecnici e prò- duttivi, oa poter onorevolmente.primato delle più belle creazioni floreali e come anche in questo settore, il nostro paese sia ormai giunto al traguardo della sua in- dipendenza dall'estero e ciò per le superbe varietà ottenute e fissa- te dallo studio geniale dei nostri genetisti, per la bellezza e resi- stenza del fiori dovuta alle assi- due amorose intelligenti cure dei ; nostri coltivatori, e infine per la imponente massa di produzione se-; lezionata che le coltivazioni ita-, liane possono offrire ai mercati nazionali e stranieri. ^Per tutte queste ragioni ormai l'Italia può far a meno di qual- siasi importazione floreale: al!^SW'fSèS^^^m3.300 000 chilogrammi di fiori ed ha mandato all'estero altri 3 mi- ■ >ni 200 mila chilogrammi di fio- ri recisi, di piante vive e di fronde.1Noi infatti possiamo ora presen- tare all'estero delle meravigliose collezioni di rose che nessun fiori- coltore straniero ha ancora saputo produrre; superbe specie di gaio- SWdfJSS Se Sa roWaIdi UUàrsòrJrenS; oltre a bellissime raccolte di pian- te ornamentali, di palme, di cyca-dacee, di felci, di conifere da va-so, di piante grasse. Traducendo in cifre 11 valore del-«n&rod.u5i°n?. dì 1uesti tre ultimi anni, constatiamo che l'importo rniìininnni , ,—7 :ì—r i torfiSSS rieu.arda"te "»"anto ffiWtfSgiiSSSiiffl si fnnoroto ^.Jf'anle ornamentali, siconcreta come segue: ìo«Ì!? Lit- 86.002.000 JsfS'il » 97.913.000 i»df-d8 » 102.663.000 «EtSffil8 %onde e Piante ornaio« Àe clfre s,°fl° le seguenti: 1935- 36 Lit. 13.512 000 1936- 37 » 14.585:000 1937- 38 » 15.287.000 Complessivamente, 11 prodotto floreale è stato quest'anno di lire 122.093.000 superando di lire 9 mi- jHoni 595.000 quello della stagione 1h36~37. Risultato tanto più felice considerate le maggiori difficoltà sopravvenute per cause diverse, comprese le condizioni climateriche. in certi periodi assai sfavorevoli. La nostra esportazione per l'estero è stata nella stagione 19371938 in ragione del 49 % circa del prodotto totale: ed ha raggiunto perciò i 50 milioni per i fiori recisi e circa 60 milioni comprendendo anche le piante ornamentali e le fronde. I nostri mercati floreali all'estero sono, naturalmente, la Germania, la Svizzera. l'Inghilterra; poi . . , ni^nuucnd, uu in assai minori proporzioni il Bel!gio. la Francia, la Cecoslovacchia, la Polonia. La Francia si è difesa i contro la nostra esportazione, sia I I nI j. li i | , jI 1 tenendo altissimi 1 dazi doganali sui fiori, sia ostacolando la nostra espansione in Belgio, in Olanda e in Inghilterra, col praticare prezzi più bassi e migliorando tome poteva la produzione della sua Costa Azzurra: ma a dire il vero con magri risultati. I nostri fiori vanno all'estero con tutti i mezzi di trasporto: con la ferrovia, con 1 torpedoni, con le navi, con gli aeroplani. E lo sviluppo dei trasporti floreali con i mezzi aerei sarà quello che anch» più intensificherà la nostra espor fazione, interessandoci suprema mente che i nostri fiori giungano in tutti i Paesi ancora freschi, profumati, ben conservati, immagine sempre intatta della bellezza della nostra terra, del fulgore del nostro sole.