Da Belluno a Vicenza tra incessanti altissime manifestazioni

Da Belluno a Vicenza tra incessanti altissime manifestazioni Da Belluno a Vicenza tra incessanti altissime manifestazioni n o i o o e o o e a e e o l . a a a , e e a e i o a, e i il è e el toi ae uar(Da uno dei nostri inviati) Vicenza, 26 settembre. Un'altra tappa del Duce, attraverso questa operante terra veneta che sposa in armonie morbide e amiche l'onda del mare alle campagne feraci, i picchi ferrigni ai verdi pascoli, l'alto silenzio dei suoi borghi rurali all'ansito turbinoso delle città operose, è compiuta. Lungo la valle del Piave Itinerario sacro all'epopea della gente nostra in armi è stato quello di ieri mattina. Che esso rifulge, infatti, a caratteri vermigli nella geografia eroica della Patria. Il Piave e il Cismon, il Brenta e l'Astico, trascorrendo entro gole montane e giù per le valli rifiorenti, hanno cantato al Capo la loro eterna melopea di gloria. Dalle rive aspramente contese Gli hanno offerto la visione delle cime sacre ai ricordi più epici della Patria. Dai campanili delle pievi di cento e cento borghi le onde sonore hanno colmato le valli: le mitragliatrici sgranando nell'aria rosari di colpi hanno ricoperto i canti delle valli osannanti: quei canti stessi che quassù accompagnarono e riallietarono per mesi e per anni la fatica eroica e cruenta dei combattenti. Il Capo è trascorso in una apoteosi di gloria, in uno sfolgorare di bandiere, fra gli osanna e le invocazioni. Partito da Belluno alle 7 sotto una cappa plumbea che conferiva al grande quadro paesistico e umano riflessi grigi e metallici propri! dell'acciaio brunito, il Capo è mosso in piedi sulla sua automobile per risalire la sacra valle del Piave. Fra l'urlo ruggente delle sirene, il suono delle campane, il rombo dei cannoni, i canti montanari, la macchina si è avviata fendendo una calca compatta che invocava Mussolini a gran voce ed è giunta alla porta della città; rapidamente è scomparsa mentre il clamore delle ovazioni saliva sempre più alto al cielo. Ovunque, paesi e paesini imbandierati, folle festanti lungo le vie, archi di trionfo, festoni verdi e fioriti. Ovunque gran folla: che ripeteva commossa la sua fede indefettibile. La prima sosta il Capo 1' ha compiuta a Feltre, dove ha rapidamente inaugurato, visitando alcuni locali sotto la guida del direttore dott. La Palma, il nuovo ospedale capace di circa 600 letti. L'ha salutato all'uscita un'ardente, invocazione che non è cessata fino a quando la sua macchina trascorrendo in una apoteosi di bandiere e sotto archi trionfali non è scomparsa allo sguardo. Ad Arsiè il Duce ha ricevuto l'entusiastico saluto dell' ultimo paese della provincia di Belluno che aveva allineato i suoi rurali lungo il corso principale, tutta una lunga fuga di bandiere. Di là la macchina presidenziale ha còrso lungo le sponde del Cismon: il Grappa, monumento di gloria, la cui cima è divisa geograficamente fra tre province — Treviso Belluno Vicenza — è apparsa al Capo avvolto da nuvole grevi. A Sologna essa è passata sotto un arco formato da due cannoni da 149. A Bassano del Grappa A Primolano, vecchio posto di confine italo-austriaco, e a Cismon del Grappa festosamente pavesato, nuove e sempre più alte acclamazioni hanno salutato e accompagnato il Duce. Bassano subito dopo Gli è andata incontro con le sue case ridenti, con le sue più giovani schiere allineate sulla piazza. A centurie, a battaglioni le formazioni àel Partito avevano serrato 1 ranghi intorno al monumento del Maresciallo Giardino, donato, come è noto, dalla città di Torino e che reca sotto la maschia figura del Vittorioso colata nei bronzo la scritta: Gloria a voi, soldati del Grappa. Tutte le caratteristiche di questa città, che conserva nella sua parte vecchia una cert'aria di nobiltà campagnola, erano scomparse nascoste da un manto sventagliante di drappi, di arazzi, di vessilli. Anche il celebre ponte cht ih canzone alpina ha reso noto ovun que, non aveva più quell'aspetto tt e e h o caratteristico caro a coloro che 10 percorrono — come dice la canzone stessa — tenendosi per mano: ma era tutto un'arco verde frusciante alla brezza lieve, tutto un via vai di folla che correva per vedere e per applaudite 11 Capo. E il Capo è disceso di macchina dinanzi alla chiesa ossario dove con seimila salme di Caduti riposa il sonno mortale S. A. R. il conte di Salemi. Sulla gradinata del tempio Gli è andato incontro .il Vescovo di Vicenza, mons. Rodolfi. Dopo aver fatto deporre una grande corona d'alloro innanzi alla cripta, il Capo si è fermato un poco in rccogllmento. Di fuori, sul sagrato, gli alpini presentavano le armi; lontano i colpi secchi delle mitragliatrici colmavano di echi la valle. Quando il Duce è risalito in macchina e si è allontanato, la voce ardente della moltitudine ha vibrato fino al più alto vertice. L'omaggio agli Eroi di Laiten L'automobile del Capo subito dopo è entrata in Marostica festante che Gli ha ripetuto tutta la sua devozione. Anche le- vecchie mura scaligere della cittadina, che per volere e col contributo del Duce furono anni fa restaurate, erano tutto un lungo canto di bandiere. Dalle cime intorno dove caddero a falangi i nostri soldati, lo ' spirito degli Eroi ha dovuto certo accompagnare idealmente il viaggio trionfale del Restauratore di tutti i valori ideali, del Suscitatore di tutte le glorie italiche. Nella vicina Breganze il Duce è passato sotto un grandioso arco costruito con pannocchie di granoturco fra ali invocanti di popolo. Di là è risalito avendo sotto gli occhi uno spettacolo paesistico solenne verso il primo dei Sette Comuni dell'altipiano omonimo, tutto rinserrato fra una pelliccia tenacemente bruna di pinete e un mare verd'azzurro di larici, ed è giunto a Asiago alle 10,30. .Attraversato il viale degli Eroi, è risalito lungo la scalea monumentale del monumento ossario di Laiten dove riposano, accomunati nel sonno della morte e della gloria, trentaseimila salme di Combattenti, intorno a ventinove medaglie d'oro. Ricevuto da S. E. Bolzon, dalla vedova della medaglia d'oro Turba e dal podestà di Asiago, il Duce è entrato nell'Ossario dove sull'altare della cripta circolare che accoglie le medaglie d'oro aveva fatto depone una corona legata coi nastri di Roma. Reso omaggio agli Eroi, è risalito sulla terrazza alla sommità dell'arco e di lassù ha guardato attentamente i monti della gloria intersecati da trincee da camminamenti da ridotti da fortini nascosti malamente da una scarsa vegetazione. Ridisceso, ha ripreso posto nella macchina salutato da una sempre più calda ovazione e la veloce corsa ha continuato attraverso la strada del Costo per la valle dell'Astico. Anche qui, lungo paesi e paesini, il Suo passaggio è stato incessantemente caldamente salutato. Anche qui alte manifestazioni di devozione si sono aggiunte alle dimostrazioni in uno scenario di tricolori, di archi; di drappi, di scritti. A Campitela, la Sua macchina ha sfiorato fra i battimani e gli evviva un altro monumento dell'Epopea bellica 1915-18: Monte Cengio. Verso le undici, la macchina presidenziale ha attraversato lenta mente Thiene imbandierata che levava con le sue scritte il grido della fede martellato a gran voce: « Duce! ». Carré Gli ha presentato le forze su un cartellone svettante sopra gagliardetti: 2105 abitanti, natalità 31 per mille; 40 famiglie numerose 25 delle quali con più di sei figli. A Piovene Rocchetta ha inaugurato la Casa del Fascio fra ardenti ovazioni di quella popolazione rurale e ha ringraziato 11 podestà che Gli ha detto poche commosse parole di saluto. A Schio A mezzogiorno Ivi toccato Schio che Gli ha presentato in un clamore di ovazioni e di canti, coi suoi dodicimila operai e tutta la popolazione raggruppata sulle vie, il suo emblema industriale: una possente turbina eretta sulla piazza Vittorio Emanuele come una bandiera. Fra il clamore di una folla plaudente, attraverso fitte siepi umane, ha visitato la nuova Casa del Fascio. Una magnifica sede che è stata donata al Partito dai Lanifici Rossi. Nella villa Lo hanno accolto il senatore Treccani, il gr. uff. Gavazzi. Subito aopo ha reso omaggio, mentre la folla fervorosa L'invocava, all'Ossario della Santa Trinità innanzi al quale ha fatto deporre un'altra corona di alloro. Al Lanificio Rossi ha inaugurato il carRpo sportivo del Dopolavoro con piscina; salutato alla voce dalla tonante ovazione degloperai divisi in manipoli e schierati sul piazzale stesso: nuotatori, sciatori, ciclisti, ginnaste. Sempre ardentemente invocato ha iniziato i lavori del villaggio Pasubio, che è destinato ad ospitare gli operai degli stessi Lanifici. Quando stava per risalire in macchina fra le acclamazioni più ardenti, una povera donna vestita a lutto ha fatto l'atto di gettarsi alle Sue ginocchia, ed Egli l'ha sorretta ed ha avuto parole buone per lei. La corsa vertiginosa del Capo ha avuto una pausa d'un paio d'ore. Alle 14,45 si è ripresa mentre il popolo di Schio Lo salutava con tutte le sue musiche, le sue voci, i suoi canti, le sue campanePer la Val Learia ha toccato Valli di Pasubio dominata dal maestoso Ossario, Staro, Recoaro avvolta in una fiamma di entusiasmo e di vessilli e è andato a sostare a Valdagno. L'urlo delle sirene con gli applausi della folla gli hanno porto il primo saluto: applausi appassionati, altissimi vibranti che pareva non dovessero mai cessareRicevuto dal gr. uff. Gaetano Marzotto, fra gli osanna deglottomila operai che compongono la maestranza e dal popolo, ha inaugurato nel bellissimo centro di recente creato e che ha l'aspetto e il conforto della modernissima città, la Casa del Fascio un capolavoro di architettura moderna e razionale, la grande Casa della G.I.L.; e ha visitato l'imponente complesso di opere assistenziali, Dopolavoro, piscinapalestra, sale da giuoco, di lettura, di ricreazione; e ha visitato altresì l'imponente stadio sportivo; l'asilo per i figli dei lavoratori, gli istituti scolastici, la casa di riposo, la poliambulanzail magnifico teatro imperiale capace di duemila posti a sederetutti costruiti con i criteri della più signorile modernità. Fatto segno ad ardenti acclamazioni che non hanno avuto pausa fino a quando la macchina non si è mossa, il Capo ha proseguito, e ricevendo l'ardentomaggio dei centri rurali di Cornedo, Castelgomberto, TrisinAltavalle, è giunto ih vista dVicenza tutta pervasa dall'ansia di accoglierLo entro le sue mura e che Gli ha dato con centomila voci fuse in una sola voce il suprimo ardente saluto. Tullio Armani