Negoziato difficile di Guido Tonella

Negoziato difficile Negoziato difficile Viva divergenza sulla questione delle minoranze magiara e polacca - Le due condizioni di Hitler per una occupazione rapida dei territori sudetici (SAI. NOSTRO INVIATO SPECIALE) G od cab erg, 22 settembre. Fuori dalle tristi nebbie che in€ugiano attorno al bacino di Coblenza, dove la Moiétta confluisce nel Reno, Oodesberg ci si rivela d'improvviso tra i bagliori rossastri di un'alba eroica, con lo scenario fantastico dei sette culmini delle Siebenberger incoronati di torri e castelli, come un nibelungico Walhalla. Tutto, qui è impregnato di un misterioso senso di epicità e si comprende come ti Filhrer ami ritemprarsi in questo paesaggio sacro all'antica e nuova storia della gente tedesca. E', infatti, su quella stessa terra renana che la Francia coi folli progetti separatisti dell'immediato dopoguerra si era illusa di poter staccare dalla madre patria tedesca, è su quella stessa terra renana che avrebbe dovuto consociare per la perpetuità la smilitarizzazione della Germania, che è venuto a situarsi l'incontro fra Chamberlain e l'artefice della rinnovata potenza militar» e politica del terzo Reich. Hitler ha preceduto il suo ospite di alcune ore, arrivando a Oodesberg alle 10 con un treno speciale proveniente da Monaco. Poco prima, la folla ammassata nei pressi della stazione aveva salu-\ tato a gran voce il passaggio di' un poderoso convoglio militare diretto alla frontiera occidentale; uomini di truppa e pezzi d'artiglieria che vanno a occupare i posti loro assegnati in esecuzione del piano di movimenti militari deciso in risposta alla non ancora smobilitata concentrazione dell'Esercito francese sui con/ini con la Germania. L'arrivo di Chamberlain Il Fiihrer, che è accompagnato dai ministri von Ribbentrop Goebbels, dal generale von Seitei, da uno stuolo di alti funzionari degli Esteri e da personalità del Partito, percorre in vettura scoperta, ritto in piedi, rispondenr do agli osanna della folla, il lungo tratto dalla stazione all'Albergo Dreesen dove è fissata la sua residenza personale e la sede stessa della conferenza. Contrariamente alle voci prima corse, il. Fuhrer non si rechda incontro a Chamberlain fino a Colonia, preferendo fare un'ispezione dei preparativi predisposti per ricevere l'ospite britannico a Godesberg, e per raccogliersi poi nella calma e nella solitudine del suo appartamento che guarda sul Reno, pri»ia dell'importante colloquio. All'arrivo all'aerodromo di Colonia alle 18,30, Chamberlain è ricevuto da von Ribbentrop che gli dà in nome del Fiihrer il benvenuto «ulia terra del Reich, dal sottosegretario Weizsaecker, dall'Ambasciatore inglese a Berlino Neville Henderson, ecc. Dopo avere passato in rivista una compagnia d'onore delle S. 8., Chamberlain, salutato dalle note dell'Inno inglese, partiva immediatamente in automobile col suo seguito alla volta di Godesberg, dove il corteo delle vetture arrivava alle 13 JO. La vettura di Chamberlain imbarcata sul ferry-boat allo scalo di Godesberg, veniva trasportata sulla riva destra del Reno. In considerazione del ritardato arrivo e delle condizioni alquanto affaticate del Premier inglese, l'incontro aveva inizio soltanto alle ore 16,20. Le personalità che accompagnavano l'ospite al Dreesen Hotel non prendevano parte al colloquio, che per due ore di seguito, e cioè fino alle 18,20 veniva limitato a due soli interlocutori, il Fiihrer e Chamberlain, oltre al fedele interprete personale di Hitler. «Le conversazioni continuano» Alle 18,20 venivano introdotti alla presenza del Fiihrer gli altri membri della delegazione inglese, Strang, Neville Henderson, Malkin e Wilson. Sulle prime si riteneva che si trattasse unicamente di permettere a queste personalità di ossequiare il Fiihrer, ma il fatto che quest'ultimo si circondava a sua volta di von Ribbentrop, di Weizsaeker e del giureconsulto Gaus e che la conversazione con le due Delegazioni al completo proseguiva per un'altra ora, dava immediatamente origine alla voce che il negoziato già stesse per portare all'elaborazione di un primo testo. Nessuna conferma veniva peraltro fornita a questo proposito e l'assoluto riserbo di cui si circondavano le due Delegazioni (l'accesso all'Albergo Dreesen è stato inibito in mòdo assoluto ai giornalisti) impediva-di avere qualsiasi infor-: mozione precisa. Nè maggiori dati risultavano dal brevissimo comunicato pubblicato dai Tedeschi, comunicato che si limita a precisare la durata del colloquio, aggiungendo, unica precisazione importante, « che le conversazioni saranno riprese domani ». L'estremo riserbo delle due Delegazioni è stato tale, che perfino ci si è ■ astenuti dal sottolineare la nota di prammatica che dovrebbe èssere aiiche stavolta quella ottimistica. Tale impressione di ottimismo dovrebbe d'altronde essere giustificata, oltre che dalla grande cordialità di questa ripresa di contatti anglo-tedeschi, dalle indicazioni provenienti dalla Cecoslovacchia sull'ormai naturale processo di sgretolamento dello Stato- mosaico. ■ .■ \ • • • • Sgretojamento inarrestabile E', invece, proprio su questo punto che si è manifestata un'assai netta divergenza.. Chamberlain, preoccupato della piega assunta dagli avvenimenti e desideroso di evitare io stato di anarchia nel territorio cecoslovacco, preludio di scontri sanguinosi e di interventi militari, avrebbe voluto convincere il Fiihrer a. sottoscri vere con lui un proolama per in vitare alla pacificazione degli ani mi. Hitler, dal canto suo, giusta mente convinto che non si può ar restare un processo che è ormai in corso e preoccupato d'altra parte di evitare un impegno qualsiasi che potrebbe comunque essere impugnato contro i Sudeti, ha rifiutato di dare la sua adesione a un tale progetto. E' così che a tardaora da parte inglese si diramava un comunicato alquanto diverso da quello tedesco. Vi si legge infatti che « la cosa essenziale nell'opinione del Premier inglese, è che si dovrebbe arrivare a una determinazione di tutte le parti, come pure di tutti gli interessati, per assicurare che le condizioni in.Cecoslovacchia non interferiscano sul progresso di queste conversazioni ». // Primo ministro fa un appello particolarmente serio a ciascuno, perchè collabori al mantenimento dell'ordine e ci si astenga da azioni clìe potrebbero, condurre a degli incidenti. La divergenza è senza dubbio di un certo rilievo. Ma si avrebbe torto di ritenere, come qualcuno fa, che le conversazioni si siano arrestate su questo punto..In particolare, ci risulta .che la questione delle altre nazionalità esistenti in Cecoslovacchia, oltre quella sudetica, e cioè particolarmente la i e a o a l e e a o o è e o e o o i a 1 situazione détte minoranze polacca e ungherese, è stata sollevata in pieno. La necessità di una soluzione totalitaria, affacciata nella famosa « lettera a RuncWnan », e successivamente affermata dal Duce nel Suo storico discorso di Trieste con l'autorità del Capo di Governo di una delle grandi Potenze europee, è ormai andata imponendosi. Malgrado i tentativi di intorbidare le acque, fatti da certa stampa straniera a proposito dell'atteggiamento di Hitler di fronte alle rivendicazioni ungheresi e polacche — atteggiamento che si vorrebbe definire come riluttante a dare soddisfazione ai Polacchi e ai Magiari per pretesi motivi economici e strategici, — non è dubbio che la Germania, a sua volta, ha sposato generosamente la causa delle altre nazionalità di Cecoslovacchia. Per la soluzione totalitaria Questo risulta evidente dalla stessa presentazione che la stampa fa di questo particolare lato del problema. Cosi, commentando U lacrimoso proclama di Benès di ieri a proposito della spartizione détto Stato da lui creato, il Westdeutscher Beobachter di Colonia scrìve che il pianto coccodrillesco di Praga è ampiamente compensato dalla gioia che una soluzione totalitaria procurerà a tutte le nazionalità oppresse. Ed è cosi che la questione delle rivendicazioni ungheresi e polacche, figura in prima linea in una serie di punti che, secondo le nostre informazioni, costituiscono il caposaldo del piano a cui si attengono in questi negoziati i Tedeschi. I quali, però, fanno sapere che nessuna garanzia di frontiera sarà da loro concessa al nucleo che potrà eventualmente sussistere nello Stato cecoslovacco, fin tanto che gli altri Stati, confermando che h'inno delle rivendicazioni da far valere contro Praga (leggi Polonia e Ungheria) non saranno . disposti a fornire una analoga garanzia. In queste condizioni, è probabile che questa parte del problema delle nazionalità di Cecoslovacchia possa essere avocata ad una ulteriore conferenza, avente appunto lo scopo di fissare definitivamente le frontiere del nuovo Stato in vista di una garanzia internazionale. Questo, a meno che la questione sia direttamente risolta dagli interessati per la via delle armi, ciò che nell'attuale stato di anarchia è tutt'altro che improbabile. Le richieste di Hitler Sul problema specificatamente sintetico, i punti affermati dai tedeschi, come base di discussione, sono i seguenti: 1) l'assegnazione al Reich entro un termine assai breve (otto giorni, se siamo bene informati) del territorio abitato dalla popolazione tedesca compatta; . 2) soppressione delle « isole » etniche — tedesche in territorio ceco e cèche in territorio tedesco — con lo svuotamento dell* « isole » stesse e con uno scambio di popolazione. Questi principi! denotano l'intenzione del Reich di risolvere il problema cèco in modo rapido, definitivo, senza che sussista alatna possibilità di ulteriore strascico. Circa l'estensione dei negoziati ad altri problemi più, generali, è ormai accertato che Chamberlain e Hitler hanno rinunciato, almeno oggi, a trattare tali problemi, concentrando le loro discussioni unicamente sul problema cecoslovacco che è quello che ha un carattere veramente urgente per la pace europea. Guido Tonella Hitler e Chamberlain a Godesberg (Tele-foto) Il Premier britannico al suo arrivo in aeroplano a Colonia (Telefotoj