Il compito del Caudillo di Concetto Pettinato

Il compito del Caudillo COME SORGE LA NUOVA SPAGNA Il compito del Caudillo Una guerra sulle braccia, uno Stato in cantiere, in mezzo ai suoi generali, ai suoi ministri, ai suoi soldati, al suo popolo, quest'uomo è solo a decidere, a comandare, a rispondere di tutto quanto si fa o non si fa, riesce o fallisce i e e o o a l e a o . a e a o . o o a , . o n o i , A a e . a sei a a o i a aa , e e zn (Dal nostro inviato) BURGOS, settembre. Diedi mano a queste note sulla Spagna deWAlzamiento narrando d'una mia visita al Caudillo. Non voglio chiuderle senza evocare di nuovo, all'atto di scrivere la parola « fine », il nome e la figura del Liberatore. Quattro mesi sono passati, e la guerra continua. Non mi attendevo di meglio. Sin dalla mia prima lettera riconobbi che lo sforzo da compiere era ciclopico e che solo un popolo della resistenza, detto stoicismo e della sprezzante durezza di questo poteva affrontarlo e potrà risòlverlo: non ho una parola da mutare a quella constatazione. Non si tratta di un disinganno postumo nè d'una scoperta a ritardamento. Le guerre moderne durano armi e si vincono durante l'ultimo quarta d'ora. Franco non ha contro di sè il repubblicanesimo inespugnabile di sette milioni di Spagnuoli della Catalogna e del Levante nè tampoco, il genio militare del generale Miaja e del generale Modesto: ha contro di sè la coalizione demo-sovietico-massonica mondiale. Egli è, nel suo settore, il campione non solo della Spagna immortale ma dell'Europa cristiana contro l'assalto congiunto delia piovra asiatica e della plutocrazia internazionale che, per durare, tradisce la causa dell'Occidente. Lo sua guerra forma un capitolo di quella guerra più grande che da un pezzo si combatte nel mondo fra l'imperialismo materialista di ieri e l'imperialismo idealista di domani. Interessi più vasti dell'interesse locale falsano, sino a un certo segno, il gioco delle forze in cui egli è impegnato. Vincerà, perchè il genio del secolo sta dalla sua: ma fissare un termine alla sua vittoria è impossibile. Dinanzi a Dio Senonchè, proprio a questo carattere astratto e generico della lotta ch'egli sostiene è legato l'alto potenziale patetico della sua figura d'uomo e di capo. Condurre un esercito è già responsabilità grave. Creare uno'Stato è responsabilità anche più grave. Ma accamparsi sul suolo amato della patria e accettarne il martirio, osare la esperienza di una rivoluzione politica mentre il sangue dei fratelli e dei figli da redimere scorre a vene aperte, quale se vero destino! La grandezza di Franco sta nell'averlo affrontato e nel reggerne il peso senza piegare. Piega il ginocchio davanti a Dio, in quel glaciale oratorio delle Salesiane dove ogni giorno, quando è a Burgos, si reca a ritemprare le forze dell'animo in un solitario colloquio con l'interno nume. E, attraverso la mistica stazione, del proprio Capo ed Avvocato davanti al Giudice supremo, è l'intera Spagna che offre ogni giorno il suo dolore in riscatto dei suoi peccati. Ma mantenere un equo bilancio fra l'uno e gli altri è compito arduo, e qualche volta drammatico. Per questo, più ancora che in mezzo al marziale affaccendarsi degli ufficiali cinti di seta turchina, all'impaziente squillar dei telefoni, all'eccitante biancheggiar delle carte di Stato Maggiore sui tavoli, quest'uomo mi piace allorchè, senza seguito di nuli tari nè dì ministri, interroga in silenzio sè stesso fra le quattro mura d'una cappella dove i suoi occhi semichiusi non vedono se non un Crocefisso e una ban~ diera. Le lunghe guerre di liberazione non sono per la Spagna una cosa insolita. Quella per liberarla dai Mori durò poco meno di cinque secoli e dette luogo a regni, principati, gesta, creazioni d'arte e di poesia che netastriuntotedimdiavririNtieil giprstavfigntroszoraCcisiafiràdLssqdPaginsnlologgqrledindd1nrvpsmdctztselstslfdmv ù l è l a o o o à e i e a e i e i a e e , ne fecero una vasta e complicata epopea. A lasciarlo fare, questo popolo si adatterebbe senza rimorso a riprender stanza in un'altra epopea a passo ridotto, organizzandosi durevolmente sulle posizioni attuali, parte di qua, parte di là, e trasformando a poco a poco la guerra di movimento in guerriglia di avamposti e in tenzoni singolari, con relative accademie giuridiche, canoniche e letterarie. Nel 732, alla vittoria di Poitiers, per l'insieme dell'Europa il pericolo arabo era bett'e scongiurato. Le Crociate, che rappresentarono la reazione cristiana atte.ambiziòni dell'Islam, avevano già esaurito il loro ufficio con Federico II. In Spagna, difensiva . e offensiva si trascinarono invece sino al 1492 ossia almeno due secoli e mezzo oltre il necessario. La guerra di Franco è anch'essa una Crociata accanto ad altre Crociate: abbandonata a sè medesima, durerebbe probabilmente ancora quando le altre fossero finite da wn pezzo^ Non toccherà al Caudillo, dopo aver bran dito con la destra la spada del Liberatore, armare la sua sinistra del pungolo rovente che squarcia le piaghe affinchè non diventino coniche? Pasti, chiacchiere e caffè Ignoro se sia questa la più ardua delle missioni riservate' gli dalla sorte: certo ne è la più ingrata. Se la riforma della scuola gli darà un giorno dei nuovi Spagnuoli, quel giorno — lo abbiamo visto — è ancora lontano. In attesa che spunti, gli è mestieri prendere gli Spagnuoli come sono, con le loro qualità e i loro difetti: fierezza, resistenza al dolore, coraggio leonino, ma insieme ombroso in dividualismo, odii implacabili, indisciplina e scarsezza di senso dello Stato. Parlando al paese dal municipio di Saragozza, il 19 aprile dì quest'anno, il Ge nerale uscì in questa rampogna rovente: « La vita comoda, fri vola e vuota del passato non è più possibile. Debbono ormai sparire dalla mostra Spagna il malcontento e l'astio coltivati da quelle spregevoli congreghe che in circoli e casini presiedei tero al processo della decaden za nazionale, dandosi, per cortezza di vedute e mancanza di scrupoli, all'assunto demolitore e antipatriottico di macchiare l'onore altrui e scalzare il pre stigio degli uomini e degli isti tuti pubblici. Porto, coi miei soldati, la responsabilità del l'avvenire della patria, e, se a forza di battaglie sto strappan dolo di mano ai rossi, nessuno mi farà l'ingiuria di credere che vorrò lasciarlo compromettere f 0 alterare dai nostri vecchi difetti! ». Questo iroso grido del Capo costretto a guardarsi non solo al petto ma alle spalle è la protesta del creatore alle prese con la materia recalcitrante. Ma non basta scagliar l'anatema sulle tertulias per disperderle. Chiusi i circoli, rimangono i caffè, rimangono i saloni e 1 comedores degli alberghi, rimangono i marciapiedi. Il mio buon amico Oimenez Cabattero sostiene che uno degli obbiettivi della Rivoluzione spagnuola dovrebb'essere la riforma dell'orario dei pasti. E' fuor di dubbio che se si andasse a tavola all'ora giusta si ciarlerebbe di meno e si creerebbero meno impicci al Generale. Una dette sciagure detta Spagna stette, secondo il Cabotiero, netto stile di vita dell'impiegato madrileno, della cui giornata due terzi venivano sciupati a desinare, al caffè, ai toros, poi a merenda e al cine, poi di nuovo al caffè per l'aperitivo, poi a cena, quindi di nuovo al cine e al caffè, sino all'alba. A questo regime, gU specialisti dette malattie di stomaco facevano affari d'oro e i caffè dovevano tenete-sui tavolini, accanto alla bottiglia dell'acqua, la botticella del bicarbonato* Ma il mal vezzo dura anche oggi, e las horas de corner restano in Spagna quello che erano: a gran fatica riesci a pranzarvi atte due del pomeriggio, e in quanto alla cena non ci arrivi mai prima delle dieci, se gli amici ti consentono di piantare in asso la conversazione. Giacchè il conversare è tuttora la maggior passione dei borghesi di questo paese, cervelli sottili e rotti alla dissertazione elegante: e come privarsi dei piaceri che essa procura, in un'epoca in cui gli argomenti di discorso son tanti, e ognuno ha una voce da riferire, un'obbiezione da sollevare, un dubbio da esprimere, un consiglio da impartire, una riforma da proporre, urna profezia da emettere? Dietro le persiane del proprio despacho illuminato, Franco sente, nell'alta notte, lo scalpiccio lieve delle scarpe di corda del marocchino di guardia davanti alla garitta merlata come una torre araldica. Ma, attraverso l'alberata frusciante del Paseo de la Isla, gli giunge certo in pari tempo il mormorio confuso di tutte le voci irrequiete che da un capo all'altro della penisola disputano, distinguono, criticano, suggeriscono. Solo Una guerra sulle braccia, uno Stato in cantiere, una gioventù e un partito da non deludere, uavdfvmmpssadfltpntstctp a , i , i , l A i , * : i n i i e i e i n i a a ? o o a e l o o . o ù , una classe conservatrice da non allarmare: quanti compiti diversi e contraddittorii da condurre di fronte senza lasciarsi fuorviare dai compromessi nè vincere dalla stanchezza! In mezzo ai suoi generali, ai suoi ministri, ai suoi soldati, al suo popolo, quest'uomo è in realtà solo, con la sua leggenda e la sua stella. Solo a decidere, solo a comandare, solo a rispondere di tutto quanto si fa o non si fa, piace o dispiace, riesce o fallisce. Gli errori di tre o quattro generazioni di sovrani, di politici, di professori, di amministratori, di semplici cittadini tocca a lui ripararli, operaio insonne, con le sue forze limitate, nel breve volger di tempo concessogli da un'esistenza mortale. E quale fatica sollevar di peso un paese che non ha fretta perchè ha la durata dotta sua, spronare una storia che indugia e si distrae perchè ha davanti a sè il ricorso dei secoli e forzare il ritmo dell'uno e dell'altra alla misura detta propria parabola! Il Capo veglia, la fronte china sugli ultimi rapporti della giornata. E non so vietarmi di pensare, per contrasto, che proprio in questo momento, men tre sutt'Ebro la voce del cannone rallenta come tuojw lontanante, laggiù a Siviglia, in quel fragoroso caffè-concerto della Tdblada, la vecchia Pastora Imperio, custode della tradizione e alfiere della vecchia Spagna, conduce impassibile la sua seguedilla d'ogni sera, in mezzo atta solita ressa di soldati e di marinai brilli. Scarna, terrea, rugosa come una Parca ma con un fiore svampante nei capelli tinti, le nècchere imperiose, le reni agili, i polpacci duri, la ballerina settantenne, diventata maestra di ballo dopo aver consumato milioni pei begli occhi del più incostante dei toreri, comanda le evoluzioni spensierate d'una focosa contraddanza che divincola e fa mulinare come fiamme le code di venti gonnelle di percalle a balze e strepitare sul tavolato quaranta tacchi nervosi e lingueggiare nell'aria azzurra di fumo quaranta pallide braccia armate del loro ritmico palpito di legno. Pare, brutta com'è, con le sue occhiaie fonde e il suo freddo sorriso irreale, la Morte che si trascini dietro, in pazza ronda, la vita. Franco scrive, severo, facendo stridere sulla carta la sua rude penna di soldato: « Ordino ai comandanti di divisione, ai comandanti di brigata, ai comandanti di banderav. ». Concetto Pettinato pedimdscscstgmsnrcpidnicfcrAgdtsrbd'u| sI Un reparto di milizia nazionale organizzato dai giapponesi per ristabilire l'ordine nella zona di Kiukiang al comando di ufficiali nipponici

Persone citate: Federico Ii, Giacchè, Imperio, Pasti