Da Udine ad Aquileja

Da Udine ad Aquileja Da Udine ad Aquileja (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Treviso, 21 settembre. Conclusasi a notte alta, la pittoresca e colorata festa popolaresca, che aveva colmato di canti e di colori la vasta piazza che si apre dinanzi al Palazzo del Governo e. le vie adiacenti, che aveva richiamato, per salutare il Duce, la folla operosa dei centri industriali e del contado friulano in Udine, la città si è destata stamane per tempo, coi canti, in un sorriso di cielo soavemente azzurro e in uno sventolio festosissimo di bandiere. « Duce, ritorna! » Ancora una volta la folla, che fin dalle sei del mattino si andava addensando in piazza Patriarcato e lungo la via della Vittoria, insieme alle Camicie Nere e a folti stuoli di goliardi, ha salutato il Capo con il grido della passione incontenibile, con applausi ciclonici, con invocazioni ardenti. Ed Egli, alto, sulla sua macchina, in piedi, rispondeva, Fidentissimo, col saluto romano. Alle otto precise, ha mosso dal Palazzo del Governo, accompagnato dal Ministro Segretario del Partito, dai Ministri Alfieri, Bottai, Thaon de Revel, dai Sottosegretari alla Guerra e alla Presidenza, dal segretario particolare Bastianini. Sincronizzavano e accompagnavano le acclamazioni le note gioiose delle fanfare e delle musiche, dislocate lungo le vie della città, dove Egli dovrà, passare. Contenuto fra siepi umane fittissime e plaudenti, il corteo delle macchine, che ha alla testa il Capo, è trascorso velocemente e, quasi volessero frenarlo, le genti ideile prime fila protendevano le braccia: «Duce ritorna — gli urlavano da tutte le parti — ritorna presto fra noi ». Poco prima delle 8,20, Egli si è accomiatato da Udine, che alla sua porta aveva disteso un grande striscione con la scritta: «Duce, grazie! », e inaugurando, fra una folla osannante, il nuovo ospedale civile, che si estende su i un'area di 35 ettari. Accompagnato dai dirigenti il [nosocomio. Egli ha visitato le saì le di alcuni padiglioni e i ricoverati, ai quali ha rivolto parole di conforto e di comprensione, Lo hanno applaudito fervidamente. Ai padiglioni attigui che fun zionano da sanatori, non ha mancato di portare con la Sua presenza, il Suo augurio vivissimo. E infine ha visitato la Casa della Madre e del Fanciullo, elegante costruzione ariosa, linda, igienica, annessa anch'essa all'ospedale. .Salutato da uno scroscio fragoroso di ovazioni, il Duce si è avviato verso le campagne, tagliate dal nastro di asfalto che conduce verso Cervignano, la -, romana Aquileia e Torre di Zuino: - Ma poco prima di Palmanova, presso un grande casolare, un vero alveare umano, Egli ha visto una gigantesca polenta che alcune massaie rurali Gli avevano apprestato con il formaggio, deponendola quasi sui limiti della strada. Allora il Capo ha sostato e ha tagliato con le Sue stésse mani una fetta, per poi mangiarla con il formaggio assieme alle donne, che Lo guardavano commosse fino alle lacrime, mentre tutto intorno, fra le campagne opime e fra tralci e pampini — il sole di settembre già indorava le uve — 1 veliti della terra, con 1 loro arnesi da lavoro sulle spalle, Gli andavano improvvisando una sempre più calda e viva manifestazione! di simpatia. E la corsa del Capo è continuata velocemente. Superata Palmanova festosamente addobbata, il Duce è passato, di paese in paese, di borgo in borgo, fra archi verdi, decorazioni fantasiose, strade tutto un palpito di bandiere, tutte risonanti di invocazioni e di canti. In questo clima ardente, la Bassa Friulana Gli ha offerto il suo volto e il suo cuore, con lo slancio dell'amore e della devozione, In una visione di messi, di campagne feconde, di industrie fiorenti. Al suono delle campane, Egli è entrato come un trionfatore in Cervignano: dritto sulla macchina ha guardato lo spettacolo superbo della folla delirante che Lo invocava, che Lo acclamava, che Gli diceva, con una sola voce tonante, la gioia e l'ansia di poterLo vedere. La Sua macchina ha avanzato lentamente e si è fermata innanzi alle Distillerie Friulane, costruite nel 1937 per i carburanti e che apportano un notevolissimo contributo alla battaglia in atto sui fronti dell'autarchia. Ricevuto — in assenza del Senatore Piaggio indisposto — dal procuratore generale Ciancarelli, questi subito Gli illustra — attraverso disegni e dati — il progetto del nuovo zuccherificio e le statistiche che dicono l'incremento che è stato dato e che verrà impresso alla lavorazione delle barbabietole e alla lavorazione dell'alcool, nell'anno corrente e in un immediato avvenire, quando si amplificherà la fabbrica con l'annessione di uno zuccherificio. Nella sala delle macchine, il Duce constata con molto compiacimento come qui si consumi esclusivamente carbone dell'Arsa. Fri- ma la combustione era ostacolata dalla presenza dello zolfo in quantità dall'otto al dieci per cento; oggi la combustione è perfettamente realizzata mediante una caldaia di recente brevetto, costruita dai Cantieri del Tirreno. Il « carbone nostro » Il Duce fa spalancare lo spor tello del forno:.vi si vede il com bustibile ardere pienamente, in fiamme rosse azzurre. Il Duce si volge ai più vicini e dice con fermezza soddisfatta: « E' carbone nazionale; nostro ». Il Duce, che s'interessa minuzio samente della attività della fabbrica indugia anche nel gabinetto chimico, ove si analizzano le barbabietole per precisarne il contenuto di zucchero ed i relativi prodotti alcoolici. Dal reparto, di fusione ove dalla barbabietola si estrae lo zucchero, il Duce passa nel locale di fermentazione, dove lo zucchero si trasforma in alcool; e poi in quello dove il liquido alcoolico distillato e rettificato diventa assoluto e va utilizzato come carburante. Il Duce va da ultimo nella palazzina degli uffici dove sono esposte le planimetrie che documentano l'opera compiuta per la bonifica della Bassa Friulana. Si vede come fosse il comprensorio prima della bonifica e come sia oggi: una popolazione di settantamila individui allora con settemiladuecentoquarantuno casi di malaria accertati; una popolazione di 85.000 individui oggi, con solamente 357 casi accertati di malaria; e si ha oggi una produzione lorda vendibile di 124 milioni Tanno. Quanto lavoro compiuto! la visita è finita. Operai e popolo Gli si sono fatti d'attorno, commossi, in un applauso continuo, che non ha avuto pause, fino a quando la macchina non ha ripreso la via. Al centro della cittadina, che allinea al sole una lunga teoria di case rosse, si è arrestato ancora una volta e ha inaugurato, mentre la | manifestazione popolare tornava i a vibrare intensa, la Poliambulan!za delie Casse mutue operaie e deI gli Addetti all'industria. | Pochi minuti: e la macchina, rii presa la corsa, è in vista di Aquileia, dalla sua Basilica millenaria, S dal campanile con la guglia punj tuta che sembra sfidi il cielo. Suonano a stormo le campane, urlano le sirene degli stabilimenti vicini; le fanfare intonano gli inni, la ressa di popolo si muove, ondeggia all'ombra dei suoi labari e delIle sue bandiere; un brivido passa ; sulla moltitudine e fa fremere i mille cuori: il Duce sta per arri! vare, 1 Tullio Armani II Duce ad Aquileja al Cimitero degli Eroi

Luoghi citati: Aquileia, Aquileja, Palmanova, Treviso, Udine