I poderi le case la vita dove erano la palude e la morte

I poderi le case la vita dove erano la palude e la morte Lft BOMiriCfl DELLA BASSA FRIULANA I poderi le case la vita dove erano la palude e la morte e e a a o . e a e o e l a l o a UDINE, settembre. La bonifica integrale nella Bassa Friulana non ha l'unico obiettivo della vittoria dell'uomo sull'aridità da una parte e sull'acqua dall'altra, per ottenere in un secondo tempo l'aumento della produzione agricola: la terra deve, si, dare un rendimento maggiore allo scopo di emancipare il paese nella misura massima possibile dalle forniture straniere, ma deve anche dare al popolo italiano lavoro e casa. Prima della guerra I problemi sociali del Friuli sono di capitale importanza: mentre la montagna, impoverendosi, non riesce più ad esercitare sui suoi figli l'antico fascino, la campagna non può trattenere e raccogliere gli uomini alla ricerca di nuovi mezzi di vita se prima la bonifica integrale non l'ha resa coltivabile ed abitabile. Nell'anteguerra funzionava la valvola dell'emigrazione, ma ora è chiusa: nel 1911 emigrarono 90.000 individui e nel 1930, a 19 anni di distanza, si registrava un arresto quasi totale del deflusso. Gli emigrati mandavano ogni anno in Patria circa 35 milioni di lire oro e in qualche anno si arrivò perfino a 50; nell'immediato dopoguerra le rimesse salirono alla rispettabile cifra di 650 milioni di lire carta; il mercato del lavoro risultava cosi alleggerito dalla minore pressione di diecine e diecine di migliaia di braccia e le rimesse servivano a mantenere le persone rimaste a casa, ad alimentare il piccolo commercio che di queste persone viveva ed a rendere maggiormente liquidi gl'istituti finanziarli. Ottimo lavoratore, il friulano sa fare cento mestieri: il contadino e il fabbro, il falegname e il muratore, il terrazziere e il carpentiere. E quando l'uomo era fuori di casa, e fuori della Patria, a esercitare una di tali attività, le donne ed i ragazzi l'aspettavano dedicandosi alla cultura dei gelsi e dei bozzoli, che prima prosperava dando un forte reddito e oggi prospera tuttavia anche dando un reddito incomparabilmente minore, perchè il friulano s'accontenta del poco, ragionando che è meglio del niente. Cessata l'emigrazione temporanea, che al ritorno in Patria permetteva l'acquisto di un campo o campicello, l'alpigiano tende a portarsi verso la pianura (e da ciò deriva il grave fenomeno della spopolazione delle zone di confine), o per stabilir visi, o per dirigersi verso i centri industriali (altro fenomeno del quale il Fascismo s'è preoccupato a tempo, premendogli evitare, per ragioni mille volte dette, che all'abbandono della campagna corrisponda un esagerato sviluppo delle città e della mano d'opera industriale). Ora prima che la bonifica avesse inizio, il friulano disceso dai monti trovava una zona ghiaiosa e sabbiosa con un sottile strato di terreno coltivabile e proseguendo entrava nella zona tormentata dalle troppe acque non regolate e poi giungeva nella selvaggia zona prelagunare. Sui 70.000 ettari di superficie del comprensorio oggi governato dal Consorzio di 2.o grado si aveva una popolazione di 70.000 abitanti, ma il limitarsi a prender nota delia densità media di 100 abitanti per chilometro quadrato significava voler chiudere gli occhi davanti alla realtà, perchè essendo vaste distese improduttive, la popolazione finiva con l'agglomerarsi in poche zone neppure esse in grado di fornire quello che una coltivazione razionale avrebbe permesso: lo prova, del resto, la circostanza che, tale e quale come gli alpigiani, nell'anteguerra da queste zone emigravano specialmente i piccoli proprietarii agricoli, che anzi formavano il grosso del movimento emigratorio, mentre la bonifica ha di nuovo legato i piccoli proprietari! alla terra, prima coi lavori, poi con la trasformazione agraria, infine con la conduzione. Strade e fattorie Ed ecco il motivo per il quale bonificare significa accrescere, come ha detto Mussolini, lo spazio di cui il popolo italiano ha tanto bisogno, significa moltiplicare i tetti e le possibilità di lavoro: questo lo scopo e il vantaggio dell'opera, da noi già descritta, compiuta a Valle Pantani e a Val Lovato — dove l'aratro solca terre due lustri addietro coperte da mare abitato da anguille —, o a Val Boscat, dove circa 3000 ettari di fndcgcdpdrgbtAetvogtbsclmtcglsmuptanetcndslbva5azVNddacpsvqaneplndtptlassrsn o o i e l i fondo lagunare e di paludi si vanno popolando un po' alla volta e dove le zone nelle quali prima si camminava con gli stivaloni di gomma, affondando sino al ginocchio, sono comodamente battute dà modernissimi carri con ruote pneumatiche che trasportano ai depositi o alle vicine stazioni ferroviarie quintali su quintali di granturco e frumento, fieno e barbabietole, pesche e colza, ricino e tabacco. Altro esempio: presso Aquileia, sopra una tenuta di 270 ettari trasformata da un proprietario triestino, due anni fa vivevano malamente quattro famiglie; oggi ne vivono 18 e giorno per giorno vengono a lavorare settanta braccianti. Nella zona del comprensorio già bonificata sono state finora costruite circa seicento case rurali corredate di fienili, granai e stalle e le costruzioni sono fatte in modo che quando più tardi la coltura sarà resa intensiva, per accogliere sul podere un'altra famiglia basterà costruire affianco all'edificio esistente una seconda casa, essendovi già una tettoia comune e due stalle. Il problema è unicamente finanziario: ma la possibilità di portare sul luogo altre 500 o 600 famiglie, a ciascuna assegnando poderi di un'estensione variabile dal 20 ai 15 ettari, esìste fin da questo momento. La piscicultura Un'efficace forma di lotta contro la disoccupazione è intanto anche il sorgere di industrie destinate a lavorare sul posto, con evidente economia di tempo e di spese, materie prime fornite dal suolo: alla loro testa troviamo lo stabilimento di Cervignano per la lavorazione delle barbabietole, che arriverà a lavorare annualmente 560.000 quintali (per ora si ricava alcool, ma in seguito si produrrà zucchero) e l'impianto che la Snia Viscosa ha fatto a Torre di Zuino (fra Cervignano e San Giorgio di Nogaro) per ricavare cellulosa dalla canna gentile. Sorto in meno di un anno con rapidità, più che americana, romana, assieme alle case per gl'impiegati c alla casa per il Dopolavoro ed al grazlosisslmo teatrino, lo stabilimento dovrà occupare sino a 6.000 operai: quest'anno la società ha piantato a canna gentile 1.200 ettari, l'anno venturo ne pianterà altri 2.000 e nel |40 tutti i 6.000 previsti dal piano, in modo da riuscire a dare, lavorando 800.000 quintali di canna, un milione e mezzo di quintali di cellulosa. Qui apriamo una parentesi per raccontare che la ghiaia occorrente per le costruzioni la si è presa nelle cave della vicina San Giorgio di Nogaro, le quali si sono subito trasformate in acquitrini: ad evitare che gli acquitrini diventino nuovi centri di malaria, i com petenti uffici sanitari hanno avuto l'idea di farne dei bacini di piscicoltura e il primo esperimento è in corso di realizzazione a Gonars, dove se ne stanno creando stune coidgemtineperarinliscliteinincoulastpamqtoplamchlodlitache « ricocBscabdspto4tàfec.(incecLenccpI hldgiccBtdtre di circa 7.000 metri quadrati [gl'uno. Immessi nelle acque 100.000 avanotti e 7.000 trotelle del Garda, si conta di potere iniziare la pesca fra due anni. La Milizia forestale provvedere a far sorgere attorno ai vivai un bosco di tigli e di pioppi, cosi anche il paesaggio avrà subita una radicale e simpatica trasformazione... Da questi luoghi la malaria deve rima- dhCcintfltccnere bandita per sempre: se oggi ! anella zona di Aquileia, che nel|P1920, con l'80 e l'85 per cento di malarici, era la più infetta della provincia di Udine, i malarici non rappresentano nemmeno il mezzo per cento, nessuno intende perdere le posizioni faticosamente guadagnate e dare pericolosi passi indietro. Rimane infine da parlare di un complicatissimo lavoro, che è premessa della bonifica integrale, e sarebbe il riordinamento fondiario, imposto dall'Impressionante frazionamento della proprietà. ,Ai 31 dicembre del 1929 si contavano nel comprensorio 27.752 ditte proprietarie, delle quali 9.433 inferiori ad un ettaro e 82 appena superiori ai 400 ettari; nei territori a sud di Talmassons, Castions di Strada, Gonars, Corgnolo, nelle Valderie, nel consorzi Fraida e Planais, nei dintorni di Porpetto, ecc., la proprietà, riducendosi a qualche ara di terreno, si polverizzava addirittura, il che riusciva di sommo ostacolo per la sistemazione idraulica e la trasformazione fondiaria ad un tempo. Dato ciò, si è dovuto mirare a so¬ lggnCMUtsidstLlrcPsi stituire alla proprietà. frazionata una proprietà più unita possibile e di un'estensione bastevole per compiere le opere di carattere idraulico e fondiario e per accingersi ad un razionale appoderamento, sia per realizzare l'obiettivo dell'aumento della produzione, che per attirare la mano d'opera tutta gravante sui centri rurali al margini del comprensorio. Base del riordinamento fondiario è la commassazione, o riunione particella re, impresa che in Italia è stata affrontata solo dal Fascismo, mentre nella Venezia Giulia un esperimento fu fatto ai tempi del dominio austriaco, però in condizioni del tutto inadeguate, in quanto la legge voleva che la commassazione venisse chiesta da una maggioranza. Il Consorzio per la Bassa Friulana, sebbene investito dallo Stato del diritto di prendere iniziative, volle mettersi al lavóro rinunziando a qualsiasi misura di carattere coercitivo, in quanto per raggiungere il risultato gli sembrava bastasse fare appello al buon senso dei rurali friulani, ai quali si sarebbe naturalmente dovuto spiegare come e peri che la commassazione fosse nel loro interesse: e a nove anni di distanza i capi del Consorzio sono lieti di confermare che la via scelta è stata la giusta, e ripetono che è necessario ispirare fiducia e persuasione negli agricoltori, « essendo di capitale importanza risolvere le varie situazioni in via conciliativa anziché con la coercizione », II. riordinamento fondiario del Bacino Planais (860 ettari) fornisce il primo e classico esempio di applicazione del decréto 13 febbraio 1933 per la ricomposizione delle proprietà frammentate e disperse: all'inizio del riordinamento si contavano. 264 proprietà per 472 appezzamenti, e delle proprietà 129 avevano una superficie inferiore all'ettaro; a riordinamento compiuto le proprietà risultavano .(senza che fossero stati lesi gli interessi di nessuno) ridotte a 216, cioè a dire erano diminuite di 48, e gli appezzamenti ridotti a 228, cioè a dire erano diminuiti di 224, Le proprietà Inferiori ad un ettaro erano ridotte da 129 a 80 e 80 erano anche gli appezzamenti: altra conferma, questa, dello scrupolo col quale sono stati tutelati i veri piccoli proprietari. Italo Zingarelli L li ftifit td l R li i o Khl di fonte a Stb La linea fortificata tedesca sul Reno; lavori in corso a Kehl di fronte a Strasburgo

Persone citate: Italo Zingarelli, Kehl, Mussolini