Una giornata guerriera nelle città della guerra

Una giornata guerriera nelle città della guerra Una giornata guerriera nelle città della guerra (Da uno-dei nostri inviati) .»• Gorizia, 20 settembre. 77 Duce esce dal Palazzo del Governò di piazza dell'Unità poco dopo le otto. Trieste è bianca, ancora intrisa dell'alba soavissima dalla quale è appena uscita, e appare viva, fremente, tutta protesa verso il mare col quale si scambia le ultime rapide battute di un leggero dialogo mattutino. Le navi da guerra attraccale al molo Audace e che tutta la notte, per ben disposti. giuochi di luci, splenderono sul nero dell'acqua come blocchi di ghiaccio sagomati affilati da avventure marinaresche, ora ostentano il color grigio e guerresco del loro acciaio tempestato dalle divise candide dei marinari disposti lungo le murate. L'addio di Trieste Il corteo delle automobili, che seguiranno il Duce, si dispone davanti al Palazzo del Governo, ove entrano ad ossequiare il Capo Ministri Starace, Alfieri, Bottai e Cobolli-Gigli. Il Duca di Spoleto, t arrivando pochi minuti prima della partenza, entra nel palazzo a salutare Benito Mussolini. Le trionfali giornate di Trieste si concludono rapidamente in una luce che poco a poco si fa più intensa e che dal rosa accennato sul mare e nell'aria dal sole ancora basso, improvvisamente sguizza e saetta nel meraviglioso golfo, accendendo il verde delle colline ed M turchese dell'Adriatico sul quale rilucono medaglie d'argento nel ravo delle onde appena appena cremanti sotto l'alito del vento. La figura del Capo, che la fottm attendeva, si staglia di colpo, alta sopra tutti, sulla macchina su cui Egli balza rispondendo col saluto romano ai primi scroscianti applausi. La lunga teoria delle automobili si mette velocemente in moto fra due ali di popolo, disposte come dietro una siepe fiorita II Duce passa nella festa dell'aurora e del mattino, sempre ritto sulla Sua macchina, come se volesse incidere più profondamente la gioia che ha ridestato nei cuori e nelle anime di questa popolazione, alla quale tanto ha donato con la Sua generosità che sempre arriva ove più urgente è il bisogno, ove le situazioni maturate attendono le conclusioni della laboriosa e fedele pazienza. Il Duce, seminatore di ogni buona terra, ha dunque lasciato Trieste dopo aver scavato il solco per le messi del prossimo futuro triestino, e le genti sono restate sul campo seminato, con la visione precisa del loro sicuro avvenire. Immagino che cosi resti, in gioia perplessa, il lavoratore dopo la lunga fatica, in ansiosa aspettativa delle sicure messi allorchè la stagione promette le mietitura abbondante dì tutti i doni della terra. A Iuviano, sul confine della provincia, le vecchie Camicie nere di Trieste, accompagnate dal Federale, Gli recano il saluto del nostalgico congedo. Il corteo procede velocemente sulla meravigliosa strada costeggiante il mare, che poi abbandona la piana per salire verso San Michele. Dal costone di Redipuglia salgono ancora, dietro le croci che benedicono e proteggono il cimitero monumentale, altissime fiamme nel colore del cielo, che si è fatto di un azzurro intenso. Quota 144 e il S. Michele A sinistra una sgroppata di collinette prelude all'Hermada, e su una di queste un'enorme bandiera sventola. Su una delle « posizioni » senza nome segnate soltanto con una cifra altimetrica, il Duce ha combattuto coi suoi bersaglieri dell'Ilo, ed è stato ferito. Bisogna essere stati combattenti della grande guerra per comprendere quale sia l'emozione che desta nel , cuore la vista di un settore, di una ì trincea, di una piega di terreno : lungo la quale si è difeso o si è ripreso il suolo della Patria. Allora i ricordi salgono, si fanno vivi, prendono forme umane e occupano tutti noi stessi, ci riconducono Jra l'ardore ansioso del combot'ii mento, si piegano verso i cadu* i è o , a o a i i qgpc Mussolini visita il cimitero ossario di Ostavi» (Telefoto)

Luoghi citati: Gorizia, Iuviano, Spoleto, Trieste