I TROPPI UOMINI DELL'AMBROSIANA di Luigi Cavallero

I TROPPI UOMINI DELL'AMBROSIANA MOTIVI DEL CAMPIONATO E I TROPPI UOMINI DELL'AMBROSIANA Se la compiiamone dal colenda rio non fosse stata fatta col sistema nuovo dei sorteggio, non si sa rebbero certo avuti, per la gior nata inaugurale del torneo, incon tri opponenti parecchie delle uni tà di maggior nome. Si sarebbe proceduto cautamente con partite fra « presunti forti » e « presunti deboli ». Si sarebbe entrati nella lotta senza colpi di grancassa. Invece... ■ Non in gran forma Alcune grandi squadre si sono presentate in condizioni di forma non brillantissime e con schieramenti non indovinati. Per far dei nomi si può dire che Genova, Ambrosiana, Roma, Milan, Juventus e Torino, quale più quale meno, hanno denunciato, in campo, un certo imbarazzo ed una certa qual difficoltà di manovra. Quattro di queste unità, e precisamente le prime quattro classificate dello scorso campionato: Ambrosiana, Juventus, Genova e Milan, hanno, in estate, partecipato al torneo di Coppa Europa, con danni assai superiori ai vantaggi. Oltre a non portare notevoli giovamenti finanziari, le gare di Coppa hanno nuociuto moralmente e materialmente. L'Ambrosiana aveva dovuto faticare assai per assicurarsi il titolo. C'era riuscita proprio all'ultima giornata, dopo mesi e mesi di lotta snervante, dopo alternative di speranze e di delusioni. A successo conquistalo avrebbe ben dovuto riposare. Invece cinque dei suoi uomini migliori, proprio quelli che più avevano dovuto lavorare per arrivare alla conquista dello scudetto, si sobbarcarono le fatiche supplementari di un campionato del mondo. Nè ciò bastava... Per completare la stagione ecco ancora una serie di partite per la Coppa Europa. Con quale entusiasmo i « nero azzurri» si siano accinti a disputarle è eloquentemente detto da quel nove a zero di cecoslovacca memoria che tanto rumore fece e che tanta indignò chi avrebbe preferito i campioni tartassati piuttosto che umiliati. Il giorno della sua clamorosa resa a Praga la squadra dell'Ambrosiana intese dire ai suoi dirigenti, ed a quelli della F.I.G.C., che ne aveva abbastanza. Assolutamente abbastanza. Intanto, però, fra un campionato d'Italia ed un campionato del mondo, fra una Coppa Italia, ed una Còppa Europa, fra partite amichevoli e partite internazionali, s'era arrivati a fine luglio. Vacanze brevi, allora, dovendosi ricominciare il 18 settembre e dovendo, per, tale data, essere già convenientemente preparati. La cosa sarebbe ancora stata possibile se la squadra non avesse subito ritocchi e si fosse allenata schierando tutti gli elementi il cui giuoco s'era fuso negli incontri della scorsa stagione. Invece, nel mese di... riposo, i dirigenti si preoccuparono degli acquisti. Avrebbero eventualmente dovuto pensare a rafforzare la difesa (la coppia Buonocore-Setti non è una... muraglia) e comprarono, per contro, mediani ed attaccanti. Si trovarono così con tre o quattro « possibili » centro sostegno e con altrettanti « possibili » centro avanti. Gente che occorreva provare, dato che s'erano spesi quattrini per l'acquisto. Ma come fare se due sole erano le settimane a disposizione prima dell'inizio del campionato f Si varano due squadre Ecco: si varano due « squadre miste » ed in esse mi mettono così, metà e metà, « presunti titolari » e « riserve in via di avanzamento ». Succede che le riserve ce la mettono tutta, che le due formazioni'vincono e che allenatore- e tecnici, che hanno necessariamente visto all'opera una sola metà delle forze disponibili, dopo aver pensato e ripensato, decidono di mandare in campo, per la «prima » del campionato, la squadra dello scorso anno. Cosi torna a galla Campatelli, che tra Barsanti e Busoni era stato dimenticato. Non è un attaccante; è, anzi, una « promessa » come mediano, ma la seconda linea ha già qiiesti... pochi effettivi: Antona, Ólmi, Locatelli, Vale, Puppo, Meneghello, Pozzo. Con Campatelli sarebbero otto, per tre soli posti a disposizione. Ed ecco che Campatelli ritorna attaccante non per spiccate doti di giuoco in tale ruolo, ma perchè solo come centro avanti — dove gli aspiranti non sono che tre, oltre, bene inteso, i nostalgici pensieri di chi sogna il Meazza a balilla 1930 » e le pressioni di chi insiste perchè Ferraris II, per le sue qualità di sfondatore, saltelli dall'ala al centro per risolvere la situazione quando le cose vanno male — ritorna attaccante, dicevamo, perchè non ha demeritato l'anno scorso, e perchè gli si è promesso che giuocherà, che avrà il suo posto in squadra. Tutto è a posto e la formazione non verrebbe più toccata se a metà settimana non arrivasse dall'America il... « figliol prodigo » Demaria. Se ne era andato due anni or sono solo perchè sperava di guadagnare di più oltre Oceano. Se ne era andato senza rimpianti ed avrebbe potuto restare definitivamente in Argentina od in Uruguay. Ci sarebbe rimasto senz'altro se le sue azioni come calciatore non avessero avuto un tracollo irreparabile. Niente da fare in Argentina; niente da fare in Uruguay. L'ex nazionale passa dalla prima squadra a quella riserve; dalle riserve ai « dilettanti ». Dovrebbe attaccare le scarpe al tradizionale chiodo, ma ecco che si ricorda dell' Italia, di Milano, dell'...Ambrosiana. Scrive. Da parte nero azzurra si nicchia. RiscriveDa parte nero azzurra si è propensi ad una prova : « Venga e si vedrà ». Demaria, si imbarca in tempo per essere a Milano prima dell'inizio del campionato. Arrivasalutato da fedelissimi che ricordano i bei tempi del Demaria stesso e degli « scomparsi » Porta e Faccio, Mascheroni e DevincenziDice di sentirsi a posto, di aver una voglia matta di giuocare, daver sempre avuto una gran nostalgia per l'Inter... Cargnelli lo prova nel solito allenamento dmetà settimana. Pare che vadaSegna un punto su... rigore. L'allenatore pensa che è meglio averlo a disposizione. Allora il Presidente lo scrittura. La notizia è data in pasto ai « tifosi » e le tribù nero azzurre esultano. Tanto più sìic, dimenticando senz'altro i Campatelli, si parla subito di un trio d'attacco Demaria-MeazxaFerrari che risulterà la meraviglia dell'annata. Tre campioni, tre virtuosi. Due interni d'eccezione al servizio di un centro attacco di eccezione. Si salvi chi può! Conti che non tornano La squadra è in campo contro la Lazio. C'è Demaria, c'è Meazza, c'è Ferrari. Stupore. Dèmària non va. Meazza non si ritrova al centro. Ferrari balbetta senza il « Peppino » con il quale allacciare il giuoco a destra. E segna la Lazio. Per pareggiare bisogna, nella ripresa, mandare Demaria all'ala, portare Ferraris II al centro, spostare Meazza ad intemo destro. Il pareggio è raggiunto, ma la vagheggiata formazione d'attacco è fallita. Ora sarà interessante vedere, in settimana, cosa si farà. Tornerà Campatelli? Sparirà Demaria f Meazza sarà riconfermato mezz'ala ? Forse sarà c«si e ai sarà persa una settimana di tempo per assestare la squadra ed un punto che in classifica avrebbe tenuto il suo posto. Questo è successo perchè, per undici posti disponibili, ci sono, in casa dei neroa^zurri, ventisei aspiranti. Ci sono i titolari dello scorso anno, tutti, e le riserve, che già son più che riserve. Quando il distacco fra chi occupa il posto e chi lo... insidia no» è netto, nascono incertezze, malumori, beghe. Questo, bene inteso, non solo in casa dell'Avibrosianu. Riserve bisogna averne, parecchie e di valore, ma devono fare il loro doverei senza ritenersi vittime di una situazione ingiusta. Solo allora possono servire. Altrimenti meglio lasciarle libere. Come ha fatto la Juventus con Ramella quando' Monti non accennava ancora a tra-\ montare, come fece il Torino con Prato e con Ellena. Meglio rimpiangerli, questi elementi, che sacrificarli. E' vero, sì, che l'Arsenal ha una trentina almeno di giuocatori considerati di prima squadra, ma il calciatore professionista inglese ha una mentalità nettamente diversa da quella del calciatore professionista italiano. Per le squadre nostre aver molti, troppi elementi a disposizione, è sovente un notevole imbarazzo. Così è per l'Ambrosiana e così anche per il Milan. La Juventus, invece, ne ha sin troppo pochi ed ora cne per alcune settimane non potrà contare su Rava, si troverà praticamente senza un elemento s specializzato per il ruolo. Ricorrerà a Buscaglia od a Varglien 1, ma sarà sempre un ripiego. Quanto abbiamo esposto dopo una sola giornata di campionato vuol avvertire che parecchie squadre, proprio le più forti, proprio le più quotate, non sono ancora assestate. Hanno situazioni interne da risolvere. Per far ciò il tempo non manca, ma sarà utile far presto. Intanto Bologna e Lazio partono con un buon vantaggio. E non son squadre da pèrdere di vista. Luigi Cavallero