A Monfalcone

A Monfalcone A Monfalcone L'inipostazione dei sommergibili "Guglielmo Marconi,, e " Leonardo da Vinci,, l e i e o e Monfalcone, 19 settembre. Dopo aver inaugurato il sacrario al cimitero di Redipuglia e, sulla via del ritorno, visitato l'acquedotto Randaccio, il Capo ha sostato ai cantieri di Monfalcone. L'operosa città si era tutta vestita a festa per accoglierLo e i suoi abitanti, in massa, si erano riversati lungo il corso Trieste tutto pavesato di festoni alti sui pennoni che intercalavano gli alberi secolari del corso stesso, fondendo la varietà dei loro colori col verde metallico delle foglie. Il Duce è giunto poco dopo le 16,30 e si è diretto alla sede dei Cantieri. Lungo le vie, dove erano schierate tutte le organizzazioni dell'importante centro industriale, dietro le quali premeva compatta una marea di folla, Egli è stato accolto con un vibrante applauso che a mano a mano che la macchina avanzava, si andava facendo sempre più alto e sempre più vibrante. Quattro nuove chiglie Alla porta del cantiere, a riceverLo, c'erano S. A. R. il Duca di Spoleto, il Sottosegretario alla Aeronautica gen. Valle, l'on. Giunta, presidente del Consiglio d'amministrazione dei Cantieri dell'Adriatico, il gr. uff. Augusto Cosullch. Sul piazzale antistante, un reparto allievi nocchieri della Regia Marina Gli ha presentato le armi. E la visita è incominciata. Il Duce si è diretto verso il canale navigabile ed è salito su un podio eretto contro il mare, da dove ha assistito alla Impostazione di due sommergibili, uno dei quali porterà il nome di Guglielmo Marconi e l'altro quello di Leonardo da Vinci. Le due chiglie d'acciaio manovrate dalle gru, si sono adagiate, sotto i Suoi occhi attenti, entro le loro culle possenti. Subito dopo è stata impostata una nave da carico di diecimila tonnellate della S.I.D.A.R.M.A. di Fiume. Di là è passato su un altro lato del canale stesso, dove si è svolto ili rito dell'alza-bandiera sul sommergibile Barbarigo, il quale verrà consegnato nei prossimi giorni alla Regia Marina e andrà ad aggiungersi ai cinquanta che il cantiere ha costruito in questi ultimi anni. Quindi, in automobile, ha iniziato il giro delle varie officine dove, come Egli stesso ha affermato, si crea la potenza guerriera dell'Italia fascista in mare e in cielo. Sotto il Suo sguardo è sfilato, in poco meno di un'ora, il panorama veramente grandioso di queste officine che danno lavoro a circa 15 mila persone fra operai e impiegati. Dai cantieri navali sonanti di opere è passato alle officine aeronautiche, fra lo stridore delle gru, il canto dei motori marini e quello degli aeroplani e degli idrovolanti che facevano frullare nell'aria, con perfetta sintonia, le loro-eliche vorticose. Poi si è diretto verso la massa degli operai che Egli guarda con particolare affetto perchè sanno lavorare cosi come desidera: « duro, sodo, secco ». Si erano schierati tutti i 15 mila lavoratori su un vasto piazzale che non avrebbe potuto contenerne di più tanto era gremito. Lo ha accolto un saluto alto prolungato, che a tratti trovava note più acute per salire al cielo. Le acclamazioni hanno avuto una pausa solo quando il Capo, salito su un podio decorato da una gigantesca M . e da una serie di aquile che traevano dal sole ros¬ i a o e e li a i , o , a n o seggiante sul mare, barbagli corruschi, ha fatto cenno di parlare. Nel silenzio più profondo le parole del Capo, scandite con voce possente, sono discese nel cuore di queste maestranze che, come Egli stesso ha ammonito, sanno ormai da tempo come il loro sia un posto di combattimento che deve essere tenuto soltanto da soldati disciplinati e fedeli. La parola alle maestranze Il Segretario del Partito ordina il Saluto al Duce: ed al vasto «A Noi! » che sì alza subitamente, si unisce più alto e più alto sempre l'eco delle acclamazioni. Ma il Duce fa segno di parlare. Ritorna il silenzio. Il Duce si manifesta particolarmente compiaciuto di avere visitato un cosi importante complesso di opere da cui escono perfetti strumenti per la nostra potenza in cielo e sul mare. Ai dirigenti, ai tecnici, alle maestranze tutte, il Duce rivolge il Suo cameratesco saluto di simpatia. Un uragano'di applausi ha intercalato le parole del Capo; applausi che si sono ripetuti sempre più vibranti, sempre più alti e che pareva mai dovessero cessare. Più volte il Capo si è affacciato al podio, più volte le maestranze L'hanno invocato col grido della passione della fede, martellando a gran voce le sillabe del Suo nome. Subito dopo ha inaugurato 11 refettorio degli operai dove ha sostato a riguardare i plastici della grande bonifica di Monfalcone, In parte attuata in parte in via di attuazione; la costruzione delle Terme di Quino e di altre importanti opere eseguite nella zona. Di là è passato all'albergo-operai dotato di 700 camere. Prima di partire ha inaugurato ancora la caserma dei sommergibilisti. All'Ingresso ha passato in rassegna un reparto di marinai che prestavano servizio d'onore e che L'hanno salutato alla voce dopo i rituali d'ordinanza. Dopo quasi un'ora dal Suo arrivo, il Duce si è diretto verso il pontile d'imbarco e ha preso posto su una lancia che aveva alzato il gagliardetto azzurro col fascio littorio d'argento del Capo del Governo. Il Duce si è imbarcato sul Camicia Nera, il caccia c5e ha solo due mesi di vita, e che, scortato da due possenti incrociatori da battaglia, ha drizzato subito dopo la sua tagliente agile prora verso il molo Audace, tutto una fiamma di luci entro le quali la folla formicolava in febbrile e fremente attesa. Frattanto altre città del Veneto attendono con ansia trepidante la visita del Capo: prima di tutte Udine che Lo accoglierà domani e ascolterà la Sua parola. La radio diffonderà il discorso in tutta Italia e nel mondo. T. Armanì Il Duce durante la visita alle grotte di Postumia (Teleioto)

Luoghi citati: Fiume, Italia, Monfalcone, Spoleto, Udine, Veneto