Inevitabile soluzione di Guido Baroni

Inevitabile soluzione Inevitabile soluzione Roma, 10 settembre. Al discorso che il Duce ha ieri pronunciato a Trieste, ribadendo in maniera inequivocabile il punto *> vista italiano ed il nostro merisolutivo nei confronti della questione cecoslovacca, si sono, nella stessa giornata di ieri, aggiunti altri avvenimenti che si riferiscono al problema che trattiene l'attenzione di tutti i Governi. La riunione dei Ministri anglofrancesi a Londra, l'intervista di Hitler al Daily Mail e la stessa radiodiffusione di Hodza gettano una luce completa sugli atteggiamenti e sulla linea di condotta assunta dai Governi direttamente o indirettamente interessati. Se si analizzano le manifestazioni positive, cioè quelle che tracciano il solco alla risoluzione della vertenza, trascurando in vista di possibili modifiche quella negativa che si identifica nel discórso del capo del governo cecoslovacco e nelle reiterate misure oppressive e d'eccezione mantenute ed anzi rafforzate da Praga, si può concludere, senza però darsi ai facili ottimismi, che oggi l'atmosfera è un'altra di quella che non fosse qualche giorno fa. L'opinione pubblica britannica, ed in parte anche quella francese, sembrano favorevoli a voler comprendere il problema sotto una nuova luce. Però bisogna innanzi tutto che sia tenuto presente l'innegabile fondamento di quelle legittime aspirazioni ohe sin da principio furono alla base delle rivendicazioni delle numerose minoranze raccolte in Cecoslovacchia, prima fra tutte quella dei tedeschi dei Sudeti. Il comunicato ufficiale che questa notte è stato diramato da Londra, dopo otto ore di conferenza tra i ministri britannici e francesi, pur affermando l'accordo dei due Governi per una « risoluzione pacifica », non accenna minimamente alle loro intenzioni sulle modalità pratiche di applicazione, e nella sua aridità lascia il campo delle ipotesi aperto ad informazioni ufficiose che, tanto da Londra come da Parigi, parlano chiaramente di. annessione dei distretti sudetici alla Germania, di raggruppamenti di regimi autonomi, di accordi per le altre minoranze, dì garanzie internazionali da dare alla Cecoslovacchia di nuova edizione. Ora, tutto questo però non è che l'opinione di agenzie e di circoli politici, sia pure, secondo quanto essi affermano, in stretto contatto con quei Governi. Ciò nonostante sembra che da qualche giorno comincino a pren der piede serie prospettive per una soluzione; occorrerò, tuttavia far molta attenzione al modo e al tempo in cui si potrà realizzare, ed in particolare alla sua ampiezza. Nell'intervista concessa ieri al Daily Mail, il Fuhrer, nel riconoscere la serietà ed il buon volere di Chamberlain, riaffermava la necessità di definire ora e per sempre la questione cecoslovacca ; « tumore — egli diceva — che sta avvelenando tutto l'organimo europeo ». La parola di Hitler trova l'uni ca risposta nel discorso del Duce a Trieste. Per la Cecoslovacchia ci vuole, per rompere il bubbone, una sola, unica, integrale soluzione, quella c totalitaria ». A Londra ed a Parigi non si deve aver paura di concedere. Non si tratta di fare concessioni, ma solo di aver il coraggio di procedere a dei giusti riconoscimenti. Il mezzo non contai ma sono i resultati «he varranno e che dovranno dare all'Europa una Cecoslovacchia dove i raggruppamenti etnici possano vivere secondo la volontà dei popoli, principio questo, che è stato uno dei cardini di azione dei Governi democratici e che da questi non può oggi essere rinnegato. 1 tedeschi dei Budeti, forti del loro diritto e sorretti dalla potenza della loro Patria, rappresentano la testa del toro cecoslovacco; ciò nondimeno la questione non può considerarsi risolta, se non si eliminano tutte le possibili even tualità di complicazioni e rannu volamenti nel cielo della Cecoslo vacchia, se non si ascolta anche il desiderio di quelle nazionalità che domandano, e non da oggi, che sia fatta giustizia. Le manifestazioni di entustastico consenso, che polacchi, slovacchi e ungheresi hanno indirizzato al Duce per la Bua esplicita parola, dimostrano la necessità di approfondire ed allargare ad essi la operazione di riassetto a cui sembra, oltre aiWtalta e alla Germania, anche /francia e Inghilterra vogliano oggi cooperare. Ogni soluzione parziale e di compromesso sarebbe fatalmente votata a prossime complicazioni e nuovi MmdtltllmFdssrtdgscptzctCetel—a disordini, a futuri squilibri che turberebbero la tranquillità europea già messa a dura prova. Ripetere gli errori quando si possono eliminare, sarebbe ancora più colpevole. La linea di condotta del Governo fascista è, in proposito, di una impressionante sincerità. Mussolini, nella « lettera a Runciman » e nel discorso di Trieste, ha dato la posizione dell'Italia. In tutte le ipotesi « il posto dell'Italia è già scelto ». In attesa delle decisioni degli altri, si tenga presente ancora che la soluzione fascista, quella « totalitaria » pud rappresentare l'unico mezzo per garantire la pace. Su questa strada, Inghilterra e Francia devono trovare un accordo per la loro azione, accordo che solo può rendere fruttuoso il gesto di Chamberlain. Rotti i ponti con Mosca, non sarà difficile ai due Governi far intendere la parola della ragione e della saggezza agli ostinati dirigenti di Praga. Per questo è necessario far presto, scartando ogni tentativo di compromesso. Malgrado la campagna di Mosca, come giustamente ha affermato il Duce, la soluzione dell'Italia sta penetrando nel cuore dei Popoli. Vorranno Londra e Parigi sottrarsi all'imperativo dell'oraT Guido Baroni

Persone citate: Chamberlain, Duce, Hitler, Mussolini, Runciman