Coscienza europea e vivo senso della realtà di Giuseppe Piazza

Coscienza europea e vivo senso della realtàCoscienza europea e vivo senso della realtà •Il discorso di Trieste nei commentì tedeschi: un fascio di luce proiettato sullo « Stato mosaico » per una definitiva resa di conti - Profonda soddisfazione per l'affermazione che l'Italia ha già fatto la sua scelta a i Berlino, 19 settembre. > diLe decisioni di Londra e il contributo indubbiamente decisivo ad esse apportato, a parere di tutta la stampa, dal discorso del Duce — elemento e personaggio presentissimo, più di ogni altro presente alle storiche riunioni di ieri — riempiono ancora tutto il quadro della situazione Internazionale sulla quale per altro le più fosche ombre continua a gettare la torbida agonia del ooccheggiante « Stato mosaico numero due ». Gli umori e gli spiriti disperati di questo disgraziato tramonto senza luce non dissimile, del resto, dalla buia aurora versaglista da cui ebbero origine e vita i danni e 1 pericoli permanenti d'Europa, sembrano pericolosamente appestare il Continente ed essere diabolicamente decisi a trascinarne con sè nella rovina le sorti appigliandosi al vile partito di tentar di illuminare col barbagli di luce di una tragedia universale lo squallido destino della loro ineluttabile fine. « Siamo forse troppo deboli — coei scrive uno dei massimi giornali dello Stato cecoslovacco — per battere la Germania; ma sia mo però forti abbastanza per trascinare l'Europa in una guerra ». Nessuna più incauta proposizione ha forse mai confessato nella storia civile con altrettanto cinismo un cosi deliberato e delittuoso proposito contro l'Europa e contro l'umanità intera da parte di una malnata artificiosa costruzione statale, che ora pretende di vendicarsi della sua cattiva nascita gettando il cappio al collo dei suoi autori. La stampa di tutto il Reich sospende un istante l'impeto della passione nazionale che inevitabilmente trascina l'anima tedesca al soccorso dei fratelli sudetici reclamandone la liberazione, per dare sfogo allo sdegno che la prende per lo spettacolo che denuncia al mondo civile e alla ragione politica di coloro che hanno in questo momento la responsabilità delle sorti dei popoli. Plebisciti per tutti Nella mancanza, intanto, di qualsiasi autorizzata informazione su ciò che si è deciso a Londra e su ciò che Chamberlain si prepara a portare a Godesberg, la stampa tedesca con l'attenzione sempre rivolta appunto a Praga si limita a ripetere con insistenza e senza posa l'ammonimento di Mussolini: < far presto ». La parola del Duce sovrasta, del resto, e domina da ventlquattr'ore nell'opinione tedesca tutta la situazione quale è presentata nelle ampie relazioni telefoniche della storica giornata di ieri come elemento decisivo e tale non soltanto per il peso della persona che parlava e per la rappresentanza in nome di cui parlava, ma sopra- tutto per la chiarezza e dirittura delle cose dette, le quali in tanta incertezza rappresentano 11 buon punto di appoggio su cui la ragione umana e politica può riposare nel fallimento generale di tutto ciò che sinora pareva logico e giusto. Tutti gli elementi del discorso del Duce — che è integralmente oggi riportato da tutti i giornali sono uno ad uno valutati e portati a contatto della realtà delle cose per dedurne ammonimento a quelle soluzioni che sole potrebbero ancora condurre al mantenimento della pace. Plebisciti per tutte ie nazionalità dello Stato fallito e superato, necessità di fare presto, coraggio di soluzioni radicali e totalitarie se vogliono essere ancora utili alla pace, sforzi di soluzione pacifica e subordinata necessità di limitare e circoscrivere se mai il conflitto e infine il peso fondamentale dell'Ita - lia gettato sulla bilancia delle calcolazioni del destino: tutti questi elementi del discorso il Voelkischer Beobachter giudica un effettivo « atto di pace » della più vasta e forse decisiva portata di pace e di ragione a cui tutti gli uomini di Stato degni di questo nome dovrebbero prestare attenzione e trarne propositi per far intendere urgentemente la ragione al delinquenti del Hradscin. < Con ciò Mussolini rende alla pace ancora, un grande servizio concludendo con ammirabile coerenza l'opera e la concezione che 10 hanno sempre guidato da quando tiene la responsabilità del Governo italiano >. Settimana decisiva Il Boersen Zeitung scrive che il Duce, dalla sua posizione di alta ed estrema responsabilità ha da Trieste gettato formidabilmente il fascio di luce del suo riflettore sullo «Stato mosaico» per una definitiva resa di conti, dichiarando di non parlare tanto a nome dell'Italia quanto a nome della coscienza europea. « Orbene, — nota il giornale — con questa constatazione Egli ha messo in tutta la sua evidenza e in tutta la sua luce la gravità del Sericolo che minaccia 1 Europa. Il luce vede, come noi vediamo, unicamente le soluzioni più radicali come quelle più semplici che possono condurre al mantenimento della pace. Egli domanda per tutte le nazionalità In Cecoslovacchia 11 plebiscito come unico mezzo per la soluzione pacifica; ma dove la situazione europea è diventata, attraverso la parola del Duce, della più nitida ed efficace chiarezza, è là dove egli ha dichiarato che la scelta dell'Italia è fatta. L'Italia pone l'imponente peso della sua forza — opera tutta di Mussolini e del Fascismo — sulla bilancia a favore di una soluzione la quale, sostituendo al già crol-lato Stato cecoslovacco una for- inazione capace di lunga durata. potrà costituire della pace », la sola garanzia In tutti i giornali, del resto, commenti al discorso del Duce sono indistricabili dalla valutazione generale della situazione con cui si confondono. La Deutsche Allgemeine Zeitung descrive nei se guenti punti la situazione con cui si.apre «questa settimana decisiva per le sorti d'Europa»: 1) il germaneslmo dello Stato cecoslovacco si trova, al massimo della sua via di dolore e si rifugia nel Reich; un corpo di centomila volontari è già costituito' e l'ora della liberazione-si avvicina; 2) la Germania è pronta a fornire ai suoi connazionali sudetici l'aiuto promesso loro dal FUhrer nel discorso di chiusura a Norimberga, e questo aiuto, se ne cessarlo, sarà indubbiamente portato; 3) questa irremovibile volontà tedesca non è però in alcun modo inconciliabile con il nostro desiderio sincero che l'azione di pace iniziata da Chamberlain possa riuscire a buon esito; tutto dipende, però, dal tempo di questa azione della decisa volontà da cui possa essere animate; 4) sul fine ultimo che è quello della liberazione definitiva delle nazionalità dall'oppressione cecoslovacca, tutti ormai nel mondo sono d'accordo'"tranne Praga e Mosca; Infine Mussolini ha fissato, con la chiarezza sintetica di formulazione che gli è propria, le tre sole soluzioni possibili: prima la soluzione pacifica, l'altra la soluzione della limitazione e circoscrizione del conflitto; infine un conflitto generale per il quale pero già sì sa quale sarebbe il posto dell'Italia. U giornale conclude ponendo 1 seguenti due termini della situazione attuale : da un lato il comunicato di Londra che ancora esprime speranze di soluzione pacifica, dall'altro 1 folli di Praga che giurano di lanciare l'Europa nella voragine di un conflitto. Su questo punto la Corrispondenza politico-diplomatica riesaminava stamane il significato dell'ultimo discorso di Mussolini dicendo che quello che ora è da fare è semplicemente di ricondurre in prostinum le cose allo stato del 1918 quando cioè anche ai Sudetici fu promessa l'autodecisione che fu poi loro negata. In altri termini, secondo l'ufficiosa agenzia, gli Stati versaglistl dovrebbero oggi dire a Praga: — Nel 1918 ti fondammo ed ora ti dissolviamo. Si apprende intanto che a Praga sarebbero già state comunicate con apposite note dei due Stati occidentali le risoluzioni di Lon idra: cosicché essa è ora davanti ; alle proprie definitive responsabl Ulta. E' certamente l'ora suprema. Giuseppe Piazza