Praga irrigidita nella folle intransigenza

Praga irrigidita nella folle intransigenza Praga irrigidita nella folle intransigenza Dichiarazioni di Hodza alla radio (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) Praga, 19 settembre. La domenica non ha portato nessuna eco di nuovi incidenti. Questo è 11 risultato più importante della giornata, in attesa del nuovo incontro fra Chamberlain e Hitler a Goedesberg. Non improntata alla stessa calma è però stata la quotidiana giostra giornalistica. ' Pur parlando di finestra ancora aperta sopra una soluzione pacifica, i giornali praghesi appaiono imbevuti di acrimonia e di intransigenza. Tutti si schierano contro il principio del plebiscito. Peggio ancora: qualcuno lascia già trasparire oscure minacce. Contro le « amiche » ufficiali e ufficiose, Francia e Inghilterra, c'è una ventata aggressiva. Ancora il ricatto Tipico è il Lidove Listy, che cosi conclude un suo articolo: » « La nostra nazione non comprenderebbe mai che il risultato finale dei nostri trattati di alleanza e delle nostre amicizie con le grandi Potenze occidentali fosse una violazione dell'integrità della Repubblica e delle sue frontiere; e che i nostri alleati volessero con la loro politica spingerci dove vuole la Germania. Perciò anche la stampa di Occidente deve fare attenzione a quanto scrive, se non vuole che anche noi alla fine tiriamo qualche conseguenza dalle sue eventuali inconsulte azioni ». Accento spiccatamente ricattatorio che può sembrare stonato, specialmente ove si legga, poco dopo, nell' ufficiosa Prager Presse che la Cecoslovacchia si sente sicura nel caso di una guerra dell'intervento militare franco-inglese. Di perfido gusto poi è questo passo del socialdemocratico Pavo Lidu: « Forse non siamo abbastanza forti per sconfiggere da soli la Germania, ma siamo abbastanza forti per trascinare tutta l'Europa in una guerra ». Il lavorìo sovietico in questo caso (si dice che a Praga, si trovi già un migliaio di emissari della Ghepeù) è evidente. Si sono visti, ad esempio, in questi giorni sequestrare giornali senza grande risonanza e fogli microborghesi, mentre si permetteva l'esposizione e la vendita a pacchi della comunista Rothe Fahne. Tuttavia l'atteggiamento della popolazione appare calmo e quasi assente. Essa sembra opporre ancora a queste mene una tranquilla inerzia. Ieri a mezzogiorno era già noto il discorso del Duce a Trieste. Le prime impressioni del circoli politici rilevano che il tono del discorso è stato calmo e misurato. Quanto alla sostanza esso ha confermato — dicono gli stessi circoli — quel che già si sapeva circa l'attitudine dell'Italia nella questione. Al discorso del Duce è seguito dalle 11 alle 12 di domenica il discorso radiodiffuso del presidente del consiglio Hodza: discorso che è parso volta a volta elastico e intransigente, pur cristallizzandosi al centro in un'affermazione antiplebiscitaria. II discorso di Hodza « Tutti gli sforzi della Cecoslovacchia — ha continuato Hodza — sono diretti alla sistemazione dei rapporti coi tedeschi, rapporti che oggi sono divenuti fatali, perchè il movimento nazionale ha raggiunto il suo culmine». Egli ha aggiunto che tutta l'Europa conosce le vie seguite dalle trattative, affermando che mentre era stata trovata una base che sembrava accettabile per le due parti, è subentrato ijn mutamento drammatico. < Questa via — ha proseguito il Presidente del Consiglio — è stata abbandonata e si è passati alla rivolta. Come Stato, la Cecoslovacchia ha compiuto il suo dovere ed ha fatto le massime concessioni. Negli ultimi tempi il Governo ha spesso esitato, ma ha dovuto intervenire quando la autorità dello Stato è stata aggredita ». Venendo a parlare dello stato d'assedio, Hodza ha detto che esso è stato criticato, ma ha aggiunto che si deve ad esso se si è potuto evitare il peggio e che perciò le misure di sicurezza hanno dato buona prova e rimarranno in vigore finché sarà necessario. In quanto al plebiscito, Hodza ha affermato che esso non può rappresentare una soluzione e che non è accettabile perchè solleverebbe molti altri problemi per l'avvenire, aggiungendo che per risolvere oggi il problema delle nazionalità il Governo non ha più bisogno di Henlein. Dopo aver detto che il Governo non ricorrerà a persecuzioni e a rappresaglie, ma provvedere a garantire l'ordine e che non saranno fatte concessioni che possano turbarlo, il Presidente del Consiglio ha aggiunto che non si tratta soltanto di respingere ogni eventuale intermediario, si tratta dell'unità, delle forze necessarie specialmente per il prossimo avvenire in cui è in giuoco il destino della Cecoslovacchia. Hodza ha affermato infine che la Cecoslovacchia ha respinto tutti i tentativi che erano diretti a staccarla dai suoi amici, « contribuendo cosi alla pace europea », ed ha concluso: « Ci attende una grave prova; ogni momento che passa aumentano le esigenze delle nostre forze. Affrontiamo i prossimi giorni col pensiero rivolto alla pace e alla libertà ». Preparativi guerreschi A queste dimostrazioni giornalistico-oratorie intonate a un diapason guerraiolo, si sono accompagnati numerosi altri sintomi bellicosi. Si vedevano in giro molti uomini di ogni età con la valigetta in mano: si trattava di richiamati alle armi. E' stato pure pubblicato un manifesto del Borgomastro che invita all'arruolamento volontario per la difesa antiaerea, corpi sanitari, infermieri, ecc. D'altra parte i preparativi militari propriamente detti sono andati sempre più intensificandosi; e mentre si leggeva il decreto che sospendeva per la durata di tre mesi i diritti civili per tutti i cittadini cecoslovacchi, abolendo, ad esempio, l'inviolabilità del domicìlio e il segreto epistolare, si apprendeva che l'incontro di calcio fra le squadre cecoslovacca e ungherese era stato sospeso e che i giuocatori magiari, fermati alla frontiera, erano stati rimandati a Budapest. In compenso, permaneva l'eco simpaticamente commentata dell'appello alla calma rivolto dal capo della ex-Delegazione sudetica Kundt alla popolazione tedesca. A proposito dello scioglimento del Partito sudetico, c'è sul tappeto una questione di quelle cheCurio Mortari (A questo punto è stata troncata la comunicazione. Il telefonista di Praga in un primo tempo aveva detto che la conversazione era terminata; poi che il numero del corrispondente non rispondeva perchè l'apparecchio era guasto). B

Persone citate: Chamberlain, Duce, Hitler, Mortari, Prager, Rothe Fahne