Dove vanno i padiglioni che si smontano in piazza San Carlo

Dove vanno i padiglioni che si smontano in piazza San Carlo Dove vanno i padiglioni che si smontano in piazza San Carlo Questo settembre, che pur ci ha dato qualche giorno di pioggia torrenziale'non completamente scevra di guai, ha ora tutta l'aria di volersi mantenere in carattere con la sua vecchia riputazione che ne ha fatto, nell'anno, il- mese mite per eccellenza. La constatazione non è oziosa: essa ha il suo valore nei nostri riguardi sopratutto se riferita ai lavori iniziati in vista della grande visita che nel prossimo ottobre, a Torino, porterà al più alto grado la vibrazione dì tutti i cicori. E' grazie al tempo ristabilitosi in modo così superbo che piazza Vittorio si viene trasformando con ritmo .sempre più accelerato. Gli operai che conoscono le ragioni della necessità di procedere rapidamente nel loro compito, pongono, nell'assolverlo, un impegno fervido, appassionato. La fisionomia della vastissima piazza, di froftte al ponte napoleonico e al | : tempio che col ritorno della Mo:narchia Sabauda ricorda il sacri \ficio degli Eroi della guerra mondiale, appare già trasfigurata. Al termine dei lavori, come piazza Carlina, sarà irriconoscibile e degna dell'eccezionale storico collaudo che l'uttende. All'imbocco di via Mario Gioda e di via Roma dal lato della chiesa di Santa Cristina, la sistemazione stradale è stata condotta a termine; dall'altro imbocco di via Roma, sull'asse di via Vittorio Alfieri, essa è pressoché ultimata. Così si può di, e della piazzetta di destra, dietro San Carlo. Ma all'atto della visita jd«i palazzi dei due isoluti di fiali co e d'anqolo saranno scomparse a zotag8sstotlivdmgdsetptttzqMut\ifmdsadCiairca61di ottobre, le due fontane avranno gfinalmente le relative statue'! E\lle impalcature che ancora ingoili brano i locali dei negozi' Domande più che legittime, almeno per i palazzi, data la lentezza con cui eisi svolgono i lavori i y ; . Ei liavamo i e à Per contro, in piazza Castello la trasformazione dei chioschi è in corso mentre in piazza San Carlo i padiglioni hanno ormai i giorni contati. Il mite settembre aiuta. Ma dove andranno i padiglioni f I lettori ricorderanno una recente informazione nella quale accenai i-ui'tr propositi della dlcpgra j -j ai i Podesteria al riguardo.'In un pei-' mo tempo si era pensato di utiliz- fzare il materiale per disciplinare lil servizio di rendita dei fiori sullapiuzzule del Camposanto e ai ìmargini di corso Regio Parco. I padiglioni avrebbero servito a ini- primere a questo servizio un a-!aejsPetto più decoroso e più ordina-'ato; senonchs i fiorai opposero tun-ì te difficoltà correlative ad una ! spesa cosi Qforte per il Comune, iche le trattative fallirono. j Richieste di acquisto giurìsero'allora da parte di alcune città,, i e a o e o fra le quali Roma, Milano, Parma ed Acqui, che, come Torino, intendevano valersi dei negozi per ospitarvi i commercianti di vie destinate al risanamento edilizio; si coiicluse però soltanto con Parma, che si assicurò il possesso di diciotto sui quarantotto padiglio-j ili esistenti al prezzo complessivo ;di 90 mila lire; gli altri trenta fu- rono posti in appalto con un pres-l zo unitario comprendente lo smontaggio e la vendita e rimasero aggiudicati alla ditta Ponchia per 80 mila lire. Aggiungendo alle due somme altre lire 15 mila rappresentate dal materiale dell'impianto di riscaldamento, l'incasso totale del Comune sale a 185 mila lire. Qui non si arresta tuttavia il vantaggio che il Comune, concedendo l'area, ha tratto dalla effimera costruzione che permise a gran parte dei commercianti della vecchia via Roma di ri solvere il problema del trasloco estremamente difficile al momen to dell'inizio delle demolizioni. 1 padiglioni furono infatti costruiti nel 1931 da un Consorzio costituito fra i medesimi commercianti, con una convenzione in. scaden za al l.o luglio 1935, data alia quale passarono in proprietà del Municipio. Costituitosi frattanto un secondo Consorzio con la partecipazione di altri commercianti, \i padiglioni furono concessi in affitto ad essi per quarantadue mesi, vale a dire con la' nuova scadènza al 31 dicembre 1938. La visita di ottobre indusse le parti ad anticipare al 31 agosto il tetmine della convenzione, ed avendo il Comune bonificato al Consorzio il trimestre 1.0 giugno-Zi agosto, appunto allo scopo di compensare i com7nercianti della anticipata risoluzione del contratto, se ne conclude che il suo introito, per affitto nei tre anni fu di lire 600 mila: sommate a queste le 185.000 per la vendita dei padi- gl'ioni, il totale si eleva a 785 mila \lire. Al primo Consorzio, promosso dal comm. Ratti sotto l'egida del la allora Federazione dei commercianti, i padiglioni erano costati più di un milione e mezzo. Bisogna però tener conto che essi durarono quasi otto anni. f. o.

Persone citate: Ponchia

Luoghi citati: Acqui, Camposanto, Milano, Parma, Roma, Torino