ALLE SOGLIE del torneo di scopone di Antonio Antonucci

ALLE SOGLIE del torneo di scopone ALLE SOGLIE del torneo di scopone Deplorazione dell'enciclopedia dopo una critica dell'Inquisizione == Fragilità di una simile tesi « Lo scopone difeso dalla spada e dalla banca SAN REMO, settembre. SI riparla di scopone. Dall'I al 15 ottobre avrà Infatti luogo in questa graziosa cittadina il secondo torneo nazionale, urto sicuro di grandi campioni, dati i due anni di allenamento che lo hanno preceduto. Il primo torneo, portando lo scopone agli onori della celebrità, provocò tornei minori nelle provinole e nelle città singole, raggiungendo anche gli Italiani all'estero che ritrovarono In questo gioco un sapore acuto di Patria, cosi come avviene per tutte le specialità. Cosi, ultimata coscienziosamente la preparazione — come si dice in termini aportivi — nostri connazionali d'America supereranno l'Atlantico per venirsi a misurare con noi. Se basta un filo tanto tenue per suggerire un ritorno in famiglia, non possiamo che rallegrarci della salda affettività che lega gli assenti al Gran Tronco, e, dopo averli salutati con cameratesco entusiasmo, passiamo al tema. Voci «fi illustri Lo scopone è un curioso gioco. Prima che, a San Remo, la società anonima per le iniziative turistiche, gli rendesse grandi e ufficiali onori, lo scopone — da Roma in su — costituiva un passatempo di cultori Isolati che agli altri sbirciavano con diffidenza e con un risolino. Lo si diceva un gioco da vecchioni e lo si paragonava appunto agli scacchi, non riflettendo al lustro che 11 paragone stesso gli apportava. In verità, 11 tempo occorrente per giungere all'età matura permette un'analisi vasta dei divertimenti e la scelta del migliore; e che lo scopone sia lontanissimo dall' indicare vecchiaia è dimostrato dagli scatti collerici che il suo sviluppo determina e al quali si abbandonano voluttuosamente avversari contro avversari e i compagni tra di loro. Finché si è in grado di esplodere, la gioventù è con noi; e lo è altrettanto finché la discussione ferve, si accalora, sperpera argomentazioni e intelligenza per dimostrare che non si ha torto quando il torto è assoluto. Sotto questo punto di vista lo scopone è un agente provocatore. Ogni tanto, uomini di alta fama si accostarono a spiare nei gruppetti isolati con il viso arcigno consentito dalla loro superiorità sui mortali comuni Ma, adagio adagio, 1 loro tratti si distesero, furono al pianterreno, raggiunsero quella semplicità che permette lo stato di grazia e, con questo, l'ingresso al paradiso. Gli uomini di grande fama giocarono allora allo scopone e, per averlo scoperto, emisero alte grida di giubilo. Uno di questi fu Pirandello, In tardissima età e, se non erro, egli trascinò Dante tra i giocatori di scopone, benché nulla se ne sappia in proposito e anzi lo si possa quasi escludere dato che, ai suoi tempi, i giochi di carte erano ancora sconosciuti. Se non Pirandello, un altro illustre scrittore costrinse Dante a compromettersi fino al punto di perdere le staffe prevedendo per sua colpa una « rissa » al « primo sette sparigliato! ». E' noto il grido angoscioso di Carducci: «Ditemi che non so scrivere versi, ma non mi dite che non so giocare a scopone! >. Un entusiasta dello scopone è Mascagni, il quale quest'anno è il grande patrono del torneo; nel campo musicale, gli stanno accanto i maestri Malipiero, Montemezzi, Zandonai; nel campo politico, troviamo ministri, sottosegretari, senatori e onorevoli, segretari federali e diplomatici; lasciando da parte, per modestia, il giornalismo, nel campo artistico e letterario possiamo citare Ruggero Ruggeri, Luigi Freddi, Vittorio De Sica, Umberto Melnati, Sergio Tofano, Armando e Dino Falconi. Quest'ultimo tuttavia mise Io scopone tra i tormenti ideati dall'Inquisizione e scrisse cosi: « Il grande Inquisitore si volse al capocarnefice e intimò: — Lo scopone! — Un brivido scosse gli astanti. Pochi erano quelli che resistevano alla diabolica tortura. Tre uomini furono fatti entrare ed, assieme al prigioniero debitamente Imbavagliato, si sedettero intorno ad una tavola da giuoco, iniziando una partita di scopone. Al primo giro, il compagno del prigioniero che era di mazzo, sparigliò i sette. Al secondo giro, lasciò scopa di settebello. Otto partite furono giocate cosi. Il prigioniero le perdette tutte per" colpa del compagno. Alla nona partita, fece cenno che gli si togliesse il bavaglio. < Parlerai ? > chiese, prima, il Grande Inquisitore, inesorabile. Il prigioniero accennò di si. Il bavaglio gli fu tolto ». Io, personalmente, non condivido affatto il metodo di questo Inquisitore. Infatti, uno dei maggiori vantaggi rappresentato dallo scopone è che tutte le partite — ripeto tutte, senza eccezione — tutte le partite si perdono per colpa del compagno. Chitarreila, chi era costui ? Lo scopone ha un nume tutelare, per lo più citato a casaccio, e che si chiama Chitarreila. Inutilmente cercherete il suo nome nella nostra enciclopedia. Da chitarra strumento musicale si passa a chitarrone e a chitone, con scandalosa indifferenza per Chitarreila. D'altronde, anche lo scopone è ivi ignorato. Noi troviamoJScopa, capitano etolo la cui gloria e le cui sconfitte non ci interessano affatto; cosi come ci lasciano freddi l'architetto Scopa e la famiglia Scopati; scopone niente. Dobbiamo quindi lavorare di fantasia e su dati incertissimi. Paolo Monelli tende a credere che scopone equivalga a Grande Scopo, ma egli va citato con prudenza, data la sua | facilità a scivolare noi f reddurii smo; è anche da escludere l'evenlluale esistenza di un nominato Sco¬ pcsspddqalelodmstlvPvdfcnddnlchsscSdcbztmsl<avatppvamitptp(sèmvtcpdn i o , n i a i e è l , a o e . pone inventore del gioco stesso anche perchè, in caso contrario, si sarebbe guardato bene dal farlo sapere. Infatti, in origine, tutti i pulpiti tuonavano contro le carte, definite « opera del diavolo » e, a dire: « Io ho Inventato questo o quel giuoco di carte », equivaleva a sollecitare una scomunica con le noiose conseguenze inerenti. L'alone di mistero nei confronti delle origini è, d'altronde, un merito di più. Quanto a Chitarreila, probabilmente, sì tratta di un nome riassuntivo. Durante la guerra, fu molto in onore Pinco Pallino, al quale si attribuivano le notizie più inverosimili e quelle verosimilisslme. Pinco Pallino faceva testo. L'aveva detto Pinco Pallino. Gli ordini di operazioni, avallati talvolta da firme illeggibili, erano firmati Pinco Pallino. A forza d'insistere, un | nome diventa celebre: è il segreto della pubblicità. Niente di straordinario quindi che Chitarreila venisse citato a suo tempo per avvalorare una voce di popolo o una • convinzione generale. Chitarreila ha legato il suo nome a due massime: La prima dice: c Guarda, se puoi, le carte dell'avversario che le tue sei sempre in tempo ». Suggerimento scorretto e saturo d'intelligenza antisociale. La seconda dice: «Di fronte al settebello non si ragiona ». Dichiarazione perentoria a favore dell'interesse immediato e immediatamente tangibile. Il suggerimento subdolo di guardare le carte dell'avversario è temperato da un < se puoi » che riduce la malizia a semplice scherzo e serve di avvertimento per l'altro più che di arma a proprio favore. La perdita di controllo di fronte all'accaparramento del settebello può imputarsi a tentazione estetica e rivela impulsività più che calcolo avido. Inoltre Chitarreila è un umorista gentile. Egli dice : <cE' una infamia (na nfameta) giocare contro lo scarto del tuo compagno e per scusa si dice « pensavo ad altro ». Oppure: « Lagnarsi delle proprie carte è vizio: mostrarle (per insultare il destino con l'esposizione della nostra miseria) è pericoloso ». Infine Chitarreila emette una massima che distrugge una prevenzione: « Ne lo scopone non conta lo ditto: «E' meglio l'avo ogge ca la gallina craie » perchè lo scopone guarda lontane e la priezza de lu mumento hadda mettere nnante le conseguenze e li vantagge de lu tiempe ca vene appresso », Saggezza espressa ancor più brillantemente nel testo latino: « Philosophia scoponi* est in longinquum spectare... » (La filosofia dello scopone è nel guardare lontano). La difficoltà dello scopone è arma Invocata a favore della sua impopolarità apparente nel mondo femminile. A parte il fatto che, nella gran massa, le donne, giocano male qualsiasi gioco a cominciare da quello dell'amore perchè quando si gioca bene non è più un divertimento ma uno studio, bisogna distinguere tra donna e donna. Per esempio, ho veduto giocare a scopone la signora Jia Ruskaja, gentile creatrice di balli e d'evanescenze sceniche. Ebbene, dal suo volto traspariva una tranquilla serenità analitica come se gli ori, i parigli, gli sparigli e, in genere, tutte le quaranta carte fossero impegnate per suo merito in una coreografia non paragonabile del tutto a una danza ma quasi. E con ciò il mio panegirico sullo scopone è finito. Non basta? Ebbene, aggiungerò, per buona norma degli eventuali contradditori, che lo scopone è sostenuto anche dallo schermidore Nedo Nadt.1 Inoltre lo ama pure il grande uf-1 fidale Oslo, direttore generale del- i la Banca nazionale del Lavoro. Poiché lo appoggiano l'oro e la spada, chi oserà ancora aggredirlo? Antonio Antonucci

Luoghi citati: America, Oslo, Roma, San Remo