Due sole vie d'uscita: o il plebiscito o la guerra

Due sole vie d'uscita: o il plebiscito o la guerra Due sole vie d'uscita: o il plebiscito o la guerra Roma, 13 settembre. IV Informazione diplomatica, nella sua nota odierna n. 20 pubblica quanto segue: « Negli ambienti responsabili domani, il discorso del Fuhrer viene considerato come un potente contributo alla chiarificazione del problema sudetico. « Anzitutto va ricordato che la Cecoslovacchia è una autentica e paradossale creatura della diplomazia di Versailles, dove, dopo avere demolito la vecchia Austria, si senti il bisogno di crearne una nuova con capitale Praga. Il nuovo Stato ebbe cosi sette milioni circa di ceki, insieme con tre milioni e mezzo di tedeschi, un milione di magiari, due milioni e mezzo di svolacchi, un forte numero di polacchi e ruteni, senza contare altre aliquote di razze minori come gli ebrei. Un vero mosaico, come si diceva una volta dell'Impero degli Asburgo! « L'insieme di queste minoranze, che hanno di recente costituito un fronte unico, supera la massa numerica dei ceki. Non si tratta di minoranze marginali di fronte ad una grande maggioranza omogenea: si tratta di minoranze imponenti per numero con una forte coscienza nazionale, in uno Stato che ha appena venti anni di vita. « In siffatte condizioni, Benes sarebbe stato egregiamente consigliato se avesse accettato integralmente e subito i famosi punti di Carlsbad. Non lo ha fatto perchè anche egli — come la vecchia Austria di cui è massimo erede — è sempre in ritardo di un'idea o di un'ora. «In questo momento, dopo il discorso di Hitler, la questione si sposta sul piano concreto del diritto di autodecisione e non può essere negato ai Sudeti specialmente da coloro che si fecero i banditori di tale diritto. « Vi sono ormai due sole soluzioni possibili: la prima è quella di dare ai Sudeti la facoltà di disporre del loro destino, l'altra nel negare questo diritto. Dando ai Sudeti la possibilità di scindersi da Praga, si sceglie la via della giustizia, e sopratutto quella della pace; l'altra soluzione è quella del disordine e della guerra. « Il compito di Runciman deve essere diretto, ormai, a convincere Benes che la saggezza e la convenienza consistono nello accettare la separazione di un arto ormai completamente estraneo alla vita del proprio organismo. 0 questo, o il disordine cronico di una esistenza comune divenuta impossibile, con sbocco finale la guerra. « Ma che cosa può sperare la Cecoslovacchia dalla guerra? E dovrebbero milioni di giovani di ogni nazione di Europa precipitarsi nella mischia al solo scopo di mantenere la signoria di Praga sulle popolazioni tedesche dei Sudeti? Questi interrogativi hanno in se stessi la risposta. « Nei circoli responsabili romani si pensa che i bolscevichi di oriente e di occidente possano avere interesse a scatenare una conflagrazione. Ma questo non è l'interesse dell'Europa e del mondo »,

Persone citate: Asburgo, Benes, Hitler, Runciman

Luoghi citati: Austria, Cecoslovacchia, Europa, Praga, Roma