Il nervosismo di Parigi

Il nervosismo di Parigi Il nervosismo di Parigi Frequenti colloqui di ambasciatori al Quai d'Orsay - Un Gabinetto di unione nazionale? 1 piani pronti per la mobilitazione generale Parigi, 12 settembre. La dichiarazione fatta ieri sera dal Foreign Office ai giornalisti ha permesso alle sfere dirigenti e all'opinione francese, di passare la giornata d'oggi meno ansiosamente di quella di ieri, e di attendere con maggior calma il discorso di Hitler. Bisogna riconoscere che sebbene il senso attribuito al gesto del governo di Londra, sia quello di una dichiarazione assolutamente esplicita e definitiva che in caso di conflitto l'Inghilterra interverrebbe subito al fianco della Francia, la stampa ufficiosa parigina non tralascia, di mettere l'accento sulla volontà di Chamberlain di persistere indefessamente nello sforzo per salvare la pace, e sulla volontà di Parigi di assecondarlo. <E' possibile, ammette il Temps. che sorgano nuove difficoltà, ma finché lord Runciman resterà a Praga non si vede perchè non si debba trovar loro una soluzione pacifica. Nulla giustificherebbe l'abbandono dei negoziati e il ricorso a una soluzione violenta, che sarebbe inevitabilmente condannato dall'opinione internazionale. Nessuna difficoltà per grave che sia potrebbe giustificare che si lascino gli eventi procedere per la loro china, senza mettere in opera ogni mezzo per impedire la guerra ». L'organo ufficioso cita d'altronde come una prova particolare della buona volontà inglese, il fatto che la dichiarazione del Foreign Office accenna con insistenza al desiderio di pace di Hitler, e si rifiuta a non ritenerlo sincero. Il collaboratore diplomatico della Liberté, dal canto suo, argomenta dalla dichiarazione inglese che Londra « non può capitolare davanti a un eventuale atto di forza del Reich, ma non può neppure prestarsi a una politica ispirata da Stalin e da Litvinof, per provocare la rottura della mediazione » . Uno Stato federale? In complesso, dunque, secondo gli ambienti francesi, l'iniziativa di Chamberlain e di Halifax ha chiarito la situazione, eliminando I dubbi sulla condotta che l'Inghilterra terrebbe nel caso di complicazioni gravi, e ciò a maggior ragione in quanto che tale condotta è stata ormai avvallata dai Dominions, ma non ha affatto chiusa la strada a nuovi sforzi per raggiungere un accordo. Quale possa essere questo accordo, per il momento si preferisce non occuparsene, la questione pratica essendo di gran lunga subordinata a certe questioni di principio che dominano l'orizzonte Internazionale; ma non è impossibile che si voglia cercarle nella trasformazione della Cecoslovacchia in Stato federale. Senonchè è ancora questo al momento attuale un progetto praticabile? Il discorso di Hitler che l'Intera Parigi ha ascoltato alla radio con l'animo sospeso, sembra indurre a ritenerlo superato. Sebbene all'ora in cui vi telefoniamo ci manchino commenti da fonte autorevole, è lecito affermare sin da stasera che a giudizio dei francesi il FUhrer scavalca a pie' pari tutte le concessioni presenti e future che Praga potrebbe fargli, per giungere senz'altro al plebiscito. La parola non è stata pronunciata, ma il ripetuto appello al diritto di autodecisione nel cui nome Wilson e Lloyd George pre tesero nel diciannove rifare la carta d'Europa, traduce in realtà il timore che da alquanti giorni più d'un foglio francese aveva tradito: quello di vedere le democrazie poste in contraddizione con se stesse. Di quali argomenti servirsi per rifiutare a tre milioni di tedeschi il diritto di disporre di se stessi, quando di tale diritto si è fatto da Parigi a Londra, e da Londra a New York, l'uso e l'abuso che tutti sanno? Hitler non presenta nessun ultimatum : anzi a questo riguardo si può dire che materialmente il suo discorso permette a Runciman di restare a Praga, e di persistere nei propri! sforzi. Ma l'obbiettivo della campagna di Henleln sino a ieri avvolto nel mistero, brilla oggi in piena luce, ed è 11 più categorico che si potesse attendere. Plebiscito vuol dire annessione : ora può l'Inghilterra abbandonare il terreno fin qui assegnato alla mediazione dì Runciman: quello dell'intangibilità dello Stato cecoslovacco? II Plebiscito e l'Alsazia-Lorena Gli ambienti francesi tengono conto della rinnovata promessa del FUhrer, che il principio dell'autodecisione Invocato in favore dei Sudeti, non sarà invocato in favore dei tedeschi dell'Alsazia Lorena. Questa parte del discorso di Norinberga è evidentemente destinata ad esortare la Francia alla neutralità. Ma gli ambienti parigini non fanno mistero del loro convincimento che, accettato il plebiscito per la Cecoslovacchia, si dovrebbe prima o poi accettarlo anche per la Polonia, per il Belgio e per la stessa Francia. Il Consiglio dei Ministri che dovrà riunirsi domattina tratterà quindi esclusivamente questo caposaldo essenziale, e si prevede sin d'ora che Bonnet richiamerà su di esso l'attenzione del Governo di Londra. Senonchè a nessuno sfug ge che la richiesta di Hitler corrisponde esattamente all'idea lanciata giorni or sono dal Times. E qui ricomincia a sorgere negli ambienti francesi il sospetto se nonostante l'energica smentita opposta da Halifax l'organo della City. il Governo di Londra non evolva a poco a poco verso la soluzione ra- dicale indicata Il Consiglio di Gabinetto, riunì- tosi oggi per esaminare la situa-zione, sulla scorta del grosso in-cartamento costituito da Bonnet negli ultimi giorni, stava ancora sotto l'impressione della dlchia- razione del Foreign Office, e il suo andamento era apparso quindi ca- ratterizzato da un certo senso di fiducia. Prima della riunione, il Ministro degli Esteri aveva ricevuto al Quai d'Orsay l'ambasciatore del Belgio Le Tellier, e quello degli Stati Uniti, Bullitt. Quest'ultimo gli aveva fatto parte della soddisfazione prodotta a Washington dalla presa di posizione di Halifax, e gli aveva riconfermato, come Kennedy a Londra, in base a recentissime comunicazioni di Cordell Hull, le buone disposizioni del suo Governo verso l'azione condotta da Londra e da Parigi, tornando sulle ultime parole di Roosevelt, alle quali, a parer suo, sarebbe stato accordato un senso Inesatto e una importanza sproporzionata. Le misure militari del Belgio L'Ambasciatore Le Tellier aveva informato Bonnet dei provvedimenti precauzionali presi dal Belgio alla frontiera tedesca, e cioè dell'invio nelle rispettive guarnigioni dei reparti di artiglieria che si trovavano distaccati a Elsenborn. Le artiglierie di stanza a Liegi si sono recate al loro posti, mercé una marcia notturna di 60 chilometri. Gli allievi ufficiali delle scuole di artiglieria e di fanteria sono state distribuiti nelle varie unità. I carabinieri di Eupen e di Malmedy sono stati consegnati in quartiere fin da ieri mattina, e le brigate di gendarmeria ai posti di frontiera hanno ricevuto rinforzi. I ponti sono minati. Bonnet aveva inoltre informato il Consiglio che, contemporaneamente al Belgio, anche l'Olanda ha proceduto a qualche rafforzamento delle sue guarnigioni di frontiera ed ha sospeso le licenze. In quanto alla Svizzera, il Ministro aveva soggiunto che in data di oggi sarebbero state messe in stato di funzionare, e custodite militarmente, le mine disposte alla frontiera, per poter eventualmente interrompere le comunicazioni stradali e ferroviarie con l'estero. L'insieme di queste disposizioni militari, unito all'atteggiamento senza equivoci del Governo inglese e alle nuove assicurazioni americane, aveva fatto sul Gabinetto la migliore impressione, ed era stato pertanto ritenuto che, fino a nuovo ordine, non fosse il caso di prendere altre disposizioni precauzionali, all'infuori di quelle già prese. Dopo 11 discorso di Norinberga, che cosa deciderà 11 Consiglio dei Ministri di domani? Nessuno ne sa ancora nulla, ma non si esclude che nuove e importanti misure militari possano venir decìse e, fra l'altra, il richiamo di alcune classi. E' infatti da notare, che subito dopo 11 Consiglio di Gabinetto odierno, una Conferenza militare è stata tenuta alla Presidenza del Consiglio fra Daladler, 11 gen. Gamelin, Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, il gen. Georges, dello Stato Maggiore generale dell'Esercito, e il Governatore militare di Parigi gen. Blllotte. La conferenza è durata sino alle 19,30. Il Ministero dell'Interno ha d'altra parte preso diverse disposizioni d'ordine pubblico, per tutto il territorio dello Stato. Gli scioperi coni nuano A Brusselle intanto 11 Governo è rimasto riunito in Consiglio di Gabinetto dalle 4 alle 11 pomeridiane, per esaminare la situazione e discutere del tenore delle dichiarazioni di Hitler. In seguito alla deliberazione, il Ministro degli Esteri Spaak ha deciso di rinunziare a partire per Ginevra. In quanto alla situazione francese interna, i discorsi pronunziati ieri da Herriot e da Sarraut in provincia sono il segnale di un serio sforzo verso l'unione sacra. Stasera a Parigi gli agenti dell'ordine erano stati consegnati nel timore che la divulgazione del discorso di Hitler da parte delle edizioni speciali dei giornali, provocasse del fermento. Non pare fin qui che la calma In città sia stata turbata. La fine dello sciopero dei portuali di Marsiglia è salutata dall'opinione come un sintomo rassicurante. Nella realtà delle cose non si può dire che le agitazioni sociali siano cessate. Lo sciopero degli edili di Lione potrebbe ancora mutarsi in uno sciopero generale di tutte le categorie. Lo sciopero dei tessili della Somma continua. Lo sciopero minerario di Anzin non è ancora .finito. I tessili del Nord si agitano e minacciano anche essi di abbandonare il lavoro. Daladier ha il suo da fare pei tenere a bada tanti malcontenti. Ma, in complesso, il Paese non risponde a questa agitazione artificiosa e se la situazione internazionale dovesse rapidamente aggravarsi, non è improbabile che le beghe in questione, tutte opera dei comunisti, non tarderebbero a comporsi.