Ore di trepidazione a Parigi

Ore di trepidazione a Parigi Il Congresso Eucaristico di Olgiate Comasco in una bella istantanea aerea presa dall'apparecchio de « La Stampa » pilotato dal nostro Maner Lualdi. Ore di trepidazione a Parigi Si spera ancora nella possibilità di accordarsi con la Germania e si formulano ipotesi per il discorso di Hitler Parigi, 12 settembre. Nella trepida attesa del discorso, che Hitler deve pronunciare oggi alla chiusura del Congresso di Norinberga, quelli di sabato e di ieri dovuti a Goering ed a Goebbels continuano ad essere oggetto di commenti che rivelano una? ind scutibile preoccupazione, che non è considerata di natura tale da poter creare una atmosfera favorevole ad una sistemazione amichevole della questione dei Sudatici. Niente di irreparabile I meno pessimisti considerano i discorsi di Goering e di Goebbels destinati principalmente agli estremisti del partito nazista, desiderosi di eccitare l'entusiasmo delle loro truppe, per essere — occorrendo — in condizione di trasformare in vittoria tutto quello che possa avere l'apparenza di un leggero rinculo. Questi discorsi, malgrado la loro veemenza, non vengono in generale considerati come l'annunzio di qualche cosa di irreparabile, cosicché si manifesta la tendenza evidente di non drammatizzare nulla, almeno fino a quando si sia fatta udire la vera voce che conta, quella di Hitler, quando il Fuhrer prenderà la parola per parlare sulla politica generale del Partito. Solo allora, quando dopo matura riflessione il Fuhrer avrà fatto conoscere la propria posizione, sarà possibile portare un giudizio sui reali progetti del Reich. Ma « l'avvenga che può » dell'arringa di Hitler di sabato, e il primo accenno fatto ai sudetici nella allocuzione' di ieri, sono considerati come sintomi preoccupanti di quello che il FUhrer annuncierà nel suo discorso di oggi. Pel Temps, nei circoli stranieri si esita fra queste due ipotesi: o questa fine del discorso costituisce una manovra di intimidazione per ottenere il massimo in favore dei tedeschi dei Sudeti, oppure esprime fin d'ora l'intenzione prestabilita di intervenire con la forza. La prima sembrerebbe finora la più probabile, ma la seconda non deve essere del tutto esclusa. Ad ogni modo il discorso di oggi è atteso con ansiosa impazienza, chiedendosi se esso sarà la conferma di quello di Goebbels, oppure se Hitler manterrà la formula finora abbastanza moderata che ha impiegato, quando si è trattato di allusioni politiche davanti alle organizzazioni del congresso. Sul discorso di oggi, secondo il Temps, vengono formulate ipotesi contraddittorie. Vi è chi pretende che il FUhrer coglierebbe l'occasione per porre un vero ultimatum alla Cecoslovacchia, ma in generale si suppone che la situazione non sembrandogli ancora abbastanza matura per gettare sul tavolo le sue ultime carte, osserverebbe un certo riserbo non spingendosi più oltre delle dichiarazioni fatte sabato da Goering, ed astenendosi dal fare gravi dichiarazioni sui rapporti del Reich con la Cecoslovacchia. Egli potrebbe cosi lasciar tirare le cose per lun go, per tastare con sicurezza il polso dell'Europa. Problema europeo Intanto pel Temps, la questione del tedeschi dei Sudeti viene relè' gata in secondo piano, perchè è in realtà un problema germanoeuropeo quello che viene posto attualmente. « Che cosa vuole esattamente la Germania? quale progetto persegue? che cosa ricerca al di là del pretesto della difesa degli interessi della popolazione tedesca di Cecoslovacchia? — si chiede l'organo del Quay d'Orsay. — L'annessione forse brutale al Reich dei territori occupati da questi ultimi, ciò che rischierebbe di provocare un conflitto che sarebbe difficile localizzare? La subordinazione totale della repubblica cecoslovacca alla politica generale di Berlino? Non lo si capisce ancora in modo chiaro, ma 11 fatto di trovarsi bruscamente davanti a un problema europeo, mentre non si trattava finora che di risolvere pacificamente una crisi locale, avrebbe per conseguenza di istituire con metodi nuovi un dibattito di tutt'altra portata, e di porre le cose su un 'piano molto diverso da quello in cui finora si sono trovate ». La giornata di ieri, giornata di attesa, è stata marcata come ogni domenica da numerose manifestazioni politiche, fra cui il di' scorso del Ministro degli Interni Sarraut, il quale in occasione della inaugurazione del monumento a Noyon al senatore e sindaco Ernesto Noel, che si condusse eroicamente durante la guerra, ha affermato che se l'ora del pericolo dovesse domani suonare, la Francia si ritroverebbe ancora una volta unita. Date le circostanze, è stato celebrato con insolita LeLila brdibrpoe cozioml'IveCeto te Grdespciade«detohafrqucodustmsce obpatuditai novanogrsuglcozapapidadìcuprscnea soque cestbodidoimacnehomninlePnesbsissptcsuvSunfcsnlennità l'anniversario della prima battaglia della Marna. Il Ministro degli Esteri Bonnet, partito ieri sera da Ginevra, è arrivato a Parigi stamane, per prendere parte al Consìglio di Gabinetto che si riunirà alle ore 15 di oggi, preludio a quello dei Ministri di domattina all'Eliseo, e nel corso del quale verrà esaminata dettagliatamente la situazione internazionale e verrann cise le misure necessarie da pi. dersi. Il Ministro Bonnet ha in particolare conferito sulle rive del so- j Lemano co! Ministro degli Esteri Litvinof, e col rappresentante della Romania. Le decisioni inglesi Le decisioni prese dal governo britannico, ed annunciate con la dichiarazione fatta alla stampa britannica e internazionale dai portavoce di Neville Chamberlain e di lord Halifax, sono state accolte a Parigi con viva soddisfazione, non lasciando ormai più il minimo dubbio sulla condotta dell'Inghilterra, nel caso di un intervento armato della Germania in Cecoslovacchia. Questo intervento condurrebbe immancabilmente all'azione consecutiva della Gran Bretagna, la quale non crede alla possibilità di tenersi in disparte da un conflitto che minacciasse l'integrità e la sovranità della Francia. «Questo gesto di lealtà e di fedeltà dell'Inghilterra - scrive l'informatore diplomatico dell'.E.rce/sior ha tanto più commosso il popolo francese e i suoi dirigenti, in quanto che è accompagnato da commoventi testimonianze di fiducia, di stima e di amicizia. La storia non offre esempio dì un simile bianco segno accordatosi scambievolmente da due governi e da due imperi coscienti dei loro obblighi morali nei riguardi della pace, pronti alla conciliazione con tutti ì popoli « senza distinzione di regime *, ma non meno decisi tanto l'uno come l'altro, a fissare i lìmiti al di là dei quali la forza non potrebbe impunemente prevalere sul diritto. E in questo, non vi è nulla di offensivo per la grande nazione tedesca, e per il. suo Capo che predica una « uguaglianza di diritti » che non può concepirsi senza una uguaglianza di doveri nei riguardi della pace ». Anche il Petit Parisien sì compiace altamente dell'avvertimento dato alla Germania, avvertimento dì una chiarezza che non lascia alcun dubbio, e che sorpassa ogni previsione. « La dichiarazione britannica — scrive Luciano Bourgues — contiene un invito al Cancelliere Hitler a mostrare nel suo grande discorso di oggi il desiderio di pace, sul quale parecchie volte ha insistito, e che può essere considerato sincero sino a prova contraria. Queste formule poderose, uscite dalla bocca di un portavoce autorizzato di Chamberlain, hanno già prodotto nel mondo una grandissima impressione. Il popolo francese le accoglie con profonda soddisfazione. L'Inghilterra ha parlato: essa ha fatto quel che nel 1914 aveva omesso di fare. La Germania conosce ormai gli avversari che essa incontrerebbe, se i consigli di violenza prevalessero a Norinberga ». mzstdcndecdnsscdpnsstpgdni(MmmRsvrsertndlStfLrvgretdsd