Nuvolari e l'Auto Union tornano alla vittoria

Nuvolari e l'Auto Union tornano alla vittoria Una giornata di gran sport a Monza, presemi 100.000 spettatori Nuvolari e l'Auto Union tornano alla vittoria FarinaAltaCorse) brillante secondo - L'inattesa resa delle Mercedes - Buona prova delle nuove macchine italiane-S.E. Alfieri mossiere del G.P. di Milano vinto da Villoresi s1bgptcp Potere del Reich Cuore fascista (Dal nostro inviato) Milano, 12 settembre. Forse non è gentile, per il superbo trionfatore di ieri, scrivere nel preambolo che dovrebbe sintetizzare la fisionomia del XVI Gran Premio d'Italia ch'esso è stato una rivelazione: la rivelazione di una terza giovinezza di Tazio Nuvolari. Lo si dava "per spacciato; si deplorava che insistesse, lui quarantottenne, nello stuzzicare il volante di una vettura da corsa, e straniera per giunta, e non tra le più felici di gì,ida per la sua caratteristica conformazione a motore posteriore. Il senso di ammirato sbalordimento che ha còlto 1 quasi centomila spettatori del Gran Premio d'Italia dimostra che questi giudizi avevano fatto larga presa nel pubblico. Nuvolari lo sapeva: ne aveva parlato lui stesso prima della partenza, con uno del suoi sorrisi un po' ambigui e una alzata di spalle: poi, contrariamente alle sue abitudini riservate, aveva promesso al gruppo di amici e ammiratori che lo circondava: «oggi 11 sbaraglierò tutti». Voleva, doveva vincere. E mantenne la promessa con uno scrupolo formale: non vittoria, ma trionfo; dopo di avere, secondo 11 programma, letteralmente sbaragliato gli avversari e gli stessi compagni di squadra. Nuvolari: irresistibile Raramente una corsa fu disputata con più ardente accanimento, con foga cosi travolgente e decimatrice. Nuvolari non si impose problemi di tattica o di strategia: come ai giovani anni, come ai tempi delle sue prime folgoranti vittorie motociclistiche, inseguì, raggiunse, distaccò, si trascinò nella scia, volenti o nolenti, 1 più deboli, fin che ressero — insomma dominò dal principio alla fine. Il suo lavoro di demolizione delle posizioni avversarie, per quanto automatico e forse incosciente, fu un capolavoro. Egli ha raccolto ieri la vittoria forse più meritata, più piena, più bella — certo la più gradita della sua carriera. Quella che inesorabilmente gli occorreva in questo momento. Per chiudere « in bellezza » ? Non crediamo. Per consolidare 11 suo rango di caposquadra d'una grande marca straniera? Forse. Per aprire l'animo del connazionali alla speranza di riavere presto un pilota capace di riportare alla vittoria i nuovi frutti dell'industria tricolore, che ieri si rivelarono — conformemente alle nostre ripetute previsioni — decisamente progrediti, e ormai di classe molto vicina a quella delle vetture tedesche? Questo è nei voti di tutti. Cosi tratteggiata nei suoi tratti essenziali la smagliante giornata monzese — trionfo di Nuvolari e dell'Auto Union; disfatta della Mercedes; validissima entusiasmante difesa delle vetture italiane, per opera specialmente della nuova Alfa 16 cilindri — converrà riprendere il processo analitico e rispettare i diritti della cronaca e dell'ordine cronologico. La giornata infatti si è aperta — sotto un sole ch'era esso pure una rivelazione, dopo tanto imperversare di tetra meteorologia — col Gran Premio Milano per vetture di 1500, disputanti la Coppa del Fascio Primogenito. Corsa degna come spettacolo, per il numero e il valore degli uomini impegnati, e le cospicue velocità raggiunte; interessante tecnicamente, perchè costituente la « bella » nel duello ingaggiato tra la nuova Alfa e la anziana Maserati, vittoriosa la prima a Livorno e la seconda a Pescara; opportuna sportivamente, perchè per la prima volta presentava compatta alla <c laurea » di Monza questa vitalissima categoria di macchine, sulla quale a buona ragione la FASI concentra tante simpatie. , Autorità in pista Davanti alla cabina semi-interrata del « comando » e dei cronometristi (che, tra parentesi, è rimasta immutata malgrado l'annuncio dei radicali lavori all'Autodromo; ma il prossimo anno cronometristi e stampa avranno finalmente una più logica sistemazione in un palazzotto di cristallo sopra gli stalli) si allineano poco dopo le 10 le venti venture di 1500, che devono compiere 25 giri, pari a km. 174.825. Si era annunciato che la còrsa si sarebbe svolta in senso contrario alle lancette dell'orologio, ma in ultimo si ritornò al senso tradizionale, girante verso destra. Sono sulla pista ad attendere S. E. il Ministro Alfieri, che sarà i mossiere d'onore, tutte le autorità e le personalità; il Federale di Milano Parenti, il Prefetto, il Preside della Provincia, il Gen. Tarabinl del Coni, il Podestà di Milano coi due vice-podestà; il Podestà di Monza, il Conte Bonacossa con lo stato maggiore del R.A.C.I., Bruno Munsolini con il Colonn. Blseo, l'ine. Furmanik, presidente della F.A.S.I. Direttore di gara, naturalmente, è l'organizzatore principe di ogni grande manifestazione: Renzo Castagneto. Alle 10,30 il Ministro della Coltura popolare abbassa la bandierina a scacchi, scatenando i venti proiettili fragorosi, allineati in sei file di tre, e due in coda, nell'ordine determinato dai migliori tempi di allenamento. Balzano in testa Sommer (Alfa), Villoresi Gigi (Maserati) e Severi (Alfa). Ma il gruppo, che morde il cuore in un brivido come un'acrobazia collettiva di velivoli a contatto di ala, non si sgrana. Per due giri si mantiene compatto: solo il terzo si fa luce Villoresi Luigi sulla Maserati, incalzato da Severi e dal fratello Emilio. Le due vetture stteMavprTasfdotirolarigunoprsamsegunovemracommosgifotarinofasiprrinvacpcqcliradHPfacacbnSbtugbf)osvcpacM a o o straniere non hanno alcuna intenzione di turbare il duello AlfaMasenvti: la Era di Dobson, dopo aver brillantemente compiuto... i primi 500 metri, è già ferma, e la Talbot di Piate raggiunge senza sforzo la coda della c.valcata, donde si ritirerà al 12.o giro. Il treno di marcia è sostenutissimo, tanto che già al 5.o giro la stessa vettura capogruppo, la Maserati di G. Villoresi, ne risente gli effetti, e si ritira per guasti. Come già alla Coppa Ciano, l'altro Villoresi è pronto a profittar dell'occasione ed a passare in testa con la sua Alfa, rimorchiandosi a poco più di un secondo il compagno Severi. Seguono Marazza e Marinoni. Al lO.o giro tre Alfa-corse sono in testa: Villoresi Emilio, Severi e Marinoni. L'andatura aumenta, e il gruppo delle Maserati si sfalda rapidamente: i suoi componenti variano continuamente di posizione, perdendo un membro ogni due o tre girl. Non ostante il modesto chilometraggio della gara (troppo scarso, forse, per una corsa cosi importante e cosi riccamente dotata) i ritiri e gli arresti agli stalli sono numerosi: il terzetto delle Alfa-corse sgretola. Cosi Marazza si vede sostituito al quarto posto prima da Pietsch, poi da Ruggeri, infine da Hug: quando Marinoni si ritira, quest'ultimo si trova terzo. Villoresi è primo Gara movimentata dunque, specialmente nello scompiglio delle posizioni retrostanti; terminata con una netta, meritata ed eloquente vittoria dell'Alfa-corse, di cui i due paladini, Villoresi Emilio e Severi, giungono quasi a ruota, accomunati nel bollente applauso del pubblico, staccando di tre minuti il « maseratista » Hug, seguito questi da Cortese, Pagliano e Barbieri. La terza Alfa rimasta in gara, di Sommer, che dopo una sosta agli stalli aveva compiuto il giro più veloce, mentre passa davanti alle tribune iniziando T'ultimo giro, manifesta un principio d'incendio; Sommer fa a tempo a fermare e balzar giù, con una lieve scottatura a un piede, mentre un nugolo di pompieri prodiga con abbondanza di spuma (che toglie al f)ubbllco l'interessante spcttaco o) tfla sua solerte opera " prof es- slonale. Di un incidente più grave è vittima l'animoso Marazza: benché fermato, dopo l'arrivo dei primi, al 24.o giro, egli prosegue a piena andatura, e nella prima curva di Lesmo esce di strada, Mentre la vettura va a fracas- sarsl contro un albero, Marazza si getta fuori e rotola: viene rac-colto con una grave contusione toracica interessante un polmonee la frattura di un piede. Al-l'ospedale di Monza gli si opera prontamente la trasfusione delsangue, che pare abbia scongiu-rato ogni pericolo. Due ore di sosta meridiana, de-dlcate dal pubblico a pittoreschefunzioni gastronomiche nell'om- bra del Parco, ed ecco il « numero »» principale della giornata: il Gran Premio d'Italia per i bolidi di formula internazionale, praticamente per le vetture di tre litri con compressore, tutti 1 concorrenti avendo scelto questo corno della formula. L'ingresso delle vetture in pista avviene con la consueta solennità: sfilata delle macchine per nazioni e per marche, spinte a mano dai meccanici, che poi siraccolgono in militare drappelloper sfilare anch'essi, in tuta bian-ca, armati dei ferri del mestiere. Gli altoparlanti diffondono gli in-ni nazionali, tedeschi e italiani: salgono sui pennoni le bandiere,11 pubblico s'irrigidisce sull'at-tenti, a braccio levato. Dietro lemacchine, conversando tra loro, giungono 1 corridori: una larga ovazione saluta Nuvolari, Caracciola, Farina, Trossi. Qualche contrasto sottolinea la sfilata delle Maserati, per la mancata presenza di Varzi, annunciata al pubblico nei giorni precedenti, e sostituito per ragioni di salute da Zehender. L'Alfa-corse si presenta conquattro macchine: le due dodicicilindri di Taruffi e di Wimille, ele due nuovissime 16 cilindri diFarina e di Biondetti, che affron-tano a Monza il loro travagliatodebutto, sul quale non si npon-gono -eccessive speranze, dato cheancora la vigilia i tecnici si af-faccendavano per rimediare a mi-steriosi inconvenienti di carbura-zione. Si tratta della riunione di due otto-cilindri di 1500, simili a quelli della nuova « 158 », conterzo albero motore, raccoglitóredel due. Nel-telaio e nell'aspettoia 16 cilindri segue da presso leprovate soluzioni della « 12 ». Tutte le altre vetture concorrènti s£no di tipi ormai noti. Un rombo immane L'allineamento delle 17 vetture [ avviene su cinque file, tra cul stituito l'avviamento a manovel la. Mancano trenta secondi: un rombo Immane Improvvisamente| s'accende. E quando il mossiereno ormai quasi completamente so-scorrono come grossi vampiri incerca di preda i carrelli degli av-viatori elettrici ritraibili, che han- gen. Tarabinl, abbassa la bandiera, il ricordo della partenza del gruppo mattutino appare, al confronto, un innocente gioco di società. Seaman, stretto dai compagni che sta superando, passa sul ciglio del prato: un fremito, ed anch'egli è passato, in salvo. Le vetture tedesche sferrano subito un attacco rabbioso, che provoca immediatamente i primi distacchi: l'iniziativa è presa da Lang su Mercedes, che ha qualche diecina di metri di vantaggio su MUller, Seaman, Nuvolari e Brauchitsch. Più distanziato il gruppo delle vetture Italiane: Biondetti, Trossi, Villoresi, Farina. In quest'ordine la cavalcata si snoda per 1 primi tre girl: Caracclola è attardato fin dal secondo giro, avendo urtato in curva nelle balle di paglia, e avendo faticato non poco a rimettersi in strada col suol mezzi. Prosegue, ma la sua macchina risentirà dell'incidente esigendo un'andatura meno spinta per tutta la gara. Al quarto giro l'Auto Union di Nuvolari ha facilmente ragione della Mercedes di Seaman: 11 mantovano passa dalla quarta alla terza posizione, riscuotendo 1 primi applausi. Nel giro successivo l'offensiva incalza: e tocca a MUller, su Auto Union, di cedere il secondo posto a Nuvolari. Rimane Lang, su Mercedes, che guida 11 gruppo a 160 all'ora: egli resiste per altri due giri, ma alla fine del settimo, proprio sul rettilineo del traguardo, anch'egli viene ingoiato dall'irresistibile foga di Nuvolari, che da quel momento ha corsa vinta. Non senza contrasti, però: tanto che al 29.o giro, arrestatosi allo stallo per il rifornimento e il cambio delle gomme, compiuti nel tempo-primato di 37 secondi, egli si vede rap-iriunto e superato da Lang, sia pure per un solo giro, dopo il quale anche il corridore di Mera I cedes si arresta ripartendo sec-!condo. ne j Nessuna monotonia, dunque, ne, nella pur evidente superiorità del l-1 mantovano: sino a tre quarti dela ila gara egli non ha potuto conel;tare s'un tranquillante distacco u- ì che gli permettesse di « respira re ». Ha tirato a fondo, sempre: e- e per oltre 30 giri si è sentito talhe I lonato da Lang, a 6-7 secondi. Il m- ; pubblico è frenetico: ha la sen- prLibebugu. . nichtradiMil pamnelanoditraplareFve1 ILe il di iinrioer a si sazione che i1 duello debba risolversi al crollo di uno dei due motori: neppure osa incitare il suo beniamino, che sa proteso nel massismo sforzo. E lo sfiancato, contro ogni previsione della carta sull'esito dei precedenti incontri Mercedes-Auto Union, è Lang! Al 33.o giro passa rallentato, con molto fumo; al 34.o giunge quasi al passo, e si ritira. Della squadra Mercedes già si erano ritirati Brauchitsch, per inconvenienti lo d! candele e Seaman, per impren-1 cjsate avarie di motore: il solo e. I Caracciola, attardato, termina n- senza brillare. Linattesa caduta i: della Mercedes, che lascia il came, P° libeF° T Per la pr,1,m.a ivolt,a t- ln questa stagione — all Auto U le nion'. è non ultimo. H^gli interes santi spunti tecnici di cui la gara di ieri è stata ricca: finalmente abbiamo il metro delle estreme possibilità attuali di questa macchina indiavolata, che finora, in assenza di àesni avversari, era passata da dominatrice. Elogio di Farina o, ga che eleal e da on I E queste possibilità, come ab ci I Diamo rilevato in principio, non e ' s°n° d'ordine molto diverso da di1 quelle delle nuove vetture itallan- ìne. anche se l'esperienza ha dito I mostrato che queste devono torn- inare a guardarsi dall'Auto Union, he debuttante Alfa-Corse 16 cif-llmdri na superato, con Farina e mi-1 Biondetti, ogni previsione: senza a-lu"a banale sene di arresti del di a on campione torinese, nei primi giri, per disserraggio del tubo della benzina, Nuvolari avrebbe avure'!0 SSi avversario estremamente o. ' terribile. Per una trentina di gl le n ?,ia Farl"a che B1°pdetti non ut. I Perdettero terreno, anzi dimostra£ ej^ML?** su jperare anche in rettilineo cosi le scacnpssrdcsndndprnPspdnèhpicidtdznspsdqzeccslcsptrpdpctamMercedes come le Àuto Union.[sEntrambi raggiunsero l'estenuan-j'te traguardo Anale dei 60 giriU(419 km.): e il secondo posto pa- re zientemente conquistato da Fa-'gul]rina, risalendo gradatamente dal [elun te re, | te 8 cilindri, non ha spostato o- injsettimo, se riconferma la lode che nv-idel magnifico giovane campione:Rn- scrivevamo pochi giorni or sono''su queste colonne, può aprir l'a- ™nimo a molte speranze per la rta- "gione ventura 'La Maserati, con la sua recen-{v(j pf pronostlco fornito dalle prove di|2Livorno e di Pescara. Veloce, eb-Ì2be con Trossi e Villoresi Gigi deii2buoni momenti, senza tuttavia fi- ]3gurare mai nelle prime poslzlo- ! M. . _ ... !_non resse molteplici 62ni: ma alla distanza che Trossi, pur con traversie meccaniche. Della squadra dell'Auto Union, dietro il capo, va ancor ricordato MUller, che assunto a metà gara il secondo posto, dopo la scomparsa di Lang,, tallonò brillantemente Nuvolari sin quasi alla fine, al 57.0 giro. Indicibile è l'entusiasmo popolare per la vittoria del mantovano: eirli è assalito da un esercltoi2di ammiratori che lo trascina in'iR52(trionfo. E sul pennone salgono leappaiate la bandiera italiana e la tedesca: motore del Reich, cuore fascista. Aldo Farinelli. LE CA6Idi ULTIMO NUVOLARI i i o aal re G. P. D'ITALIA. ■ Nuvolari passa davanti alla macchina di Zehender, uscito di strada.