Il 26° Congresso Storico e il Museo del Risorgimento solennemente inaugurati dal Sovrano

Il 26° Congresso Storico e il Museo del Risorgimento solennemente inaugurati dal Sovrano TUTTA TORINO ATTORNO AL RE IMPERATORE Il 26° Congresso Storico e il Museo del Risorgimento solennemente inaugurati dal Sovrano L'orazione del conte De Vecchi - L'intervento di S. E. Bottai e del Cardinale - L'augusta visita a palazzo Carignano alla stupenda raccolta di storici cimeli - Le acclamazioni del popolo e delle organizzazioni del Partito accompagnano il Re mentre lascia la città i(mdvpE L'inaugurazione del ventiseiesimo Congresso del Regio Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, avvenuta ieri mattina all'augusta presenza di S. M. il Re Imperatore, mentre ha segnato una nuova tajipa luminosa nei riguardi dell'Istituto con tanto amore e con così acuta intelligenza presieduto dal Quadrumviro conte Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon, Governatore dell'Egeo, è stata per Torino sabauda, ritemprata nel suo vivo attaccamento alla Patria dalla fede fascista, l'occasione attesa ed ambitissima di riconfermare al Sovrano la propria entusiastica ed illimitata devozione. Abbinata a quella del Congresso era l'inaugurazione del Museo del Risorgimento, ciò che è valso ad accrescere la solenne festosità della giornata ed a prolungare nel passaggio da Palazzo Madama a Palazzo Carignano le entusiastiche acclamazioni con le quali Sua Maestà, tra lo sventolio delle bandiere e i canti patriottici, è stata accompagnata da Porta Nuova a Piazza Castello e successivamente in senso inverso. Prima ancora dell'ora convenuta, una grande folla si è addensata in piazza Carlo Felice per as- j statere all'arrivo del Re, presentando un magnifico colpo d'occhio. Presso l'imbocco di via Roma erano schierati due cordoni di Camicie Nere e le rappresentanze di tutti i Gruppi rionali e delle Donne fasciste. La forma privata del viaggio di Sua Mawtà ha escluso 10 schieramento delie truppe. La circolazione tranviaria nella località è stata sospesa. L'arrivo di Sua Maestà Contemporaneamente nell'interno della stazione arrivavano le alte Gerarchie dello Stato e le Autorità. In un folto gruppo si notavano S. E. Bottai, Ministro delVEducazione Nazionale in rappresentanza del Governo, S. E. De Vecchi di Val Cismon, il gr. uff. Pascolato in rappresentanza del Partito Nazionale Fascista, il sen. Nomis di Cossila per il Senato del Regno, Von. Buttafochi per la Camera dei Deputati; ad essi si sono uniti S. E. ti Prefetto Tiengo, 11 Federale Gazzotti, il Preside della Provincia Vezzani, il Podestà Giovarà, S. E. il generale Vercellino comandante del Corpo d'Armata, il generale Gamaleri comandante della Divisione, il generale Marchesi comandante dell'Aeronautica, il generale Cantù comandante della Divisione Carabinieri di Milano, il gen. Odetti di Marcovengo comandante della Brigata Carabinieri di Torino, il console generale Brandimarte comandante della I Zona della Milizia, il gr. uff. Raviola, Avvocato Generale della Procura del Re per la Magistratura, il prof. Azzi, rettore dell'Università, Von. Bardanzellu, commissario del Museo del Risorgimento, il Presidente dell'Istituto di cultura fascista e moltissime altre personalità. Alle 9 precise il treno reale è entrato in stazione. Sceso dalla vettura, il Sovrano, che vestiva la piccola uniforme, ha ricevuto l'omaggio dell'on. Bottai, del Quadrumviro De Vecchi e di tutti gli altri convenuti, intrattenendosi affabilmente con essi. Lo accompagnavano il Primo Aiutante di campo generale, marchese di Bernezzo, l'Aiutante di campo generale ammiraglio Bonetti, il Pi imo Mastro delle cerimonie conte Sant'Elia, il colonnello Leonardi e l'aiutante di campo di servizio comandante Scomacca. Subito dopo il Re Imperatore prendeva posto col suo seguito sull'automobile che attendeva davanti alla saletta reale, dal lato esterno, e che, preceduta dalla macchina staffetta, si è incamminata r>erso piazza Castello. Insistenti acclamazioni e grida di « Viva il Re! » si sono levate dalla folla e si sono ripetute lungo tutto il percorso, ai cui lati erano allineati i Giovani Fascisti, gli A- j vanguardisti, i Balilla e le Giovani e Piccole Italiane. Tutta una duplice siepe di mani era levata in alto nel saluto romano. Il Sovrano, commosso della grandiosa manifestazione, rispondeva sorridendo e con cordiali cenni del capo. Da Palazzo Reale a Palazzo Madama Intanto, poiché da questo puntai la visita assumeva carattere ujfU' ciale, in piazza Castello si era ammassata la truppa, formando un lungo e vasto corridoio per tutto il tragitto. Erano schierati il l.o Reggimento Genio Artieri, un battaglione del Genio Ferrovieri, uno squadrone di Nizza Cavalleria e una compagnia del 90.o Fanteria. Prestava servizio d'onore una compagnia del 9Z.o Fanteria con bandieta e musica. La guardia a Palazzo Reale era montata dai Bersaglieri. Sulla piazza un'altra folla immensa attendeva. Anche qui il servizio tranviario era stato sospeso. 'Appena la vettura reale è sbucata da via Roma, un nuovo fragaroso applauso si è levato dalla moltitudine che si è riversata dietro la macchina, a stento trattenuta dalla truppu. Poco dopo, alle 9,^0, il Sovrano, entrato nel Palazzo, riceveva nel salone degli Arazzi le alte rappresentanze e le Autorità; quindi, seguito da queste, si avviava all'uscita per recarsi a Palazzo Madama. Tre squilli: la truppa ha presentato le armi, i fascisti, le associazioni del Partito, quelle d'Arma e la folla, in un fluttuare di gagliardetti e di bandiere, hanno ripetuto il saluto romano. Dopo un attimo di assoluto silenzio, la banda ha intonato la « Marcio Reale ». poi, mentre il corteo lentamente attraversava la piazza, un'ondata di entusiasmo si è propagata fino ai punti più lontano. La folla, in un grido unico, prolungato, interminabile, non si stancava di acclamare al Sovrano che, compiaciuto di questa nuova spontanea prorompente manifestazione, salutava ancora sorridente. Il corteo reale era così composto: nella prima macchina di servizio si trovavano l'ammiraglio Bonetti e il conte di Sant'Elia. Seguiva la vettura reale. Accanto al Sovrano erano il Ministro Bottai, il marchese Asinari di Bcrnezzd, e il Federale; nelle vetture del seguito, per ordine: S. E. De Vecchi, il sen. Nomis di Cossila, S. E. il Prefetto e il col. Leonardi; Von. Buttafochi, il gr. uff. Pascolato ispettore del Partito, il gen. Ga-\ maleri e il comandante Scamacca; Von. Vezzani e il Podestà. Il corteo è entrato nell'atrio di Palazzo Madama, dove il Re è stato ricevuto dal Quadrumviro De Vecchi e dall'on. Bardanzellu e quindi si è avviato su per lo scalone, lungo il quale prestavano servizio valletti municipali. Il discorso inaugurale Il magnifico salone d'ingresso si era nel frattempo affollato di congressisti e di altre autorità e personalità. Primo a giungere è stato V Eminentissimo Cardinale Fossati, arcivescovo di Torino, con le insegne di Gran Cordone dei I Santi Maurizio e Lazzaro; abbia| mo poi notato 8. E. la contessa di Val Cismon, l'accademico Volpe, il sen. Cian, presidente dell'Accademia delle Scienze, il sen. Ercole, il sen. Moresco, rettore déll'UIniversitò di Genova, i senatori i Agnelli, Tournon, di Bernezzo, ' Orsi e Brezzi, gli onorevoli Gastaldi, Orsi, Bernocco, Biggini, la medaglia d'oro on. Lunelli, il console tedesco barone von Langhen, il conte Gloria, il Questore gr. uff. Murino, il prof. Pivano, il prof. Stampini, i vice-podestà comm. Scozzarella e conte Ferretti. V'erano inoltre numerosi professori universitari, ufficiali dell'E¬ i ' \ sercito e un folto stuolo di eleganti signor*. Quando il Re è apparso sulla soglia, tutti sono scattati in piedi e il grido: «Savoja!» è echeggiato possente nel salone. Sua Maestà ha preso posto sul tronetto, ricevendo l'omaggio dell'Arcivescovo; i Gerarchi e le Autorità si sono disposti davanti e ai lati. Il Podestà si è avanzato ed ha porto con fervide espressioni il devoto saluto della cittadinanza torinese al Sovrano, esaltando inoltre la geniale attività del Quadrumviro, animatore infaticato dell'Istituto e dei suoi Congressi. E' stata poi la volta del Conte De Vecchi di Val Cismon. Con voce ferma e chiara, il Quadrumviro ha pronunciato il discorso inaugurale, tracciando un sintetico quadro dell'opera svolta dall'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, ricordando ed'esaltando le virtù guerriere e civili del Piemonte e specialmente di Torino, che prepararono e, sotto la guida dei Savoia, portarono a compimento l'Unità Italiana, che oggi, sotto la guida del Duce, ha raggiunta la fulgidissima méta del rinnovato Impero di Roma. L'acuta disamina delle ragioni ideali del Risorgimento che oggi sono dilatate nel futuro dal clima della Rivoluzione Fascista, è stata seguita dal caloroso consenso delle Gerarchie e della folla degli studiosi. Concludendo, S. E. De Vecchi, che ha offerto al Sovrano i dieci volumi di studi pubblicati quest'anno dal R. Istituto per la Storia del Risorgimento, ha così detto a nome di tutti i convenuti: «Dai nostri studi è nata una sola espressione di volontà, ma inesauribile: quella di ubbidire di offrire di combattere per la pace o per la guerra come Voi, Maestà, vorrete, come il Duce comanderà. Nella nostra obbedienza mistica, quando così Vi piaccia, noi sapremo anche essere capi di soldati di popolo, con l'incrollabile forza che crea gli eventi e li domina ». Terminato, tra ovazioni altissime al Re Imperatore, il discorso del Quadrumviro della Rivoluzione, S. E. il Ministro dell'Educazione Nazionale on. Bottai, ricevutone assenso dal Sovrano, ha dichiarati aperti i lavori del Congresso. S. M. il Re Imperatore si è ancora intrattenuto tra gli studiosi adunati, che Gli rinnovano il loro entusiasmo, ed ha poi lasciato Palazzo Madama. Nelle sale del Museo Il Corteo Reale si è ricomposto e, sempre fra due ali di folla plaudente, per piazza Castello, via Roma e via Cesare Battisti, ha raggiunto Palazzo Carignano, dove, guidato da S. E. Bottai e dal Quadrumviro che Gli illustrava via via le cose vedute, ha iniziato la visita del Museo. Asceso il grande scalone, il Sovrano si è trovato nella sala d'ingresso dominata da due grandi busti: il Suo e quello del Duce, Fondatore dell'Impero. Il Re Imperatore si è fermato a contemplare, visibilmente compiaciuto, le due grandi opere eseguite dallo scultore sen. Rubino, che simboleggiano le glorie presenti della Nazione; quindi è passato nella seconda sala dove è una schematica dimostrazione della grande forza espansiva e ascensionale della Casa Sabauda. Questo salone, ricco di stemmi, di bandiere, di calchi dei cannoni settecenteschi della Cittadella che paiono, addossati alle pareti, formidabili colonne, porta il visitatore nel vivo della Storia del Risorgimento nazionale. Nella sala adiacente il Sovrano è sostato ad ammirare il gigantesco quadro del francese Parrocel che ha dipinto la sconfitta delle truppe del suo Paese, guidate dal maresciallo La Feuìllade. Poi, proseguendo nella sua visita, il Re Imperatore ha attraversato le altre sale e salette, ognuna delle quali è una perfetta anrso in è ne. sul elAu e ha il za oluaato si. De il il do ra ria orerpeaia, tà rappresentazione dei vari momenti del Risorgimento, intrattenendosi particolarmente davanti alle raccolte, ai calchi, alle riproduzioni e ai grafici che rappresentano la storia di Casa Savoia. Particolare ammirazione Sua Maestà ha espresso per la parte, diciamo cosi, più popolare della Storia del Risorgimento: quella che dice della vibrante coscienza storica della Nazione: la vigilia, i moti del '21 e del 'SI, Mazzini e la Giovane Italia, gli esuli e la complessa e dominante figura di Carlo Alberto. In una salettina, ambientata a trincea, è la grande tenda da campo del Re elargitore dello Statuto, da lui usata durante la campagna del 1848. In altre sale, sono raccolti il resoconto di Federico Sclopis al Consiglio dei Ministri del 28 marzo 181)8 per l'adozione della bandiera tricolore e la relazione posteriore di Bigotti, primo disegnatore della bandiera, documenti dell'eroismo di Ferdinando Duca di Genova alla battaglia di Pa¬ e o a o l a 1 e e , a l e i ¬ strengo, della prima campagna dell'indipendenza nel pensiero di D'Azeglio, Gioibertì, Cavour, e altri contemporanei, della battaglia di Novara e delle Dieci Giornate di Brescia, di Roma e della difesa della Repubblica Romana e in poderosa sintesi tutti i fatti della Storia d'Italia. La visita inaugurale del Re Imperatore è stata lunga e minuziosa. Prima di lasciare Palazzo Carignano, il Sovrano agli organizzatori e ordinatori del Museo ha manifestato il Suo augusto compiacimento. In piazza Carignano, la folla ha lungamente applaudito il Sovrano quando è uscito, in macchina, per recarsi alla stazione. Ossequiato dalle stesse personalità che erano state a riceverlo, S. M. il Re Imperatore è partito alla volta 'di San Rossore, lasciando la nostra città alle ore 12,10. Prestava servizio d'onore un reparto del 90.o Fanteria con banda che ha suonato la Marcia Reale. rasvPtndazssgpdsdm Meli' aula dell' antico Parlamento Subalpino* a Palazzo Madama, il conte De Vecchi di Val Cismon pronuncia il discorso inaugurale alla presenza del Sovrano