II la belga Dellour prima tappa del vince in volata Biro dei tre mari

II la belga Dellour prima tappa del vince in volata Biro dei tre mari II la belga Dellour prima tappa del vince in volata Biro dei tre mari Il saluto di Bruno Mussolini ai partecipanti - Il Segretario del Partito mossiere della gara - Oggi si corre la Aquila-Pescara e i a\qmdro delle organizzazioni spor-jiiue nazionali. Il «Giro dei tre \mari», nato oggi, non vuole so vrapporsi ad alcuna altra prova, n°>K vuoJe diminuire o sfrondare (Dal nostro inviato) Aquila, 7 settembre. Questa manifestazione, voluta dalla S. S. Parioli cui Bruno e Vittorio Mussolini infondono fervore di attività e giovanili intenti di innovazione e di propaganda, dovrà essere considerata con la simpatia con la quale si guardano le cose nuove, le loro virtù e i loro difetti, ma anche, e specialmente, col volto maschio della volontà., dello sforzo di infondere una idea originale, di colmare un vuoto nel tradizioni, non ha la pretesa di na scere perfetto; vuole portare in regioni quasi vergini la voce dello sport ciclistico, vuole avvicinare ai campioni che lo rappresentano masse che le loro gesta di solito vivono in lontananza e di riflesso; vuol far conoscere e ammirare bellezze d'Italia che troppo pochi italiani ancora conoscono. Questa sono le sue ragioni di vita, queste saranno, oggi e più ancora domani, le sue ragioni di successo. Un nobile scopo L'assenza di alcuni campioni, U mancato interessamento diretto dell'industria, la modesta partecipazione straniera, l'incerta forma di non pochi concorrenti, sono elementi tecnici sui quali sarebbe di poco buon gusto insistere, ben sapendo come sia oggi difficile dar vita a una grande manifestazione ciclistica, e come l'inizio di una organizzazione lo sia molto di più del suo proseguimento. Quello che importa mettere fin d'ora in lue* è che questa prova ha un nobilissimo e utilissimo scopo da raggiungere e che dalle sue origini si può senz'altro trarre la certezza, che sarà raggiunto per la passione degli uomini che l'hanno voluta e preparata e il largo favore con il quale è attesa, senza il pe ricolo di essere soffocata dai cri teri industriali del « campìonismo e del gregarismo »; distribuita in tappe in genere di non eccessiva difficoltà; disputata da giovani che cercano l'occasione per tram dalle loro fatiche un po' di lustro e un complemento dei loro modesti guadagni, questa corsa promette di darci del bello sport e di diffondere quello spirito di com battività, di iniziativa, di coraggio che ancora manca nelle grandi prove da parte dei migliori e cht, da anni ci costa brucianti smac chi nei confronti internazionali ih cui di tali virtù bisogna dar prova. La prima tappa non è manca* ta, da questo punto di vista, all'attesa. Non si poteva pretenderli che sin dal primo giorno si desse fondo alla disponibilità delle prò prie forze e si cominciasse alla dannata. Ciò nonostante il primo urto fra gli uomini che possono aspirare alla vittoria finale è stato deciso, energico, talvolta violento. Se un bel gruppo ha disputato la volata di Aquila è perchè il percorso era breve e relativamente facile, ed è bastato un momento di sosta nell'episodio finale per neutralizzare la selezione che già un pugno di audaci aveva provocato. La vittoria è toccata al belga Deltour, di cui si sapevano le notevoli doti di velocità. Non credo che il vincitore di oggi possa essere minaccioso per la classifica che si andrà stabilendo in seguito e nelle tappe di montagna. Egli non mi pare una nullità in salita, ma neppure un campione; lo ha dimostrato oggi, quando su quelle di Cornaro e di Sella di Corno, la lotta si è fatta più aspra. Qui sono piaciuti più di lui Cafferata, Magni, Mollo, Marabelli, mentre hanno deluso completamente il francese Gallien, che non è mai stato nelle prime posizioni, Cecchi, Cazzulani, Mealli, Rimoldi e Molinar. Ma, come ho detto, parecchi hanno palesato dèficenze di preparazione | e non è detto che le prime tappe mon servano ad essi di finitura di I forma, sì da arrivare a quelle del' le salite più dure da Bari a Reg; gio in grado di figurare secondo j il proprio valore. I corridori si sono adunati a VilI la Umberto, fra il verde del Piaz\zale dei Cavalli Marini. Bruno Mussolini ha voluto portare loro il -1 suo augurale saluto. Erano pre- n 'senti anche il generale Vaccaro e e,a conte Bonacossa. A. dimostrare 1auanto »? Partito e il Regime ap- prezzassero Vovera deyn orqaniz- , ;2Qton, tangibilmente riconósciuta, e dal Duce S E Starace ha daf0 s\il segnale che ha aperto il corteo I lie verso Ponte Salario dove, alle] l '2,15, é stata datp. la partenza liti ecchDBigstnsrnrrAgpfvppsainCMAGlacSzcndcrtstcplimdBtloafacalasa:d4/ 101C1222S4nMM34464IlmloteilLc2sncdinsgsingtrddGlelalaute. n -1 serpeggia - quella che o n ». i - Lotta sulle salite Si è filato a 57 aZi'ora fino a Passo Corese (km. SU) sempre in piano e senza sconvolgimenti. NA se ne sono avuti sulla salita che sotto Merola e in . ci ha portati al bivio di Toffia. Dall'incanto della bellezza del paesaggio invece ci ha distratti la corsa quando si è animata nell'ascesa verso l'osteria della Capannaccia. Benente allungò la fila c Arcangeli poco dopo la ruppe; alla ruota del rosso e vivace corridore umbro rimasero solo Marabelli, Mollo e Crippa, in seguiti du Deltour, Benente, Caf- a feruta, Leoni, e Aliberti; di que- a?'1 c,.We P""i0 " riprendere i - £l,ffaltÌB1 g'a 15P metn avantl " , Be>lenfe, ma poi arrivarono anche e- Cafferata, Leoni e Aliberti; inve- e, ] ce Deltour non riuscì a ricongiun- a, I gersi che in discesa, dove furono o, staccati Benente e Aliberti. I ven- o (l che_, a ,Rlet' <k™; SG>> Pili tra- r «nardo fu preso da Leoni, seguir mno .; imQ a 25„ • a- nuXiatono la fuga prima di Città e Ducale. a; Uopo la volata, con la quale a, Magni si assicurò il premio, scapt dHmvBsdbDvlImipgggno, b. è pò Generati, che ai piedi della più lunga salita della giornata, cioè ad Antrodoco (Km. 110), precedeva di 5U" Wiss e Marabelli, e di l'5" un gruppo di due dozzine, che Cafferata, Mollo e Magni tiravano su con tutta forza. A metà salita Generati cedeva sotto l'incalzare di Wiss e Marabelli e tutti [e tre sotto quello del gruppo, che gafobnmmnsmotladld era andato perdendo Cecchi, Succi, Crippa e Benente. Rimasero così al comando, oltre quelli che ho nominato, Menapace, Landi, Deltour, Hartmann, Mara, Cerasa, Baldi, Alìberti e Masarati. Per un po' costoro sembrarono intenzionati a non farsi più raggiungere, tanto fecero forte la discesa; ma sul falso piano, respinto un attacco di Cerasa, mollarono di colpo, tanto che il gruppo si ingrossò e riprese anche Generati, fermatosi per salto di catena^ Un ultimo tentativo di evitare una volata in massa lo fece Marabelli pochi chilometri prima di Aquila, dove la strada era in leggera salita. Il bianco-celeste potè prendere un centinaio di metri e forse già s'illudeva di aver partita vinta quando Mollo e anche i compagni del vincitore si misero d'impegno per annullare la breve distanza; e vi riuscirono. Così che appena quindici uomini entrarono in fila nella bella pista di Aquila. Conduceva Marabelli, con Deltour, Magni, Mara e Masarati a ruota All'uscita dalla penultima curva Ghisquiere tentò di rimontare al largo, ma gli uomini di testa, accelerando, sventarono la minaccia. Sul rettilineo opposto Deltour balzò in prima posizione, aumentò in curva e si lanciò sul rettilineo finale; Masarati non potè rispondere all'impeto del belga che finì con tre macchine di vantaggio. I distacchi dati all'ordine di arrivo non sono, naturalmente, forti e incolmabili; più significative sono le dimostrazioni di forma date da alcuni concorrenti; ma anche su queste non si può dire una parola definitiva. Solo per Gallien, uno degli stranieri maggiormente attesi, si può quasi escludere ogni possibilità di riscossa. Belgi e svizzeri invece rappresentano un elemento di interesse per lo sviluppo della gara. La tappa di domani, da Aquila a Pescara, sarà più breve e più facile ancora. Dovrebbe essere anche più veloce e meglio prestarsi ai colpi dì sorpresa, senza i quali la selezione, se non la decisione, si avrà certo sulla salita di Chieti a 17 chilometri dall'arrivo. Giuseppe Ambrosino pBT