Poderi di Romagna di Antonio Antonucci

Poderi di Romagna i I e C»f"|C'Tl'C o,3 v3 m. -E IN PROVINCIA Poderi di Romagna Due maniere di amare la ferra e due bilanci ottimi ttriL 29erluca(Dal nostro invìato) CERVIA, settembre. Questo non è uno studio di ca- ! rattere agricolo e nemmeno di ca-, ■ attere sociale. Anzi non vuole ™J^ nasce soltanto da impressioni Io-, tografiche, rimaste nel cervello |*i dopo una passeggiata in campa Sna- La terra di Romagna si presen.ta con il volto della felicità soda I e abbondante, raccontando subito ! il proprio valore sostanziale assle!me a quello dei lavoratori, e rin ! grazia il cielo della sua fortuna, j senz'altra fatica che mostrarsi cosi. Nè questo è il momento mi gl'ore: mietuto il grano da un 1 pezzo, semispogll gli alberi di 1 frutta, la canapa è parzialmente 1 a terra mentre gli interminabili ' festoni di viti ancora nascondono j l'uva. .Ma ce n'è abbastanza lo stesso per incuriosire. un cervello « a posto » , . , ! Me ne andavo dunque in giro senz'animo professionale, allorchè I la mia attenzione fu attratta da i un uomo d'età Imprecisabile ma oltre la cinquantina, intento ad esaminare con piccoli colpi di zappetto certe piante di pomodoro. A giudicare dal dondolio del suo cappellaccio non appariva contento ma proseguiva nell'opera, ! esplorando ogni tanto tra foglia e ] foglia alla ricerca di qualche frute!to Plù consolatore. Fu cosi che, -!avvicinatomi conobbi Battista e ^a. direttore agricolo delle -! cooperative braccianti di Cervia oie <" Castiglione di Cervia, le quali à l e tra proprietà diretta e terreni in affitto, badano a più di mille ettari. Quei pomodori meritavano parolacce; per farli vivere, s'era scovata l'acqua a 265 metri di profondità ed essi la bevevano a solo gusto di fresco, senza restituirla che avaramente in globuli rossi: e Goia li guardava come farebbe i |un padre jerso figlioli Ingrati, del . ~ i pavirìvame coquag—vibedaneInmumdedeGgoa i popr7 lamtaauconeziscziBgsaamginptàamsacomgcstpcuaplaquali però non dispera ancora. Quest'episodio basta a delineare un po' l'uomo. Nato bracciante, agitatore a suo tempo di braccianti, loro organizzatore e oggi loro superiore, egli è rimasto al punto di partenza: la sua « sca- a toìu del cervello sempre a posto » ha' ,come \er?*°°n' !? tbraccia- In , °£™ cosa dubbia, egli tocca e sol- tanto dopo — ma non subito — - giudica. Lo si può definire un em- pirico aiutato dall'intelligenza e i dalla volontà con, in più, un amoa re sviscerato ner la sua terra ^ parte'di Queste està ta por>■ rata „„„ k„„„0 „ lerl'rvfrsnssedeliuo itota alla *>u°na coltura da risaie e l [canneti; appianate le parti vallive . \ con bonifica di colmata e a forza a: di braccia, il tutto fu concimato : con a sudore, prima di giungere * al all'aspetto attuale. o Protagonisti i braccianti riuniti, e Nel 1904' 242 azionisti con quina dici lire a testa formarono il ca- pitale iniziale: totale 3630 lire, a Oggi, restituito il capitale, ogni o, azionista possiede 27 titoli di 100 ^V^^ f°r™: mezzadrìa, tarn zerla. bracciantato. Ogni socio ! coltiva direttamente una sua par- - cella di m. 250 X 20 chiamata -j'Z terri, la terra per eccellenza; i , | tratti eccedenti vengono attribuiti i» turn°- ve ?u,? rrrative'che i ifanno Parte della federazione rai ; vennate, tirano avanti molti la-ivori in economia e, naturalmente l vi provvedono 1 soci, con pagae mento |IUv...v a tariffa. Insomma questi ^-^S^x^^.^SZ , ; P« *. Una cooperativa d consu- irno — dove si può acquistare dao j gli ombrelli alla salsa dì pomoa doro — provvede ad anticipi du- rante ì momenti di crisi invernale a ,-._(„ ,„, _„„, ' POrCne QlCe UOia 1U1, al 8U01 a- j;„0„j„„fl „„ M!. li; dlPen<ienti, gli dà «da magne* l- <da mangiare) ma « baiocchi > e J niente ». Il baiocco è la moneta soo-1 nante, quella che incassata a fine e ' settimana, porta direttamente alo-1 yosteria dove si trasforma In vo- e ! migliar! talvolti», funeste. I baa inocchi, accumulandosi invece nei a- ; conti bancari e consegnati a fine a I d'anno in carte da mille, gravano e: con la loro importanza sul fondo a, ottimo di Questa tente e dando a-1 a i una sensazione più tangibile della proprietà, inducono al risparmio. tcthlcvsBpncbdtpstVepddddctu—mle] Un'altra azienda lc «"««Imma |sha ' Cosl tutto Procede bene in una l- ! atmosfera di patriarcalltà ammi- i a- nistrativa e politica che garantisce I ri-1 il pane (con qualche cosa in più) ^,- 1« er afa. a- e la pace sociale. I Senonchè, nel 1938, il premio provinciale come direzione d'azien-1 da agricola è toccato al signor 1 Vito Biondini che riceveva con-|ha | temporaneamente il secondo pre- i al-.mio nazionale. _ |to le to n è Poiché, in questo settore non si j tratta di premi letterari ma di as- i segnazione su basi serie, andiamo I a vedere il meglio. Biondini dirige jl'azienda Ragazzena in comune di'rta ICèrvia, proprietari i Trombetta- 1 Sansoni di Livorno, composta di' 99 ettari, 110 dei quali, nel 1910, rano ancora valle profonda e paude. La tenuta fu tolta ai frati amaldolesi dal governo napoleo- ™° ^Xtìuneo tempoSietari a trarne poco utile con ir*_„ „ T_ ascoli, prati e qualche cereale. La icinanza del fiume Savio suggeì una bonifica per colmate, eleando cioè la parte bassa con la melma apportata dal fiume stesso così il terreno fu trasformato, on vantaggio non indifferente di uelli limitrofi e dell'igiene Ora un primo fatto salta subito gli occhi: la nuova area, quella — diremo cosi — figliola del Saio, è più ricca specialmente in aleri di quella circostante, nata allo stesso padre e, press'a poco, ello stesso periodo di tempo. noltre rallegra la vista con un maggior numero di case coloniche, mana poesia della terra. Esse erivano dalla concezione diversa el lavoro. Mentre i braccianti di Goia abitano in paese e raggiunono il campo con le biciclette o piedi, lo vanno cioè a trovare, contadini di Biondini sono sul osto,-ognuno con una superficie ropria da badare e che varia da a 20 ettari. Relazioni normali di avoro la mezzadria o la terzeria, ma le 14 famiglie coloniche — che ante sono — non vivono una vita utonoma; esse dipendono in bloco dal direttore dell'azienda che e coordina gli sforzi, segna l'Iniio di certi lavori, provvede alla celta delle sementi, alla concimaione, eccetera. — Il contadino — mi assicura Biondini — non sa. Bisogna dirglielo. Che cosa non sa? Quasi niente a e, questo per lo più, di sapore antico. Bisogna perciò guidarlo, ma — e qui siamo al buono — non già come macchina da sfruttare n senso capitalistico, ma come prezioso elemento della collettivià umana, portata dal Fascismo alla più alta espressione civile. I coloni del Biondini, dando il massimo della propria laboriosità, anno di ricevere il massimo del orrispetttivo e vivono contentissimi. Tutte le provvidenze del Regime vengono regolarmente appliate a cominciare dalla casa, vata, fornita di molte comodità e pulitissima, anche nella zona cirostante, poiché a fine d'anno c'è un premio di « pulizia » assegnato a quel colono la cui abitazione è più linda. Altri premi riguardano a pulizia dei campi, le biche fatte >ef °. l maiali più grassi, i bai eoni fioriti. Tutte le finestre sor¬ idono, cosi, nella primavera e nel'estate, con malve, garofani, geani, margherite, eccetera; d'inverno, le piante che soffrono il reddo, vengono ritirate in una erra a cura del Biondini, per venire restituite al primo soffio di stagione buona. Gli amministrati sono contentissimi: uno di loro, entrato nel 1927 con 28.000 lire di debiti, oggi è in credito; un altro, entrato l'anno scorso, con 13.000 ire di debito, le ha già pagate con un saldo attivo. Lssm«msètlvldtsConcludendo... Girando con Biondini per la sua tenuta che vanta un frutteto eccezionale gestito direttamente, oltre gli altri frutteti dei vari fondi, ho potuto constatare l'amore dela gestione fino ai minimi particolari. A un tratto, con scatto nervoso e deciso, egli esclama: — Basta, dal prossimo anno basta —. Bastava di coltivare fagioli tra le piante dì frutta, perchè ne soffrono a vicenda. Goio, in un suo frutteto, indicandomi i magri tuberi delle barbabietole da seme, già scalzati e destinati al fuoco, mi aveva detto: — Questi andrebbero sepolti perchè la terra s'Ingrassi. Ma (sospiro) sono egoisti —. Non i tuberi, i proprietari lavoratori. Vogliono vendere quel che si può e talvolta anche quello che non si potrebbe. Ripeto: questo non è uno studio di carattere agricolo e nemmeno di carattere sociale. E' il racconto di una passeggiata in campagna, da cui tuttavia si può trarre una conclusione: Goia, un empirico che trae i suggerimenti dalla pratica, un t sovversivo » — come dice lui — che corteggiò l'arciprete per mettere un figlio in seminario, ri- ca,va c?nclusioni felicì da "™ Sestione in senso largo; Biondini, un tecnico che tuttavia non si abban dona alla teoria astratta ma la confronta con la realtà prima di sostenerla, giunge a risultati niù_ .. . F felici ancora con una gestione" in senso ristretto. Da una-parte ab Marno la collaborazione totale, dall'altra il capitale in collaborazione. Se in tutte due i casi i bi- lanci sono ottimi, la spiegazione va ricercata nell'amore che anima i due gruppi indistintamente, amo re alla terra considerata più che I madre; e nello spirito fascista j espresso da entrambi con le opere' Ecco una passeggiata in cui l'a nima respira, ' Antonio Antonucci

Luoghi citati: Cervia, Livorno, Romagna