La IX Fiera del Levante che Bari inaugura oggi di Angelo Appiotti

La IX Fiera del Levante che Bari inaugura oggi La IX Fiera del Levante che Bari inaugura oggi Una imponente rassegna - Il cammino percorso La presenza di 10 Nazioni dell'oriente europeo - ■ (Dal nostro inviato) Bari, 5 settembre. Giungere qui, dopo dieci anni d'assenza, approdando al porto stupendo o percorrendo dalla stazione al Lungomare le monumentali vie del centro, c'è da non credere al proprio sguardo. Una città nuova decisamente, che nulla La a che fare con quella che conoscevamo, sterminata distesa di casette basse, che vedemmo un giorno come divorata dal sole giungendo a questa terra dall'alto in un bruciante pomeriggio di prima estate. Il sole quel g:orno era già carico, o ci parve, di prof unii lontani: era nell'aria il sentore di tutte le nostre belle città mediterranee, quasi una sonnolenza nell'atmosfera immota, un senso di pace infinita. Città nuova e stupenda Non pensammo certamente allora che Bari potesse, nel volgere di cosi breve tempo, diventare quale oggi è; che tutto la faceva credere destinata alla vita placida dei suoi campi, ai modesti commerci del suo mare, a quello che era da secoli, ricca si di eroismi e di storia, ma proclive ai tenui orizzonti, non ancora travolta dall'ansia e dalla febbre della modernità, E forse la città che allora conoscemmo esiste anche oggi. La distesa uniforme delle casette bianche ancora protende al margine dei campi le sue vie vaste come piazzali, fragorose di bimbi, di voci, di colori; ancora perdura in certi suol quartieri quel profumo di mare e di approdo che fu nel nostro ricordo la sensazione più viva e più forte. Ma, accanto a questa un'altra città è sorta, una città stupenda fra le più belle della Patria. Ciò che il Regime ha fatto per Bari, ciò che il cemento in anima, in mattoni ha qui creato balza subito all'occhio, ci meraviglia, ci sbigottisce nella sua imponenza. Scrivevamo giorni fa, visitando un'altra gigantesca realizzazione del Regime, che alle città nuove fondate e create dal Fascismo — Littoria, Sabaudia, Addis Abeba e tutte le altre sorte nell'acquitrinio o nel deserto — bisognava aggiungere la Bolzano industriale. Aggiungiamo anche Bari. Qui non si sono costruiti palazzi; si j 30no demoliti e rifatti quartieri ■ Qui tutta la zona del centro è ca!duta sotto il piccone ed è risorta in pochi anni, perfetta, monumentale, stupenda. Il suo Lungomare è bello come i più celebrati d'Italia; aiuole fiorite, ritrovi eleganti, i passeggiate lussuose, come a Ge. £Qva %\ Nizza. Torrenti d.asfait0 lsono stati profusi fra case e giar|c]mli negozi nlodernl> alberghi j confortevoli rendono il soggiorno ! s fra questa gente generosa e : ntile piaCevole, Indimenticabile Poi c'è la Fiera. Anch'essa e creatura giovane, non ha ancora dieci anni di vita. Ne compie nove domani, si avvia ai suo primo decennio già robusta, gagliarda, vitalissima. Veramente, essa non k che faccia della nde Ba_ U l'espressione forse più appari- Iscente della ricostruzione urbana, commerciale, industriale di questa terra. Ma in sè assomma una Importanza nazionale, supera ogni interesse locale e si inserisce con un suo carattere, una sua ben netta fisionomia nel panorama economico del Paese. L'hanio chiamata con felicissimo nomi- asstletivotfaspinsaanveciduqudii vetofopatufimè lam20ngnnomtiofnspil 28nast50ncofetimtesimtatelesezqmsnecapncRrenenfoinsLnessncVcdtnmmmv lFiera del Levante: un nome Pien0 |Ul Poe3'a' ma .anche. ciò che Piu conta, di realta. i t.«;,.„„ P il In™ comnensn Le »»»C"e e 11 loro compenso Qui dal 1930 al apre ogni anno !un grande mercato proteso alle ! terre levantine, dall'Albania alla Grecia, dalla Palestina alla Siria, ! dal ub/n° all'f qU' 10 ,Sf0,"i t,20 produttivo della Nazione trova c, a ogni settembre una sua degna | r \ dimostrazione ; di qui si irradiano | tj vaste correnti di traffico che por-|zlrjtano u n03tro lavoro in cento lon tanI paesl. Barij prima città di Puglia, cuore vigile e pulsante di questa terra, ha offerto una sede ideale alla coraggiosa iniziativa, Sarebbe lungo ora, e fors'an'che vana cosa, riandare le viceni de le difficoltà, gli ostacoli perj quali si è giunti alla meta odierna: ma certo lo sforzo dovei-i spihlvL| èdm- «>er"a: "la ^r<-" '° SIU™ uuv,'L-( - te essere immane, creare tutto dal jnulla, mutare anche, sotto certi| a e e a o n _ - , a i n n a o - aspetti, il temperamento di questa città e di questa gente, accelerare il ritmo della vita collettiva, imporre nuove esigenze per ottenere più vasti risultati. Una fatica, innanzi tutto, di carattere spirituale: persuadere, esaltare un intero popolo all'ardita intrapresa. Poi, una fatica di denaro, e anche questa non facile e non lieve. Una fatica, infine, di convincimento verso le fonti della produzione italiana e estera, affinchè qui venissero a erigere 1 loro padiglioni, affinchè qui mandassero i loro tecnici e 1 loro esperti di vendita. Bari può dire oggi di aver vinto. In nove anni si è camminato forte, si è balzati di tappa in tappa con giovanile fervore. La lettura dei dati statistici che; l'ufficio stampa ci fornisce è quanto mai interessante. In nove anni si è raddoppiata l'area occupata dalla Fiera: da poco più di 100 mila metri quadrati si è ' giunti a 200 mila. Ma 1 partecipanti al sono quadruplicati, 'da 1S0Ó a.4800; gli stranieri pòi, appena presènti' nel 1930, sono òggi 1624.' DlclahT nove Paesi esteri sono- ufficialmente rappresentati, '49 per iniziativa privata. Il movimento delle offerte e delle richieste, pressoché nullo nei primi due anni (11 prospetto non accusa per il 1930 e il 1931 alcuna cifra), è salito da 2800 unità nel 1932 a oltre 7 mila nel 1937. Si calcola che lo scorso anno durante la quindicina fieristica siano stati trattati affari per 50 milioni di lire. I convegni mercantili Ma il fine di questa iniziativa non è circoscritto, si sa, nei brevi confini di tempo in cui la manifestazione si svolge. Più significativo dei milioni contrattati è il numero degli espositori, specialmente stranieri, che qui sono accorsi: segno chiaro che 11 commercio mondiale reputa Bari sede perfetta per il lancio di prodotti nelle terre del Levante. La Fiera vuole, più che stabilire 1 contatti passeggeri, aprire alla nostra produzione nuove vie di smercio, conquistare mercati lontani; richiamare l'attenzione di folle e Paesi stranieri sul nostro lavoro. A questo fine, crediamo, sono nati, quest'anno, per questa nona edizione fieristica, i convegni mercantili che si svolgeranno dal 14 al 18 di questo mese e avranno partecipanti ufficiali dieci Nazioni: Albania, Bulgaria. Egitto. Grecia, Irak, Jugoslavia, Palestina, Romania, Siria e Turchia. Queste riunioni vogliono avvicinare gli esponenti della produzione italiana al rappresentanti le categorie economiche straniere, non per vani studi teorici, ma per offrire in forma concreta 1 nostri prodotti industriali, per stabilire effettivi scambi commerciali. La Fiera del Levante ha quest'anno un'altra novità: la mostra della razza, che eleva il suo magnifico padiglione su quattromila metri quadrati di superficie. Oggi ogni accesso all'esposizione era rigorosamente vietato, ogni curiosità ferocemente combattuta. Vedremo domani, quando i cancelli saranno aperti e le sirene di tutti i cantieri, le campane di tutte le torri daranno il lieto annuncio, in che cosa consista, quali mete abbia raggiunto, quale cammino si prefigga questa gagliarda manifestazione di volontà e di vita. Angelo Appiotti 0 u