La settimana cruciale è passata senza soluzioni di Curio Mortari

La settimana cruciale è passata senza soluzioni La settimana cruciale è passata senza soluzioni Vivo malumore a Berlino per la politica dilazionatrice di Bcncs - I colloqui continuano, i progetti fioriscono, l'ottimismo resta pallido (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) Praga, 3 settembre. / beduini del deserto dicono della Sfinge che essa può conoscersi veramente, e dare l'impressione di svelare il suo enigma alla luce del giorno, ma che in realtà il suo volto rimane immutabile. Questo asciutto aforisma sahariano si può applicare all'odierna situazione. Quegli osservatori i quali troppo versatilmente (e talora anche interessatavi ente) ne seguono gli sviluppi, diciamo così, coloristici, parliamo ora di lievi distensioni, dopo le voci di riacutizzazione corse ieri sera. Bisogna riconoscere che esse erano più drammatizzate che drammatiche. Tuttavia, come la Sfinge, la situazione non è molto mutata: se il suo aspetto formale è sembrato stamane tingersi alquanto di rosa, il suo fondo rimane sempre piuttosto oscuro. La realtà è che mentre le rivendicazioni dei sudetici sembrano rimanere inflessibilmente fondate sul progetto autonomistico, le concessioni del governo cecoslovacco sono sempre collegate al piano della suddivisione cantonale. Da una parte — dicono in sostanza gli uomini di Henlein — c'è la inequivocabile aspirazione sudetica alla sintesi; dall'altra cè In tendenza analitica c'he nasconde il principio disgregatore della unità sudetica. Ecco il substrato della questione e la ragione fondamentale del dissenso. Comunque, non si è ancora detta la parola definitiva. Le trattative continuano, e permane ancora da entrambe le parti il principio della buona volontà. E' già qualcosa. Il lavoro per il progetto continua Ne fa fede il colloquio, durato due ore, che il Primo Ministro Hodza ha avuto ton il delegato sudetico Kundt. Circa il risultalo di questo colloquio, nulla è dato sapere di esauriente, ma è' certo che dopo la conversazione Hodza ha convocato presso di sé gli esperti legali e costituzionali; il che può far pensare che in seguito alle osservazioni del delegato sudetico, gli studi ed il lavorio di ritocco del progetto di concessioni abbozzato dal Governo cecoslovacco continuino. La situazione: rimane tuttora anche in sospeso in quanto Corrado Henlein, dopo l'incontro con Hitler a Berchtesgaden, non ha fatto ancora ritorno a Praga. Si riferisce intanto che il sig. Gwatkin è partilo alla volta di Asch per incontrarsi col capo dei sudetici. Il colloquio tra l'« alter ego » di lord Runciman, ed il capo dei sudetici, dovrebbe aver luogo domani a Marienbad. Naturalmente l'attenzione del pubblico è in questo momento sopratutto magnetizzata dal colloquio che Henlein ha avuto con il Cancelliere Hitler a Berchtesgaden. Nei circoli ben informati — secondo quanto riferisce la United Press da Berlino — si afferma che il Cancelliere del Reich dopo il colloquio con Henlein, non ha formulato basilari decisioni sul prossimo sviluppo della situazione, via ha soltanto ascoltato la particolareggiata esposizione presentatagli da Henlein. Non si è trattato neppure delle nuove proposte del Governo di Praga, i cui particolari non sono ancora conosciuti. Nei circoli ufficiali si rende noto — seguita la stessa agenzia — che il governo del Reich ha dato assicurazione al governo inglese, attraverso l'ambasciatore Henderson, che la Germania non farà passi precipitati. L'Inghilterra a sua volta avrebbe promesso che, se non sarà possibile raggiungere un compromesso tra le proposte del governo di Praga e quelle che probabilmente presenterà Henlein, farà presentare a metà di settembre una nuova proposta intermedia per tramite di Lord Runciman. Torniamo ora a Praga. Dopo i colloqui detti « privati » svoltisi tra il Primo Ministro Hodza e la delegazione del Partito sudetico, la discussione accenna a passare dalla fase marginale dei preliminari ad un carattere più concreto. Lunedì infatti il presidente della repubblica Benes darà inizio in forma ufficiale alle conversazioni per tentare l'accordo. Queste conversazioni apriranno quindi una settimana ricca di interesse: una settimana in cui il passo della situazione dovrebbe denunciare un ritmo anche più accelerato e febbrile. Una seria base per le trattative Nelle trattative per la soluzione del problema delle nazionalità in questi ultimi giorni si nota sempre più — rileva la stampa di Praga — l'intervento autoritario del presidente della Repubblica. Anche oggi egli ha ricevuto i delegati del Partito sudetico, il deputato Kundt ed il capo ufficio stampa Levakowski. I due rappresentanti si sono espressi in merito alle proposte del governo di Praga. Fra i due punti di vista vi sono ancora molte differenze, nondimeno esisterebbe una seria base per le trattative, alle quali verrà dato inizio ufficialmente com'è stato detto, lunedì. Tali trattative verteranno sulla base principale del progetto stes¬ spdldspbgrntaopbcdoagDinsvdI so. Si tratta di approfondire il principio contenuto nello statuto delle nazionalità, nella legge per l'uso delle lingue nazionali, nella decentralizzazione della amministrazione statale ed in alcuni punti del programma di Karlsbad. Un grande progresso? A differenza del prima programma, questo non sarà elaborato nei particolari fino a quando non si sarà raggiunto l'accordo su tali basi. Si è rinunciato pertanto a pubblicare, come era fissato per oggi, le linee generali del nuovo piano. Il fatto che è stato possibile continuare nelle trattative — conclude il giornale — può considerarsi un grande progresso ». Piuttosto dissonante da questo ottimismo, sembra invece questo articolo del Liciove Novini, il giornale sociale nazionale di Brno. Dopo aver notato come perduri la incertezza della situazione, il giornale continua: « Come sarà possibile un accordo pacifico, non deve escludersi anche la possibilità di un inasprimento del conflitto. In questo modo è necessario cgtr ratterizzare la situazione prima del congresso di Norimberga. La Germania non potrà non tener conto della febbrile attività, della politica estera inglese per evitare da parte del Reich un gesto tale da vietare poi un qualsiasi intervento. Nessuno può oggi oltre dubitare della nostra buona volontà di giungere ad un accordo. Abbiamo dimostrato nei giorni scorsi, che desideriamo più ardentemente di prima di giungere ad una pacifica è giusta soluzione col nuovo progetto della riorganizzazione dipartimentale. Oggi però giungiamo a limiti estremi oltre i quali non ci è possibile andare, se non vogliamo rovesciare la sovranità all'interno della repubblica, e la integrità all'esterno delle sue frontiere. « Di fronte a queste nuove offerte è bene avvertire che esse non devonsi ritenere frutti di una pressione, e che sotto una ancor maggiore pressione, non potremo andar tanto lontano fino ad accettare i punti di Karlsbad o l'autonomìa territoriale del paese. Si potrebbe cadere in un fatale errore, qualora si volessero interpretare le nostre concessioni come un segno di debolezza incipiente, e progressivamente in aumento. Pensiamo seriamente, quando affermiamo che non ci sono forze in grado di farci accettare volontariamente ciò che non è consigliabile con la nostru integrità interna, indipendenza e democraticità della repubblica. Abbiamo dimostrato che vogliamo accordarci, ma si può anche comprendere che alla volontaria capitolazione niente al inondo può costringerci. Un incontro Runciman-Hitler? « Già la visita di Henlein a Hitler, dimostra che le decisioni non sono nelle mani del partito sudetico ma in quelle del Cancelliere del Reich. Certo è, che sulle decisioni che potrà prendere Hitler, avranno influenza te notizie date da Henlein, soprattutto nel modo e nello spirito con il quale sono date. La responsabilità diretta di Henlein perciò non è piccola. Vogliamo sperare che i capi del popolo tedesco terranno conto della loro azione e della nostra volontà di giungere ad un accordo pacifico, come pure della nostra preparazione a porci in difesa della nostra libertà. Sarà bene — conclude bellicosamente il foglio 'cecoslovacco — se dappertutto, prime del congresso di Norimberga, si saprà che la Cecoslovacchia è altrettanto preparata alla pace ed all'intesa come lo è alla difesa ». Riferisco, per finire, a puro titolo di cronaca, un'informazione del Ceske Slovo da Londra: « Nei circoli ufficiali londinesi — essa dice — si ammette la possibilità che lord Runciman non si limiti soltanto alle trattative fra il governo cecoslovacco e le minoranze nazionali, bensì clte la sua attività entri, anche in campo internazionale, in merito al problema da risolvere. In qualche circolo non si nasconde la possibilità di un incontro di lord Runciman con il Cancelliere del Reich, nel caso in cui la situazione, specialmente, lo richiedesse». Curio Mortari