Corbera conquistata dopo cinque ore di lotta

Corbera conquistata dopo cinque ore di lotta Jm' olfcng/ra dell* Ebwo Corbera conquistata dopo cinque ore di lotta L'azione nazionale procede sicura — Le linee nemiche allontanate da Gandesa di otto chilometri -- Mille prigionieri rossi, catturati (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Fronte dell'Ebro, 5 settembre. Altri sei chilometri di avanzata attraverso un terreno irto di fortificazioni, di reticolati, di agguati, di barriere di cemento e di fuoco; un villaggio conquistato quello di Corbera, che era una delle posizioni centrali dei rossi fra Gandesa e l'Bbro; il massiccio de los Caballos, ultimo bastione montagnoso che interdice ancora l'accesso alla vallata dell'Ebro nella breve zona in cui le due rive del fiume sono occupate dal nemico, ma già addentate dall'offensiva vittoriosa e le prime quote del massiccio conquistate di slancio; mille prigionieri, a -un dipresso, che debbono ancora essere censiti con esattezza, ma di cui seicento sono già affluiti a Gandesa. Tale è in poche parole il risultato della seconda giornata di battaglia sulla sponda tragica dell'Ebro, che i rossi avevano conquistato di sorpresa alla fine di luglio e che i nazionali vogliono, riscattare. Il teatro delle operazioni L'azione è cominciata alle sette del mattino, con un severo martellamento di tutto il sistema fortificato rosso, che ha per asse centrale lo stradone Gandesa-Ascò. Fronte assai ristretto, a paragone di quello su cui si era combattuta la prima fase della battaglia. Il combattimento comprende un settore di cinque chilometri di ampiezza, fra la quota 402 a nord di Corbera e le prime pendici del massiccio de los Caballos, a sud di Corbera. Il paesello di Corbera è al centro del fronte. E' uno di quei villaggi che nulla destinava alla notorietà, e che hanno la triste fortuna di rimanere, impigliati nella linea di stabilizzazione del fronte, così da diventare poco più che una « posizione »; qualche cosa come una quota anonima, poiché delle case, delle strade, dei focolai un tempo pieni di vita familiare non rimane più che qualche mucchio di pietre, di stracci, di stampati, qualche muro diroccato, marcito dalle acque e sgretolato dal sole. Il paese coincide con la quota 3^3. Corbera si trova sulla strada da Gandesa ad Ascò, a cinque chilometri a nord-est di Gandesa. Il villaggio fu l'ultima tappa della avanzata dei rossi verso la citta-, dina di Gandesa, che riuscirono a stringere da vicino ma non poterono conquistare. L'attacco, dopo una preparazione d'artiglieria che è durata cinque ore, dalle sette a mezzogiorno, si è sferrato partendo dalle posizioni di montagna vicine alla quota ì02, principale caposaldo repubblicano a nord di Corbera. Sulla quota 408 t militi rossi avevano opposto sabato una validissima resistenza agli assalti di una divisione nazionale. Sospesa sabato l'offensiva, ripresa ieri verso quell'altura dominante, ha trovato un nemico indebolito, meno fermo sulle fortificazioni rudimentali riordinate frettolosamente durante la notte, dopo il terribile bombardamento del giorno precedente. L'assalto decisivo All'una del pomeriggio le forze nazionali davano l'assalto decisivo alla posizione nemica, che cedeva. La vittoria doveva determinare rapidamente la caduta di Corbera. Mezz'ora dopo si potevano distinguere, dagli osservatori nazionali di seconda linea, lunghe file di-soldati che lentamente camminavano sul dosso che sormonta il paese da settentrione. Era la colonna che aveva avuto ordine di occupare il villaggio. Ma quando queste truppe sono sbucate nel pinno e hanno raggiunto le prime rovine di Corbera. un fuoco secco di mitragliatrici ha risposto dal centro dell'agglomerazione e per alcune ore l'avanzata è stata impossibile. Più tardi, altri reparti che discendevano dalla montagna, a settentrione del villaggio, venivano a rinforzare 1 primi e occupavano gli sbocchi stradali verso oriente. La resistenza all'interno del paese si faceva via via più fiacca, poi cessava. Nel tardo pomeriggio, la bandiera bicolore era issata sulle rovine della chiesa di Corbera da una pattuglia di rastrellamento, che aveva soffocato gli ultimi focolai nemici. Intanto, più a sud, la battaglia si spostava verso le prime pendici del massiccio de Los Caballos, dove le fortificazioni rosse attaccate con impeto da una colonna nazionale cedevano. La zona d'occupazione si estende ormai a due chilometri a sud di Corbera e a un chilometro a oriente del villaggio. Al tramonto, le prime pattuglie \ superavano già l'innesto della strada Gandesa-Ascò con la mulattiera che dal Picco Gaeta scende su questa strada. La città di Gandesa che i rossi erano riusciti a stringere da vicino durante la fase culminante della loro offensiva, è ora a otto chilometri dal fronte e le linee di combattimento si spostano lentamente verso l'Ebro. Le forze nemiche La principale barriera difensiva di cui dispongono i rossi fra Gandesa e il fiume — il massiccio de Los Caballos — è stata intaccata. L'offensiva è nel complesso ancora lenta, ma in questa nuova fase procede più sicura e molti sintomi dicono che la capacità di resistenza dei rossi è ormai in forte declino. Sono sul fronte dinanzi ai nazionali le migliori forze repubblicane. Oltre alle divisioni internazionali già note, la Walter, la Lister, la Campesino, è in linea, secondo informazioni dei prigionieri, la famosa divisione Carlo Marx, che è ritenuta dai tecnici e dallo stato maggiore una delle maggiori unità rosse, una delle più combattive e delle più resistenti, nutrita quasi esclusivamente di volontari, uomini non giovanissimi, che formano una divisione stimata dal comando nemico al di sopra delle stesse divisioni internazionali. Questa divisione scelta è duramente provata e perde sangue di giorno in giorno. Oggi sono stati tratti un migliaio di prigionieri e i morti sono numerosissimi. L'artiglieria rossa ha tentato di replicare al tiro nazionale, ma ogni volta che ha eseguito un concen¬ tramento di fuoco, i grossi calibri legionari hanno risposto con il tiro di controbatterlo, hanno scovato i nidi dei pezzi nemici e li hanno costretti al silenzio. Forse il momento del crollo non è lontano. Riccardo Forte ti 5 ti) 15 Za 25l

Persone citate: Carlo Marx, Lister, Riccardo Forte

Luoghi citati: Ascò