Il gesto di Hitler a Berchtesgaden ha dato ossigeno alla pace europea di Curio Mortari

Il gesto di Hitler a Berchtesgaden ha dato ossigeno alla pace europea I negoziati di JPf.a4jr.f1 continuano Il gesto di Hitler a Berchtesgaden ha dato ossigeno alla pace europea (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) Praga, 5 settembre. Domenica, giornata di pace cristiana. Anche la folla che è sempre cosi eminentemente barometrica, sembrava ieri riposare sul momento che vive. Un momento che si può ben chiamare tempestoso. D'altra parte, come non riconoscere che l'atteggiamento di Hitler, quale è emerso dal colloquio con Corrado Henlein, capo del partito sudetico, a Berchtesgaden, ha profondamente influito sull'istintiva coscienza della folla f II gesto del Fuhrer (che dalle limpide solitudini montane del Tiroìo ha, in un~inomènfo che rembrava volgere al dramma, approvato la continuazione delle trattative, eliminando la possibilità di bruschi arresti), ha confermato ancora una volta una eterna massima dell'esperienza umana: che cioè la forza vera non va mai disgiunta dalla serenità e dalla saggezza. Cosi l'atmosfera continuava ieri ad apparire intonata a una certa distensione, in attesa di un domani laborioso, fors'anche difficile, ma non scevro di possibilità e di speranze. Si annuncia infatti per oggi la ripresa di quel lavorio di cont-ittx e di sondaggi, di conversazioni e di studi che sembrava, or sono quarantotto ore, votato a una cruda interruzione. Ma se la folla si è concessa una tregua domenicale, gli esperti della situazione non hanno completamente riposato. Già da sabato sera si annunciava una conversazione tra Gwatkin, l'uomo più immediatamente vicino a lord Runciman, e Corrado Henlein, capo del partito sudetico, dopo che sabato aveva avuto luogo un colloquio tra lord Runciman e il Presidente della Repubblica. Oggi, poi — come già annunciavamo — saranno riprese ufficialmente le trattative con una riunione tra Benes e la delegazione del partito sudetico. Come si vede, c'è molto lavoro alle viste; lavoro di carattere, ben s'intende, ancora marginale e preliminare, in vista di una comune e positiva base di discussione. Sa¬ rebbe in questo caso arrischiato, non dico trarre delle conclusioni su questa fase di « comunicazioni » o, se vogliamo, anche di « ripresa »; ma azzardare puramente delle ipotesi. Bisognerà quindi, in attesa di esplicite comunicazioni, attenersi al massimo riserbo. Unico pericolo di questa situazione di leggero e quasi dolce pendio, è costituito dall'eventualità di incidenti, i quali, come le famose scintille di tradizionale enunciazione, possono sempre scaturire anche dalla più lieve frizione. L'esperienza insegna che spesso queste scintille nascono da contarti verbali, nei quali quélii di carattere radiofonico possono avere, purtroppo, la loro parte di responsabilità... Tuttavia osservando la situazione a Praga in specie e nella Cecoslovacchia in genere, si nota che alla distensione dell'umore, diciamo così, pubblico, corrisponde una speciale sorveglianza, esercitata dagli organi di polizia. Sorveglianza dirò, anzi, meticolosamente severa. Non più tardi di ieri ho visto sequestrare sulla pubblica via un giornale di tinta rossa, che aveva eccessivamente dimostrato la sua solerte tendenza a soffiare nel fuoco e a gettare, sul partito sudetico, ombre e responsabilità insussistenti. Comunque, a parte queste scarse probabilità di frizione inattesa, è certo che la situazione appare intonata ad una maggiore serenità. Naturalmente l'attenzione dell'opinione pubblica è calamitata da un'attesa: il congresso di Norimberga e il discorso di Adolfo Hitler. Il Venkov, in una sua corrispondenza particolare da Berlino, crede di poter annunziare che il Cancelliere del Reich parlerà della situazione cecoslovacca a Norimberga il 6 o il 12 settembre. Riteniamo dal canto nostro — attingendo a seria fonte l'informazione — che la data del 12, se non certa, sia almeno la più probabile. Curio Mortari

Persone citate: Adolfo Hitler, Benes, Hitler, Runciman

Luoghi citati: Berchtesgaden, Berlino, Cecoslovacchia, Norimberga, Praga