Un tentativo del Rothschild di corrompere Cavour

Un tentativo del Rothschild di corrompere Cavour EBREI AIm LAVORO Un tentativo del Rothschild di corrompere Cavour Tra Austria e nostra storia - Piemonte - Una pagina poco nota della "Liberateci da quest'ebreo che ci strozza,, Gran parte della storia del se ■ j hcolo XIX è legata a quella di una sgrande casa bancaria ebraica, quella dei Rothschild, che sorta nel 1700 a Francoforte, uscita dai vicolo dei Giudei di quella città in meno di cento anni giunse a ; controllare gran parte della vita j politica dell'Europa. Re senza co rona, furono detti i banchieri di I Francoforte. Romanzieri e storici !«e fecero l'elogio. Un film, capo d ù ? E | lavoro di propaganda filoebraica, è venuto proprio l'altr'anno a illustrarne le avventure. I Rothschild ebbero anche una parte nelle vicende del nostro Risorgimento. E' un aspetto tra i meno noti della storia d'Italia e merita, oggi, di essere ricordato I Rothschild erano in stretti rapporti con l'Austria degli Absburgo, e specialmente con Metternich, intimo amico di quel Salomone, banchiere di Vienna. Furono dei Rothschild i prestiti concessi prima e dopo il Congresso di Vienna sino a tutto il 18^8 per finanziare le varie spedizioni dell'esercito de. gli Absbur go in Romagna, nell'I talia centrale e a Napoli. , Un colloquio con Metternich /I £0 novembre del 18^7 ha luogo un drammatico colloquio tra Salomone Rothschild e Metternich, colloquio che ci viene, insieme ad altre notizie sui Rothschild, riferito da Egone Corte. Il Cancelliere, dopo avere dipinta al banchiere la situazione, gli chiede se sia migliore consiglio per l'Imperatore abbandonare alla rivoluzione le Provincie italiane, oppure di fendere il Lombardo Veneto. — No, per amor di Dio — esclama Rothschild, che tra l'altro sLtr ! aveva in corso trattative per la \ concessione di saline nella laguna !veneta — tutto sarebbe perduto. II Metternich replica che è quel | la anche la sua opinione, ma che per resistere occorrono mezzi finanziari che invece mancano. Con il malumore che c'è tra i sudditi Bell'Impero, di nuove tasse o im iP03te non è ,l caa° dl Parlare, ci \ cogliono anticipazioni segrete da ! rimborsarsi non appena la situa zione sia migliorata. Il banchiere fornisce il denaro,ed è così che con l'aiuto del barone ebreo, il Piemonte sarà battuto in Lombardia e a Novara. A Roma, intanto, è stata pro- ornata la Repubblica, e il Papa 1 e fs,,7e a Gaeta. Pio nono si ri V0Ì9e Per axuU a Luiai Xapoleo- ! 2* ££rt*m'e delìa Re^bblica ì non corre buon ìsangue tra i Rothschild e il nuovo ] padróne deHa Francia l banchieri j di Francoforte avevano giuocato ; : un brutto tiro al Grande Napo \ leone e il nipote non deve averlo i dimenticato del tutto. Napoleone, non ancora Imperatore dei Frane cesi e nemmeno Principe presi idente, segnala però, indirettamen1 te, il desiderio di Pio IX a Roth-ischild che vede l'utilità di fare un eìprimo passo verso colui che sa irebbe diventato domani il padrone ' della Francia. Gli eserciti che i (marciano a soffocare la repubbli ca di Roma sono finanziati dai i jRothschild e il barone ebreo ap¬ i profitta di nuove richieste del So¬ nplisrl'imfgsasaedstpdRrgCtpttrvtabsprccrhsssmPnmicspccIglstcfcaasnasltdzQddlmt\vran° Pontefice per pretendereim,condanni »>u«»k. ^k» "-"-'mav! condizioni politiche oltre che ecojnomtcfte aHa concessione del Prestito. Egli si crede già abbastanza potente da passare oltre i ] limiti dell'affare strettamente spe| culativo. Oltre . al forte scarto I tra il valore d'emissione e il deì naro versato, oltre le provvigioni, Rothschild chiede infatti suoi correligionari nello pontificio, la libertà assoluta, una garanzia ipotecaria su quei beni ecclesiastici che erano l'osta'jcolo primo all'affermarsi della postema economica ebraica nel l è mondo. i; La Chiesa è però, in quel perio-|d0j tutfaltro che tenera verso gli k ; ebrei. Pio IX respinge nettamen: te la richiesta,di dare la assoluta h,libertà agli ebrei. La Storia della e. I Chiesa lo ammonisce di andar i cauto su questa via; egli si limita per j!Stato a generiche promesse per gli ebrei di Roma e rifiuta l'ipoteca sui beni ecclesiastici. I successi militari e[ hanno frattanto assicurato la retaurazione del Pontefice e il pre¬ tito viene egualmente concesso. L'ebreo teme di essersi spinto roppo lontano e diviene subito più remissivo. Le sue pretese calano. Dopo Novara li giuoco non è però finito. Se Rothschild hanno da un lato finanziato le forze che allora si opponevano alla formazione dell'Itaia unita, dall'altro lato vogliono, secondo il loro sistema di giuocare su due « tableaux », cogliere 'occasione per legare a sè anche l piccolo, ma ben ordinato Piemonte che ha resistito alla sconfitta di Novara. Il Piemonte battuto, doveva pagare {'indennità di guerra e questo pagamento avrebbe permesso a Rothschild di rientrare in possesso dt parte degli anticipi Sfatti all'Austria per la guerra d'Italia e avrebbe alzato il corso dei titoli di Stato austriaci dei quuli i Rothschild controllavano grandi partite. Ministro delle finanze del tempo è Giovanni Nigra, che si mette dunque a contatto con James Rothschild, capo della casa di Parigi della grande ditta ebraica. Nigra, legato d'amicizia fervida a Cavour, allora solamente deputato, spesso con lui si consiglia a proposito del prestito che sta trattando. E' per questo che dal carteggio di Cavour emergono interessanti elementi. Il Barone James vuole che a lui sia riservato l'intìiro importo del prestito, insieme al diritto di collocarlo con una buona provvigione. Cavour invece sostiene, e giustamente, che una parte del prestito stesso può essere assorbita direttamente dal mer cato nazionale o collocato — a condizioni migliori — dai banchieri piemontesi. Il parere di Cavour ha il suo peso e Rothschild non sa cosa escogitare per piegarlo ai suoi interessi. Il !f ottobre 1849, Nigra si lascia finalmente persuadere e firma l'atto di concessione di un Prestito di 62 milioni riservandone ai banchieri piemontesi solamente otto. Camillo di Cavour si indigna e scrive così al suo amico De la Rue: Così stando le cose, io non posso domandar nulla a Rothschild perchè ciò mi renderebbe complice di una operazione che ritengo contraria agli interessi del Paese. Io sono indignato e ho tutte le ragioni per credere che Nigra si sia lasciato mettere nel sacco da questo vecchio Rothschild. Nigra ha trattato senza di me e non mi ha chiamato che al momento della firma del contratto. Oso vantarmi che se io fossi stato al suo posto avrei avuto condizioni migliori. Io avevo disposto un piano per lasciare da parte Rothschild e me ne sono servito per costringerlo a ritirare alcune delle sue pretese, ma non ho potuto far variare le basi del contratto già definitivamente stabilite. Il gran torto di Nigra è di non avere confidenza nei banchieri del Piemonte. Questa mattina certo signor Landaur, è venuto a offrirmi da parte di Rothschild quanto prestito volessi al prezzo di costo. Come immaginerete, ho rifiutato immediatamente ma questa offerta mi ha sspmlqpuqomsRcvdmldmess0 in condizioni di valutare il modo con il quale si trattano gli affari nella maggior parte dei governi d'Europa. Cavour non dimentica Si offre così a Cavour di lucrare quanto crede sulla differenza di quota del prestito: milioni, se vor ra— E' Mn tentatit'o di corruzione vero e proprio e lo sdegno del Cavour è facile a comprendersi. Il banchiere ebreo crede di poter comprare tutto col suo denaro e Cavour non lo dimenticherà. Un unito dopo si tratta un secondo prestito. Cavour questa volta non è più un deputato qualunque ma è il Ministro dell'Agricoltura del Gabinetto D'Azeglio e nel Consiglio dei Ministri fa sentire la sua voce autorevole in materia finanziaria. Il Piemonte ha bisogno di 120 milioni. Cavour si batte e riesce a far collocare presso Rothschild ztdccn«solamente due terzi del totale riservandone un terzo ai banchieri piemontesi. Egli non vuole legami stretti tra lo Stato Sabaudo e la grande ditta bancaria ebrea la quale ha già deliberatamente depresso il corso del primo prestito j sappena ha avuto sentore i lil Governo vuole emetterne j lun secondo, al fine di non dover rquotare troppo questa secondacoperazione. Il grande statista piemontese escogita per ciò ogni sistema per rompere il giogo dei Rothschild e cerca di prendere contatto con altri banchieri. Scrivendo di questi tentativi, il Conte di Cavour rivela quale sia l'animo suo verso il banchiere che tenta di speculare alle spalle dell'eroico Piemonte. Quanto a me — scrive — sarei felicissimo di poter fare un brutto scherzo a questo ebreo che ci strozza (ce juif qui nona jugule). Quando, nell'aprile del 1851, Cavour diverrà Ministro delle Finanze, più precisa e concreta sarà l'azione contro le pretese iugulatorie dei Rothschild. Ne è una prova la lettera del 2-'t aprile 1851 diretta al Ministro di Sardegna a Londra: « Occorre a qualunque costo uscire dalla spinosa situazione nella quale ci troviamo nel confronti dei Rothschild. Un prestito in Inghilterra è il solo modo di riguadagnare l'Indipendenza. Mia intenzione non è di romperla oggi con 1 Rothschild, ma solo di provare che possiamo fare a meno di essi. Se non riusciremo a concludere in breve un prestito a Londra saremo costretti a passare di nuovo sotto le forche caudine dei Rothschild ». E in una lettera di poco.posteriore: < L'operazione finanziaria di cui si tratta ha una importanza somma. Essa sola può affrancarci dalla dipendenza della casa Rothschild divenuta da qualche tempo cosi funesta al nostro credito ». Il « Times » anche allora Cavour riesce a sottrarsi alla egemonia dei Rothschild, concludendo il prestito con una banca di Londra, a buone condicio- cassmecpmnlfifi :ni, ma il malumore del ban-jchiere ebreo messo da parte nonitarda a manifestarsi scatenando !una campagna di stampa contro il | piccolo Piemonte. Vecchi sistemi ;che conosciamo. Sul Times oppa-1re un articolo che ha larga eco\in molta parte della stampa eu-ropea. Si legge che le condizioni politiche e sopratutto economiche del Piemonte sono assai tristi e !. ,questo ipreoccupanti. Si assai duole di tendenzioso scritto il Conte di Cavour con il Conte di Revel, al quale scrive il 9 luglio 1851- « Credo di riconoscere lo zampino di Rothschild nell'articolo del Times. Il Barone James aveva annunciate che noi non saremmo riusciti e s'era anche permesso questo giuoco di parole asserendo che 11 prestito era stato aperto ma non coperto ». Il gran tessitore dell'Unità italiana, da fine diplomatico, non intende però spingere te cose agli estremi e si vale ancora dei Rothschild per pagare le ultime rate della indennitd dovuta all'Impero degli Absburgo. I Rothschild rimangono diffidenti ed ostili. Trovano un avversario duro a battere. Solamente nel 1859, dopo gli evidenti successi della politica del Piemonte, James Rothschild tenterà di accostarsi all'uomo politico che lo aveva giuocato e gli farà sapere attraverso il conte Nigra che egli e i suoi milioni sono a Vi¬ sposizione della causa italiana. Ma ormai è tardi. Dopo pochi mesi inRegno d'Italia diviene una realtà, A quest'ultima offerta Cavour non concede neppure la sua attenzione. La grande opera è al suo corona- mento ed !gli teme di °es°se^ «juivè par Rothschild». Sarà Egli, il gran Conte, il solo tra i maggiori uomini politici del secolo scorso, che potrà dire di non aveT re mai servito banchieri ebrei, ma di essere riuscito a piegarli perchè servissero a quella politica che portò alla Unità della Patria. G. Pod.