La crisi è finita comincia la catastrofe

La crisi è finita comincia la catastrofe Inchiesta in Palestina La crisi è finita comincia la catastrofe 400 mila ebrei sono sbarcati e hanno investito in case e terreni 40 miliardi di lire industrie per l'estrazione della potassa dal Mar Morto, per la raccolta del ferro vecchio, indu*trie adiacenti agli agrumeti per (Dal nostro inviato) DALLA PALESTINA, agosto. « La crisi e finita, ora comincia a catastrofe », ecco come sintetizzano la situazione locale gli ambienti economici commerciali-, della Palestina. Se oggi è situazione di miseria, il domani si presenta a tìnte nere. L'economia palestinese è giunta al fondo d'un vicolo cieco. Non trova vie di uscita. L'ebreo sbarcato in questa terra che considerava già sua terra, ha speso quello che aveva per farsi la casa, comprarsi l'aranceto ed impiantare la fabbrica. Sono lf00 mila gli ebrei qui sbarcati. Tra ricchi e poveri si può calcolare un apporto di mille sterline ciascuno. La cifra dell'apporto totale risulta quindi ben alta, e quasi tutta investita in case e terre. L'ebreo era arrivato in-una terra che tutto doveva importare, persino la frutta come tuttora. Era terra che viveva sugli apporti dei pellegrini. La Palestina, per diventare terra che potesse vivere da sè e prosperare, bisognava pure che arrivasse ad esportare almeno quanto importava. L'ebreo s'è dato perciò al lavoro con serietà d'intenti ed alacrità. Eccolo estendere enormemente la coltura, già esistente, dell'agrumeto (le arance costituiscono il terzo delle esportazioni totali), ecco impiantare oleifici e saponifici, \ giore. Èaliora. ecco^Vebieo nella la conservazione delle bevande di frutto, industrie per le carni in scatola conseguenza dell'allevamento del bestiame. Dove andare ? Passato il primo sfogo di benessere, la crisi mondiale è venuta a ripercuotersi con maggiore effetto sulla economia palestinese. L'esportazione agrumaria, che è la chiave di volta, appare duramente colpita. Il Governo di Palestina, per di più, bisognoso di danaro, aggrava la situazione imponendo delle tasse all'imbarco j delle arance, in massima, parte Iacuiate ai porti inglesi dove un laltro dazio le aspetta. Che cosa Incavano dunque oggi le colonie ebree da un cestino di arance? I Appena il prezzo di costo. Per le [industrie delle bevande in conserva, la situazione si presenta peg- crisi, senza più danari avendo tutto investito, con aranceto che non rende, con la industria in fallimento e colla casa che lo tiene legato a questa terra. Perchè in sostanza il ragionamento dell'ebreo è questo: dove andare, ora che tutto ha speso qui? Inoltre se c'erano dei fondi ebraici disponibili, sono andati profusi nella costruzione di case, colonie, villaggi, intere città. Da quindici anni a questa parte la Palestina è attraversata da una ardente febbre di costruzioni, feb- di ì, quantunque scemata j '"°lto> "on, e ?nc?™ scomparsa, ]11 cfrto chf le teoriche di ceJ mento, rapidamente allestite pres\so Caifa, devono sin da ora mur :ve „ "?'°,n^ ^'10 E gli arabi? Gli arabi si trovanella più nera miseria. Dap- \PHnla hannn venduto a carissimo- prezzo ì campi agli ebrei, dicen- j«v, tr„ ,è- « ™° ' a *6, aoolamo giocali,,, \E mentre i proprietari arabi vi\vevano da signori consumando il l'erre. Allora ecco gli arabi a dire: liquido realizzato, pure i lavoratori arabi al servizio delle colonie ebraiche trovavano da guadagnare. Senonchè, via via che arrivavano i correligionari, le colonie sostituivano i nuovi immigrati agli operai arabi. Frattanto gli exproprietari arabi, mangiato il capitale, cadevano nella miseria se non avevano da vendere nuove !?>!i?ieia la j Palestina. siamo noi ». E qui colotta che insanguina la \ \ 1 ; La lotta, i disordini, la gueiri- 'glia, l'insicurezza hanno avuto Cifre | l'effetto di troncare di due terzi ' il movimento dei pellegrini che [costituiva un capitolo non trascu! rubile delle entrate palestinesi. In'■ fine il Governo è stato costretto \ ad aumentare di molto le spese ' ' à', , i -\ per la polizia e 1 nuovi, gravami \si son fatti subito sentire, Troviamo cosi la Palestina nel- la massima miseria nel momento - jn cui per sostenere lo sforzo in 'dustriale agricolo ed edilizio al suo culmine, avrebbe dovuto tro- a \oum al »mss""° d< prosperità. L'effetto immediato è che il costo ;de/(a vita è salito a livelli altissie i "ll c'le f°rma"° un U>ande fon \trasto coi livelli assai bassi delle eifen'e confinanti Libano e Siria. i; Conc/«diawio questo breve capi- tolo esponendo al lettore alcuni . 1 dati sugli scambi commerciali nei i|primi sei mesi del 193S, che uccu-\saHO um diminuzione generale ijtóle importazioni e delle espor-Unzioni. Importazioni totali H.tì.'il.OOO li- ire palestinesi /una lira P. ha pres- ì40 " Poco "otore d'una Sterlina) [contro 8.139.000 del primo semen!stre 1037. Nelle tre grandi cute i.'/orie di importazioni, derrate alielmctifan, materie prime e articoli e o e o munifuttwatl, si hanno rispettivamente diminuzioni del 28, del 1S e del 13 per cento, nonostante le accresciute importazioni di carburanti comprese nel capitolo materie prime. Tra 1 Paesi che csoo*-

Luoghi citati: Palestina, Siria